Spettacolo

Biglie nel reggiseno, polvere d’oro e acido borico: i segreti di bellezza (anche folli) con cui le dive di Hollywood inventarono il glamour

Marilyn Monroe, Joan Crawford, Marlene Dietrich, Gloria Grahame e perfino Audrey Hepburn: dietro l’iconico fascino delle dive si nascondevano trucchi improbabili e gesti visionari. Una piccola antologia dei rimedi con cui le star cercavano di scolpire il mito.

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    a Hollywood d’oro non era solo l’epoca dei grandi studi e dei film immortali, ma anche quella in cui il culto della bellezza costava fatica, dolore e invenzioni a metà tra la magia e il fai-da-te. Oggi regnano sieri high-tech e makeup professionali, ma tra gli anni Quaranta e Sessanta l’effetto “star” si costruiva con metodi che definire creativi è un eufemismo. Le dive lo sapevano: per brillare bisognava soffrire. E a volte anche improvvisare.

    Marilyn, le biglie e il rossetto a cinque strati

    Marilyn Monroe era un mito vivente e la sua immagine doveva essere impeccabile in ogni scatto. Per ottenere l’effetto “capezzoli turgidi” che la rendeva così iconica, la star si faceva infilare piccole biglie nel reggiseno. Una tecnica rudimentale ma sorprendentemente efficace sotto i riflettori dell’epoca.

    Il suo celebre labbro “imbronciato”, invece, era il risultato di un mix alchemico di cinque rossetti diversi, sovrapposti con precisione maniacale. E mentre il mondo l’immaginava avvolta solo da un lenzuolo di seta, lei dormiva con il reggiseno per evitare che il seno cedesse alla gravità. Altro che femme fatale: Marilyn era un concentrato di disciplina beauty ante litteram.

    Joan Crawford e l’acido borico per occhi da dea

    Vincitrice di un Oscar e madre di un’autodisciplina leggendaria, Joan Crawford era famosa per rituali estremi. Per illuminare lo sguardo, si bagnava regolarmente gli occhi con acido borico, un antisettico potente che oggi farebbe rabbrividire qualsiasi make-up artist.

    Per i capelli, invece, niente maschere professionali: sei uova crude, sbattute e massaggiate sulla testa come se fosse la cosa più naturale del mondo. Il risultato? Lucentezza impeccabile. E un odore che preferiamo non immaginare.

    Dietrich, l’oro e il mito dell’eterno seduttore

    Marlene Dietrich non era solo elegante: era un’opera d’arte vivente. Per rendere perfette le sue parrucche, le pettinava con polvere d’oro dal valore di oltre 400 dollari a seduta. Credeva che quell’aura brillante potesse ammaliare persino JFK (e suo padre). Forse esagerava, ma nessuno ha mai saputo resisterle davvero.

    Gloria Grahame, Audrey Hepburn e gli altri rituali impossibili

    Gloria Grahame, tormentata dall’idea di non essere abbastanza, dopo varie operazioni ricorse a un metodo estremo: riempiva il labbro superiore di cotone per ridargli volume. Un trucco fragile e inquieto, proprio come la sua carriera.

    Fannie Ward, soprannominata “la ragazza che non invecchia”, cercava l’elisir di giovinezza appendendosi a testa in giù da una porta. Un metodo che oggi finirebbe dritto su TikTok.

    E poi Audrey Hepburn, la più eterea di tutte, con un rituale quasi poetico: separava ogni singola ciglia con uno spillo per ottenere il suo sguardo unico, delicato e irripetibile.

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