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Cronaca

Il pestaggio di Iovino, tra sospetti e silenzi: il legame con Fedez e la guardia del corpo Rosiello

Le intercettazioni e le prove raccolte mettono in luce un legame tra il cantante e il pestaggio, con il ruolo centrale del suo bodyguard, Cristian Rosiello. Ma la mancanza di una querela frena il procedimento legale

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    La vicenda di Cristiano Iovino, il personal trainer milanese che negli ultimi mesi ha fatto parlare di sé anche per la sua presunta relazione con Ilary Blasi, è improvvisamente tornata sotto i riflettori in un contesto ben diverso dai gossip. Questa volta, infatti, al centro del caso c’è una brutale aggressione subita da Iovino la notte del 22 aprile scorso, episodio che ha scosso anche il mondo dello spettacolo, coinvolgendo Fedez e il suo bodyguard Cristian Rosiello in un intreccio che collega ultras, risse e affari torbidi.

    Ma come si è passati dai gossip sulla relazione tra Iovino e Ilary Blasi al nome di Fedez inserito in un’inchiesta che coinvolge le tifoserie violente di Milan e Inter? E qual è il legame tra questi mondi apparentemente lontani?

    La relazione Iovino-Blasi e la lite con Fedez

    Il nome di Cristiano Iovino era salito alla ribalta durante l’estate del 2022, quando emerse la sua relazione con Ilary Blasi, all’indomani della separazione della conduttrice da Francesco Totti. La relazione con Iovino aveva scatenato una serie di gossip, ma ciò che sembrava una storia destinata a rimanere nelle pagine delle riviste patinate si è trasformato in un caso di cronaca nera.

    Nella notte del 22 aprile, infatti, Iovino è stato aggredito brutalmente fuori dalla sua abitazione a Milano. A rendere ancora più intrigante la vicenda è il coinvolgimento di Fedez, non indagato, ma al centro delle indagini per il pestaggio, avvenuto dopo una lite tra il rapper e il personal trainer all’interno di una discoteca.

    Il pestaggio e il ruolo di Fedez

    La Procura di Milano ha ricostruito quella notte grazie a intercettazioni e analisi del traffico telefonico. Secondo quanto emerso, tutto ha avuto inizio all’interno del locale “The Club” a Milano, dove una lite tra Cristiano Iovino e Fedez ha acceso la miccia per quanto accaduto dopo. Le telecamere di sicurezza mostrano Fedez e il suo bodyguard Cristian Rosiello coinvolti nella rissa, ma è fuori dal locale che la situazione degenera.

    Poco dopo, Iovino si è diretto verso casa sua, in via Ulpio Traiano, dove è stato seguito e aggredito da un gruppo di persone arrivate su un Mercedes Van nero. Le intercettazioni rivelano che i due cellulari di Fedez e Iovino si sono agganciati alla stessa cella telefonica nei minuti successivi all’aggressione, facendo supporre la presenza del rapper sul luogo dell’attacco.

    Cristian Rosiello e l’accordo con Iovino

    Un altro nome che emerge con forza è quello di Cristian Rosiello, guardia del corpo di Fedez, che secondo le indagini potrebbe essere stato coinvolto direttamente nell’aggressione. Le intercettazioni rivelano che Rosiello, pochi giorni dopo l’episodio, ha provveduto a fare una bonifica della sua auto, un comportamento che ha insospettito gli investigatori.

    A peggiorare il quadro, c’è la mancanza di una querela da parte di Cristiano Iovino, che sembra aver preferito risolvere la questione in modo privato, con un accordo economico con Fedez. Un dettaglio che ha sollevato molti interrogativi, soprattutto perché senza una denuncia formale, è difficile per la Procura procedere con un’indagine completa.

    Il legame con il mondo degli ultras e i sospetti su Luca Lucci

    Un altro personaggio centrale nella vicenda è Luca Lucci, noto capo ultrà del Milan e già coinvolto in affari poco chiari con Fedez. Le intercettazioni tra Andrea Beretta, uno degli indagati, e un altro esponente della tifoseria, fanno emergere un legame tra l’aggressione a Iovino e il mondo degli ultras.

    Fedez, infatti, avrebbe chiesto proprio a Lucci di fornire una persona di fiducia che potesse occuparsi della sua sicurezza personale e di quella della sua famiglia. Lucci, già noto alle cronache per i suoi legami con il crimine organizzato, sembra essere una figura chiave nella rete di protezione che circonda il rapper.

    Le conseguenze dell’inchiesta e il futuro di Fedez

    Con l’avanzare delle indagini, il nome di Fedez continua a essere associato a vicende che nulla hanno a che fare con la sua carriera musicale o con i suoi successi imprenditoriali. Dalla separazione con Chiara Ferragni ai rapporti con personaggi legati alla malavita e alle tifoserie violente, l’immagine pubblica del rapper appare sempre più compromessa.

    Se da un lato Fedez non risulta indagato, dall’altro la sua presenza nei documenti della Procura e il coinvolgimento di persone a lui vicine, come il bodyguard Cristian Rosiello, non fanno che gettare un’ombra lunga su una vicenda che sembra destinata a far parlare ancora a lungo.

      Cronaca

      Il commosso addio a Sammy Basso: il ricordo di Jovanotti e l’affetto di Papa Francesco

      Dai concerti di Jovanotti all’incontro con Papa Francesco, Sammy ha lasciato un’impronta indelebile. Le parole commosse di Jovanotti: “Quando veniva ai miei concerti era una festa. La sua mente colorata e il suo humor formidabile mi vengono in mente adesso.”

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        Sammy Basso, il giovane affetto da progeria che ha illuminato le vite di chiunque l’abbia incontrato, se n’è andato oggi all’età di 28 anni, lasciando un vuoto profondo nel cuore di tutti. Il suo coraggio, la sua intelligenza e la sua energia contagiosa hanno toccato milioni di persone, dalle celebrità ai più semplici sconosciuti, conquistando chiunque con la sua determinazione e il suo spirito instancabile.

        Tra i ricordi più toccanti emerge quello di Lorenzo Jovanotti, che ha voluto condividere con i fan un momento personale, un’immagine di loro due insieme sul palco di un suo concerto, sorridenti, abbracciati da un’atmosfera di gioia e amicizia. “Quando veniva ai miei concerti era una festa”, ha scritto Jovanotti su Instagram. “La sua intelligenza, la sua passione, la cultura e la capacità di armonizzare conoscenze scientifiche ad una fede incrollabile, il suo humor formidabile e la sua mente colorata mi vengono in mente adesso”. Sammy non era solo un ragazzo che affrontava una malattia rara, era un esempio di vita, una testimonianza vibrante di come la passione e l’amore per il sapere potessero sfidare le più grandi difficoltà.

        Poche settimane fa, Jovanotti e Sammy si erano sentiti per organizzare un nuovo incontro. Un appuntamento che, purtroppo, non avrà luogo, ma che lascia spazio a un pensiero profondo e quasi sereno da parte del cantante: “Immagino Sammy che dice: ‘Sarà per un’altra volta ragazzi…'”. Un saluto carico di affetto e dolcezza, che si conclude con un’immagine indimenticabile. “Mi ricordo quando ti presi in braccio di fronte alla spiaggia piena di tutta quella gente, e fu come se sul palco con me fosse apparso Elvis Presley. Tutti quei sorrisi oggi ti accompagnano”. Un addio che è anche un arrivederci, pieno di luce e speranza, proprio come Sammy avrebbe voluto.

        Anche Carlo Conti, che ospitò Sammy sul palco di Sanremo nel 2015, ha voluto ricordare quell’incontro. “Fu un incontro fantastico per me e per tutti gli italiani – ha detto il conduttore – perché Sammy con la sua intelligenza, la sua energia e la sua simpatia ci insegnò cosa significa superare le difficoltà e vivere con gioia, nonostante tutto”. Un ragazzo che con la sua testimonianza è riuscito a toccare il cuore di milioni di persone, trasformando la sua lotta in una lezione di vita.

        Non solo il mondo dello spettacolo, ma anche le autorità politiche hanno espresso il loro cordoglio. La premier Giorgia Meloni ha definito Sammy “uno straordinario esempio di coraggio”, mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato l’intitolazione di una scuola in suo onore, riconoscendo il suo impegno nel sensibilizzare il mondo scientifico e la società verso la ricerca di una cura per la progeria, la malattia che lo ha accompagnato per tutta la vita.

        Un altro momento indimenticabile nella vita di Sammy fu l’incontro a distanza con Papa Francesco. Era il novembre del 2013 quando il giovane ricevette una chiamata sorprendente: dall’altro capo del filo c’era proprio il Pontefice, che aveva letto una lettera di Sammy e desiderava parlare con lui. “Pronto? Sono Papa Francesco, posso parlare con Sammy?”, chiese il Papa alla madre del ragazzo, lasciandola incredula. Quel giorno Sammy non era a casa, ma la conversazione avvenne più tardi, quando Francesco richiamò. Fu un dialogo di pochi minuti, una chiacchierata tra amici che rifletteva la semplicità e la grandezza di un’anima speciale come quella di Sammy.

        Una telefonata che Sammy ricordò sempre con affetto e che segnò uno dei tanti momenti straordinari della sua vita, vissuta sempre con il cuore aperto verso gli altri. Sammy Basso non è stato solo un ragazzo affetto da una rara malattia genetica, è stato un esempio di forza, intelligenza, curiosità e amore per la vita. E oggi, quel suo spirito luminoso continua a vivere nei ricordi di chi lo ha amato.

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          Politica

          Pier Silvio Berlusconi furioso per il caso delle foto: tensione alle stelle con Signorini, tra smentite e pressioni politiche

          Mentre Berlusconi nega categoricamente di aver saputo delle foto di Sangiuliano e Boccia, e respinge ogni accusa di volerle usare a fini politici, il rapporto con Alfonso Signorini si incrina. Le voci su un complotto contro Giorgia Meloni scuotono il mondo politico e mediatico, alimentando il sospetto di giochi di potere dietro le quinte.

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            Pier Silvio Berlusconi è inviperito. Le voci che circolano da giorni insinuano che lui fosse a conoscenza delle famose foto compromettenti di Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, immagini che sarebbero state bloccate dall’intervento di Alfonso Signorini, il direttore di Chi. Questi rumors, che hanno agitato il panorama mediatico e politico, avanzano persino l’ipotesi che Pier Silvio avrebbe potuto utilizzare le foto per far pressione politica su Giorgia Meloni, una teoria che ha fatto montare un’ondata di indignazione. Ma Berlusconi non ci sta e, attraverso Fininvest, ha subito smentito categoricamente ogni coinvolgimento.

            “Non è nostra prassi intervenire sulle scelte editoriali delle redazioni del Gruppo,” ha dichiarato un portavoce di Fininvest. Ma la reazione rabbiosa di Pier Silvio non si ferma alle smentite ufficiali. Secondo fonti interne a Mediaset, il figlio del Cavaliere sarebbe furioso con Signorini, il quale è considerato troppo coinvolto in uno scandalo che rischia di danneggiare non solo la sua immagine, ma anche i delicati equilibri tra il gruppo Mediaset e il mondo politico. La tensione tra i due è palpabile, con alcuni che ipotizzano addirittura che questo potrebbe segnare la fine della collaborazione tra Berlusconi e il direttore di Chi.

            La trama dietro le foto sparite

            Il cuore del problema è legato a un servizio fotografico che ritraeva l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia in atteggiamenti privati. Le immagini avrebbero confermato una relazione tra i due, alimentando le voci di una separazione tra Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. Quelle foto, mai pubblicate, sono state bloccate dall’intervento di Signorini, che le avrebbe acquistate per evitare che finissero su altre testate. Un’operazione che ha suscitato domande e che ha spinto alcuni a credere che dietro ci fosse Pier Silvio, con l’intento di utilizzare quelle immagini per fini politici.

            L’accusa, nonostante le smentite, ha sollevato un polverone. Si vocifera che Berlusconi, preoccupato per l’ascesa di Giorgia Meloni e il crescente peso politico di Fratelli d’Italia, potesse aver pensato di utilizzare le foto per indebolire la leader di governo. “Niente di più lontano dalla verità,” ribadiscono fonti vicine a Berlusconi, sottolineando che “l’idea che Pier Silvio volesse intraprendere un’azione del genere è pura fantasia”.

            Un favore che costa caro

            Nell’intervista a Il Centro, Maria Rosaria Boccia ha affermato che la famiglia Berlusconi fosse a conoscenza delle foto, aggiungendo che un consigliere di Sangiuliano l’aveva informata di tutto. Dichiarazioni che hanno ulteriormente alimentato la tensione, gettando ombre su possibili contatti tra il clan Berlusconi e l’entourage di Sangiuliano.

            Il ruolo di Alfonso Signorini, in tutto questo, è diventato cruciale. Il direttore di Chi non ha solo agito da mediatore, bloccando la pubblicazione delle foto, ma avrebbe anche cercato di proteggere la reputazione del ministro e di Boccia. Signorini ha parlato apertamente di un “favore” fatto a Sangiuliano, aggiungendo che in cambio avrebbe ricevuto in passato il supporto del politico per una recensione sul suo libro. Questo intreccio di favori reciproci ha sollevato sospetti su possibili conflitti d’interesse e accordi sottobanco.

            Tensione tra Berlusconi e Signorini

            La collaborazione tra Berlusconi e Signorini, fino ad ora basata su stima reciproca e fiducia, è stata messa a dura prova da questa vicenda. Pier Silvio, già impegnato nel delicato processo di consolidamento del gruppo Mediaset, non avrebbe mai voluto trovarsi al centro di uno scandalo di questo tipo. La sua posizione è chiara: nessun coinvolgimento diretto o indiretto nella vicenda delle foto, nessuna pressione politica. Tuttavia, il danno di immagine rischia di essere significativo, e la gestione della crisi non ha aiutato a placare le tensioni interne.

            Le voci che girano nei corridoi di Cologno Monzese parlano di un clima sempre più teso. Signorini, da parte sua, ha cercato di mantenere un profilo basso, minacciando azioni legali contro chi ha diffuso indiscrezioni sui suoi interventi legati alle foto. Ma il rapporto con Berlusconi sembra irrimediabilmente compromesso. “Non si può più tornare indietro,” avrebbe confidato una fonte vicina alla famiglia.

            Il ruolo di Meloni e il possibile impatto politico

            Seppur lontana dalle polemiche dirette, anche Giorgia Meloni non può ignorare gli effetti che questo scandalo potrebbe avere. Le accuse su un possibile tentativo di pressione politica attraverso le foto di Sangiuliano e Boccia potrebbero alimentare speculazioni sul suo rapporto con il gruppo Mediaset e su quanto Berlusconi sia disposto a difendere i propri interessi politici.

            Il caso non si risolverà presto e le ombre sui legami tra potere mediatico e potere politico restano fitte. Resta da vedere quali saranno le prossime mosse di Pier Silvio Berlusconi e se Signorini riuscirà a rimanere saldo alla guida di Chi, nonostante le crescenti pressioni.

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              Italia

              Vip e malaffare, la fusione tra rapper e ultrà del calcio nella nuova scena milanese

              Il confine tra il mondo degli ultras e quello del jet set milanese è sempre più labile. Vip e capi ultras frequentano gli stessi locali, condividono gli stessi interessi e stringono amicizie che vanno ben oltre il piacere della compagnia.

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                Negli ultimi anni, la città di Milano ha visto una crescente commistione tra il mondo delle celebrità, in particolare i rapper, e l’ambiente del tifo organizzato, spesso associato a dinamiche di violenza e criminalità. Da Fedez a Emis Killa, le nuove icone della musica si muovono in un magma di rapporti ambigui con personaggi della curva milanista, dove il confine tra la cultura pop e il mondo di mezzo del malaffare sembra sempre più labile.

                Ultrà e vip: una fusione consolidata

                Una volta considerati figure marginali, costrette a nascondere la propria identità, i capi ultrà oggi si mescolano con celebrità, mostrando apertamente la loro influenza. Tra i frequentatori della Curva Sud del Milan spiccano nomi noti della scena musicale rapper e non solo come Lazza, Killa, Tony Effe, passando per Guè Pequeno, Cancun, e il già citato Fedez, che ha spesso mostrato rapporti di amicizia con personaggi legati agli ambienti del tifo estremo.

                Le foto condivise sui social network, le serate nei locali più esclusivi di Milano come il Tocqueville e l’Old Fashion, sono solo la punta dell’iceberg di una connessione più profonda tra il mondo del tifo violento e la Milano dei Vip. Questi legami si consolidano in un contesto che sembra accettare, se non addirittura celebrare, la figura del capo ultrà come un “gangster” moderno.

                Rapper e malaffare: connubio sempre più stretto

                Con l’arrivo del Covid e la temporanea chiusura degli stadi, i capi ultrà, che hanno perso una delle principali fonti di reddito, hanno cominciato a mostrarsi sempre più in pubblico, capitalizzando i loro rapporti con il mondo dello spettacolo. L’ambiente musicale, affascinato da questa figura violenta e carismatica, ha accolto a braccia aperte questi personaggi, in una promiscuità che sfida i confini tra legalità e criminalità. Fino a ieri erano dei reietti poi sono diventati dei protetti. Ma le indagini stanno facendo piazza pulita spezzando legami e connivenze.

                Nelle recenti inchieste giudiziarie, a cui sono seguiti numerosi arresti, sono emersi legami stretti tra diversi artisti e capi ultrà, che sembrano aver trovato nei rapporti con i rapper un terreno fertile per legittimarsi e ripulire la loro immagine. Le carte degli investigatori delineano un quadro di connivenze che mettono in luce la fusione commerciale e sociale tra due mondi apparentemente distanti.

                Calcio in ostaggio e complice

                Milan e Inter, simboli di una certa Milano, sono al tempo stesso ostaggi e complici silenziosi di questa situazione. Il calcio italiano, sebbene formalmente vincolato a una normativa che proibisce qualsiasi contatto con gli ultrà, ha spesso chiuso un occhio di fronte a questi fenomeni, alimentando indirettamente questa promiscuità. La violenza e l’intimidazione restano centrali nella gestione del tifo organizzato, mentre i capi ultrà utilizzano la loro “aura” per consolidare rapporti con l’élite cittadina.

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