Cinema
Le ultime ore di vita Christopher Lee le trascorse riguardandosi nei panni di Saruman
La curiosa rivelazione contenuta in un documentario sulla vita di Christopher Lee, indimenticabile interprete di Dracula e di Saruman.
Gli aneddoti e i segreti sui film de Il signore degli anelli continuano ad essere rivelati anche a distanza di tanti anni dall’uscita delle opere di Peter Jackson. Uno dei più sorprendenti è arrivato online proprio in questi giorni grazie alla figlia di Christopher Lee, interprete di Saruman.
L’ultima notte
Durante un nuovo documentario in programmazione su Sky – intitolato The Life and Deaths of Christopher Lee – dedicato alla vita e alla carriera del leggendario attore inglese, interprete del villain Saruman nei film Il signore degli anelli e Lo Hobbit di Peter Jackson, si racconta che abbia trascorso la sua ultima notte, prima di lasciare questa vita, guardando proprio Il Signore degli Anelli.
Rivedendosi in televisione
Lee è morto il 7 giugno 2015 per insufficienza cardiaca all’età di 93 anni, nei giorni precedenti alla sua dipartita era stato ricoverato al Chelsea and Westminster Hospital. Come racconta suo genero, Juan Aneiros, nel documentario trasmesso in questi giorni, durante quella che sarebbe stata la sua ultima notte di vita, l’attore è venuto a conoscenza della messa in onda di un film della trilogia de Il signore degli anelli in tv. Pregando le infermiere di sintonizzarsi sul canale dove lo stavano trasmettendo. Secondo le parole di Aneiros, avrebbe trascorso tutta la visione del film a raccontare ai presenti nella stanza aneddoti risalenti alla produzione e al set.
Famosissimo per il suo Dracula
Nato nel 1922 a Londra (dove è anche morto), nella sua prolifica carriera ha impersonato principalmente personaggi antagonisti. E’ universalmente famoso per l’interpretazione del Conte Dracula in una serie di leggendari film della casa di produzione Hammer. Altri ruoli degni di nota includono Lord Summerisle in The Wicker Man, Francisco Scaramanga in Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro, il Sith Conte Dooku nella trilogia prequel di Guerre stellari così come quello, appunto, di Saruman il Bianco nelle trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Anche se lui riteneva che il suo ruolo più importante fosse stato quello del fondatore del Pakistan Mohammad Ali Jinnah nel film Jinnah.
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Cinema
A colloquio con Elisabetta Pellini, protagonista di due straordinari film
L’attrice Elisabetta Pellini brilla in due film che si apprestano a conquistare il pubblico italiano, portando sul grande schermo due storie molto diverse ma ugualmente coinvolgenti.
Lei è un’attrice italiana apprezzata per la sua versatilità sia al cinema che in televisione. Ha debuttato con Ricominciare e consolidato il suo successo con ruoli in Incantesimo 5, Un medico in famiglia, Distretto di Polizia 7, Un amore e una vendetta e Le tre rose di Eva. Ha lavorato anche a fiction come Rosso San Valentino, Elisa di Rivombrosa e Madre, aiutami, confermandosi un volto amato della TV italiana. Elisabetta è ora tra i protagonisti del film di Jordan River Il monaco che vinse l’apocalisse e protagonista del thriller di Marco de Luca Buio come il cuore.
Il Monaco che vinse l’Apocalisse arriverà nelle sale cinematografiche domani, 5 dicembre. La pellicola è prodotta da Delta Star Pictures con il supporto del Ministero della Cultura, Calabria Film Commission e Regione Lazio. Diretto da Jordan River racconta la vita dell’abate calabrese Gioacchino da Fiore.
La trama
Siamo nell’anno 1202, in prossimità della quarta Crociata, l’anziano abate Gioacchino affronta le sue ultime ore di vita, tormentato da visioni del cielo oscurato dal male. Con il fedele discepolo Matthaeus, svela segreti del passato e del futuro, guidato dal dono unico di interpretare le Scritture. Autore di scritti sull’Apocalisse grazie alla “licentia scribendi” concessa da Papa Lucio III, la sua opera è acclamata ma controversa, attirando l’ostilità dell’Ordine cistercense. Mentre la neve avvolge le montagne, Gioacchino lascia al mondo una profezia, un messaggio di speranza per affrontare le apocalissi di ogni epoca.
Il cast
Dal respiro internazionale, vanta interpreti come Francesco Turbanti, Elisabetta Pellini, G-Max, Giancarlo Martini, Yoon C. Joyce, Nikolay Moss e Bill Hutchens. Tra loro, Elisabetta Pellini interpreta Costanza d’Altavilla, madre di Federico II. La regina chiede a Gioacchino da Fiore di trasmettere al figlio Federico, futuro imperatore, la spiritualità necessaria per essere un vero Re, accettando per la prima volta di inginocchiarsi davanti all’abate per confessarsi, dimostrando che davanti a Dio siamo tutti uguali.
Nell’attesa dell’uscita abbiamo incontrato l’attrice Elisabetta Pellini, per farci raccontare di più dei suoi personaggi: Costanza D’Altavilla in Il monaco che vinse l’apocalisse e Anna in Buio come il cuore ma soprattutto dell’esperienza sul set.
Un’immersione nel contesto storico di un’epoca
“Per quanto riguarda la Regina Costanza dico che è stata una figura affascinante, secondo me poco esplorata al cinema. Interpretarla è stato un privilegio – afferma la Pellini. Per prepararmi, mi sono immersa nella sua storia e nel contesto dell’epoca, ho lavorato strettamente con il regista Jordan River, il costumista Daniele Gelsi e il truccatore Vittorio Sodano per costruire un personaggio che, pur apparendo in una sola scena, ha un impatto significativo. Le riprese si sono svolte principalmente in Calabria, mentre le scene con Costanza sono state girate in un castello nel Lazio, in un’atmosfera suggestiva e regale.” L’attrice sottolinea la particolarità del film, il primo dedicato a Gioacchino da Fiore, apprezzandone la profondità spirituale che abbraccia anche filosofie diverse anche quella Buddhista”.
È molto affasciante lavorare quando c’è sintonia con la crew, vero?
“Sono davvero felice di aver lavorato con una troupe così straordinaria. Il regista è stato attento a ogni minimo dettaglio, dimostrando una cura meticolosa per il progetto. Quando si ha la fortuna di collaborare con grandi professionisti come lui, Vittorio Sodano, Gianni Mammolotti e Daniele Gelsi, il risultato non può che essere un film di grande qualità, capace di ottenere importanti riconoscimenti”.
Infatti, è già pluripremiato! Il direttore della fotografia Gianni Mammolotti, ha ricevuto il premio per la Miglior Fotografia al Festival Internazionale del Cinema delle Religioni. Vittorio Sodano, invece, è stato recentemente premiato come Best Makeup & Hairstyling ai prestigiosi Septimius Awards di Amsterdam. Inoltre, il film ha ottenuto riconoscimenti come Miglior Film, Miglior Scenografia, Miglior Fotografia, Migliori Costumi ed Effetti Visivi Digitali al Terni Film Festival.
Il 12 dicembre è in arrivo anche Buio come il cuore – film noir di Marco De Luca, con la
sceneggiatura scritta a quattro mani con Claudio Masenza, critico cinematografico, e la fotografia di Cristian Mantio. È prodotto da Blue Film, di Claudio Bucci e Mario Pezzi, sovvenzionata dalla Regione Calabria, infatti è girato tra Reggio Calabria, Scilla e Roma. Il lungometraggio reinterpreta con originalità i temi classici del noir, con una struttura degli anni 50, sviluppandoli in chiave moderna e vibrante, esplora il lato oscuro dell’animo umano con un’estetica gotica e una colonna sonora coinvolgente, firmata da David Cerquetti. Il Film ha ricevuto già un premio al 78° Festival Internazionale del Cinema di Salerno consegnato
a Elisabetta Pellini da Francesca Pascale. Il regista afferma: “Elisabetta è riuscita a preparare una protagonista che il pubblico difficilmente potrà dimenticare”.
Come ti sei preparata ad interpretare il ruolo di Anna?
“Anna è stato un ruolo complesso. È una donna manipolatrice, fragile e sensibile, con un passato oscuro. Entrare nel suo mondo è stato emozionante e impegnativo. Mi sono lasciata guidare dal regista Marco De Luca e dalle musiche di David Cerquetti per immergermi completamente nel personaggio. Ho esplorato le mie emozioni e fragilità per preparare un personaggio complesso, manipolatore, fragile, ma anche forte e in cerca d’amore. Il carattere noir del film viene valorizzato ancora di più dalla fotografia con atmosfere cupe e gotiche e dalla colonna sonora”.
Ogni set è un viaggio ed è un’esperienza unica nel suo genere, si creano amicizie con i colleghi, si condivide tutto. Spesso si gira di notte o all’alba, ricordi una scena in particolare?
“Sul set si è creata una sintonia speciale con il cast (Luc Merenda, Stefania Casini, Antonio Grosso, Antonietta Bello, Stefano Gianino, Gabriele Rossi) e ogni scena è stata un’esperienza unica. Ricordo in particolare una scena, in cui corro a piedi nudi. Si vede anche nel trailer. Era così intensa che il regista mi ha chiesto di ripeterla perché correvo troppo veloce per il drone! Una scena bellissima.”
C’è un rito che fai prima di ogni scena?
“Mi rilasso ascoltando musica classica, in modo che io possa trovare la concentrazione giusta. Il mio rito è il mio profumo che lo uso da quando avevo 14 anni, me lo regalava sempre mio padre (Oreste Pellini – regista) e io non l’ho mai comprato, anzi chi mi vuole bene sa che deve regalarmi questo profumo che è anche abbastanza introvabile. Il suo odore agrumato mi mette freschezza, mi dà un’idea di pulito, mi da coraggio. C’è un legame affettivo, mi ricorda mio padre che non c’è più. Io credo che ognuno abbia un proprio profumo e un proprio odore. Per questo non lo cambio, perché mi identifica!”
Quale sarà l’emozione che avrà il pubblico durante il film?
“Non saprei, sono molto curiosa della reazione del pubblico! Spero che vada bene anche perché il cinema italiano è un po’ sofferente, come spero per tutti gli altri film in uscita e per tutto il cinema italiano”.
In attesa delle uscite
Non ci resta quindi che attendere il 5 dicembre per l’uscita del film di Jordan River Il Monaco che vinse l’apocalisse e il 12 dicembre per l’uscita del thriller Buio come il cuore di Marco De Luca. Entrambi i film mettono in luce la versatilità e il talento della Pellini, che riesce a passare con naturalezza da ruoli storici a personaggi complessi e moderni. Due uscite imperdibili per gli amanti del cinema italiano, con storie capaci di emozionare e far riflettere.
Chiara Alviano
Cinema
Ridley Scott ci deve aver preso gusto: è già al lavoro sulla sceneggiatura del Gladiatore 3
Lo ha confermato ufficialmente il regista, che per questa treza parte si è ispirato ad un altro grande film della storia del cinema: il Padrino 2.
Per gli appassionati dei film storici – e sono tanti – la notizia è davvero una “bomba”: Il Gladiatore 3 è già in lavorazione, la saga iniziata nel 2000 regge assolutamente il passare del tempo ed ha conquistato, con il sequel attualmente nelle sale, anche l’interesse di un pubblico più giovane, che ai tempi di Russell Crowe guardava ancora i cartoni animati!
La Paramount non si pronuncia
Nonostante il budget costoso da 250 milioni di dollari, la seconda parte – che sta riscuotendo grandi apprezzamenti da più parti – non intende basarsi solo sul fatturato derivante dagli incassi cinematografici. Dovrà fare affidamento anche sul noleggio e sullo streaming per recuperare tutti i soldi dell’investimento. Nonostante questo… Ridley Scott ha ribadito che Il Gladiatore 3 si farà. E’ lui a confermare di aver cominciato a lavorare alla sceneggiatura, ispirata alla struttura de Il Padrino: Parte 2. Per il momento , la Paramount non si è ancora pronunciata sul futuro della saga, anche se le premesse per andare avanti paiono davvero concrete.
Il regista conferma
Durante una conferenza stampa, tenutasi in questi giorni, un giornalista ha chiesto al regista Scott notizie sull’attuale performance economica della seconda parte e se questa potrebbe avere un impatto sul progetto futuro: “Dato il rendimento che stiamo vedendo, ci sarà sicuramente un Gladiatore III” ha detto l’autore.
Il secondo episodio è costato tantissimo
In realtà, questo numero 2 riuscirà ad andare in attivo, sebbene gli incassi non stiano andando male. Attualmente la pellicola è a quota 320 milioni di dollari, probabilmente riuscendo a raggiungere una cifra intorno ai 500 milioni. Il problema risiede nel budget del film, che sarebbe di gran lunga superiore ai 300 milioni, soprattutto se ai costi di produzione si aggiungono anche le spese di marketing a cui un blockbuster deve necessariamente considerare.
Prima di decidere si attende il responso finale da parte delle sale
Resta quindi da capire se la Paramount abbia itenzione di chiudere un occhio e dare comunque il via libera ad un ulteriore episodio film della saga, giustificando magari le spese folli come una naturale conseguenza degli scioperi che lo scorso hanno colpito Hollywood e non certo per colpa di Ridley Scott. Quasi sicuramente, per prendere una decisione, intenderà prima aspettare la fine dello sfruttamento nelle sale.
Terzo capitolo in modalità prequel?
L’ispirazione derivante dal Padrino 2 potrebbe far presupporre – per il terzo capitolo – ad un flashback sulla giovinezza di Massimo Decimo Meridio, prima di diventare comandante dell’esercito di Roma e successivamente schiavo.
Cinema
Enrico Vanzina: «Sordi, Boldi, Bellucci e Clint Eastwood: la mia vita è un film»
Tra litigi sul set, incontri con star hollywoodiane e una Monica Bellucci in veste di mediatrice, Enrico Vanzina celebra il cinema che fa ridere e la magia delle commedie italiane.
Enrico Vanzina, figura iconica del cinema italiano, torna sotto i riflettori con il suo nuovo libro “Noblesse oblige”, un romanzo umoristico che ricrea l’atmosfera delle commedie italiane degli anni Ottanta. In un’intervista al Corriere della Sera, il regista e sceneggiatore ha condiviso momenti indimenticabili della sua carriera, fatta di successi, risate e incontri unici.
Il bimbo Plasmon di Sordi
Tra i racconti più spassosi emerge quello sull’amicizia tra suo padre Stefano Vanzina (noto come Steno) e Alberto Sordi. Enrico ricorda come il grande attore romano rispondesse alle domande sul perché non avesse avuto figli: “Tirava fuori dal portafoglio la foto del bimbo Plasmon e diceva: ‘Ma chi glielo ha detto che non ne ho? Guardi qui che bel pacioccone’. Poi lo baciava gridando: ‘Bello de papà, quanto te voglio bene!’”.
Boldi tra i cactus
Un altro aneddoto riguarda un litigio sul set di “Sognando la California”, nel 1991. Massimo Boldi, offeso per un rimprovero di Carlo Vanzina, si allontanò a piedi nel deserto americano: “Camminò finché non diventò un puntino lontano tra i cactus. Poi si fermò e cominciò a gridare disperato: ‘Aiuto! Venite a prendermi’”. La tensione durò poco e il gruppo riprese a lavorare serenamente.
Il confronto con Clint Eastwood
Non mancano gli incontri hollywoodiani: durante il casting di “Miliardi” a Los Angeles, Enrico si trovò faccia a faccia con un furioso Clint Eastwood: “Avevo parcheggiato nella sua area riservata. Mi aspettava seduto sul cofano, con lo sguardo glaciale dell’ispettore Callaghan. ‘Questo spazio è mio’, ringhiò. Gli dissi: ‘Scusi, sono italiano, amico di Sergio Leone’. Fortunatamente, funzionò.”
Monica Bellucci e il dialetto umbro
Nel film “I mitici”, Monica Bellucci doveva recitare con un forte accento umbro, ma sorprendentemente non lo parlava: “L’abbiamo mandata da un coach esperto di umbro-marchigiano. Poi, per ringraziarci, ci aiutò a vendere le VHS del film: si presentò elegantissima a una cena con un potenziale cliente. Quando entrò, calò il silenzio. Ovviamente abbiamo piazzato le cassette.”
Un libro come un film comico
Enrico Vanzina descrive il suo nuovo romanzo come un omaggio alla commedia italiana: “‘Noblesse oblige’ è un film comico su carta, un viaggio nell’Italia del 1980, quando si andava al cinema a ridere dell’Italia stessa. Quel rito purtroppo si è perso, ma spero che questo libro restituisca un po’ di quella magia.”
Con una carriera ricca di successi, storie e incontri memorabili, Enrico Vanzina continua a reinventarsi, rimanendo fedele alla sua visione del cinema e della vita: un mix di leggerezza, ironia e un pizzico di nostalgia.
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