Benessere
Tendenze alimentari 2025: sostenibilità, innovazione e personalizzazione nella nutrizione del futuro
Il 2025 segna un punto di svolta per le abitudini alimentari globali, con un focus crescente su sostenibilità, tecnologie innovative e nutrizione personalizzata, che plasmeranno il nostro modo di mangiare e vivere.
Nel 2025, le tendenze alimentari saranno fortemente influenzate da cambiamenti sociali, tecnologici e ambientali. Con un’attenzione crescente verso la sostenibilità, l’alimentazione sana e l’innovazione, ci aspettiamo un’esplosione di nuove abitudini alimentari che combinano benessere, convenienza e rispetto per l’ambiente. Le diete plant-based e le alternative proteiche innovative (come insetti e carne coltivata in laboratorio) continueranno a guadagnare terreno, mentre la personalizzazione della nutrizione, grazie alle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, permetterà di creare piani alimentari su misura per ciascun individuo. La trasparenza nelle filiere alimentari e l’adozione di pratiche agricole più sostenibili saranno al centro delle scelte dei consumatori, che diventeranno sempre più consapevoli dell’impatto delle loro scelte alimentari sul pianeta.
Proteine Alternative
Carne Coltivata in Laboratorio: Le carni coltivate in laboratorio continuano a guadagnare terreno come alternativa alla carne tradizionale, grazie alla riduzione dell’impatto ambientale e alle innovazioni nel settore.
Proteine Vegetali: Prodotti come burger e salsicce a base vegetale stanno diventando sempre più sofisticati, con una consistenza e un sapore che imitano la carne reale.
Fermentazione
Alimenti Fermentati: Yogurt, kimchi, kombucha e miso sono sempre più popolari per i loro benefici per la salute intestinale e il loro sapore unico.
Cibi Funzionali
Alimenti Arricchiti: Cibi che offrono benefici specifici oltre alla nutrizione di base, come prodotti arricchiti con probiotici, prebiotici, e adattogeni (piante che aiutano il corpo a gestire lo stress).
Sostenibilità
Riduzione degli Sprechi Alimentari: Sempre più aziende e consumatori si concentrano sul ridurre gli sprechi, attraverso iniziative come l’uso di scarti alimentari per creare nuovi prodotti.
Packaging Eco-Compatibile: L’uso di imballaggi biodegradabili e riutilizzabili è in crescita.
Cucina Rigenerativa
Agricoltura Rigenerativa: C’è un focus crescente su pratiche agricole che ripristinano la salute del suolo, la biodiversità e le risorse idriche.
Personalizzazione: Utilizzo di app e tecnologie per personalizzare l’alimentazione in base alle esigenze nutrizionali individuali.
Intelligenza Artificiale: AI per migliorare lo sviluppo di nuovi prodotti alimentari, ottimizzare i sapori e prevedere le tendenze.
Influenze Culturali: Una maggiore integrazione di sapori e tecniche da diverse culture, come le cucine del Medio Oriente e del Sud-Est asiatico, nei piatti quotidiani.
Alimentazione per la Salute Mentale: Alimenti che supportano la salute mentale, come quelli ricchi di omega-3, vitamine del gruppo B e antiossidanti.
Bevande Analcoliche Artigianali: Bevande creative e saporite senza alcool, come birre analcoliche e tonici a base di erbe.
Diete Personalizzate: Crescente popolarità di diete specifiche come la dieta chetogenica, vegana, o a basso contenuto di FODMAP, spesso supportate da prodotti alimentari appositi.
Dolci Sostenibili: Utilizzo di ingredienti sostenibili e meno zucchero nei dolci, con alternative come lo zucchero di cocco o i dolcificanti naturali.
Queste tendenze riflettono un cambiamento verso un’alimentazione più consapevole e innovativa, guidata dalla tecnologia e dalle esigenze di sostenibilità e benessere.
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Benessere
Weekend di digital detox: come staccare da notifiche e scroll compulsivo per ritrovare concentrazione, sonno e benessere mentale
Notifiche spente, tempo reale rallentato, abitudini più consapevoli: il digital detox del weekend è un reset gentile per chi vive con lo smartphone sempre acceso. Basta poco per alleggerire la mente e riattivare l’attenzione.
Perché disconnettersi fa bene
Viviamo dentro un flusso costante di stimoli: aggiornamenti, messaggi, video, notifiche che bussano di continuo. Il risultato è una mente in perenne modalità “allerta”, con effetti su concentrazione, sonno e qualità dell’umore. Un fine settimana di digital detox non è fuga dal mondo, ma una scelta di equilibrio: rallentare l’iperconnessione per lasciare spazio a sensazioni più profonde, ritmi più umani, relazioni più presenti.
Piccoli gesti, grande effetto
Il segreto è la semplicità. Non si tratta di spegnere tutto e isolarsi, ma di impostare confini praticabili:
– notifiche disattivate;
– smartphone lontano dal comodino;
– niente scroll compulsivo;
– lettura al posto dei feed;
– camminate all’aria aperta, meglio se in mezzo al verde.
Anche solo decidere di controllare il telefono a orari specifici restituisce libertà mentale. La casa diventa luogo di respiro, non un prolungamento dei social.
La riscoperta del tempo “vuoto”
Il digital detox funziona perché restituisce una risorsa preziosa: il tempo vuoto, quello che permette di ascoltare i propri pensieri, riflettere, immaginare. È l’occasione per dedicarsi a attività spesso sacrificate: cucinare con calma, leggere un giornale in poltrona, annotare idee su un taccuino, godersi un film senza distrazioni. Anche il camminare diventa un rito: passo lento, occhi che osservano, respiro che si allunga. Un modo naturale per riportare il corpo dentro la presenza.
Benefici visibili e sottili
Dopo un weekend a bassa esposizione digitale, il sonno diventa più profondo, l’umore meno irritabile, l’attenzione più stabile. Si riduce quella sensazione costante di urgenza che accompagna lo smartphone. Tornando online, si nota una maggiore lucidità e una nuova capacità di filtrare i contenuti invece di subirli. È una forma di igiene mentale, delicata ma potente.
Prendersi due giorni senza iperconnessione significa scegliere di tornare al ritmo delle cose che contano. Non è rinuncia: è riconquista.
Benessere
Digiuno intermittente: moda, metodo o reale beneficio per la salute?
Non si tratta di una dieta in senso stretto, ma di un modello alimentare che alterna ore di digiuno e di alimentazione. Gli studi mostrano risultati interessanti sul metabolismo e sulla salute, ma non è adatto a tutti.
Non una dieta, ma un ritmo
Il digiuno intermittente non impone cosa mangiare, ma quando farlo. L’idea alla base è di concedere al corpo periodi prolungati senza cibo per stimolare processi fisiologici che, secondo alcune ricerche, migliorerebbero il metabolismo, la sensibilità all’insulina e la capacità di bruciare i grassi.
Le forme più comuni sono:
- 16:8 – si digiuna per 16 ore e si mangia nelle 8 successive (ad esempio dalle 12 alle 20);
- 5:2 – si mangia normalmente per cinque giorni e si riducono drasticamente le calorie in due giornate non consecutive;
- Eat Stop Eat – prevede uno o due digiuni completi di 24 ore a settimana.
Secondo il National Institute on Aging statunitense, il digiuno intermittente è una pratica antica, che rispecchia il modo in cui i nostri antenati alternavano periodi di abbondanza a fasi di scarsità.
Cosa succede nel corpo durante il digiuno
Dopo circa 8–12 ore senza cibo, i livelli di insulina si abbassano e l’organismo inizia a usare le riserve di grasso come fonte di energia. Questo processo, chiamato chetolisi, è alla base dei potenziali effetti dimagranti del digiuno intermittente.
Studi pubblicati su Cell Metabolism e The New England Journal of Medicine indicano che l’alternanza tra digiuno e alimentazione può:
- migliorare la regolazione della glicemia;
- ridurre i marker di infiammazione;
- favorire la rigenerazione cellulare tramite autofagia, un processo di “pulizia” interna delle cellule;
- e, in alcuni casi, contribuire a una lieve perdita di peso.
Tuttavia, i risultati variano molto da individuo a individuo. Non tutti sperimentano benefici significativi, e alcune persone possono accusare stanchezza, irritabilità o cali di concentrazione nelle prime settimane.
Benefici potenziali, ma anche limiti
Secondo una revisione del 2023 dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health, il digiuno intermittente può aiutare a migliorare il controllo metabolico e a ridurre il rischio di diabete di tipo 2, ma non è superiore alle diete ipocaloriche tradizionali in termini di perdita di peso a lungo termine.
Inoltre, non è consigliato per tutti. Donne in gravidanza o allattamento, persone con disturbi alimentari, diabete o problemi ormonali dovrebbero evitare questo regime o adottarlo solo sotto controllo medico.
Come iniziare in sicurezza
Chi decide di provare il digiuno intermittente dovrebbe farlo in modo graduale. Alcuni consigli pratici:
- Iniziare con un digiuno leggero, ad esempio 12 ore, e aumentare progressivamente.
- Bere acqua e tisane durante le ore di digiuno per mantenere l’idratazione.
- Evitare abbuffate durante le ore di alimentazione: ciò vanifica gli effetti metabolici.
- Ascoltare il corpo: se compaiono debolezza o irritabilità persistente, è meglio sospendere.
Una scelta da personalizzare
Il digiuno intermittente può essere uno strumento utile per alcune persone, ma non una soluzione universale. I suoi effetti positivi sembrano legati soprattutto al miglioramento del rapporto con il cibo e alla riduzione del consumo calorico complessivo.
Come sottolinea la nutrizionista Elena Cattaneo, “il digiuno intermittente non è una scorciatoia per dimagrire, ma un modo per risincronizzare il corpo con i suoi ritmi naturali. Se affrontato con equilibrio e buon senso, può migliorare il benessere generale.”
Il digiuno intermittente non è una moda passeggera, ma una pratica con basi scientifiche in evoluzione. Può offrire benefici metabolici, ma non sostituisce un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano.
Come sempre, la regola è una: mai improvvisare. Prima di cambiare le proprie abitudini alimentari, è fondamentale confrontarsi con un medico o un nutrizionista.
Benessere
Cioccolato fondente, alleato del cuore e della salute
Non solo golosità: il cacao aiuta a ridurre il colesterolo cattivo e a migliorare il benessere generale. Ma attenzione alle quantità.
Quando si pensa al cioccolato, la prima immagine è spesso legata alla dolcezza e al piacere del gusto. Ma negli ultimi anni numerosi studi hanno mostrato che il cioccolato fondente, se assunto con moderazione, può essere un prezioso alleato della salute. Non si tratta solo di un alimento sfizioso, ma di un vero concentrato di benefici grazie al cacao, la sua componente principale.
Perché il cioccolato fondente fa bene
Il cacao è ricco di flavonoidi, sostanze naturali che hanno effetti positivi sul cuore e sulla circolazione. Secondo Carlo Selmi, docente all’Università degli Studi di Milano, «fra gli alimenti capaci di modulare il sistema immunitario c’è proprio il cacao, presente nel cioccolato fondente. Più alta è la percentuale di cacao, maggiori sono i benefici».
Il professore sottolinea anche che il cacao sembra aiutare a proteggere il fegato dalla steatosi epatica, una malattia legata spesso a cattive abitudini alimentari, abuso di alcol o diabete. Inoltre, può migliorare la sensibilità all’insulina nelle persone in sovrappeso, contribuendo così a ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
Effetto antinfiammatorio e antistress
Il cioccolato fondente non si limita a favorire il cuore: ha anche proprietà antinfiammatorie. Consumare piccole dosi regolarmente può ridurre l’incidenza di malattie croniche come aterosclerosi, tumori e degenerazioni dell’apparato cardiovascolare.
Ma i benefici non si fermano qui: gli studiosi della Loma Linda University in California hanno scoperto che il cacao migliora anche le funzioni cerebrali. «Maggiore è la concentrazione di cacao, maggiore è l’impatto positivo sulle capacità cognitive, sulla memoria, sull’umore e sul sistema immunitario», spiega Lee S. Berk, docente e ricercatore dell’ateneo americano.
Un aiuto contro il colesterolo alto
Uno degli effetti più interessanti riguarda il colesterolo. Secondo diverse ricerche, i flavonoidi del cacao possono abbassare i livelli di LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”, e aumentare quelli di HDL, il “colesterolo buono”. Questo equilibrio è fondamentale per la salute del cuore e delle arterie.
Come spiega ancora Selmi, «una piccola quantità di cioccolato due volte al giorno per un paio di mesi può ridurre la pressione arteriosa e lo stress ossidativo in persone con colesterolo elevato». Non serve quindi esagerare: la chiave sta nella moderazione.
Quanto e quale scegliere
Gli esperti consigliano di preferire cioccolato fondente con almeno il 70% di cacao, che contiene meno zuccheri e più sostanze benefiche. La porzione ideale va dai 20 ai 30 grammi al giorno, l’equivalente di due o tre quadratini.
È importante ricordare che, pur avendo tanti effetti positivi, il cioccolato resta un alimento calorico. Consumarlo in eccesso può far aumentare di peso, annullando i benefici sul cuore e sulla salute.
Il cioccolato fondente può essere un piccolo grande alleato del benessere: protegge il cuore, sostiene il cervello, riduce lo stress e contribuisce a tenere sotto controllo il colesterolo. Ma, come sempre, il segreto sta nella misura: gustarlo con equilibrio permette di godersi il piacere del gusto e i vantaggi per la salute.
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