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Cronaca

Ma dove siamo? In una puntata di Breaking… Cat? Arrestato il primo micio corriere della droga

In Costa Rica, un gatto si è trasformato (suo malgrado?) in corriere della droga, cercando di introdurre quasi 300 grammi di stupefacenti all’interno di un carcere. Sorpreso dalle telecamere e fermato dagli agenti, il “NarcoGatto” è diventato subito virale. Si tratta dell’operazione più assurda dell’anno, con un pizzico d’ironia felina!

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    Il 6 maggio scorso, un felino è stato sorpreso mentre tentava di introdursi nel carcere di Pococí, in Costa Rica, con un carico illegale da fare invidia a Pablo Escobar. I video della sorveglianza lo mostrano mentre si aggira con fare sospetto, pacchetti di droga ben incollati addosso. Gatto in missione o vittima di un piano geniale? Intanto, il primo a notarlo è stato un agente penitenziario, che ha capito subito: qui non si trattava di una semplice passeggiata felina.

    Il contenuto del “pacco gattoso”

    La perquisizione ha rivelato un vero e proprio bazar mobile: 235 grammi di marijuana, 68 grammi tra crack e cocaina, e perfino cartine per confezionare il tutto. Roba da fare impallidire anche il più incallito dei trafficanti. Il tutto era attaccato con del nastro adesivo al pelo dell’animale, con una precisione che nemmeno in un tutorial su TikTok.

    Intervento delle autorità: il gatto finisce “ai domiciliari veterinari”

    Una volta “sgattaiolato” l’allarme, il nostro protagonista è stato fermato e trattenuto per ore, fino all’arrivo del servizio nazionale di sanità animale, che ha verificato le sue condizioni. Nessuna incriminazione formale per il micio, che ora dovrà affrontare un periodo di cure e, forse, di terapia per trauma da spaccio non consensuale.

    Una strategia da manuale… criminale

    I narcos locali devono aver pensato: “Chi sospetterebbe mai di un gatto?”. E in effetti, l’idea non è male, se non fosse che, evidentemente, i felini non sono così affidabili nei colpi ad alta tensione. Soprattutto se si mettono a miagolare in giro con addosso un carico di marijuana. Resta il mistero: chi ha orchestrato tutto questo?

    Quando la realtà supera i meme

    Nel mondo dei corrieri improvvisati, il NarcoGatto entra di diritto nell’Olimpo degli errori criminali più surreali. Il suo tentativo di introdurre stupefacenti in prigione non ha fatto centro, ma ha sicuramente conquistato le prime pagine dei giornali e i cuori del web. Se pensavate che i gatti fossero solo animali indipendenti e un po’ snob, sappiate che qualcuno ha provato a farne veri agenti del narcotraffico. Il prossimo passo? Un cameo in… Breaking Cat!

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      Italia

      “Quanti palestinesi devono ancora morire?” L’urlo civile di Nanni Moretti scuote il web

      Con un post su Instagram, il regista romano Nanni Moretti rompe il silenzio sul conflitto a Gaza e si scaglia contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Tra like, polemiche e dibattiti accesi, l’attore si conferma voce critica e impegnata del panorama culturale italiano. In un’epoca dominata dalla disinformazione e dal rumore di fondo, il suo gesto appare tanto semplice quanto potente. Con una sola frase, lancia un messaggio diretto a uno dei leader più controversi dello scenario internazionale e riporta l’attenzione su un dramma che riguarda tutti.

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        Ma quanti palestinesi devono ancora morire perché tu sia soddisfatto e finalmente la smetta?” – è con queste parole che il regista Nanni Moretti ha scelto di intervenire pubblicamente sul drammatico conflitto in corso a Gaza. Lo ha fatto attraverso un post su Instagram, accompagnato dalla foto del premier israeliano Benjamin Netanyahu, a cui ha rivolto direttamente la domanda retorica e tagliente. Non una semplice opinione, ma un preciso atto politico e profondamente umano. Un grido, quello di Moretti, che vuole scuotere le coscienze, rompere l’indifferenza e richiamare l’urgenza di un cessate il fuoco.

        Un cuore fragile, ma un impegno saldo

        Il post arriva a pochi mesi da un episodio delicato per il regista, reduce da un intervento al cuore dopo un infarto. Eppure, l’energia con cui Moretti torna al centro del dibattito pubblico dimostra che la sua passione civile e il suo senso di responsabilità verso il mondo non sono minimamente scalfiti. Sempre attento ai temi sociali, il regista de Il caimano e La stanza del figlio si conferma tra gli artisti italiani più compattivi e politicamente attivi, in linea con un passato segnato dal sostegno ai girotondi, alle battaglie per la legalità, e alle mobilitazioni contro l’indifferenza collettiva.

        Reazioni e polemiche: il post divide il pubblico

        Il messaggio ha immediatamente raccolto centinaia di reazioni, tra cui molti messaggi di apprezzamento da parte di follower che hanno ringraziato Moretti per il suo coraggio. Ma, come prevedibile, non sono mancate le critiche. Alcuni utenti hanno accusato il regista di semplificare una questione complessa, altri di prendere posizione in modo sbilanciato. I commenti al post si sono presto trasformati in un vero campo di battaglia digitale, dove si sono confrontate opinioni opposte, spesso con toni accesi, ma anche riflessioni importanti sull’etica, la politica e il diritto internazionale.

        L’artista che non tace

        Nanni Moretti ha sempre rifiutato l’etichetta di “intellettuale distante”. Le sue opere e le sue dichiarazioni pubbliche parlano spesso di giustizia sociale, empatia e coscienza civile. In un panorama culturale dove spesso le voci artistiche restano in silenzio per paura di esporsi, Moretti continua a esercitare il suo ruolo di coscienza critica del Paese.

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          Mistero

          Il mistero del volo Pan Am 914, il volo che atterrò trent’anni dopo essere decollato…

          La storia del volo Pan Am 914 è l’ennesima leggenda metropolitana che, grazie alla sua natura affascinante e surreale, continua a catturare l’immaginazione delle persone. Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di una bufala, alimentata da un giornale specializzato in notizie farlocche.

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            C’è un aereo scomparso nel 1955 e ricomparso 30 anni dopo. Possibile? E’ una notizia che non è più notizia ormai da molti anni ma che periodicamente fa il giro del mondo perché piace a chi la racconta e soprattutto a chi ha voglia di riascoltarla. E che oggi, grazie al web, coinvolge, incuriosisce e affascina migliaia di appassionati dei misteri dell’aviazione. E non solo. La cronaca sarebbe semplice. Il volo Pan Am 914 decollato da New York il 2 luglio 1955 diretto a Miami non è mai arrivato a destinazione. Punto. Eh no, sembra facile mettere un punto. Ma non lo è. Dai terrapiattisti agli appassionati di ufologia dopo quella scomparsa sono entrati in scena tutti. Ma proprio tutti. Cacciatori di misteri, intrighi e favole da continuare a raccontare all’infinito.

            Volo Pan Am

            Come nel film Ritorno al Futuro

            Qualcuno ha tirato in ballo i soliti alieni, altri un passaggio spazio-temporale (come nel film Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis) del 1985. Guarda caso proprio lo stesso anno in cui è nata questa bella e misteriosa favola che andiamo a raccontare. La cronaca ci dice che quel benedetto volo Pan Am 914, partito da NYC con 57 passeggeri, oltre alle assistenti di volo, dopo una breve sosta a Charleston nel West Virginia, si dirige verso Miami sua destinazione finale.

            Un viaggio che sarebbe dovuto durare circa due ore. Il capitano Charles G. Taylor è coadiuvato dal suo primo ufficiale Eugene Propp. Ma dopo circa 80 minuti dal suo decollo, mentre sta sorvolando l’Oceano Atlantico, il pilota fa presente via radio che ha un problema con gli strumenti di volo. Quella diventa l’ultima testimonianza registrata tra il volo Pan Am 914 e la torre di controllo di Charleston. Da quel momento il velivolo scompare dai radar e non raggiungerà mai Miami e nessun altro aeroporto. Tranne che trent’anni dopo…

            Un “mistero” che appassiona ancora

            La leggenda, che piace a tanti, narra, infatti, che quel volo partito nel 1955 riappare nel 1985, nei cieli di Caracas, Venezuela. Il pilota, sempre lo stesso della partenza, che avrebbe dichiarato alla torre di controllo dell’aeroporto di Caracas di aver avuto problemi di navigazione, per poi scoprire di trovarsi in un’epoca completamente diversa. Secondo il racconto, diventata leggenda, né il pilota né i passeggeri durante quel salto temporale durato trent’anni, sarebbero invecchiati. Anzi.

            Dopo essere atterrati, l’aereo sarebbe misteriosamente decollato nuovamente, lasciando sulla pista un calendario del 1955 come prova del suo passaggio. Apriti cielo. Tutti iniziano a dire la propria. I complottisti sostengono persino che i governi degli Stati Uniti e del Venezuela avrebbero coperto l’accaduto, confiscando tutte le prove che potevano testimoniare il rapimenti da parte di alieni…

            Una bufala vecchia di decenni ma sempre di moda

            Questa storia, anche se assai affascinante, tuttavia è priva di fondamento. La sua origine risale al 1985, quando il giornale satirico Weekly World News pubblicò per la prima volta questa bufala. Bufala che, nel corso degli anni, è stata riproposta più volte, aggiungendo sempre nuovi dettagli e variando le date di “riapparizione” dell’aereo. Le immagini del “controllore di volo” e dell’aereo sono sempre risultate essere semplici foto di repertorio.

            L’impatto mediatico e la leggenda continua

            Nonostante la sua natura evidentemente fittizia, la storia del volo Pan Am 914 ha continuato a circolare, alimentata da teorie cospirazioniste, video virali su YouTube e TikTok, e persino trasmissioni televisive. Proprio come accadde con La guerra dei mondi , programma radiofonico andato in onda nel 1938 sulla rete CBS e ispirato all’omonimo romanzo di fantascienza di Herbert George Wells, magistralmente interpretato da Orson Welles. Da sempre le persone sono affascinate dall’idea di misteri inspiegabili e viaggi nel tempo, anche se, purtroppo, del tutto infondati. O no…?

            Immagine a scopo illustrativo, non rappresenta l’aereo del volo Pan Am 914.

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              Italia

              Lutto per la famiglia Maduli: si è spenta Lisa Liberata Susanna, nonna dell’editore del nostro network

              La comunità di Vibo Valentia si stringe attorno alla famiglia Maduli per la scomparsa della signora Lisa Liberata Susanna, madre e nonna esemplare, venuta a mancare all’età di 97 anni.

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                Una donna che ha rappresentato un punto di riferimento per tutti coloro che l’hanno conosciuta, distinguendosi per la sua profonda umanità, la dedizione alla famiglia e l’instancabile generosità. Residente nella zona Carmine di Vibo, era stimata e benvoluta da tutta la cittadinanza.

                Unitasi in matrimonio giovanissima – a soli 16 anni – ha dedicato l’intera esistenza alla cura dei suoi sei figli e dell’intera famiglia, incarnando i valori della rettitudine, dell’amore incondizionato e del sacrificio silenzioso. Chi le è stato vicino la ricorda come una donna d’altri tempi, capace di trasmettere con l’esempio la forza dell’onestà e la dignità del vivere semplice.

                La signora Lisa si è spenta circondata dall’affetto dei suoi cari, lasciando una traccia indelebile nei cuori dei familiari e di chi ha avuto il privilegio di conoscerla. I funerali si svolgeranno oggi alle ore 16:00, nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso a Vibo Valentia.

                In questo momento di lutto, LACityMag, insieme alle redazioni e a tutto il personale del network, si unisce con affetto al lutto che ha colpito l’editore Domenico Maduli e la sua famiglia, esprimendo le più sentite condoglianze per la perdita della cara nonna Lisa Liberata Susanna.

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