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Al Fuorisalone 2024 è di scena la sostenibilità

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    Materia Natura è il tema dell’edizione 2024 di Fuorisalone, ovvero risalto della sostenibilità come principio guida e valore fondamentale nel processo creativo. Materia come naturale dialogo con il design, progettazione, immaginazione di infinite trasformazioni e Natura come forte richiamo a questioni urgenti e attuali per il nostro presente e futuro, che spingono a orientarsi verso soluzioni rispettose dell’ambiente.

    Tantissimi gli eventi
    Il 16 Aprile all’Hotel Indigo di corso Monforte 27 verrà proposto l’incontro dal titolo Design and Hospitality to enhance the customer experience, talk with Marco Colonna Romano, CEO di Slide, Marcantonio, Artist and designer, Emma King, Head of Premium, Luxury & Lifestyle Design IHG, l’Architetto Sofia Gioia Vedani, CEO of Planetaria Hotels. Modererà Claudia Pensotti, Journalist of Class CNBC.

    Protagonista l’A.I.
    RV Roncato presenta la “Roncato Travel Therapy”, installazione aperta al pubblico il 18 aprile, a partire dalle 17:00, presso il Valigeria Roncato Flagship Store di via Durini 4/6 a Milano, che si trasformerà in una speciale agenzia di viaggi dove i visitatori potranno “mettersi comodi” e raccontarsi, godendo di una vera e propria terapia di viaggio. Grazie al supporto dell’intelligenza artificiale e alla presenza di un esperto in A.I., i viaggiatori potranno immergersi in un’atmosfera coinvolgente e stimolante, scoprire in tempo reale la propria location ideale e nuovi orizzonti di viaggio che riflettono il loro mondo interiore. Per tutta la durata della Design Week, invece, il negozio esporrà un allestimento ad hoc per immergere le persone in un mondo emotivo, totalmente fuori dal comune.

    Il design in tutte le sue declinazioni

    Il festival di 7 giorni dal 15 al 21 aprile all’ex Macello di Viale Molise 62 darà voce alle diverse sfumature del design contemporaneo e del panorama musicale cittadino. Al Castello Sforzesco-Sala dei Pilastri-ci sarà un’installazione di Stark, “Transitions”, che invita all’esplorazione multisensoriale negli stati in cui la materia si manifesta.memorIA, di Silvia Badalotti e Cristian Confalonieri A Casa Ovunque 24, in via Savona 35 vedrà una riflessione artistica sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito creativo.

    8 i distretti e le zone fulcro del Fuori Salone, Brera Design District, Tortona Rocks, con il design che verrà, Base, con We Will Design, dedicato alla convivialità come bisogno collettivo basato su cura reciproca e cooperazione solidale, Milano Durini Design, con il colore tema dominante, Superstudio, Isola Design District, con cinque mostre collettive e diverse installazioni che metteranno in risalto design circolare, artigianato e nuovi materiali, 5Vie Art and Design, con “Unlimited Design Orchestra”, per un design che guarda alla sostenibilità come condivisione e collaborazione come accade tra elementi di un’orchestra, Tortona Design Week, una Walk Design tra installazioni, workshop, esposizioni.

    Superdesign Show è sinonimo di 11 nazioni, 3 continenti, oltre 80 aziende e 40 progetti innovativi distribuiti su una superficie di ben 10.000 m², dal 16 al 20 aprile dalle 11 alle 21 e il 21 aprile dalle 11 alle 18, al Superstudio Piu’ di via Tortona 27, dove sarà in scena il futuro, in piena coerenza con la propria natura visionaria di incubatore di idee e scopritore di talenti.
    Quest’anno metterà al centro ‘pensare diversamente’, nuovi orizzonti per mondi virtuali, tecnologie umanizzate, rispetto della natura, materiali rigenerati, scelte inclusive, tradizioni rivisitate, etica ed estetica. In Via Savona 56/A presso l’HQ di Zegna sarà possibile vivere l’esperienza immersiva di Oasi Zegna, che intreccia arte e natura, al Garden Senato in via Senato 14 Veuve Clicquot proporrà Emotions of the sun, mostra fotografica che metterà in luce oltre 250 anni di storia del celebre brand. Non mancherà il Clicquot Cafè per degustare le Cuvée iconiche della Maison e la boutique per gli accessori brandizzati. Non si puo’ mancare da Love Therapy & RICE – A true love story; il brand danese RICE all’insegna del funky, leader per gli oggetti design per la casa vivaci e di tendenza, si incontra con il design giocoso di Love Therapy, creando una linea magica di accessori per la casa ispirati agli gnomi e agli iconici simboli di Love Therapy. Un vero e proprio tributo ai principi essenziali dei due brand, colore e gioia. Durante la Design Week 2024 Charlotte Guéniau (CEO di RICE) e Floria Fiorucci (co-founder di Love Therapy insieme al fratello Elio), celebrano l’evoluzione di questa magica amicizia nata nel Department Store Fiorucci, luogo in cui i prodotti RICE conquistarono rapidamente il cuore dei clienti-18 aprile 2024 dalle 12 alle 18 Love Therapy, Viale Vittorio Veneto 6, Milano.

    Simply Seated Interiors MONOLITE è la nuova inedita collezione di design che l’azienda australiana porta al Fuorisalone 2024 di Milano, in via Scarlatti 29 dal 16 al 21 Aprile ogni giorno dalle 14 alle 19:00. A ideare il divano, le due poltrone e il coffee table la designer italiana Virginia Arlotto. Coordinatore del progetto per l’Italia, l’architetto Vincenzo Falcone, che ha assicurato anche la partnership di Élitis, gloriosa azienda francese che firma i tessuti delle sedute.
    Location esclusiva del lancio il Liberty Design Apartment, nel quartiere di inizio Novecento di via Scarlatti, sede della prestigiosa scuola Hi School, con un evento firmato FD MediaGroup. Per questo debutto del brand d’arredo di lusso nel mercato italiano, Arlotto ha realizzato elementi in accordo con il tema della Milano Design Week che prendono il meglio dall’ispirazione naturale e i più avanzati metodi di produzione tecnologica.Ogni pezzo della collezione è concepito come un monolite in sé, con linee pulite e forme imponenti che riflettono la forza della natura. I colori terrosi e le texture richiamano il paesaggio australiano, trasmettendo un senso di connessione con il territorio.

    All’angolo fra Naviglio Pavese e la Darsena, c’è la bellissima “Edicola Radestzky” che si affaccia sul lato sud della Darsena. Mercoledì 17 dalle ore 18,00 verrà proposta un’installazione a cura dell’architetto Riccardo Nemeth, in collaborazione con l’agenzia di Stampa Trendiest Media.
    Il 18 Aprile, alle ore 12,00, presso il Salone della Magnolia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, poi, verrà inaugurato il monumento per i 100 anni del Rotary Club Milano. L’installazione è dedicata a 25 illustri rotariani milanesi. Tra i progetti presentati, è risultata vincitrice la proposta di Alessandra Barni, monumento in bronzo che presenta la struttura di base dell’aspetto urbano di Milano, sui cui è fissato un sistema di ruote dentate, allusive al simbolo del Rotary International con i nomi dei 25 personaggi che si sono distinti per attività sociali di ricerca, imprenditoriali, culturali a favore della città. Mettendo in azione le ruote, il movimento si propaga dall’elemento centrale fino agli ingranaggi più periferici.

    Dal 15 al 21 aprile, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 Olimpia Rospigliosi presenta presso il suo spazio espositivo in Piazza Borromeo 10 la prima edizione di B10/Mirabilia, itinerario di design all’insegna dello stupore. Nel Project teamwork anche il giovane Alex Parrotto. Verranno esposti, in un percorso aureo, Le Luise di Alessandro Colombini, famiglia di tavoli declinabile in infinite soluzioni, finiture, destinazioni secondo le richieste, 959NINEFIVENINE, approccio sostenibile al design dei prodotti, linea di eco-design che riutilizza le cinture di sicurezza dei veicoli dismessi unite a tessuti innovativi e plant based, accessori iconici declinati nei modelli weekender, backpack, camera bag, shopping e tote bags pensate sia per uomo sia per donna; Profilo di Andrew Vianello proporrà iconiche sculture in filo in bronzo, Re.Anim di Luca Arrostuto, Martina Maccaferri e Lorenzo Esposito, poi, è l’innovativa proposta di illuminazione che coniuga design esclusivo e sostenibilità ambientale. S.T.23 di Riccardo Paterno’ Castello gioca sui limiti tra astrazione e figurazione, Sandro Gorra racconta la sua poetica attraverso una selezione dei suoi “attimi”. Da Starbucks Reserve Roastery in piazza Cordusio Matteo Cibic presenterà Dermophonic, paesaggio sonoro personalizzato con lo strumento Dermophonic 3.0 e intrecci di ricordi grazie al caffè. Artemest alla Residenza Vignale in via Enrico Toti 1 celebra bellezza e unicità di artigianato e design italiano nella suggestiva dimora milanese di inizio Novecento. Un campeggio urbano sarà allestito al Centro Sportivo Enrico Cappelli Savorelli in piazza Caduti del Lavoro 5, per accogliere gratuitamente studenti e giovani designer da tutto il mondo.

    Design to Move in via Durini 1, è l’esclusiva mostra celebrativa dei 40 anni di Tecnogym, che esplora la relazione tra design e wellness, 40 artisti da tutto il mondo invitati a usare Technogym Bench come una tela bianca, per offrire un’interpretazione del movimento-dal 16 al 21 aprile dalle 10 alle 21 e cocktail alle 18,30-giovedì sino alle 22 e la domenica sino alle 18, ma non mancheranno i design talks con Elena Salmistraro, Piero Lissoni, Antonio Citterio, Patrizia Urquiola.

    E’ il tema Materia Natura ad aver convinto il Rum filippino Don Papa a partecipare per la prima volta al Fuorisalone 2024, creando un’oasi dove natura, design, arte, sapore, musica si intersecano in un’esperienza da vivere insieme a Rippotai e l’opera di TVBOY. Così dal 16 al 18 aprile «Don Papa Experience Lab» apre le sue porte al pubblico del Fuorisalone presso il BOBINO in Piazzale Genova 4 a Milano.

    «Don Papa Experience Lab» è un luogo sinestetico dove materia e natura dialogano, una “jungle” dove vivere ed esplorare la cultura del rum e del design, un’oasi dove lasciarsi avvolgere dal potere della natura fatta di suoni e odori, un’esposizione con i pezzi creati da Rippotai, la start up di home decor eco-sostenibile, e la nuova opera “Save Planet Earth” creata per l’occasione da TVBOY, artista urbano fra i più celebrati e riconoscibili.

    Alle 16 si aprono le porte: inizia l’immersione in un’esperienza multisensoriale. Potrete acquistare le bottiglie della gamma di Don Papa, ammirando l’opera di TV BOY, scoprendo i complementi d’arredo firmati Rippotai, e prendendo respiro accompagnati dai suoni della natura e da profumi ad alto potere evocativo quali vaniglia, arancia, legno in tutte le sue variazioni dal teak al sandalo. Alle 18 inizia il “Sensory Tasting Don Papa Rum” per scoprire le sfumature sensoriali di Don Papa. Occhi bendati, palato attivato e tatto sollecitato per una degustazione unica. Tra le proposte The Darker Don, l’inedito cocktail creato per celebrare il Fuorisalone. Le degustazioni saranno organizzate in piccoli gruppi. A partire dalle 21 cambio di scenografia: parte l’esuberante ‘Masskara Party’, un tuffo in un regno immaginifico e animato da fantastiche creature ispirato all’iconico Masskara Festival, la festa in Maschera straripante di fantasia che si tiene a Bacolod capitale dell’isola di negros nelle Filippine. Protagonista? Don Papa Masskara. Solo chi si iscriverà su eventbrite potrà ricevere gratuitamente un mini cocktail.

    A 700 anni dalla sua scomparsa, il viaggiatore e mercante italiano, Marco Polo, simbolo dell’avvicinamento tra Oriente e Occidente, è l’ispirazione delle novità firmate dall’azienda specializzata in arredamento di alta gamma. Il suo nome suscita ancora fascino e meraviglia. Una figura storica di grande impatto a cui Ludovica Mascheroni, azienda specializzata in arredamento di alta gamma, dedica le novità in ambito della Milano Design Week 2024 con il tema “Marco Polo: il viaggio nell’eleganza”.

    Tra le novità, nel flagship store milanese di Via Gesù 13, una nuova boiserie artistica realizzata dagli artigiani dell’azienda e dedicata a Venezia, città natale di Marco Polo e una nuova cabina armadio, di grande impatto scenografico, capace di esprimere al meglio quell’attenzione ai dettagli e alta manifattura che costituiscono l’identità e cifra stilistica dell’azienda. E ancora, nuovi complementi d’arredo che si vestono di materiali pregiati, in particolare seta e cashmere, e che si rivolgono, come tutte le creazioni di Ludovica Mascheroni, a un mercato di nicchia composto da estimatori del bello e del ben fatto in Italia. Dunque, ampio spazio alle fibre preziose, in quanto seta e cashmere assurgono a simbolo della mappa geografica dei viaggi intrapresi da Marco Polo. Al civico 13 di Via Gesù, capi uomo e donna realizzati in seta e in cashmere racconteranno un universo fatto di eleganza e raffinatezza capace di entrare in perfetto dialogo con le proposte per la casa. Esposizione: Via Gesù 13 e Via Gesù 6-8 (Four Seasons Hotel Milano), 16 – 21 aprile 2024, ore 10.00 – 20.00.

    Dal 10 al 21 aprile De Wan in via Manzoni 44 a Milano ospita Cross Border Passion, una collettiva di quattro artisti internazionali a cura del critico Vittorio Raschetti. L’espressione multiculturale dei suoi protagonisti invita il visitatore alla scoperta di una nuova vitalità cromatica, del geometrismo e dell’astrazione tramite il dialogo con le loro opere. Selezionati da Artedia Concept Art Expo, che promuove operatori del settore di formazione e provenienze diverse, questi artisti sviluppano un’originale commistione di linguaggi espressivi. Dal neo-gestualismo semiotico di Eva Perez, alle sculture minimaliste di Patrik Alvarez, alle ricerche neo-plasticiste sulla monocromia di Steffi Düsterhöft a cui si affiancano i lavori informali e neo-espressionisti di Roberto De Wan associabili all’avanguardia CoBrA. Quest’ultimo propone per l’occasione i nuovi dipinti del Bahrain oltre ad eleganti parei e shopper “mosaicate” come questi quadri, omaggio agli ospiti del vernissage. Inaugurazione Mercoledì 10 aprile ore 18:00.

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      Sic transit gloria mundi

      Il re Leone vota per la Lega Nord: Matteo Salvini trasforma un ruggito in propaganda e trova fan pronti a credere all’incredibile

      Matteo Salvini, in piena crisi di consensi e con la Lega in caduta libera nei sondaggi, prova a risalire la china affidandosi a un’improbabile trovata: arruolare il Re Leone. Sentendo il suo nome nella colonna sonora del nuovo film Disney, il Capitano scatena i social tra sarcasmo, commenti increduli e qualche fedele pronto a credere davvero che Mufasa inneggi alla Lega.

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        Il Re Leone? Tifa per Matteo Salvini. È questa la nuova trovata del leader leghista per ravvivare i social e, forse, il morale un po’ a terra del suo partito. È il periodo delle Feste, ma invece di pensare ai buoni propositi, Salvini si è concentrato su un’assonanza decisamente creativa: ha colto l’occasione di una canzone del nuovo film Disney dedicato a Mufasa per far parlare di sé. Sempre in cerca di consenso, il leader leghista ha trasformato una frase in lingua xhosa – uno dei tanti dialetti dell’Africa – in un improbabile endorsement politico, suscitando reazioni tra lo sbigottito e l’ironico, lasciando molti con un sorriso incredulo. Soprattutto di fronte al fatto che, sorprendentemente, c’è anche chi tra i suoi fan sembra prendere la battuta per buona, dimostrando ancora una volta quanto il senso critico sia spesso messo da parte in favore di una devozione cieca al ‘Capitano’.

        Ma andiamo con ordine. In vista del capodanno il vicepremier ha condiviso sui social la locandina del nuovo film del Re Leone, accompagnata da un messaggio che trasuda orgoglio: «Ascoltate le prime parole della canzone di apertura del film». E, certo, le parole “Per Salvini” si sentirebbero chiaramente, o almeno così vorrebbe far credere il nostro protagonista. Mufasa è leghista, quindi? La Disney inneggia al Capitano? Nulla di tutto questo, in realtà. La verità è ovviamente ben diversa: il brano è in lingua africana e dice tutt’altro: «Xesha lifikile», ovvero «il momento è arrivato». Quella chiamata in ballo dal vice premier è solo un’assonanza. Tanto più che il momento di Salvini, almeno stando ai sondaggi, sembra essere passato da un pezzo.

        Ora, si potrebbe pensare che questa operazione fosse un modo per strappare un sorriso ai supporter, magari distraendoli dalla crisi di consensi che attanaglia il suo partito. Ma i commenti sotto il post suggeriscono che l’obiettivo non sia stato centrato. A prenderla in ridere sono pochi. Anzi, la platea dei follower si divide tra coloro che sparano ad alzo zero sul leader leghista e chi non coglie l’evidenza e fantastica sull’endorsement dato dal Re Leone all’amato Matteo. «Quando si dice raschiare il fondo», scrive un utente, mentre qualcun altro aggiunge con un filo di rassegnazione: «Ridendo e scherzando, questo è un nostro ministro. Povera Italia». Ma spicca chi confessa: «Lo avevo notato anch’io». E chi è deciso: «Dice proprio Per Salvini!»

        Insomma, se il piano era guadagnare terreno nel difficile mondo della satira politica, forse è il caso di tornare in riunione. Salvini, con la sua celebre strategia social chiamata «La Bestia», aveva abituato i suoi follower a contenuti polarizzanti e pungenti. Oggi, invece, sembra aver optato per un tono più leggero e giocoso. Che non sempre colpisce nel segno. Sarà un tentativo di rinnovarsi o un segno di debolezza? Difficile dirlo, ma certo è che, a giudicare dai numeri, la strada è tutta in salita.

        Nel 2019, la Lega sfiorava il 34,2% alle elezioni europee, un risultato da capogiro. Oggi, secondo l’ultimo sondaggio SWG, si aggira sotto il 9%. E, come se non bastasse, l’alleata-rivale Giorgia Meloni scavalcato Salvini come numero di followers sui social, lasciando Salvini con un pugno di mosche e, evidentemente, la voglia di farsi notare a tutti i costi.

        Ma torniamo al nostro Re Leone. Salvini è noto per la sua capacità di cavalcare l’onda dei meme e dei tormentoni social. Tuttavia, arrivare a suggerire che i versi cantati da un leone sudafricano in una pellicola americana cantino il suo nome sembrerebbe un po’ azzardato anche per lui. Soprattutto visto che si tratta di un film che affronta ideali di inclusione che con la Lega hanno davvero ben poco a che fare. Insomma, è come se, dopo aver provato ogni carta disponibile, il Capitano avesse deciso di affidarsi alla magia Disney per risalire nei sondaggi.

        D’altronde, Matteo Salvini ci ha abituati a momenti di creatività assoluta. Ricordiamo tutti le sue dirette Facebook dalla cucina o dal terrazzo, tra panini con la Nutella e improbabili invettive contro Bruxelles. E le stories a base di salciccia, polenta e ogni ghiottoneria possibile in cui mischiava sagre di paese con editti politici contro immigrati e centri sociali. Forse stavolta, però, ha superato sé stesso, portando la narrazione politica al livello del cinema d’animazione. Chi può dirlo, magari nei prossimi giorni vedremo un post in cui si attribuirà il sostegno del cast di Frozen. O dei Fantastici Quattro.

        In tutto ciò resta una domanda: cosa pensano i suoi elettori di questo approccio sempre più distante dai temi concreti? Una parte di loro potrebbe apprezzare la leggerezza e l’ironia. Un’altra credere davvero che il Re Leone voti per la Lega. Ma c’è anche chi, guardando al calo verticale dei consensi, si aspetterebbe meno social e più soluzioni concrete. Salvini, d’altra parte, è maestro nel gestire la narrazione: se la realtà non lo favorisce, può sempre modellarla a suo piacimento. Anche se significa arruolare un leone animato come improbabile alleato.

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          Sonar: tra suoni e visioni

          Contro il logorio del Sanremo moderno – Diario festivaliero, meno due…

          Appunti sparsi in modalità blog per sopravvivere al meglio alla “settimana santa” della canzonetta italiana, a due giorni dall’inizio ufficiale della kermesse.

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            Due giorni a Sanremo, oggi è in pratica l’antivigilia. Premessa: mi considero un giornalista musicale profondamente”musicofilo”. Forse sarà l’età, non più “adolescenziale” o forse l’essere cresciuto con un padre dai gusti eruditi… se date un’occhiata alla mia collezione di dischi vi trovate da Erik Satie ai Sex Pistols, da Piero Ciampi ai Popol Vuh, da David Sylvian ai Beach Boys, da Jimi Hendrix agli Stranglers. Passando per John Cale, il suo quasi omonino J.J. Cale, Frank Zappa, Genesis, Luigi Tenco, Gentle Giant, Franco Battiato, Love, Grateful Dead, Sufjan Stevens, David Crosby, Elvis Costello, Lucio Dalla, The Band, Ivano Fossati, Joni Mitchell, Marillion, Chet Baker, Kate Bush e innumerevoli altri. Un raro esemplare di “varano” omnivoro.

            Anche se io, a differenza di tanti detrattori, il festival l’ho sempre frequentato con curiosità ed interesse, visto dapprima in televisione da ragazzino e poi in sala stampa da “addetto ai lavori”. Anzi… quando finiva per qualche giorno avevo pure il “magone”, avvertendo la mancanza di quel variopinto carrozzone, spesso kitsch, che riempiva le giornate di colore, gossip e – ogni tanto – pure di belle canzoni.

            Aspettando l’Italia del pallone

            D’altronde, che piaccia o meno, in attesa di una Nazionale di calcio che torni davvero ad emozionarci, l’ultimo rito collettivo che ci è rimasto – l’unico – è proprio Sanremo, “la settima santa” della canzonetta. Mentre preparo la mia valigia per la trasferta sanremese (si parte domani, di buon mattino), rifletto che non è sempre stato così: mi ricordo nitidamente alcune edizioni seguite dal pubblico più per abitudine che per passione.

            Gli anni della crisi profonda

            Quella tra fine anni ’90 e primi del 2000 fu davvero una crisi profonda, riassunta nel ’98 dalla stroncatura di un inviato del Finacial Times: “una sagra del cattivo gusto con canzoni terribili”. La crisi non riguardò solo l’aspetto artistico ma anche gli ascolti: nel 2004 battuto dal Grande Fratello, nel 2008 addirittura surclassato da una puntata dei Cesaroni. Va sottolineato che quella specifica edizione viene ricordata come la più disastrosa in materia di numeri, con una media del 35,64% di share e 6.811.000 spettatori. Le canzoni sanremesi latitavano in radio e il pubblico si era ormai disaffezionato a quello che era, se non più la manifestazione canora per eccellenza, quantomeno l’evento televisivo dell’anno.

            Poi la musica cambiò

            Ma ad un certo punto, avviene qualcosa di di magico nel sentire collettivo: il pubblico si riaffeziona al Festival! Oggi ascolta le sue canzoni, lo commenta via social e nelle chat WhatsApp con gli amici, gioca con grande divertimento al FantaSanremo. E come in ogni fandom che si rispetti, ha i suoi inside jokes: il tormentone dei Jalisse che, ostinatamente, ci riprovano ogni anno, l’ormai iconico “dov’è Bugo” e i meme con Amadeus ballerino.

            Coniugando radio e tv

            Un’inversione di rotta che, in definitiva, si potrebbe riassumere in questo modo: sono arrivati “quelli delle radio”. In rapida successione: tre anni Carlo Conti, due anni di parentesi con Claudio Baglioni, poi ben cinque di Amadeus. Conti e Amadeus, nati professionalmente nell’ambiente radiofonico, hanno saputo coniugare – ognuno col suo stile – la loro formazione con l’esperienza televisiva. Prima ancora però, l’intuizione di Fabio Fazio: aprire il Festival alla musica meno sanremese, inserendo proposte cantautorali e pescando pure dal mondo indie. Al punto che nell’edizione 2013, un’esclusa Anna Oxa lo accusò di aver organizzato un Festival che sembrava un “sottoprodotto del Concertone del Primo Maggio”: hasta la victoria, fazio!

            Gabbani, Mahmood e i Maneskin

            Adesso voi leggete tutto in poche righe… ma il processo, in realtà, è stato lungo. Correva l’anno 2015 quando Conti annunciava la vittoria de Il Volo e fra colleghi in sala stampa ci guardavamo l’un l’altro perplessi, chiedendoci: “Ma che l’hanno fatto a fare ‘sto Festival?” Dati per favoriti già dalla vigilia infatti, il loro si trattava di un trionfo annunciatissimo. Il triennio contiano cominciava quindi con la vittoria dei tre giovani tenoretti, concludendosi però con l’affermazione di un artista un po’ meno giovane dal punto di vista dell’anagrafe ma molto dal punto di vista del Festival: Francesco Gabbani e la sua scimmia nuda ballerina di Occidentali’s Karma. Una divertente critica all’uomo occidentale schiavo delle apparenze: tutto un altro andazzo rispetto al “grande amore” col DO in petto!

            Un palco dal quale lanciare nuovi talenti nel mondo

            Con la conduzione Baglioni è poi arrivato il primo posto di Ermal Meta e Fabrizio Moro ma, soprattutto, quello di Mahmood: un bel cocktail culturale, urban, contemporaneo, nuovissimo anche lui, rispetto ai brani considerati “sanremesi”. Un traghettamento verso altri lidi con il quinquennio di Amadeus, vincitori Diodato, Maneskin, la coppia Mahmood-Blanco, Marco Mengoni e Angelina Mango. Coi Meneskin poi, che hanno riportato l’Eurovision Song Contest in Italia, conquistando successivamente l’America, Sanremo nell’ ultimo decennio è tornato ad essere un palco da cui si lanciano carriere. Perfino a respiro internazionale, che volete di più?

            Nuova audience, nuovi linguaggi

            Come avrà fatto? la risposta è nei giovani, il festival ha capito che – per sopravvivere – avrebbe dovuto ampliare necessariamente il suo target ai giovani. Con una massiccia presenza social, sicuramente: collaborazioni con gli influencer, contenuti per il web, interazione costante con gli spettatori, coinvolgimento delle fanbase dei vari cantanti. Ma siccome, nel frattempo, sono anche arrivati – come dicevo – “quelli delle radio”, è cambiata pure la selezione dei pezzi: non più la canzone melodica mamma-cuore- amore… o almeno non solo. I direttori artistici, con un occhio sempre alle tendenze Spotify, hanno inserito i generi, amati dai più giovani, aprendosi in primis ai rapper, agli artisti meno conosciuti dal grande pubblico, alle performance non solo canore.

            Il FantaSanremo e la pace televisiva con Cologno Monzese

            Ulteriore elemento di svolta il FantaSanremo: da elemento che iniziamente rompeva la sacralità della liturgia sanremese, è stato pian piano fagocitato del Festival stesso. Un gioco per il pubblico da casa che ha finito per coinvolgere anche i cantanti stessi -, in una caccia collettiva all’imprevisto di turno per accumulare la moneta ufficiale. il Baudo. L’accordo di “non belligeranza” con Mediaset (che in questa settimana rinuncia alla concorrenza) e i vari annunci al TG1 dei conduttori, capaci ci creare attesa per l’evento, dando vita a un continuo circolare di notizie e commenti, hanno fatto il resto.

            Un affare complicato

            Il confronto con i risultati targati Amadeus, la vicenda legata al futuro della manifestazione con la sentenza del Tar ligure, la questione della raccolta pubblicitaria: mio amatissimo Edoardo Bennato: NON sono solo canzonette… anche se tu, in effetti, l’hai sempre saputo. Questo Sanremo è un affare davvero complicato. Ne parleremo qui su Sonar che, per la settimana che va ad incominciare, cercherà di rappresentare una – si spera – valida alternativa al logorio della vita moderna sulla riviera di Ponente.

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              Moda e modi

              Capelli e freddo: le migliori maschere fai-da-te per nutrirli in inverno

              Vento, pioggia e basse temperature possono rovinare i capelli rendendoli secchi e fragili. Ecco cinque ricette semplici e naturali per coccolarli a casa con maschere nutrienti e ristrutturanti.

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                L’inverno non è il miglior amico della chioma: il freddo secca le lunghezze, il vento li elettrizza, la pioggia li rende ingestibili. Il risultato? Capelli opachi, crespi e sfibrati, che hanno un disperato bisogno di idratazione e nutrimento. Ma invece di correre dal parrucchiere ogni settimana, perché non provare una maschera fai-da-te? Basta aprire la dispensa per trovare ingredienti naturali e creare trattamenti efficaci che ridanno vita ai capelli in pochi minuti.

                1. Maschera super nutriente all’avocado e miele

                Ideale per capelli secchi e sfibrati

                L’avocado è un vero toccasana per i capelli secchi: ricco di acidi grassi e vitamine, li nutre in profondità. Il miele, invece, è un potente idratante naturale.

                Ingredienti:

                • 1 avocado maturo
                • 2 cucchiai di miele
                • 1 cucchiaio di olio di cocco (facoltativo per extra nutrimento)

                Preparazione:
                Schiaccia l’avocado fino a ottenere una crema omogenea, aggiungi il miele e mescola bene. Applica sui capelli umidi, concentrandoti sulle punte, e lascia in posa per 30 minuti prima di risciacquare con acqua tiepida e shampoo delicato.

                2. Maschera anti-crespo alla banana e yogurt

                Ideale per capelli crespi e indisciplinati

                Se i tuoi capelli diventano ingestibili con l’umidità invernale, questa maschera è perfetta. La banana idrata e rende i capelli morbidi, mentre lo yogurt li rinforza grazie alle proteine del latte.

                Ingredienti:

                • 1 banana matura
                • 3 cucchiai di yogurt bianco
                • 1 cucchiaino di olio di oliva

                Preparazione:
                Frulla la banana fino a ottenere una crema liscia, aggiungi lo yogurt e l’olio d’oliva. Applica sui capelli umidi e lascia agire per 20-30 minuti. Risciacqua abbondantemente.

                3. Maschera rinforzante all’uovo e olio di ricino

                Ideale per capelli che si spezzano facilmente

                L’uovo è ricco di proteine e aiuta a rinforzare i capelli fragili. L’olio di ricino, invece, stimola la crescita e previene la caduta.

                Ingredienti:

                • 1 uovo
                • 2 cucchiai di olio di ricino
                • 1 cucchiaio di succo di limone (per ridurre l’odore dell’uovo)

                Preparazione:
                Sbatti l’uovo, aggiungi l’olio di ricino e il succo di limone. Mescola bene e applica sui capelli umidi, insistendo sulle radici. Lascia in posa per 20 minuti e poi risciacqua con acqua tiepida (mai calda, per evitare l’“effetto frittata”!).

                4. Maschera lucidante al cacao e latte di cocco

                Ideale per capelli spenti e senza volume

                Il cacao è ricco di antiossidanti e rende i capelli più luminosi e morbidi. Il latte di cocco idrata senza appesantire.

                Ingredienti:

                • 2 cucchiai di cacao amaro in polvere
                • 3 cucchiai di latte di cocco
                • 1 cucchiaino di miele

                Preparazione:
                Mescola tutti gli ingredienti fino a ottenere una crema omogenea. Distribuiscila sui capelli umidi e lascia agire per 30 minuti. Risciacqua bene con shampoo delicato.

                5. Maschera detox all’argilla e aloe vera

                Ideale per chi ha capelli grassi o la cute irritata

                L’argilla assorbe il sebo in eccesso, mentre l’aloe vera calma la cute e idrata senza appesantire.

                Ingredienti:

                • 2 cucchiai di argilla verde
                • 3 cucchiai di gel di aloe vera
                • 1 cucchiaio di acqua tiepida

                Preparazione:
                Mescola tutto fino a ottenere una pasta morbida. Applica sulla cute e lascia agire per 15 minuti. Risciacqua bene con acqua tiepida e un po’ di shampoo.

                Conclusione? Non serve un salone per capelli splendidi!

                Con queste maschere naturali, puoi proteggere i tuoi capelli dal freddo e ritrovare morbidezza e lucentezza senza spendere una fortuna. E il bello è che, oltre a essere efficaci, sono anche facilissime da preparare.

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