Connect with us

Gossip

Fedez si confessa: “In una casa da 15 milioni stavo male, ho pensato al suicidio”

Dopo il successo a Sanremo, Fedez si apre come mai prima d’ora: il dolore provato nell’attico coniugale, i ricoveri continui, l’uso di psicofarmaci e il tentativo di togliersi la vita. “Lasciare quella casa è stato fondamentale per riprendermi”.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Fedez non si nasconde più. Dopo il successo raccolto a Sanremo 2025, il rapper si racconta senza filtri nel documentario 7 giorni con Fedez, realizzato dallo youtuber Alessandro Della Giusta. Un ritratto intimo che svela il lato più fragile di Federico Lucia, dalla fine del matrimonio con Chiara Ferragni ai problemi di salute, fino ai momenti più oscuri della sua esistenza.

    “Vivevo in un attico da 15 milioni di euro e stavo male, sia fisicamente che mentalmente”, racconta Fedez, spiegando come il lusso sfrenato della casa coniugale non sia riuscito a colmare il vuoto interiore che lo stava divorando. L’artista confessa di aver toccato il fondo, affrontando due tentativi di suicidio. “Sono contento di non esserci riuscito, soprattutto per i miei figli. In quei momenti non ragioni, è un gesto d’impeto e di esasperazione”.

    Il rapper ha attraversato un vortice di sofferenza negli ultimi tre anni: la scoperta del tumore al pancreas, l’operazione d’urgenza, la separazione da Chiara Ferragni e una spirale di psicofarmaci assunti per tentare di reggere il peso di tutto. Ma invece di migliorare la situazione, il suo corpo ha iniziato a cedere. “Nel giro di tre anni ho avuto un tumore, mi sono separato, ho assunto 5-6 psicofarmaci insieme e ho avuto due emorragie interne. Finivo in ospedale 3-4 volte al mese”.

    Una nuova consapevolezza

    Oggi Fedez parla con lucidità di quel periodo e ammette che il cambiamento di ambiente è stato fondamentale per riprendere in mano la sua vita. “Mi sono reso conto che quel posto non era più il mio, il mio corpo stesso mi stava abbandonando”. L’attico milionario condiviso con la Ferragni e i figli Leone e Vittoria era diventato il simbolo di un dolore insostenibile.

    Lasciare quella casa ha significato per lui ritrovare un equilibrio, ricostruire una quotidianità lontano dai riflettori e dalla pressione mediatica che lo ha travolto negli ultimi mesi. “Il mio malessere mi ha portato a riflettere profondamente sulla mia vita e sulle scelte fatte negli ultimi anni”.

    Verso un nuovo capitolo?

    Il rapper non nasconde le difficoltà, ma sembra aver trovato una nuova consapevolezza. Dopo anni di eccessi, di pressione e di un matrimonio che ha fatto sognare (e discutere) l’Italia intera, Fedez si sta lentamente ricostruendo. La musica, la famiglia, la consapevolezza di ciò che è davvero importante: questo il nuovo punto di partenza per Federico Lucia.

    E se il passato continua a pesare come un macigno, il rapper sembra pronto a lasciarselo alle spalle.

    4o

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Gossip

      Belen lancia la maschera vulvare a forma di farfallina: “Anche quella va idratata” (e il web esplode)

      Si chiama “Mia Libre” ed è l’ultima trovata della Rodriguez per prendersi cura delle parti intime. Una maschera vulvare, a forma di farfalla, che si applica là dove non batte il sole. Il video di lancio ha fatto il pieno di commenti: tra ironia, entusiasmo e doppi sensi, l’estate beauty non è mai stata così bollente

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        «Ti sembrerà troppo. È esattamente il punto». Belen Rodriguez non ha bisogno di mezze misure: per lanciare la sua nuova maschera vulvare, parte subito col botto. E infatti il web è esploso. La maschera si chiama “Mia Libre”, è a forma di farfalla (ma dai?) e si applica sulla zona vulvare per quindici minuti. Promette idratazione, freschezza e uno svecchiamento “lì sotto” che – parole sue – “tutte meritano”.

        Il video di lancio, postato su Instagram sia dalla showgirl sia dal marchio Rebeya, la mostra mentre spiega con serietà chirurgica i benefici della maschera per la “parte più dimenticata del corpo femminile”. Una zona che, secondo Belen, “va curata tanto quanto curiamo il viso”. Tradotto: anche la farfallina vuole la sua dose di collagene, acido ialuronico e postbiotici Skinbac. E poco importa se qualcuno storce il naso: il prezzo è democratico (20 euro a maschera) e il trattamento è raccomandato tre volte a settimana. Altro che scrub.

        Il popolo dei social, ovviamente, si è scatenato. Tra chi scrive “finalmente qualcuno che dice le cose come stanno” e chi commenta “quindi da farfalla torna a crisalide?”, il dibattito si fa rovente. Una follower chiede: “Ma le babbione possono usarla o serve il permesso della ginecologa?”. Un’altra giura: “La provo e poi vi aggiorno, magari la mia pussy ringiovanisce più di me”.

        Belen, intanto, sorride e incassa. La missione è compiuta: si parla di lei ovunque, la maschera è sold out nel primo giorno e Rebeya vola nei trend. In fondo, l’ha sempre detto: se c’è da provocare, meglio farlo bene. E con stile. Anche se si tratta di skincare… molto intimo.

          Continua a leggere

          Interviste

          Ema Stokholma: «Mia madre mi picchiava, mio padre spariva per anni. Ora sogno solo tranquillità»

          «Sono al quarantesimo trasloco, ho venduto il mio primo quadro a cinquemila euro, sogno una casa silenziosa e niente figli. Ma ho la mia famiglia stile Friends, e va bene così». Ema Stokholma, nome d’arte di Morwenn Moguerou, si racconta con sincerità assoluta: «Papà diceva: torno lunedì. Poi spariva per quattro anni».

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Morwenn Moguerou si sente ancora Morwenn, anche se dal 2009 tutti la chiamano Ema Stokholma. «Capisco che si debba semplificare. Quindi Ema va bene», ammette con leggerezza. La voce di Radio2, vincitrice del Premio Bancarella con Per il mio bene, DJ, pittrice e ora anche poetessa in erba, ha alle spalle una storia dura, ma non rinnega nulla: «Sono una donna che lavora. E che fa cose bellissime. Approfitto del fatto che me le lascino fare».

            Nel memoir ha raccontato la violenza subita da bambina. «Il primo ricordo brutto? Quando mia madre mi picchiò in auto, avevo quattro anni». Ma anche tra quelle ombre, qualche luce: «I ricordi belli sono quelli a scuola. Era bellissimo vivere una vita normale. In mensa finivo sempre i piatti degli altri: ero affamatissima».

            Anche oggi, ammette, l’appetito è collegato all’umore. «Forse rifiutavo tutto quello che arrivava da lei, sto ancora cercando di capirlo». Ma chiarisce subito: «Io non sono mai giù di corda. Magari mi arrabbio, ma mi passa dopo dieci minuti. E poi, non so resistere alle chips!».

            La figura del padre è un’altra ferita aperta. «Persino mio padre mi diceva “ci vediamo lunedì”, e poi ricompariva dopo quattro anni… Ogni tanto mi manda un messaggio, ma è tutto lì». Più saldo il legame con il fratello Gwendal: «Ci vediamo 5-6 volte l’anno, l’ultima volta un mese fa a Parigi. I proventi del libro li divido con lui: è la mia storia, ma anche la sua».

            Nel libro si parla anche di Stéphane, il libraio che le salvò la vita quando la madre la spinse a buttarsi nel fiume. «Avevo 9 anni. Quando sono tornata a Romans-sur-Isère, il negozio era lì, ma lui no. In vetrina c’era ancora lo stesso poster». E un amico le ha regalato un tappeto con la stampa delle iniziali sue e del fratello, un ricordo di un gesto, raro, affettuoso della madre.

            Il giudizio materno sul sesso è stato pesante: «Mi colpevolizzava su cose che non capivo nemmeno. Come ho fatto a vivere la sessualità in modo positivo? E chi dice che io la viva in modo positivo?». Eppure, la femminilità non l’ha mai rifiutata. Ha fatto la modella per Fendi, Valentino, Versace. «Ma è un mestiere noioso, dove devi mostrare tutto fuori. Io ho tutto dentro».

            La conquista più grande, oggi, è l’indipendenza. «La mia libertà è la cosa a cui tengo di più». E non sogna figli: «Non ho mai desiderato essere madre. Non sono cresciuta con il mito della famiglia da Mulino Bianco. Forse è l’unica cosa per cui ringrazio mia madre».

            Eppure, con le figlie del suo ex compagno ha creato un legame vero. «È stata una bellissima esperienza. Spero che sappiano di poter sempre contare su di me».

            Amicizie solide, progetti d’arte, analisi costante («Dal 2012 non ho mai smesso di lavorare su di me»), e una mostra su Marina Abramović vista a Londra: «Una delle artiste più importanti viventi. Mi ha invitata a Capri. Non potevo crederci».

            I quadri li vende da sé: «Gino Castaldo mi ha detto: non aspettare una galleria, fai da sola. L’ultimo l’ho venduto a cinquemila euro. I miei amici li parcheggiano a casa loro finché non li vendo: a casa mia non ci stanno più».

            Anche Andrea Delogu è una presenza centrale nella sua vita: «Lei è la boss. Decide tutto. Ma soprattutto, ha una cosa rara: la comprensione». E poi c’è Luca Barbarossa, «una figura importante», e Mirko Nazzaro, che le ha fatto scoprire Abramović. Quando è felice? «Quando ho venduto il mio primo quadro. E quando ho vinto il Bancarella: una compensazione assurda, in eccesso. Forse è la legge del karma».

            Oggi sogna una casa silenziosa, magari fuori città. Ma intanto è al quarantesimo trasloco. «Sì, quaranta. Se contiamo anche la ristrutturazione. Ma non è ancora la mia casa definitiva. La mia natura è spostarmi». E nel frattempo, continua a togliere lentamente i tatuaggi: «È doloroso. Ma penso di aver già sofferto abbastanza».

              Continua a leggere

              Gossip

              Elodie e Marracash: perché si torna a parlare di loro dopo le voci di crisi con Andrea Iannone

              Le voci su una possibile crisi tra Elodie e Andrea Iannone riaccendono l’attenzione sul legame profondo con Marracash. Galeotta una canzone: “Niente canzoni d’amore”, eseguita da entrambi a pochi giorni di distanza. Coincidenza o messaggio nascosto?

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                «Nessuno sarà mai alla sua altezza». Bastò questa frase, detta da Elodie nel 2022 parlando di Marracash, per rendere chiaro a tutti che certi amori, anche se finiti, restano incollati alla pelle. E oggi, dopo voci sempre più insistenti di una crisi tra la cantante e il suo attuale compagno Andrea Iannone, il passato torna a far rumore.

                I segnali? Sottili, ma abbastanza per far volare l’immaginazione dei fan. L’8 giugno, durante il concerto a San Siro, Elodie ha cantato “Niente canzoni d’amore”, brano di Marracash del 2015 che lei stessa aveva già reinterpretato nel 2020, quando erano una coppia. Un gesto che per molti è suonato come un messaggio in codice. Non è passata inosservata nemmeno la decisione del rapper di inserire lo stesso brano nella sua scaletta appena due settimane dopo, il 25 giugno. Coincidenze? Forse. Ma l’effetto nostalgia è garantito.

                Nel frattempo, i riflettori si accendono su Elodie e Iannone, insieme da tre anni ma apparentemente distanti. Dopo la loro ultima apparizione pubblica — sempre al concerto di San Siro — il pilota è sparito dai radar social della cantante, e viceversa. Niente foto insieme, niente like reciproci, e nessun commento pubblico.

                A soffiare sul fuoco ci ha pensato Deianira Marzano, che ha rivelato via social: «Pare che lui abbia scoperto alcuni messaggi di lei, ma non si sono lasciati». Il condizionale è d’obbligo, ma l’assenza di smentite da parte dei diretti interessati alimenta i sospetti.

                C’è chi crede sia solo una fase, chi ipotizza un riavvicinamento con Marracash. In fondo, la loro storia ha avuto un impatto fortissimo anche sul piano artistico: è attraverso le canzoni che Elodie e il “King della Barona” hanno raccontato il loro amore. Ed è forse proprio lì, nella musica, che oggi qualcosa continua a vibrare. Anche se — almeno ufficialmente — non lo dicono.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù