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Cronaca

I found my love in Portofino…

Infatti nella classifica dei Comuni italiani più ricchi del 2022 Portofino è al primo posto con un reddito medio pro capite di 90.610 euro.

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    I found my love in Portofino, Perché nei sogni credo ancor…Lo strano gioco del destino
    A Portofino m’ha preso il cuor…
    cantava Fred Buscaglione nel 1959. Il cuore di quegli anni è stato sostituito dal portafoglio. Infatti nella classifica dei Comuni italiani più ricchi del 2022 Portofino è al primo posto con un reddito medio pro capite di 90.610 euro. Nel comune ligure 282 persone dichiarano un reddito medio poco più alto di 97 mila euro annui. Un dato che emerge dalle dichiarazioni raccolte dal Mef, lo scorso anno. Un dato che segna un balzo notevole, visto che il reddito medio è più che raddoppiato rispetto ai 39.200 euro del 2021. (+131%). Lajatico (Pisa) scivola al secondo posto (con un reddito medio di 52.955 euro), Basiglio (Milano) è il terzo comune più ricco d’Italia (49.524 euro). Tuttavia, è importante considerare che i dati sul reddito possono essere influenzati da variabili individuali, specialmente nei comuni di piccole dimensioni.

    Lombardia prima, Calabria ultima

    Nella classifica dei comuni l’ultimo posto è occupato da un piccolo comune in provincia di Como, Carvagna, dove solo 87 contribuenti, su 172 abitanti, hanno presentato i modelli fiscali, dichiarando un reddito medio di 7.402 euro. Ma per la Lombardia, quello di Carvagna è un eccezione visto che dai dati sulle dichiarazioni Irpef 2023 spicca come regione più ricca d’Italia, al contrario della Calabria che rimane la più povera.

    Tutta ‘colpa’ di Piersilvio…

    Il boom di Portofino potrebbe essere attribuito anche agli investimenti immobiliari di personaggi noti, come Pier Silvio Berlusconi. Allo stesso modo, altre località come Briaglia in Piemonte e Pino Torinese a Torino emergono nella top ten, segnalando un possibile cambiamento nelle dinamiche economiche locali.

    Sebbene il reddito medio nazionale sia in aumento, è importante considerare l’impatto dell’inflazione sull’effettivo potere d’acquisto dei cittadini. Nonostante l’aumento del reddito medio del 4,85%, l’inflazione è salita all’8,1%, indicando una perdita di potere d’acquisto per molti.

    Lombardia al centro della ricchezza nazionale

    La Lombardia conferma il suo ruolo centrale nella distribuzione della ricchezza, con Milano in testa seguita da altre città lombarde e da capoluoghi delle regioni Emilia-Romagna e Veneto. Questo ovviamente riflette le disparità economiche storiche tra Nord e Sud Italia, oltre alle differenze tra le aree urbane e le aree periferiche.

    In sintesi, la classifica dei Comuni italiani più ricchi del 2022 offre uno sguardo interessante sulla distribuzione della ricchezza nel Paese, evidenziando sia le emergenti realtà economiche locali che le persistenti disparità regionali.

      Cronaca

      Guerra ai cani in Turchia, che fare?

      Nonostante le modifiche, gli animalisti non sono soddisfatti e continuano a manifestare. La proposta di legge, che prevede la sterilizzazione e la chiusura in rifugi dei cani randagi, è ancora oggetto di dibattito e revisione parlamentare. Le proteste mirano a evitare quella che molti temono possa diventare una strage di animali.

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      cani randagi in Turchia

        Certo, direte, in questa torrida estate abbiamo altri problemi, guerre, siccità, alte temperature, emergenze climatiche. Ora ci si mette anche la Turchia a caricarci di ansie. Il disegno di legge proposto dal governo turco per gestire i cani randagi e rinselvatichiti è da valutare attentamente. Ha scatenato proteste e polemiche. La legge prevede la cattura di circa 4 milioni di cani, la chiusura in rifugi e trattamenti medici sotto la supervisione di veterinari per gli esemplari malati, aggressivi o affetti da malattie infettive come la rabbia. Le modifiche al testo hanno rimosso, ma solo per ora, l’eutanasia, ma la questione resta controversa e polarizzante.

        Le proteste degli animalisti

        Attivisti e animalisti continuano a protestare contro la legge, preoccupati per il destino dei cani. Decine di manifestanti hanno tentato di forzare l’ingresso del parlamento di Ankara, accampandosi poi fuori dall’aula. Nonostante le modifiche, le proteste sui social e nelle città principali del Paese non si sono placate. La legge, presentata dal partito AKP del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha suscitato forti reazioni anche da parte dei partiti di opposizione.

        Modifiche al disegno di legge, solo parole…

        La Commissione per l’Agricoltura e le Foreste del parlamento ha apportato alcune modifiche. Per esempio il termine eutanasia è stato sostituito da “trattamenti medici scientifici sotto la supervisione di un veterinario” per i cani malati, aggressivi o infettivi. Il testo della legge specifica che i trattamenti riguarderanno solo i cani, escludendo i gatti randagi.

        Ma perché la Turchia adotta le maniere forti, analisi di un problema

        La Turchia è classificata dall’OMS come un Paese “ad alto rischio di contrazione della rabbia“. Dal 2022, 65 persone sono morte a causa di attacchi di cani randagi, e oltre 3.500 incidenti stradali causati da cani hanno provocato 55 vittime. La nuova legge mira a risolvere le falle della precedente normativa, che ha visto la sterilizzazione di oltre 270.000 cani ogni anno negli ultimi cinque anni, senza risolvere il problema.

        Interviene anche Brigitte Bardot

        L’ex attrice francese Brigitte Bardot ha scritto una lettera al presidente Erdogan, esprimendo preoccupazione per la sorte dei cani randagi e avvertendo che l’approvazione della legge potrebbe danneggiare l’immagine della Turchia. Bardot ha sottolineato che la cattura e l’uccisione degli animali sono misure crudeli e controproducenti.

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          Italia

          Toti si dimette dalla carica di Presidente della Regione Liguria

          Giovanni Toti ha ufficializzato le sue dimissioni definitive. Un capitolo importante nella politica ligure e nazionale si chiude, lasciando un’ombra sulla carriera di un uomo che ha cercato di rinnovare il panorama politico del centro-destra italiano.

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            Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente della Regione Liguria. L’annuncio definitivo è arrivato oggi dopo che il politico è stato coinvolto in una maxi inchiesta della procura di Genova che lo ha visto accusato di corruzione e agli arresti domiciliari dal 7 maggio.

            La carriera politica e il movimento “Cambiamo!”

            Toti ha ricoperto il ruolo di Presidente della Regione Liguria dal 2015, puntando sul rilancio economico e infrastrutturale della regione, con particolare attenzione alla gestione delle emergenze e alla sanità. Nel 2019 ha fondato il movimento politico “Cambiamo!” con l’obiettivo di rinnovare il centro-destra italiano.

            Le dimissioni e l’inchiesta per corruzione

            Le dimissioni sono state comunicate tramite una lettera inviata al suo legale, Stefano Savi. Nella lettera, Toti ha espresso la difficoltà di continuare a servire efficacemente la Regione sotto il peso delle accuse e ha criticato i toni ironici utilizzati dai magistrati del Tribunale del Riesame che hanno confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari.

            Un percorso iniziato nel giornalismo

            Giovanni Toti, laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Milano, ha iniziato la sua carriera come giornalista, lavorando per diverse testate. Il suo percorso nel mondo dei media è stato segnato da una rapida ascesa che lo ha portato a dirigere “Studio Aperto” nel 2010. La sua vicinanza a Silvio Berlusconi ha segnato il passaggio alla politica, aderendo a Forza Italia, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, fino a diventare consigliere politico dello stesso Berlusconi.

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              Cronaca

              L’Italia sta sparendo

              Le proiezioni demografiche indicano una significativa decrescita della popolazione italiana nei prossimi decenni, con implicazioni importanti per il tessuto sociale ed economico del Paese. Sarà cruciale adottare misure per incentivare la natalità e supportare le famiglie, oltre a pianificare strategie per gestire l’invecchiamento della popolazione.

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              L'Italia sta sparendo

                Entro il 2050 in Italia ci saranno 4 milioni di persone in meno. Tra il 2014 e il 2023, il nostro Paese ha perso circa 1,35 milioni di residenti, passando da 60,3 milioni a poco meno di 59 milioni. Secondo le nuove previsioni demografiche aggiornate al 2023 di Istat, la popolazione italiana continuerà a diminuire, raggiungendo i 58,6 milioni nel 2030, 54,8 milioni nel 2050 e 46,1 milioni nel 2080. Un disastro…?

                L’inesorabile progressione delle perdite

                2023: 59 milioni.
                2030: 58,6 milioni (-439 mila).
                2050: 54,8 milioni (-3,8 milioni).
                2080: 46,1 milioni (-12,9 milioni).

                Dinamiche demografiche

                Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65+ anni) passerà da circa 3:2 nel 2023 a 1:1 nel 2050. L’età media della popolazione raggiungerà i 51,5 anni entro il 2050, con un invecchiamento più rapido nel Mezzogiorno. La diminuzione della popolazione è legata a dinamiche demografiche recessive e alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, che impediscono la realizzazione del desiderio di avere più figli.

                Quanto valgono le proiezioni?

                Le previsioni demografiche diventano più incerte man mano che ci si allontana dall’anno base. Nel 2050, l’intervallo di confidenza al 90% oscilla tra 52,7 e 57,0 milioni, mentre nel 2080 varia tra 39,3 e 53,1 milioni. Presupponendo uno scenario più favorevole potremmo registrare la perdita di 5,9 milioni entro il 2080, con 2 milioni entro il 2050. Nello scenario meno propizio la perdita sarebbe di 19,7 milioni entro il 2080, con 6,3 milioni entro il 2050.

                Implicazioni socioeconomiche

                Queste previsioni demografiche suggeriscono scenari futuri non solo demografici, ma anche sociali ed economici profondamente diversi. La popolazione diminuirà, ma l’entità della riduzione potrà variare significativamente, richiedendo politiche adattative per affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla diminuzione della forza lavoro.

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