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Sonar: tra suoni e visioni

Maneskin? Lava via ogni tipo di sporco, anche quello più ostinato!

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    Mark Knopfler, ex leader dei Dire Straits, musicista di grandissimo talento – peraltro uscito da poco con un album imperdibile, One Deep River – è un distinto signore 74enne di Newcastle, che è riuscito ad incendiare letteralmente milioni di fan con la sua musica. Se dici anni ’80… dici Mark e Dire Straits. Punto. Anche se Mark ha mollato i suoi compagni di band da quasi trent’anni e, stando a recentissime dichiarazioni, non ha nessuna intenzione di ritrovarli su di un palco. Realmente un mito… anche se lui non fa nulla per alimentarlo. Sornione, di non molte parole, preferisce far scorrere le dita ancora agili sulle sue chitarre… abbinandole ad una voce sempre più roca e fascinosa.

    Grandi band del passato che si ritrovano

    Un giornalista italiano li ha chiesto qualche giorno fa qualcosa circa le svariate reunion delle grandi band negli ultimi anni e lui ha risposto così: “Sì, è vero, molte band del passato si sono riunite. Ma io non cambio idea. È stato bello finché è durato, mi sono divertito. Ma io non voglio essere più “grande” di quello che sono oggi, non mi interessa”. Più chiaro e lapidario di così si muore.

    Maneskin CHIII?!?

    Quando poi la conversazione si sposta sulle tendenze musicali odierne e sui nuovi nomi della scena a 7 note, sempre il nostro provetto cronista (o giornalettista?) italico gli dice “Una band c’è, però: i nostri Maneskin, dove la chitarra è ancora centrale nella loro poetica”. La risposta, fra l’imbarazzato e lo sbigottito di Knopfler è da antologia: “Non li conosco. Com’è che si chiamano? Maneskin? Comunque andrò ad ascoltarli. Fanno rock?!? A me va bene anche se, per suonare, una nuova band usa il detersivo per piatti…”.

    No ai virtuosismi esasperati

    Poi chiosando: “Ad ogni modo, per me le chitarre sono uno strumento per scrivere canzoni. Non ho mai voluto essere un virtuoso alla Jimmy Page o alla Ritchie Blackmore per intenderci e, detto col massimo rispetto, preferisco rimanere con le mie filastrocche”. Infine, la conversazione tra intervistatore ed illustre intervistato finisce sul calcio: ” Lei è tifoso del Newcastle… parlando di scommesse che idea si è fatto del caso Tonali? La risposta di Mark: “Nessuno è perfetto”. Chiaro il concetto?!?

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      Lo spoiler di Slash: i Guns N’Roses al lavoro su un nuovo album

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        Durante un’intervista rilasciata al quotidiano britannico Daily Star il chitarrista dei Guns N’Roses Slash ha sganciato una bomba, dichiarando che la band californiana sta cercando di realizzare un nuovo album. A me sinceramente la cosa non fa fare manco un plissè. Mai sopportata la formazione di The Spaghetti Incident? anche se mi rendo conto che i tanti fan ora siano in stato di fibrillazione: mi riferisco a quelli – e sono tanti – che credono che Knockin’ On Heaven s Door l’abbiano scritta proprio Axl Rose e soci.

        Dal 2008 non è più uscito nulla

        Il gruppo non pubblica un disco dai tempi di Chinese Democracy, pubblicato nell’ormai lontano 2008. Album, è giusto ricordarlo, a cui Slash non partecipò. Da quando i Guns N’Roses nel 2016 sono tornati per tre quinti nella formazione originale – Axl, Slash e Duff McKagan – hanno pubblicato qualche nuova canzone, come Absurd, Hard Skool, Precious e The General. Tutta roba saltabile a piè pari.

        Lavori in corso

        Slash risponde così alla domanda sul perché Axl non avesse collaborato al suo nuovo album solista Orgy of the damned: “I Guns N’ Roses stanno cercando di realizzare un loro disco. Io sto lavorando con loro in quella veste, ma questo (il suo album solista, ndr) non ha coinvolto nessun altro. E’ una cosa mia, quindi non ho trascinato dentro i miei ragazzi.”

        Tanti amici coinvolti

        Il primo singolo del disco solista di Slash è rappresentato da una cover di Killing Floor del leggendario Howlin’ Wolf, a cui hanno partecipato il cantante degli AC/DC Brian Johnson e Steven Tyler degli Aerosmith suonando l’armonica. Negli altri brani troviamo una bella e variegata lista di invitati: Iggy Pop, Chris Stapleton, Demi Lovato, Dorothy, Paul Rodgers, Chris Robinson, Tash Neal, Beth Hart, Gary Clark Jr. e Billy Gibbons.

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          Spigolature… o meglio, triangolature

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            L’attrice (attrice?!? Ma mi faccia il piacere… come diceva Totò) e presentatrice italiana Lory Del Santo ha raccontato come lei e George Harrison rimasero chiusi per tre giorni al Sun Plaza Hotel di Hiroshima nella suite del musicista, nel dicembre 1991. In quel periodo George e Eric Clapton si trovavano in tour insieme. Lory ha definito quella breve storia con George come “una dolce vendetta» contro il compagno Eric che, oltretutto, “la ignorava” dopo la tragica morte del loro figlio Conor. Da parte sua Eric aveva “soffiato” molti anni prima Pattie Boyd a George: per lei scrisse addirittura la leggendaria Layla. Così l’ex Beatle decise di vendicarsi con il romantico incontro con la Del Santo. 

            Un ricordo indelebile

            Nell’intervista Lory racconta: “Fu incredibile, avevamo così tanto da dirci. Il ricordo di quei tre giorni è ancora con me”. I due si scambiarono anche impressioni su come Clapton avesse avuto un effetto negativo sulle loro vite. “Era una cosa molto privata, così speciale. Mi fece molte domande su Eric. Ne aveva bisogno. Anche io avevo bisogno di parlarne. Era così dolce, premuroso. Non era solo una cosa di sesso“.

            Più che una vendetta

            Sempre secondo il racconto di Lory, George chiese anche di chiudere la piscina dell’albergo, in modo che i due potessero fare il bagno da soli. “Con Eric non potevo parlare. Era sempre distante, anche di più dopo la morte di Conor. Non dormivo con lui all’epoca”. L’inaspettato incontro con Harrison si rivelò poi non solo una semplice vendetta. “Iniziò magari così. Forse lui aveva in mente la vendetta e anche io. Ma ciò che cominciò come una vendetta diventò una cosa speciale. Mi resi conto: ‘Piaccio davvero a George Harrison e lui mi piace molto’. Era una persona molto quieta. Si preoccupava che io mangiassi, mi lasciava parlare, si interessava a quel che avevo da dire. Eric, dal canto suo, non seppe mai nulla della vicenda.

            Un addio pieno di romanticismo

            L’addio tra George e Lory fu molto romantico, racconta ancora la Del Santo: “Fece tutto alla perfezione. Niente regali. Mi chiamò e disse: ‘Spero di rivederti’. Ma sapevo che non ci saremmo rivisti e sono sicura che anche lui lo sapeva. Mi disse: ‘Sei così dolce, non posso credere che un uomo non voglia stare con te tutta la vita’”. Alla domanda finale della giornalista che le chiede se abbia mai avuto dei rimorsi, la risposta di Lory è stata: “Qualche volta, ma lì ad Hiroshima, fu un momento perfetto per noi”.

            Rivelazione scottante o bufala epocale?!?

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              Concerti storici: tutti dicono di aver assistito a questi… ma mentono!

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                A corredo d’un divertente servizio sulle “stranezze rock”, la storica testata inglese New Musical Express pubblica un riquadro in cui vengono riportati “i dieci concerti ai quali tutti dicono d’essere stati”.

                La lista

                1- Oasis al King Tut’s di Glasgow, ’93
                2- Sex Pistols al 100 Club di Londra, ’76
                3- Stooges allo Scala di Londra, ’73
                4- R.E.M. (sotto le mentite spoglie dei Bingo Hand Job) al Borderline di Londra, ’91
                5 Stone Roses all’ICA di Londra, ’89
                6- Nirvana all’Astoria di Londra, ’90
                7- Jam al Marquee di Londra, ’77
                8- Jeff Buckley all’Acoustic Café di Londra, ’94
                9- Jesus & Mary Chain a Londra, ’85
                10- Happy Mondays al Dingwalls di Londra, ’89

                Tutto avvenne in un piccolo club mancuniano

                A proposito dell’esibizione dei Pistols nel 1976, esiste un bel libro edito da Tsunami EdizioniIl concerto che ha cambiato il mondo di David Nolan – dedicato ad un evento che ha davvero modificato la storia della musica moderna. Il 4 giugno del 1976, il gruppo punk dei Sex Pistols sale sul palco di una piccola saletta di Manchester, in Inghilterra, di fronte ad una manciata di persone (una manciata, checchè se ne dica) suona uno dei live più sgangherati ma al contempo importanti di tutti i tempi.

                Una serata che fece proseliti illustri

                Ma se questa performance è stata definita una delle più influenti della storia del rock, è soprattutto per l’influenza che ha avuto sul pubblico. Buona parte dei presenti a quella serata ha infatti deciso di prendere in mano gli strumenti dopo aver visto esibirsi i Sex Pistols. Creando gruppi come Joy Division, New Order, Smiths, Fall e Buzzcocks, etichette discografiche come la Factory Records, locali come l’Hacienda.

                Fino ad oggi un mistero

                Nel corso dei trent’anni anni successivi, la verità riguardo a quel concerto che ha cambiato il mondo è stata avvolta nel mistero e nelle nebbie del mito, riaffiorando solo di recente grazie a pellicole di enorme successo quali 24 Hour Party People e Control. Sino ad oggi tutti si sono accontentati di tramandarne la leggenda. Ora, per la prima volta, grazie a questo libro chiunque potrà leggere la verità.

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