Cronaca
Corvetto dopo la rivolta tra rabbia e degrado: Luca Marrelli accusa il sindaco Sala e difende i milanesi
Dopo giorni di scontri, torna la calma a Corvetto. Marrelli: «Solidarietà ai residenti, ma la città non può più essere abbandonata così».
Milano, quartiere Corvetto. Dopo tre giorni di roghi, vandalismi e tensioni esplose per la morte del 19enne Ramy Elgaml durante un inseguimento con i carabinieri, la calma sembra essere tornata nelle strade attorno a piazza Gabriele Rosa. Un ampio schieramento di forze dell’ordine ha presidiato l’area, teatro di manifestazioni che hanno coinvolto principalmente giovani e giovanissimi di seconda generazione.
Durante le proteste, culminate con il lancio di petardi e l’appiccamento di piccoli roghi, i manifestanti hanno esposto striscioni con messaggi come “Verità per Ramy”. Gli scontri hanno costretto la polizia a intervenire con lacrimogeni per disperdere i presenti, mentre la paura si diffondeva tra i residenti, preoccupati per la violenza e il caos che hanno travolto il quartiere.
La voce dei residenti e l’intervento di Marrelli
In mezzo a questo clima di tensione, il consigliere regionale Luca Marrelli ha preso una posizione netta, denunciando il degrado della zona e accusando l’amministrazione comunale: «Quello che è successo a Milano nel quartiere Corvetto è semplicemente vergognoso e inaccettabile. Violenza e teppismo mascherati da protesta. Un autobus devastato, passeggeri in fuga e un autista che si è salvato per miracolo».
Marrelli ha espresso solidarietà agli abitanti e al personale Atm, vittime del vandalismo: «Ai residenti per bene e al personale Atm va tutta la mia vicinanza. Ma il sindaco Sala quando ha intenzione di svegliarsi? Milano è diventata invivibile, le periferie sono fuori controllo. Altro che integrazione: il sogno della sinistra si è trasformato in un incubo per i milanesi».
Le dichiarazioni del padre di Ramy
Nel frattempo, Yehia Elgaml, padre del ragazzo deceduto, ha preso le distanze dalle violenze: «Ci dissociamo da tutti i violenti. Abbiamo fiducia nella magistratura italiana e vogliamo sapere solo cosa è successo. Mio figlio era più italiano che egiziano».
L’inchiesta e il futuro di Corvetto
L’inchiesta sull’incidente prosegue: sono indagati il carabiniere alla guida della pattuglia e il 22enne tunisino che conduceva lo scooter su cui viaggiava Ramy. Intanto, la comunità di Corvetto cerca di riprendersi da giorni di tensione che hanno messo in luce il bisogno urgente di interventi concreti per la sicurezza e la coesione sociale.
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Storie vere
Proposta indecente al prete: “Dieci milioni se vai nudo sul giornale”
«Offerta milionaria per farmi posare nudo nonostante fossi un prete»: la rivelazione di padre Apeles. Il sacerdote era una star della tv spagnola anni Novanta
Padre José Apeles, al culmine del successo televisivo, ha fatto una rivelazione esplosiva durante una recente intervista a Ricard Ustrell nel programma TV3 ‘Col·lapse’. L’ex conduttore del talk show “Moros y Cristianos” su Telecinco ha svelato di aver ricevuto un’offerta indecente da parte della rivista Interviú: dieci milioni di pesetas (equivalenti a circa 60mila euro) per posare nudo!
L’idea di vedere un prete in tutta la sua gloria è stata evidentemente troppo allettante per alcuni, ma padre Apeles ha rifiutato categoricamente questa proposta bizzarra. Nonostante il suo passato da star televisiva degli anni Novanta, ha preferito mantenere la sua integrità e la sua dignità, lasciando al pubblico solo il mistero di ciò che avrebbe potuto essere.
Oggi, padre Apeles vive a Roma e ha intrapreso una carriera molto diversa, lavorando come ricercatore nell’archivio storico della Chiesa. Un cambio di direzione sorprendente per chi un tempo era noto per i suoi commenti taglienti e controversi sul piccolo schermo.
Chi è padre Apeles? Un tempo celebre conduttore televisivo, noto per il suo stile ironico e le sue battute pungenti durante il programma “Moros y Cristianos”. Tuttavia, il suo status di prete è stato messo in discussione dalla Conferenza episcopale spagnola nel 1997, che ha smentito la sua appartenenza a qualsiasi diocesi o istituto religioso spagnolo. Nonostante ciò, padre Apeles ha mantenuto il suo ruolo di sacerdote, diventando una figura famosa in tutta la Spagna.
Ma il successo televisivo ha avuto il suo costo. Sommerso dalle polemiche e colpito da depressione, padre Apeles ha deciso di abbandonare il mondo della televisione, spendendo i suoi guadagni in viaggi e libri, e affrontando un periodo oscuro segnato dall’uso di sonniferi mescolati col whiskey per affrontare la vita. Fortunatamente, con l’aiuto di un professionista, è riuscito a superare questa fase difficile e a ritrovare la sua serenità.
Cronaca Nera
Emanuela Orlandi e l’inquietante telefonata dell’Amerikano: depistaggio o verità nascosta?
Un misterioso interlocutore, soprannominato “l’Amerikano”, svela un’informazione sorprendentemente precisa durante la telefonata a casa Orlandi il 7 luglio 1983: Emanuela, scomparsa da poco, era innamorata di un ragazzo di nome Alberto, un militare. Ma chi era questo “Amerikano” e come sapeva di Alberto? E soprattutto, perché ha tentato di depistare le indagini?
Nel caso di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983, emerge un nuovo dettaglio inquietante: un uomo, soprannominato “l’Amerikano”, aveva chiamato la famiglia Orlandi il 7 luglio 1983, dichiarandosi il rapitore e fornendo un indizio molto personale. L’uomo affermava che Emanuela era innamorata di un certo Alberto, un giovane di 19 anni che stava prestando servizio militare a Orvieto.
Questo particolare, confermato dai familiari e dagli amici più intimi, aveva trovato un riscontro veritiero: Emanuela aveva realmente una cotta per un ragazzo di nome Alberto, il quale ricambiava il sentimento.
L’indizio dell’Amerikano e le indagini
Alberto, interrogato dai carabinieri il 20 luglio, confermò di trovarsi effettivamente a militare a Orvieto, ma quella sera si trovava in licenza a Roma. Era partito alle 17:30 da Orvieto per tornare a casa a Ostia e, più tardi, era stato ricoverato all’ospedale militare Celio per due notti.
Questo particolare, pur confermando la sua presenza a Roma il giorno della scomparsa, non risultò incriminante. Ma la vera domanda rimane: come faceva l’Amerikano a conoscere dettagli così personali sulla vita di Emanuela? Chi era davvero? Un amico, un conoscente, un familiare? Non è mai stato identificato come il vero rapitore, ma la sua telefonata rimane un tentativo di depistaggio misterioso e oscuro.
Mistero
I guardiani invisibili: storie di elfi, fate e strade deviate
Elfi e le fate difendono la natura. In Islanda e Irlanda sono stati deviati i percorsi di due strade per non distruggere le loro case.
C’era una volta, in due terre magiche dove il cielo si tingeva d’argento e il vento cantava antiche melodie, un popolo nascosto e invisibile agli occhi degli uomini: quello composto da elfi e fate. Vivevano da sempre in armonia con la natura, proteggendo boschi, tundre e cespugli che chiamavano casa. In Islanda, li chiamavano Huldufolk, il “popolo nascosto”, mentre in Irlanda, dimoravano attorno ai fairy bush, gli incantati cespugli delle fate. Le loro dimore erano luoghi speciali, intrisi di bellezza e mistero. Non si potevano vedere i loro abitanti, ma se chiudevi gli occhi e ascoltavi il silenzio, sentivi che non eri solo. Questo, gli uomini, lo sapevano bene.
Un’ombra minacciosa
Ma un bel giorno come in quasi tutte le favole… qualcosa turbò la quiete di quei luoghi incantati. Grandi macchine e uomini in abiti arancioni arrivarono con mappe e progetti per costruire nuove strade. In Islanda, volevano tagliare una superstrada tra Reykjavik e la penisola di Alftanes. In Irlanda, un’autostrada avrebbe distrutto un fairy bush, una fortezza delle fate. Le creature invisibili, sconvolte, mandarono messaggeri silenziosi. Chi? Il vento sibilava più forte, le foglie danzavano con agitazione, e le notti diventavano stranamente inquietanti. Gli uomini attenti ai segni capirono. Quei luoghi non erano solo boschi o rocce. Erano le case degli elfi e delle fate, e violarle sarebbe stato un errore irreparabile.
La voce del cuore
In Islanda, un anziano saggio del dipartimento dei Trasporti, Petur Matthiasson, ascoltò i racconti di chi sentiva gli elfi lamentarsi tra le rocce. “Non accade tutti i giorni di dover deviare una strada per proteggere gli elfi,” disse, eppure comprese che rispettare quelle credenze era importante. La strada fu deviata, e le rocce sacre rimasero intatte. In Irlanda, fu un uomo speciale a difendere le fate: Eddie Lenihan, l’ultimo dei seanchai, i custodi delle antiche storie celtiche. Quando il progetto dell’autostrada minacciò il fairy bush, Eddie raccontò la leggenda che proteggeva quell’albero. “Chi lo danneggia,” avvisò, “sarà vittima di una maledizione.” Il consiglio fu ascoltato, e gli uomini decisero di aggirare l’albero sacro, lasciandolo al sicuro tra le sue radici.
Le terre incantate rimangono vive
Così, grazie al rispetto e alla saggezza, sia in Islanda che in Irlanda le strade si piegarono al volere della natura e delle sue creature invisibili. Non era solo una vittoria per elfi e fate, ma per tutti coloro che credono che l’armonia tra uomo e natura sia possibile. Alcuni dicono che siano stati gli uomini a salvare gli elfi e le fate. Ma altri sussurrano che sia stato il popolo nascosto a ricordare agli uomini il valore della terra. E se vi capiterà di camminare tra le tundre islandesi o lungo le colline irlandesi, fermatevi un attimo. Guardate le rocce o ascoltate il fruscio delle foglie. Chissà, forse anche voi potrete sentire il respiro di un mondo antico, che vive nel cuore della natura.
-
Gossip9 mesi fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera5 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Olimpiadi 20244 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Moda e modi4 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez
-
Speciale Grande Fratello3 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Sport5 mesi fa
Tra le medaglie di Tokyo e quelle che verranno
-
Gossip6 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Cronaca6 mesi fa
Big Mac non è più solo McDonald’s: persa l’esclusiva sul marchio!