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La notte segreta della regina Elisabetta tra la folla in festa: “Una delle più memorabili della mia vita”

Londra, 8 maggio 1945. La guerra è finita. E tra le migliaia di cittadini che affollano le strade in un’esplosione di gioia, ci sono due ragazze in uniforme militare. Una ha diciannove anni, l’altra quattordici. Nessuno sa chi siano. Nessuno immagina che, tra i cori, le bandiere e i balli improvvisati, ci siano anche le figlie del re. Una di loro, pochi anni dopo, sarà la regina più longeva della storia britannica.

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    Ottant’anni sono passati dal VE Day, il giorno della vittoria in Europa, quando gli Alleati sconfissero la Germania nazista e la Seconda guerra mondiale giunse al termine sul fronte occidentale. Era il tramonto dell’orrore e l’alba della speranza. E per Elisabetta II, che all’epoca era ancora una giovane principessa, quella fu una notte speciale, unica, irripetibile.

    È stata lei stessa a raccontarla, molti anni dopo, in una registrazione per la BBC del 1985: «Eravamo terrorizzate all’idea di essere riconosciute», ricordò con un sorriso nostalgico. Invece di restare a palazzo, lei e la sorella Margaret, figlie di re Giorgio VI e della regina madre, decisero di vivere da vicino la gioia della gente. Camminarono tra i londinesi, protette solo da uniformi militari e da un cappello calato sugli occhi. Nessun servizio fotografico, nessuna telecamera: solo il ricordo indelebile di una notte vissuta tra le braccia del popolo.

    «Ci mischiammo a una folla che cantava, ballava, piangeva di felicità», raccontava Elisabetta. E poi una scena che oggi suona quasi irreale: «Acclamammo il Re e la Regina dal balcone di Buckingham Palace… e poi tornammo tra la folla. Camminammo per chilometri lungo Whitehall, tenendoci per mano con perfetti sconosciuti. Tutti travolti da un’unica emozione: la felicità di essere ancora vivi».

    Il momento fu così importante per la futura sovrana che, nel 2020 — in piena pandemia — volle ricordarlo durante il discorso al Paese per il 75° anniversario del VE Day. Un discorso pronunciato con voce ferma, mentre il Regno Unito affrontava un altro nemico, invisibile e subdolo, chiamato Covid-19. «Le prospettive sembravano cupe, l’esito incerto», disse quella sera. «Ma continuammo a credere nella nostra causa. Mai arrendersi, mai disperare: questo fu il messaggio del VE Day».

    Una notte diventata leggenda

    Quella “fuga reale” nella notte londinese è entrata nel mito. Nessuna immagine, nessuna prova tangibile, ma decine di testimoni che anni dopo raccontarono di aver ballato con due ufficiali “molto giovani”, ignari di avere accanto due principesse.

    E non sorprende che questa pagina così umana, così straordinariamente semplice, sia stata anche raccontata nella sesta stagione di “The Crown”, la serie Netflix sulla famiglia reale britannica. In quella puntata, le attrici Viola Prettejohn e Beau Gadsdon, nei panni di Elizabeth e Margaret, si muovono tra i lampioni e le musiche della Londra del ’45, tra champagne clandestino e passi incerti, restituendo al pubblico il senso autentico di quella notte: una principessa che, per una sera, voleva essere soltanto una ragazza.

    Un piccolo episodio, eppure capace di restituire una delle qualità più rare della defunta sovrana: la discrezione. Perché Elisabetta non ha mai fatto di quella storia un motivo di autocelebrazione. Non si è mai vantata, non ha mai preteso che diventasse parte del suo mito. L’ha raccontata come si racconta una nostalgia privata, un frammento di libertà incastonato in un destino già scritto.

    Il simbolo di un’epoca

    Oggi, mentre il Regno Unito celebra l’80° anniversario del VE Day, la memoria di quella notte prende un valore diverso. Non è solo l’aneddoto curioso di una regina “in incognito”, ma il simbolo di un tempo in cui la famiglia reale cercava — davvero — di essere vicina al popolo. Un gesto piccolo ma potente, che seppe unire monarchia e cittadinanza in un’unica emozione collettiva.

    E proprio in quell’intreccio, forse, va cercata una delle chiavi del lunghissimo regno di Elisabetta II. Quella notte di maggio, tra brindisi improvvisati e marce di soldati ormai liberi, non era ancora una sovrana. Ma già allora sapeva ascoltare il suo popolo.

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      Reali

      William e Harry, addio da fratelli: “Non sarà invitato all’incoronazione”

      Dopo anni di frecciate, accuse e silenzi, il rapporto tra William e Harry sembra davvero finito. Nessun invito previsto all’incoronazione del futuro re. E nessun passo indietro, da nessuna delle due parti.

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        Quando erano piccoli, i due principini William e Harry camminavano insieme dietro al feretro di Diana, uniti da un dolore che sembrava indissolubile. Oggi, quel legame sembra spezzato per sempre. Secondo fonti di corte riportate da Page Six, Harry potrebbe addirittura non essere invitato all’incoronazione del fratello. Niente cerimonie, niente riabbracci simbolici, nessuna riconciliazione in diretta mondiale. Solo assenza. Silenzio. E rancore.

        A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato proprio il Duca di Sussex, in una delle sue ultime interviste alla BBC. “Non posso immaginare un mondo in cui riporterei mia moglie e i miei figli nel Regno Unito in queste condizioni”, ha dichiarato con tono tagliente, alludendo alla revoca della protezione statale per la sua famiglia. Il tema della sicurezza è diventato il suo chiodo fisso: senza guardie armate, Harry non si muove. Neanche per la corona.

        E poi c’è Spare, il libro-bomba in cui il secondogenito di Carlo ha messo nero su bianco rancori, invidie e persino scazzottate tra fratelli. Un memoir terapeutico per lui, un colpo al cuore (e all’immagine pubblica) per la famiglia reale. Da allora, i rapporti si sono ulteriormente incrinati. Secondo chi frequenta i corridoi di Kensington Palace, William non parla con Harry da quasi due anni. E non ha intenzione di ricucire.

        “Credo che sia finita”, ha detto una fonte a Page Six, con quella drammaticità sobria che piace tanto agli inglesi. “Non credo ci sia un ritorno da tutto questo”.

        Eppure, almeno su un punto William sembra deciso a mantenere una certa dignità istituzionale: non revocherà i titoli nobiliari al fratello né a Meghan Markle. “Sarebbe solo un gesto inutile”, ha dichiarato il biografo reale Hugo Vickers, sottolineando come quei titoli, ormai, abbiano perso qualunque valore reale. “Nessuno li considera più davvero membri della famiglia. Sono dei nobili solo sulla carta”.

        Harry, da parte sua, continua a oscillare tra accuse e nostalgie. In una delle sue uscite più recenti ha detto di desiderare una riconciliazione. “La vita è troppo preziosa per continuare a combattere”. Ma è una frase che suona sempre più come un’illusione. Perché ogni volta che tende la mano, l’altra è già pronta a colpire. E viceversa.

        La prossima grande occasione per un riavvicinamento sarebbe stata proprio l’incoronazione del principe William, quando arriverà il momento. Ma ora sembra che l’evento sarà riservato a una cerchia ristretta. E Harry, per la prima volta nella storia recente, potrebbe essere il primo Windsor “escluso” da una cerimonia tanto solenne. Un gesto forte, simbolico, irreversibile.

        Il cerchio si chiude. E sembra che nemmeno la corona riesca più a tenerli uniti. Da fratelli a estranei. Da compagni d’infanzia a nemici pubblici. A Londra c’è chi sussurra che la Regina Elisabetta, se fosse ancora viva, non avrebbe mai permesso tutto questo. Ma con Carlo sul trono e William pronto a succedergli, le regole sono cambiate. E il perdono non è più un dovere. È un’ipotesi remota.

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          Reali

          Harry e la sindrome del divanetto: altra intervista, altro dramma. E Re Carlo s’infuria

          L’ultima confessione pubblica del duca di Sussex rinfocola la soap reale: Harry “perdona” i suoi, piange in salotto e lancia messaggi di pace. Ma a Buckingham Palace c’è chi suggerisce al re di togliergli pure il titolo. E il pubblico inglese, naturalmente, si gode tutto fino all’ultimo lacrimuccia

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            Il principe Harry è tornato. O forse non se n’è mai andato. Inquadrato con lo sguardo da cucciolo abbandonato, seduto su un divanetto bianco che più simbolico non si può, nella solita location californiana che non è mai casa sua, ha rilasciato l’ennesima intervista a cuore aperto alla Bbc. Questa volta — dice — non per attaccare, ma per perdonare. Sì, perdona tutti. E lo dice con la voce rotta e il broncio da enfant terrible pentito: «La vita è breve, non so quanto tempo resta a mio padre». Frase che, ovviamente, ha fatto sobbalzare mezza Inghilterra e tutto il personale di Kensington Palace.

            La reazione del sovrano non si è fatta attendere — almeno tramite “amici del re” rimasti ovviamente anonimi — che al Sun hanno confidato come Re Carlo sia «frustrato e sconvolto». E come biasimarlo: ogni volta che la monarchia tenta un momento di tregua, Harry si presenta con le valigie del risentimento e una troupe della Bbc al seguito.

            Eppure funziona. Mentre la politica annaspa tra batoste laburiste e crisi strutturali, la soap opera di corte conquista ancora una volta la scena. È un’onda emotiva che travolge le prime pagine: non c’è crisi sociale o scandalo politico che regga il confronto con il melodramma Windsor. E anche chi storce il naso, alla fine, resta lì a guardare. Persino il Guardian, solitamente allergico al gossip reale, ha dedicato editoriale, cronaca e retrospettiva a questi cinque anni di solitudine e interviste del principe ribelle.

            Il tabloid Daily Express si è spinto oltre: secondo un sondaggio lampo, il 97% dei lettori vorrebbe che al duca fosse tolto il titolo. “Enough is enough”, scrivono. Ma tanto basta perché Harry torni al centro dell’attenzione e i Sussex ritornino a dettare l’agenda. Sempre con l’aria di chi, pur abitando a Malibu e frequentando Oprah, si sente vittima di una famiglia “fredda, calcolatrice, tentacolare”. Da cui, però, non riesce mai davvero a staccarsi.

            Siamo al paradosso: più Harry predica il distacco, più nega i legami con la Corona, più li rafforza. È un cortocircuito emotivo che il pubblico conosce bene. E ama. Come ricorda Hugh Muir in un editoriale memorabile: «Harry racconta il suo dolore e ti viene da spegnere la tv. Ma chi lo fa davvero?». Nessuno. E non perché il principe sia convincente, ma perché la tragedia dei Windsor è irresistibile. Un feuilleton in tempo reale, con tanto di lacrime, retroscena, ritratti ufficiali, comunicati gelidi da Clarence House e confessionali da salotto.

            Ora il pallino è in mano a re Carlo, che tace ma probabilmente medita. Con un figlio che a ogni apparizione pubblica rilancia il feuilleton familiare e un’opinione pubblica divisa tra empatia e fastidio, anche il più diplomatico dei sovrani si troverebbe spiazzato.

            Harry, da parte sua, giura di voler fare pace. Ma tra “perdoni” televisivi e cause contro l’Home Office per la sicurezza personale, l’idea di un ritorno alla normalità pare fantascienza. Come sempre, la Royal Family resta prigioniera del suo personaggio. E l’Inghilterra, con il telecomando in mano, non si perde nemmeno una puntata.

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              Reali

              Marmellata amara: William, Harry e il gusto della discordia reale

              Il principe William è stufo dei Sussex e del loro uso dei titoli per vendere prodotti. Dalla monarchia alla marmellata, il futuro re ha già pronto il cucchiaino per mescolare il destino di Harry e Meghan.

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                Le tensioni tra il principe William e i Sussex, ovvero Harry e Meghan, continuano a essere al centro delle discussioni di Palazzo. Secondo indiscrezioni, William sarebbe fortemente contrariato dall’atteggiamento del fratello e della cognata, in particolare dall’uso continuo del loro status reale per fini commerciali. Uno dei motivi principali di questa frattura è legato all’utilizzo del titolo HRH (Her Royal Highness) da parte di Meghan, che, secondo alcune fonti, violerebbe l’accordo stipulato con la regina Elisabetta II al momento della loro uscita dalla famiglia reale. Questo accordo prevedeva che i Sussex non avrebbero sfruttato il loro titolo per attività di carattere commerciale.

                Meghan e la sua voglia di fare business

                La situazione è precipitata quando Meghan ha firmato un cestino regalo con il titolo HRH, una mossa che ha riacceso le polemiche e fatto emergere il malcontento di William. Se da un lato re Carlo III sembra essere più tollerante, preferendo evitare uno scontro diretto, William non sembra disposto a lasciar correre. Fonti vicine al principe assicurano che, una volta salito al trono, il futuro re potrebbe revocare definitivamente i titoli di Harry e Meghan, per evitare qualsiasi tipo di abuso legato alla monarchia. Da parte sua, Meghan si è difesa, affermando che l’uso del titolo nel regalo non aveva finalità commerciali, ma era un gesto personale. Tuttavia, ex cortigiani ritengono che questa sia solo una scusa, dal momento che il protocollo reale vieta qualsiasi utilizzo pubblico del titolo per scopi non istituzionali.

                La vicenda si inserisce in un clima di tensione duratura tra William e Harry, che già in passato hanno avuto divergenze insanabili legate alla gestione della loro immagine e del rapporto con la monarchia. Il duca di Sussex e sua moglie hanno scelto di costruire un nuovo percorso, ma per William, usare il nome reale per promuovere prodotti di lusso, come la loro costosa marmellata artigianale, è semplicemente inaccettabile.

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