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Storie vere

La vera storia del “maravigghiusu” Frank Lentini, l’uomo con tre gambe

La straordinaria storia di Frank Lentini, nato in Sicilia con tre gambe e diventato una star dei freak show in America. Una biografia affascinante di resilienza e successo.

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    Nato in Sicilia con tre gambe e diventato ricco in America ecco la vera storia del “maravigghiusu Frank Lentini, “Una rockstar prima che esistessero le rockstar“.

    Frank Lentini, nato Francesco Lentini il 18 maggio 1889 a Rosolini, Sicilia, è una figura straordinaria che ha vissuto una vita incredibile. Nato con tre gambe, quattro piedi, sedici dita e due genitali, Lentini ha affrontato una realtà difficile nella Sicilia di fine Ottocento, dove la sua condizione avrebbe potuto condannarlo a una vita di vergogna e miseria.

    Dalla Sicilia ai Freak Show Americani

    Lentini emigrò negli Stati Uniti, dove diventò una star dei freak show, spettacoli che presentavano persone con caratteristiche fisiche fuori dal comune. Si esibì in famosi circhi come il Barnum, accanto a figure come l’uomo elefante, la donna barbuta e l’uomo più alto del mondo, John Aasen. Lentini, però, si distinse rapidamente, trasformando quella che molti consideravano una “mostruosità” in una carriera di successo.

    Una biografia affascinante

    La vita di Frank Lentini è stata ricostruita nel libro Storia incredibile dell’uomo con tre gambe da Alberto Giuffrè, giornalista di Sky TG24. Giuffrè racconta come Lentini sia diventato “una rockstar prima che esistessero le rockstar, riuscendo a trasformare la sua condizione fisica in un’opportunità di riscatto. La biografia è stata scritta durante il lockdown, quando Giuffrè si è imbattuto in un articolo su Lentini e ha deciso di approfondire la sua storia.

    La vita in America e l’eredità di Lentini

    Lentini sbarcò negli Stati Uniti grazie a un impresario siciliano che convinse i suoi genitori, Natale e Giovanna, a portarlo a Boston per esibirsi nei circhi. Riuscì a capitalizzare sulla sua unicità con intelligenza e talento, diventando ricco e fondando una propria compagnia di spettacolo. Era noto per i suoi monologhi ironici, come: “Mia madre non ha dato alla luce due figli. Più di uno, ma non due“.

    La famiglia e l’orgoglio di Frank

    Lentini ebbe quattro figli con l’attrice Theresa Murray. Durante la Seconda Guerra Mondiale, due dei suoi figli combatterono contro le forze dell’Asse in Nord Africa. Uno di loro, Natale, scrisse dal fronte raccontando delle sue esperienze e delle ferite subite, mentre l’altro, James, fu destinato a combattere in Sicilia.

    La fine di una vita straordinaria

    Frank Lentini continuò a lavorare nei circhi fino alla sua morte a 77 anni nel Tennessee, mentre era in tour con il Cliff Wilson Show. La sua storia, ora immortalata nel libro di Giuffrè, è un esempio di resilienza e di ingegno. Dimostra molte cose soprattutto come si possa trasformare una difficoltà in un’opportunità di successo.

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      Affitti impossibili a Bologna: in troppi costretti a vivere in strada pur avendo un lavoro

      A Bologna non si trovano più case in affitto con canoni accessibili anche per chi ha un lavoro ben retribuito.

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        L’emergenza abitativa non riguarda solo Bologna, è chiaro. Ma queste due storie arrivano proprio dalla città degli Asinelli dove il caro affitti non risparmia più nessuno. Anche persone che hanno un lavoro fisso e regolare o addirittura piccoli imprenditori che rischiano ogni giorno in proprio e sono coinvolti in questa piaga sociale. Un fenomeno che sta assumendo contorni sempre più drammatici, e coinvolge anche lavoratori che pagano contributi e ricevono uno stipendio regolare. Storie di camerieri e gestori di locali che, pur avendo uno stipendio tra i 1.000 e i 1.500 euro netti mensili, non riescono a trovare un alloggio, e sono costretti a dormire per strada o nei locali in cui essi stessi lavorano.

        Dopo il lavoro dorme in sacco a pelo sotto i portici

        Matheo Tim, cameriere di 29 anni, originario del Belgio, è uno di loro. Arrivato a Bologna ad agosto, vive per strada perché non trova una stanza a prezzi accessibili. Dopo il lavoro in un’hamburgheria del centro, si rifugia in un sacco a pelo, spesso lavandosi nelle docce di una palestra. Nonostante la sua esperienza in varie città del mondo, definisce Bologna “spaventosa” per la difficoltà di trovare una casa.

        A Bologna esiste un’emergenza abitativa e una crisi sociale preoccupante

        Non molto diversa è la situazione di Marguerite El Mbimbey, 36 anni, vice-direttrice di una catena di birrerie. Trasferitasi da Torino a Bologna, si è ritrovata a dormire nel suo locale per mesi. Pur guadagnando 1.500 euro al mese, non può permettersi una stanza, trovandosi costretta a valutare soluzioni costose e inadeguate. La sua esperienza è stata deludente: pochi spazi accessibili, vita notturna limitata e abitazioni vecchie e mal mantenute.

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          Da Wall Street ai Leoni di San Marco: Mr. Duncan il presidente che tifa dalla curva Sud

          Da Wall Street al Venezia calcio: ecco il presidente che segue la partita in curva Sud con gli ultrà più tenaci.

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            Duncan Niederauer, ex presidente della Borsa di New York, ha abbandonato Wall Street per la passione calcistica. E’ diventato presidente del Venezia FC nel 2020. Da allora, ha guidato la squadra a due promozioni in Serie A in cinque anni, senza mai promettere la luna, ma prendendosi la responsabilità degli errori. Ciò che rende unico Niederauer è il suo stile da tifoso.

            Il presidente tifa in curva Sud

            Il presidente, infatti, non ama la tribuna d’onore, ma preferisce vivere le partite in curva Sud, tra gli ultras, birra in mano e maglietta della squadra. Un uomo d’affari che si è tuffato letteralmente nella passione per il calcio, con un gesto simbolico durante i play-off contro il Cittadella nel 2021. In quell’occasione Duncan si tuffò nelle acque della laguna vicino allo stadio Pier Luigi Penzo, – il secondo stadio più antico d’Italia e fra i più particolari al mondo, visto il suo affaccio sulla laguna – e conquistò l’intera tifoseria.

            Arrivate nuove risorse economiche calcistiche

            Nonostante le difficoltà economiche che hanno richiesto l’arrivo di nuovi soci e risorse, tra cui l’ingresso del rapper Drake come partner tecnico grazie alla collaborazione con Brad Katsuyama, il presidente ha mantenuto il focus sul progetto. Ha costruito una squadra che, con l’aiuto di Eusebio Di Francesco come allenatore e il bomber finlandese Joel Pohjanpalo, si è aggrappata alla Serie A dove cerca di rimanerci il più possibile.

            Dalle fibrillazioni di Wall Street alle emozioni della curva Sud

            Niederauer ha mostrato come business e passione possano convivere. Lui che ha gestito le fibrillazioni di Wall Street ora si emoziona per i cori e le vittorie del Venezia, vivendo la città e la squadra come un vero veneziano. Anche gli sponsor della squadra sono un mix unico, come lo storico Cynar Spritz, che rappresenta il legame tra la tradizione locale e il mondo globale di cui Duncan è parte.

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              Storie vere

              Il microchip ha salvato il gatto Shoto, misteriosamente lontano da casa a 3000 km di distanza

              Un gatto texano ritrova la sua famiglia dopo 2 anni ad una distanza di oltre 3.000 km. Grazie al microchip il felino è stato ritrovato e riconosciuto, con enorme felicità da parte dei proprietari.

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                Un vecchio proverbio popolare sostiene che i gatti abbiano 7 vite. Se la cosa fosse vera – anche se sappiamo tutti che non lo è – il felino texano Shoto ne ha sicuramente spesa una in un’avventura ai limiti del credibile. La ragione per cui i gatti sembrano in grado di sopravvivere a situazioni pericolose è legata alla loro agilità e alla loro capacità di cadere sempre in piedi grazie alla flessibilità della loro colonna vertebrale.

                Senza sue notizie da ben due anni

                I proprietari del gatto protagonista di questa storia lo avevano perso più di due anni fa, in un freddo giorno di gennaio. I loro sforzi per ritrovare il proprio pelosetto si erano rivelati del tutto inutili e la preoccupazione di saperlo fuori casa, da solo con quelle temperature così fredde aveva fatto loro stringere il cuore. Le speranze di ritrovarlo si stavano via via spegnendo, dopo tante ricerche nessun successo… finché non hanno ricevuto una telefonata che, inaspettatamente, ha riacceso quella fiamma.

                Il chip col quale si è risalito ai proprietari

                Shoto era stato ritrovato e riconosciuto grazie al suo microchip. A quel punto è iniziato il viaggio dei proprietari per percorrere migliaia di km e riportarlo a casa. Ventisei ore di trasferta per ricongiungersi con l’amato felino.

                Sui social la storia del ritrovamento di Shoto

                Sui social la notizia è stata data in questo modo

                «Più di due anni fa, a Karla e alla sua famiglia è accaduto l’impensabile quando il loro amato gatto Shoto è uscito di casa ed è scomparso durante un’ondata di freddo particolarmente intensa a gennaio. Shoto era il primo gatto di questa famiglia e, nonostante i loro sforzi, non è mai stato trovato. Sentivano terribilmente la sua mancanza ». Così scrive il rifugio Dakin di Springfield, in Massachusetts, sui loro account social. E’ qui che uno sconosciuto ha consegnato il micio, dopo averlo trovato.

                Arrivato al rifugio in uno stato precario

                L’animale all’arrivo appariva molto magro e in cerca di cure. Lo staff lo ha preso subito con sé e lo ha rimesso in forma. Controllando il suo microchip, si è messo in contatto con i proprietari. E pensare che i proprietari, vedendo arrivare una chiamata con il prefisso del Massachusetts, avevano inizialmente pensato si trattasse di telemarketing e inizialmente non volevano neanche rispondere…

                Un viaggio lunghissimo per riportalo a casa

                L’iniziale ritrosia fortunatamente è stata vinta, permettendo di ricevere la bellissima ed assolutamente insperata notizia: Shoto era stato ritrovato. Immediatamente Karla ha pianificato il lungo viaggio per recuperarlo: un viaggio di 26 ore e oltre 3mila chilometri da macinare. Ma nessuna distanza poteva certo mettersi fra lei e il suo amato gatto di casa. Nessuno, a parte Shoto, potrà mai sapere come l’animale sia arrivato fino in Massachusetts, chi abbia incontrato lungo il suo peregrinare e con quali esperienze abbia dovuto confrontarsi per sopravvivere. Due anni che rappresenteranno per sempre il suo segreto.

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