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A Minorca visite a tempo: più che mai “mordi e fuggi”
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Binibeca Vell, arcipelago spagnolo delle Baleari, l’iconica cittadina dell’isola di Minorca, quella più famosa e fotografata, ha deciso di limitare gli orari di accesso per i turisti. E si ipotizza anche la chiusura completa per il prossimo agosto.
Per arginare l’invasione, soprattutto estiva
Siamo nel Comune di San Luis, nella parte sud orientale di Minorca (comunità autonoma delle Isole Baleari), Binibeca Vell è un piccolo paesino di 227 abitanti, stando ai dati registrati nel 2020. Dove i proprietari delle case (la maggior parte delle quali sono seconde case), hanno pensato di limitare il sovraffollamento da parte dei cosiddetti “Miconos minorchini”.
Turismo spesso selvaggio
L’anno scorso, infatti, ben 800mila turisti – soprattutto d’estate – si sono riversate in quel luogo incantevole, dove non c’è quasi nessun abitante in inverno e durante l’estate conta circa 500 persone. A quel punto proprietari delle abitazioni e residenti locali si sono organizzati per limitare gli orari di visita da questo mese di maggio. Con l’intento di recuperare un po’ di pace e tranquillità, visto che ci sono stati alcuni episodi spiacevoli, con visitatori che “entrano nelle case, si siedono sulle sedie, prendono oggetti, si arrampicano sui muri o fanno feste all’aperto per bere”.
Orario di visita
Il limite di tempo per le visite va dalle 11.00 alle 20.00. Anche gli autobus per il villaggio sono stati dimezzati. Una misura non certo ben vista da negozi e ristoranti che, pur comprendendo la decisione, hanno paura di subire ripercussioni negative sui loro fatturati.
Il modello veneziano e le altre iniziative spagnole
Un’iniziativa, quella di Binibeca Vell, che per certi versi ricorda quelle adottate in altre città europee come Venezia, dove attualmente vige una tassa giornaliera per visitare il centro città. In Spagna, anche altre isole hanno inasprito la loro legislazione in merito al turismo (su tutte Ibiza e Maiorca) e nelle isole Canarie sono andate in scena clamorose proteste contro il modello turistico, in grado sì di generare businness… ma anche di creare enormi disagi.
E adesso… cosa instagrammeremo?!?
Tra i visitatori prevale la comprensione per un provvedimento così drastico, anche se qualcuno lamenta la maggiore difficiltà per visitare un luogo celebratissimo sui profili Instagram dei turisti. La decisione finale è rimandata al mese di agosto, dove i locali decideranno se vietare tutte le visite al villaggio, se l’iniziativa “a tempo” non risultasse sufficiente.
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Viaggi
Importante novità per chi deve partire
Dal mese di luglio, tutti gli uffici postali d’Italia offriranno il servizio di richiesta e rinnovo passaporti.
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A partire dal mese di luglio, tutti gli uffici postali in Italia saranno in grado di offrire il servizio di richiesta e rinnovo passaporti. Lo ha annunciato Giuseppe Lasco, Direttore Generale di Poste Italiane, al termine di un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, volto a discutere l’avanzamento del progetto Polis di Poste Italiane.
Una rivoluzione per i servizi postali
Lasco ha spiegato che, una volta completati i necessari passaggi normativi, il servizio verrà esteso progressivamente senza distinzioni tra piccoli e grandi centri. Questo rappresenta una vera rivoluzione per i servizi postali italiani, avvicinando sempre più i cittadini a servizi essenziali e riducendo la burocrazia legata al rilascio dei passaporti.
“Polis procede spedito, ad oggi abbiamo già avviato 2.400 interventi e completato oltre 1.500 Uffici Postali in tutta Italia. Su indicazione del Ministero dell’Interno ci siamo fatti parte attiva per l’estensione del servizio di richiesta dei passaporti a supporto delle Questure e dei Commissariati”, ha aggiunto Lasco.
Un supporto concreto alle Questure
L’iniziativa non solo alleggerirà il carico di lavoro delle Questure e dei Commissariati, ma offrirà anche ai cittadini un punto di accesso più comodo e capillare. Da marzo, nei 31 uffici postali dove il servizio è già attivo, sono state registrate oltre 350 richieste di passaporti. Entro la fine del mese, il servizio sarà operativo in oltre 130 uffici postali, con l’obiettivo di coprire tutto il territorio nazionale entro l’anno.
La comodità della consegna a domicilio
Un aspetto significativo del nuovo servizio è la possibilità di ricevere il passaporto direttamente a casa. “Oltre l’80% dei cittadini ha richiesto la consegna a casa del passaporto tramite Poste Italiane, con un risparmio di tempo e spostamenti importanti anche e soprattutto per l’ambiente”, ha sottolineato Lasco. Questa opzione non solo semplifica la vita ai cittadini, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale associato agli spostamenti per ritirare i documenti.
I vantaggi del progetto Polis
Il progetto Polis mira a trasformare gli uffici postali in hub polifunzionali in grado di offrire una vasta gamma di servizi ai cittadini, andando oltre le tradizionali funzioni postali. “La grande novità è che da luglio, conclusi i necessari passaggi normativi, questo servizio interesserà progressivamente gli Uffici Postali di tutta Italia, senza distinzioni tra piccoli e grandi centri”, ha dichiarato il Direttore Generale.
L’estensione del servizio di richiesta e rinnovo passaporti è solo una delle molte iniziative previste dal progetto Polis, che mira a rendere i servizi postali sempre più accessibili e integrati nella vita quotidiana degli italiani.
Un passo verso l’innovazione e l’accessibilità
Questo progetto rappresenta un passo importante verso l’innovazione e l’accessibilità dei servizi pubblici, garantendo che anche le aree più remote e meno servite possano beneficiare di servizi efficienti e moderni. La collaborazione tra Poste Italiane e il Ministero dell’Interno dimostra come sinergie tra istituzioni pubbliche e aziende possano portare a soluzioni efficaci per i cittadini.
Con l’implementazione di questo servizio, l’Italia si pone all’avanguardia nella gestione dei servizi postali, dimostrando un impegno concreto verso l’innovazione e la semplificazione burocratica. Questo non solo migliorerà la qualità della vita dei cittadini, ma rappresenterà anche un modello di efficienza e modernità per altri Paesi.
Il progetto Polis, con la sua estensione dei servizi di richiesta e rinnovo passaporti, è destinato a diventare un punto di riferimento per la modernizzazione dei servizi pubblici in Italia, offrendo un accesso più comodo e immediato a servizi essenziali.
Viaggi
Un hotel fatto di sale!
Immerso nella vastità del Salar de Uyuni, la salina della Bolivia, il più grande deserto di sale del mondo, si trova un luogo davvero unico: l’Hotel de Sal Playa. Questo straordinario hotel in Bolivia è interamente costruito con blocchi di sale, offrendo ai visitatori un’esperienza di soggiorno davvero indimenticabile.
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Un’architettura unica
L’Hotel de Sal Playa è una meraviglia architettonica che sorge nelle saline boliviane. Le sue pareti, il pavimento e persino i mobili sono realizzati con blocchi di sale tagliati direttamente dal Salar de Uyuni. Gli interni dell’hotel sono progettati per offrire comfort e stile, pur mantenendo il fascino rustico e naturale del sale. Ogni stanza è arredata con letti, tavoli e sedie fatti di sale, creando un’atmosfera che è allo stesso tempo lussuosa e unica.
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Un’esperienza immersiva
Soggiornare all’Hotel de Sal Playa non è solo un’opportunità per ammirare un capolavoro di ingegneria, ma anche per vivere un’esperienza immersiva nel cuore di uno dei paesaggi più spettacolari del mondo. Il Salar de Uyuni, con i suoi 10.582 chilometri quadrati di superficie bianca e lucente, offre viste mozzafiato, soprattutto durante la stagione delle piogge quando il deserto si trasforma in un gigantesco specchio naturale.
Comfort e sostenibilità
Nonostante la sua costruzione unica, l’hotel non sacrifica il comfort. Gli ospiti possono godere di servizi moderni come riscaldamento, elettricità e acqua calda. Inoltre, l’Hotel de Sal Playa si impegna per la sostenibilità, adottando pratiche eco-friendly per minimizzare l’impatto ambientale, un aspetto particolarmente importante in un ambiente fragile come quello del deserto di sale.
Un soggiorno indimenticabile
Per chi cerca un’esperienza di viaggio unica e indimenticabile, l’Hotel de Sal Playa rappresenta una scelta perfetta. La combinazione di un’architettura straordinaria, un’ambientazione mozzafiato e una serie di attività coinvolgenti rende questo hotel una destinazione imperdibile per i viaggiatori che desiderano qualcosa di veramente speciale.
L’Hotel de Sal Playa non è solo un luogo dove pernottare; è un’avventura nel cuore di uno dei luoghi più straordinari del pianeta, un’opportunità per vivere il deserto di sale in un modo che pochi altri possono sperimentare.
Viaggi
Misteri sconcertanti: le sfere di pietra!
In Costa Rica, sparse nelle regioni del Delta del Diquís e lungo la Penisola di Osa, si trovano numerose sfere di pietra perfettamente tonde, conosciute localmente come “Las Bolas”. Questi enigmatici artefatti precolombiani rappresentano uno dei misteri archeologici più affascinanti dell’America Latina.
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Il mistero delle sfere di pietra in Costa Rica continua a intrigare archeologi, storici e appassionati di misteri. Questi artefatti precolombiani non solo sollevano domande sulla tecnologia e sulle capacità degli antichi costruttori, ma offrono anche uno sguardo affascinante sulla cultura e sulla storia delle popolazioni che abitavano questa regione secoli fa.
Origine e scoperta
Le sfere furono scoperte per la prima volta negli anni ’30, durante le operazioni di disboscamento della United Fruit Company. La maggior parte delle sfere è realizzata in granodiorite, un tipo di roccia ignea dura.
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Un mistero archeologico
Nonostante numerosi studi, le origini esatte e lo scopo delle sfere rimangono avvolti nel mistero. Le ipotesi sulla loro funzione variano notevolmente, includendo teorie che le vedono come strumenti astronomici, simboli di status sociale, elementi decorativi o persino oggetti rituali.
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Creazione e tecnologia
Uno degli aspetti più sconcertanti delle sfere di pietra è il livello di precisione con cui sono state scolpite. Gli archeologi ritengono che gli antichi abitanti della zona, probabilmente membri della cultura Diquís, abbiano utilizzato strumenti rudimentali in pietra per scolpire le sfere da massi grezzi.
Impatto culturale
Le sfere di pietra sono diventate un simbolo culturale importante per la Costa Rica. Rappresentano non solo un enigma archeologico, ma anche un patrimonio significativo dell’antica civiltà Diquís. Nel 2014, il sito archeologico che ospita le sfere è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, contribuendo a preservare e proteggere queste straordinarie opere d’arte.
Sfere in esposizione
Oggi, molte delle sfere originali sono conservate in musei in Costa Rica, come il Museo Nacional de Costa Rica a San José. La loro presenza continua ad attirare l’interesse di studiosi e turisti da tutto il mondo.
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