Storie vere
Il ragazzo e la vipera: due morsi quasi fatali e una multa per il suo zoo esotico
A San Marino un giovane è stato morso due volte dalla sua vipera della sabbia, rischiando la vita. In casa aveva un piccolo zoo di animali esotici e pericolosi, portando alla sua sanzione da 4.500 euro. Ma cosa dice la legge sulla detenzione di specie protette?

Nel cuore della Repubblica di San Marino, una storia incredibile ha sollevato interrogativi sulla gestione degli animali esotici e sulla sicurezza di chi decide di conviverci. Un giovane residente ha rischiato due volte la vita a causa del morso di una vipera della sabbia, un serpente velenoso molto abile nel mimetizzarsi sotto la sabbia. Il primo morso della vipera arrivò nell’estate del 2023, e per salvarlo fu necessario un viaggio fino in Svizzera per reperire l’antidoto. Dopo quattordici mesi, la stessa vipera lo ha nuovamente morso alla mano, spedendolo ancora una volta in terapia intensiva. Ma a questo punto le autorità sanitarie e non solo hanno deciso di fare luce sull’accaduto…
Zoo esotico in casa? Per molte specie non si può fare!
Questi episodi hanno destato l’attenzione delle autorità, che hanno deciso di perquisire l’abitazione del giovane. Quello che hanno trovato era una sorta di piccolo zoo esotico allestito in casa, con specie tropicali e animali protetti, alcuni a rischio di estinzione. Tra i rettili e gli altri esemplari scoperti c’erano caimani nani, serpenti rari e persino un pitone indonesiano, uno dei rettili più minacciati al mondo e inserito nella lista CITES delle specie più protette. La legge parla chiaro: non si possono detenere animali selvatici e specie esotiche senza le necessarie autorizzazioni. In questo caso, nessuno degli animali era regolarmente registrato, e mancavano i documenti richiesti per certificarne la provenienza. La Procura fiscale della Repubblica di San Marino ha quindi multato il giovane con una sanzione di 4.500 euro, punendo la detenzione non autorizzata di animali pericolosi.
Eludi le norme…? Occhio alla vipera
L’episodio solleva una questione importante. Quanto sappiamo davvero sulle normative che regolano la detenzione di animali esotici? In Italia, la vendita e la detenzione di queste specie sono disciplinate da regolamenti rigorosi. La Convenzione di Washington (CITES) protegge oltre 36mila specie a rischio, vietando il commercio e l’importazione di animali che potrebbero essere minacciati dall’estinzione. Chiunque voglia adottare un esemplare esotico deve rivolgersi alle autorità competenti per ottenere le autorizzazioni necessarie. Negli ultimi anni, le normative sono diventate ancora più stringenti. Dal 2022, alcune nuove leggi hanno vietato la vendita di animali considerati pericolosi, come ragni velenosi, serpenti particolarmente aggressivi e altri mammiferi difficili da gestire in cattività. Chi già possiede queste specie non può né rivenderle né permetterne la riproduzione.
Quali sono gli animali proibiti?
La lista degli animali proibiti è ampia e include alcuni esemplari che, un tempo, venivano venduti senza troppe restrizioni. Oltre ai pappagalli sudamericani, minacciati dalla deforestazione e dal commercio illegale, troviamo i lemuri del Madagascar, i suricati, alcune specie di pipistrelli, il serval africano e altri grandi felini come tigri ed elefanti. L’obiettivo di queste restrizioni è duplice. Proteggere la biodiversità e garantire che gli animali non vengano strappati al loro habitat naturale solo per soddisfare il desiderio di chi li considera “da compagnia”.
Super multe ma anche arresto
La vicenda di San Marino mette in luce una verità scomoda: la fascinazione per gli animali esotici a volte prevale sulla responsabilità, e il risultato può essere pericoloso. Il giovane proprietario, seppur attratto da queste creature, ha sottovalutato il rischio e si è trovato due volte tra la vita e la morte. Il commercio illegale di specie esotiche continua a rappresentare un problema, e le leggi attuali cercano di contrastarlo. Chi non rispetta le norme rischia multe salate, fino a 150.000 euro, e nei casi più gravi anche l’arresto. Ma oltre alle conseguenze legali, è il rispetto per la natura che dovrebbe guidare le scelte di chi vorrebbe convivere con animali selvatici. Oltre la passione serve più consapevolezza e senso civico…
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Storie vere
Clausura a luci rosse: suora beccata online, la badessa la richiama e finisce rimossa
Una suora sorpresa su siti erotici, una badessa che invita alla castità, una lettera anonima al Vaticano e dodici religiose in fuga. A Vittorio Veneto le suore di clausura si sono divise tra obbedienza e ribellione, tra convento e villa segreta. Ma il convento, ora, non è più lo stesso.

C’era una volta un convento silenzioso, raccolto tra le colline venete, dove dodici monache di clausura vivevano nella quiete, tra litanie e rosari. Fino a quando il diavolo — o forse solo la connessione internet — non ci mise la coda. E a Vittorio Veneto scoppiò il finimondo tra le suore.
A raccontare l’ultima novena della discordia è una delle religiose fuggite: «Una delle consorelle era stata scoperta dalla badessa Aline su siti erotici. L’aveva invitata con delicatezza a rispettare il voto di castità. Ma da lì — guarda un po’ — è partita la lettera anonima al Papa», spiega oggi, con voce non proprio da confessionale.
La famosa missiva, indirizzata a Papa Francesco e firmata da quattro sorelle, accusava suor Aline di autoritarismo e gestione dispotica. Peccato che, secondo la versione delle “fuggiasche”, la questione sarebbe iniziata per tutt’altri motivi. Ovvero, per la voglia repressa di una sorella un po’ troppo curiosa.
Suor Aline, per molti un punto di riferimento spirituale e disciplinare, è stata rimossa dal Vaticano dopo l’esplosione del caso. Al suo posto è arrivata suor Martha Driscoll. Ma a quel punto, il clima dentro il convento era già da apocalisse: tensioni, ispezioni, sguardi storti nei corridoi e, dicono, pure qualche porta sbattuta più forte del dovuto.
Così, dodici suore hanno preso il velo (metaforicamente) e se ne sono andate. Ora vivono in una villa segreta, donata da un benefattore devoto e, immaginiamo, discretamente incuriosito. Temono “ritorsioni”, dicono. Non si sa da chi, ma si sa che preferiscono mantenere l’anonimato, anche se ormai — nel paese — il convento è diventato la nuova telenovela del dopomessa.
«Invece di affrontare le criticità, è stata rimossa la badessa. E tutti i soldi sono rimasti nel monastero», raccontano. Le suore in fuga vivono oggi con uno stipendio, una pensione e qualche offerta della comunità. Ma la vera eredità, quella che arde tra incensi e pettegolezzi, è un convento spaccato in due.
Una sola certezza rimane: anche tra le mura della clausura, le passioni umane battono più forte del silenzio. E dove non arrivano gli spiriti santi, arriva la fibra ottica.
Storie vere
Otto anni per adottare il figlio di sua sorella vittima di femminicidio
Dopo il femminicidio di Tiziana Rizzi, suo fratello Damiano ha combattuto per anni per poter crescere suo nipote. Una storia di dolore, resistenza e amore che va oltre ogni sentenza.

Damiano Rizzi non avrebbe mai immaginato che il 9 luglio 2013 sarebbe diventata la data che avrebbe diviso in due la sua vita. Fino a quel giorno, il suo impegno era dedicato a salvare vite lontane, attraverso il lavoro con la Fondazione Soleterre. Ma quel giorno, mentre si trovava a Roma, una telefonata di sua madre ha cambiato tutto. Sua sorella Tiziana, 36 anni, era stata uccisa dal marito. Un femminicidio che ha strappato via non solo una vita, ma anche una madre, lasciando un bambino senza nessuno.
La morte della sorella un dolore devastante, ma Damiano non si è fermato
La sua missione è diventata proteggere e crescere il figlio di Tiziana, quel bambino che improvvisamente non aveva più punti di riferimento. Inizia così una battaglia lunga otto anni, un percorso tortuoso che lo ha portato a diventare suo padre adottivo, dopo aver affrontato ostacoli burocratici, tribunali e una realtà che sembrava non voler riconoscere il suo impegno.
Una mattina come tante
La mattina del 9 luglio Tiziana aveva attaccato un post-it sul frigorifero, un piccolo promemoria per preparare il latte per la colazione. Ma quella colazione non ci sarebbe mai stata. Damiano ha dovuto combattere per otto anni, chiedendo al tribunale di Pavia di riconoscere il suo diritto a crescere suo nipote. “Sono diventato tutore chiedendo per favore al presidente del tribunale, dopo che per anni nessuno muoveva mezzo dito”, racconta. Alla fine, ha ottenuto la sentenza di adozione, ma si è reso conto che essere genitore è molto più di un pezzo di carta. “Si è padri e madri quando si è capaci di far diventare grande qualcosa di piccolo”, dice Damiano. Un concetto che va oltre le leggi, oltre la burocrazia. Essere padre per lui è stato l’unico modo per ricostruire un senso dopo la tragedia, per trasformare il dolore in qualcosa di concreto, in amore, protezione, futuro.
Storie vere
La vera storia del “maravigghiusu” Frank Lentini, l’uomo con tre gambe
La straordinaria storia di Frank Lentini, nato in Sicilia con tre gambe e diventato una star dei freak show in America. Una biografia affascinante di resilienza e successo.

Nato in Sicilia con tre gambe e diventato ricco in America ecco la vera storia del “maravigghiusu“ Frank Lentini, “Una rockstar prima che esistessero le rockstar“. Frank Lentini, nato Francesco Lentini il 18 maggio 1889 a Rosolini, Sicilia, è una figura straordinaria che ha vissuto una vita incredibile. Nato con tre gambe, quattro piedi, sedici dita e due genitali, Lentini ha affrontato una realtà difficile nella Sicilia di fine Ottocento, dove la sua condizione avrebbe potuto condannarlo a una vita di vergogna e miseria.
Dalla Sicilia ai Freak Show Americani
Lentini emigrò negli Stati Uniti, dove diventò una star dei freak show, spettacoli che presentavano persone con caratteristiche fisiche fuori dal comune. Si esibì in famosi circhi come il Barnum, accanto a figure come l’uomo elefante, la donna barbuta e l’uomo più alto del mondo, John Aasen. Lentini, però, si distinse rapidamente, trasformando quella che molti consideravano una “mostruosità” in una carriera di successo.

Una biografia affascinante
La vita di Frank Lentini è stata ricostruita nel libro Storia incredibile dell’uomo con tre gambe da Alberto Giuffrè, giornalista di Sky TG24. Giuffrè racconta come Lentini sia diventato “una rockstar prima che esistessero le rockstar“, riuscendo a trasformare la sua condizione fisica in un’opportunità di riscatto. La biografia è stata scritta durante il lockdown, quando Giuffrè si è imbattuto in un articolo su Lentini e ha deciso di approfondire la sua storia.
La vita in America e l’eredità di Lentini
Lentini sbarcò negli Stati Uniti grazie a un impresario siciliano che convinse i suoi genitori, Natale e Giovanna, a portarlo a Boston per esibirsi nei circhi. Riuscì a capitalizzare sulla sua unicità con intelligenza e talento, diventando ricco e fondando una propria compagnia di spettacolo. Era noto per i suoi monologhi ironici, come: “Mia madre non ha dato alla luce due figli. Più di uno, ma non due“.
La famiglia e l’orgoglio di Frank
Lentini ebbe quattro figli con l’attrice Theresa Murray. Durante la Seconda Guerra Mondiale, due dei suoi figli combatterono contro le forze dell’Asse in Nord Africa. Uno di loro, Natale, scrisse dal fronte raccontando delle sue esperienze e delle ferite subite, mentre l’altro, James, fu destinato a combattere in Sicilia.
La fine di una vita straordinaria
Frank Lentini continuò a lavorare nei circhi fino alla sua morte a 77 anni nel Tennessee, mentre era in tour con il Cliff Wilson Show. La sua storia, ora immortalata nel libro di Giuffrè, è un esempio di resilienza e di ingegno. Dimostra molte cose soprattutto come si possa trasformare una difficoltà in un’opportunità di successo.
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