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AAA cercasi 007… come fare domanda

L’Intelligence italiana cerca 007 per rinforzare il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica (Aisi). In pratica sta reclutando nuovi agenti segreti.

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    L’Intelligence italiana cerca 007 per rinforzare il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica (Aisi). In pratica sta reclutando nuovi agenti segreti.

    Sogni di diventare uno 007? E’ arrivato il tuo momento

    Il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, sta reclutando le “migliori risorse da porre a servizio del Paese” per “la salvaguardia della sicurezza nazionale e per la tutela degli interessi strategici in campo politico, militare, economico, scientifico e industriale”.

    Vuoi partecipare alla selezione? Ecco come fare

    Il bando per questa ricerca è stato pubblicato sul sito dell’Intelligence italiana. Ai candidati si chiedono: altissime competenze in ambito informatico e di analisi di dati, e “un forte senso di responsabilità e di attaccamento alle istituzioni dello Stato”. Inoltre, ça va sans dire comprovate doti di riservatezza”. I servizi segreti italiani fanno capo al presidente del Consiglio dei ministri in carica e sono sono controllati direttamente o indirettamente dal nuovo direttore nominato lo scorso 9 aprile, Bruno Valensise.

    Come avviene il reclutamento

    Nel documento pubblicato si legge che l’Intelligence italiana cerca professionalità con specifiche conoscenze e competenze nell’ intelligenza artificiale, per le figure di machine learning engineer, data scientist e big data engineer/architect. Inoltre, cerca esperti in metodologie di penetration testing e red teaming, cyber threat intelligence, reverse engineering, malware analysis e digital forensics. E non solo. Cerca anche esperti in minacce WMD, armamenti, missilistica e tecnologie associate, nonché materiali dual use e reti di procurement. Infine vuole specializzati in algoritmica per la crittoanalisi; fotointerpretazione di immagini satellitari; scienze comportamentali e attività di profiling; archivistica e digitalizzazione documentale. Gli aspiranti 007 devono possedere, oltre alle competenze tecniche, anche necessari requisiti di “affidabilità, forte senso di responsabilità e di attaccamento alle istituzioni dello Stato.

    Il bando scade il 31 maggio 2024

    Per candidarsi bisogna inviare la richiesta telematicamente, collegandosi attraverso uno Spid sull’apposita sezione del sito Sicurezzanazionale.gov.it. Nel format bisogna compilare i dati richiesti. Le candidature devono arrivare entro le ore 24:00 del 31 maggio 2024. Ricevute le candidature Aisi effettuerà uno screening curriculare preliminare, quindi sottoporrà i candidati a procedure selettive. Cosa prevedono le procedure? La verifica delle conoscenze e competenze tecniche, dell’idoneità psico-fisica e attitudinale e dei requisiti di affidabilità e sicurezza.

    Si ma una volta arruolato, quanto guadagno?

    L’eventuale assunzione avverrà in una qualifica definita sulla base degli esiti della selezione, dei titoli di studio e delle esperienze professionali del candidato. Sullo stipendio finora non ci sono indicazioni precise. E’ presumibile che la cifra lorda annua potrebbe variare tra i 30 e i 45 mila euro l’anno.

    Il bando è aperto anche alle candidature spontanee

    L’Aisi, infatti, sta cercando anche analisti in ambito geopolitico, specializzati nel contrasto dei fenomeni di terrorismo e dell’eversione, esperti in campo economico. Con particolare specializzazione sul golden power, green economy e transizione energetica. Inoltre servono esperti in lingue e dialetti di aree particolari del mondo dove nascono le cellule terroristiche. E infine esperti in attività Humint – cioè gli interrogatori e le conversazioni che hanno come interlocutori persone con accesso ad informazioni specifiche – in ricerca informativa e sviluppatori software.

      Italia

      Toti si dimette dalla carica di Presidente della Regione Liguria

      Giovanni Toti ha ufficializzato le sue dimissioni definitive. Un capitolo importante nella politica ligure e nazionale si chiude, lasciando un’ombra sulla carriera di un uomo che ha cercato di rinnovare il panorama politico del centro-destra italiano.

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        Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente della Regione Liguria. L’annuncio definitivo è arrivato oggi dopo che il politico è stato coinvolto in una maxi inchiesta della procura di Genova che lo ha visto accusato di corruzione e agli arresti domiciliari dal 7 maggio.

        La carriera politica e il movimento “Cambiamo!”

        Toti ha ricoperto il ruolo di Presidente della Regione Liguria dal 2015, puntando sul rilancio economico e infrastrutturale della regione, con particolare attenzione alla gestione delle emergenze e alla sanità. Nel 2019 ha fondato il movimento politico “Cambiamo!” con l’obiettivo di rinnovare il centro-destra italiano.

        Le dimissioni e l’inchiesta per corruzione

        Le dimissioni sono state comunicate tramite una lettera inviata al suo legale, Stefano Savi. Nella lettera, Toti ha espresso la difficoltà di continuare a servire efficacemente la Regione sotto il peso delle accuse e ha criticato i toni ironici utilizzati dai magistrati del Tribunale del Riesame che hanno confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari.

        Un percorso iniziato nel giornalismo

        Giovanni Toti, laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Milano, ha iniziato la sua carriera come giornalista, lavorando per diverse testate. Il suo percorso nel mondo dei media è stato segnato da una rapida ascesa che lo ha portato a dirigere “Studio Aperto” nel 2010. La sua vicinanza a Silvio Berlusconi ha segnato il passaggio alla politica, aderendo a Forza Italia, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità, fino a diventare consigliere politico dello stesso Berlusconi.

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          Cronaca

          L’Italia sta sparendo

          Le proiezioni demografiche indicano una significativa decrescita della popolazione italiana nei prossimi decenni, con implicazioni importanti per il tessuto sociale ed economico del Paese. Sarà cruciale adottare misure per incentivare la natalità e supportare le famiglie, oltre a pianificare strategie per gestire l’invecchiamento della popolazione.

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          L'Italia sta sparendo

            Entro il 2050 in Italia ci saranno 4 milioni di persone in meno. Tra il 2014 e il 2023, il nostro Paese ha perso circa 1,35 milioni di residenti, passando da 60,3 milioni a poco meno di 59 milioni. Secondo le nuove previsioni demografiche aggiornate al 2023 di Istat, la popolazione italiana continuerà a diminuire, raggiungendo i 58,6 milioni nel 2030, 54,8 milioni nel 2050 e 46,1 milioni nel 2080. Un disastro…?

            L’inesorabile progressione delle perdite

            2023: 59 milioni.
            2030: 58,6 milioni (-439 mila).
            2050: 54,8 milioni (-3,8 milioni).
            2080: 46,1 milioni (-12,9 milioni).

            Dinamiche demografiche

            Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65+ anni) passerà da circa 3:2 nel 2023 a 1:1 nel 2050. L’età media della popolazione raggiungerà i 51,5 anni entro il 2050, con un invecchiamento più rapido nel Mezzogiorno. La diminuzione della popolazione è legata a dinamiche demografiche recessive e alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, che impediscono la realizzazione del desiderio di avere più figli.

            Quanto valgono le proiezioni?

            Le previsioni demografiche diventano più incerte man mano che ci si allontana dall’anno base. Nel 2050, l’intervallo di confidenza al 90% oscilla tra 52,7 e 57,0 milioni, mentre nel 2080 varia tra 39,3 e 53,1 milioni. Presupponendo uno scenario più favorevole potremmo registrare la perdita di 5,9 milioni entro il 2080, con 2 milioni entro il 2050. Nello scenario meno propizio la perdita sarebbe di 19,7 milioni entro il 2080, con 6,3 milioni entro il 2050.

            Implicazioni socioeconomiche

            Queste previsioni demografiche suggeriscono scenari futuri non solo demografici, ma anche sociali ed economici profondamente diversi. La popolazione diminuirà, ma l’entità della riduzione potrà variare significativamente, richiedendo politiche adattative per affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla diminuzione della forza lavoro.

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              Italia

              La nuova moda dei locali dove si beve solo analcolico

              Atipico: il bar di Settimo Torinese che rivoluziona il concetto di aperitivo Nientealcol, solo cocktail alternativi. Ecco come Davide Piastra ha trasformato la sua attività in un successo senza alcol.

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                «Vorremmo due Negroni», «Qui non li facciamo, non serviamo alcol ma abbiamo dei cocktail alternativi». Questo è l’incipit di una storia unica: quella di Atipico, il bar inaugurato da Davide Piastra a Settimo Torinese, dove l’alcol è bandito. In un’epoca dove i temperance bar stanno prendendo piede all’estero, Piastra ha deciso di portare questo concetto in Italia, rivoluzionando l’approccio al bere. Ma dietro questa scelta non c’è solo innovazione, c’è anche una profonda fede e una storia di imprenditorialità.

                La scelta di eliminare l’alcol

                Davide Piastra, insieme ai suoi collaboratori, ha deciso di abbandonare i superalcolici a favore di cocktail rivisitati con vini, prosecchi e liquori dealcolati. «Non posso fare del male a me e agli altri. Dare dell’alcol significa danneggiare l’altro e chi gli sta intorno», spiega Piastra, che nel 2019 si è convertito all’Islam. Da qui è iniziato il suo percorso verso un locale completamente alcohol-free, una rarità in Italia.

                Un progetto di innovazione

                Il percorso di Davide nel mondo della ristorazione inizia oltre vent’anni fa. Dopo anni di lavoro con cocktail ad alta gradazione, ha deciso di fare un cambio radicale. «Quando oggi propongo questo prodotto so cosa bevevi prima e cosa ti sto dando adesso», dice con sicurezza. I cocktail di Atipico, fatti con prodotti dealcolati, offrono un’esplosione di sapori che l’alcol solitamente copre. La ricerca continua di ingredienti e lo studio per migliorare le bevande sono alla base del successo del bar.

                L’importanza della fede

                Per Davide, la scelta di non servire alcol è anche una questione di fede. Dopo la sua conversione all’Islam, ha sentito il bisogno di allineare il suo lavoro ai suoi principi. «Non c’è un obbligo religioso in tal senso, ma se si ha la possibilità economica di farlo, i musulmani che vendono alcol dovrebbero togliersi da questo sistema», spiega.

                Un target nuovo e fedele

                Atipico ha già conquistato una clientela fissa, composta principalmente da donne dai 35 anni in su, donne incinte e persone della terza età. «Il nostro target sono le signore dai 35 anni in su, donne incinte e amiche che fanno parte di quella cerchia», racconta Piastra. Il locale offre un luogo dove si può fare aperitivo senza il rischio di eccessi alcolici.

                Una nuova visione dell’aperitivo

                La filosofia di Atipico è chiara: offrire qualcosa di diverso senza obbligare nessuno. «Noi, in ogni caso, non avvisiamo prima i clienti della nostra eccezionalità, siamo qui per proporre, non vogliamo costringere nessuno», conclude Davide. E così, tra cocktail senza alcol e un’atmosfera accogliente, Atipico sta lentamente rivoluzionando il concetto di aperitivo a Settimo Torinese.

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