Musica
29 novembre, data da segnare in rosso sull’agenda: esce il nuovo album di Cremonini
Il nuovo disco sarà interamente dedicato alla rinascita, un filo conduttore che animerà tutte le 12 tracce presenti. Compresa una collaborazione con l’amico e concittadino Luca Carboni.
La data di uscita c’è, come pure il titoto, Alaska baby. Finalmente l’attesa per il nuovo disco di Cesare Cremonini, dopo due anni e mezzo di attesa, sta per concludersi con un nuovo album in studio.
Cremonini irrefrenabile
Il singolo Ora che non ho più te va sempre fortissimo in radio, mentre proseguono puntuali i sold out nelle tappe del tour negli stadi (ora anche a Padova e Torino). E l’annuncio dell’album, in grado di evocare spazi sconfinati, suona come un ulteriore desiderio, per il cantautore bolognese, di superarsi ancora una volta.
Il lavoro completamente ispirato ad un unico filo conduttore
Un disco che ha come tema portante il sentimento della rinascita. Tutti i brani contenuti risultano infatti legati a questo filo conduttore. La redenzione, il perdono, la ricompensa, tutto filtrato e visto sotto la lente dell’amore, del coraggio che occorre per vivere appieno questo sentimento, che tutti noi sentiamo di meritare ma che, al contempo, ci affanna e un po’ ci spaventa pure. Lui dice: “Siamo tutti bisognosi di questo, di rinascere attraverso l’amore”.
Una simbolica copertina grafica
L’immacolata neve dell’Alaska sarà simbolicamente sulla cover dell’album: su uno sfondo bianco e minimale, due sfere colorate si uniscono formando un simbolo ispirato alla Tomba Brion, un progetto dall’architetto e designer Carlo Scarpa. La simbologia è chiara: si tratta della visualizzazione dell’incontro e dell’unione dei due opposti in un’anima sola.
Cesare Cremonini e la copertian di Alaska Baby
Dodici tracce che costituiscono un viaggio nell’anima, suoni e generi musicali diversi che si mescolano fra loro per portare Cremonini verso territori finora inesplorati . Fra i brani, di cui Cesare è anche produttore artistico, si avverte concretamente il desiderio di andare oltre i propri confini. C’è pure un omaggio alla sua Bologna, il brano San Luca, dedicata alla basilica che veglia sulla città e al cui portico da due anni Cremonini regala luci speciali durante il festival che si svolge nel mese di giugno. Sarà questa la traccia nella quale la tanto attesa collaborazione con l’amico Luca Carboni, della quale il quotidiano Il Carlino ha accennato qualcosa nei giorni scorsi?
Le esperienze esclusive per chi acquista in anticipo l’album
Il disco è già pre-ordinabile sul sito https://cesarecremonini.bio.to/alaskababy , mentre sullo shop della casa discografica Universal Musica Italia sarà acquistabile in formato 2LP colorato, 2LP nero e cd con la possibilità di partecipare a due esperienze distinte. Prima di tutto la possibilità di presenziare al firmacopie con l’artista al cinema Anteo Palazzo del Cinema (il 29 novembre a Milano), al Modernissimo di Bologna (30 novembre), al Teatro Amba Jovinelli di Roma (2 dicembre) e al Modernissimo di Napoli (3 dicembre). Pre-ordinando il doppio vinile nero e il cd, in alternativa, si potrà partecipare alla ticket pre-sale per acquistare i biglietti delle date – già annunciate – del tour Cremonini live25, comprese quelle sold out.
Febbre da stadio
Saranno i templi del calcio italico che accenderanno l’estate dell’artista bolognese: la data zero a Lignano l’8 giugno, proseguendo a Milano il 15 (sold out) e 16 giugno; giocando “in casa” al Dall’Ara di Bologna il 19 e 20 giugno (entrambe le date sono esaurite); a Napoli, sempre sold out, il 24 giugno, così come a Messina il 28. Cremonini sarà infimne il 3 e 4 luglio a Bari, l’8 luglio a Padova con un nuovo tutto esaurito, a Torino il 12 luglio prima delle notti magiche a Roma il 17 e 18 luglio.
INSTAGRAM.COM/LACITY_MAGAZINE
Musica
Sanremo 2025: Amedeo Minghi e gli esclusi eccellenti. Troppo vecchio per la linea editoriale decisa da Carlo Conti
Escluso dal Festival della Canzone Minghi c’è rimasto male e ha lanciato un sondaggio su Facebook.
L’annuncio del cast dei 30 Big di Sanremo 2025, svelato da Carlo Conti durante il Tg1, ha suscitato entusiasmo ma anche polemiche. Tra i nomi esclusi, quello di Amedeo Minghi spicca per l’amarezza espressa dall’artista, che ha condiviso sui social la sua delusione e aperto un sondaggio per raccogliere opinioni sul cast.
Ma perché Amedeo Minghi è stato escluso?
Nonostante l’esperienza e il repertorio, Minghi non è stato selezionato. Il motivo principale, secondo le indiscrezioni, sarebbe legato alla linea editoriale del festival, che punta su artisti in grado di catturare il pubblico più giovane e garantire varietà di generi musicali. Carlo Conti ha sottolineato quanto sia stato difficile scegliere tra le tante proposte, ma ha precisato che l’obiettivo è costruire un cast che rappresenti contemporaneità e innovazione.
Minghi aveva presentato più brani, sperando di tornare in gara, ma nessuno di essi ha trovato spazio tra i selezionati. Sui social, l’autore di Vattene Amore ha commentato con una nota amara: “Sanremo 2025, impressioni sul cast?“, lasciando i fan di esprimere i loro giudizi. Molti hanno criticato le scelte, naturalmente, difendendo l’importanza della sua carriera. L’artista ha inoltre espresso perplessità sui nuovi talenti della musica, scrivendo a chiare letter il suo disagio. “Mi sconvolgono gli sguardi ammirati di questi ragazzi verso cose così poco probabili. Occhi sbarrati sul nulla… Francamente mi spavento per i miei nipoti“.
Gli altri esclusi illustri
Minghi non è solo ad essere stato escluso dalla prossima edizione del Festival. Molti altri nomi illustri non sono stati inclusi nel cast, generando reazioni tra ironia e polemica. Sfera Ebbasta ha reagito con un gesto provocatorio su Instagram, dichiarando: “Avevo tutti i requisiti per Sanremo“. Chiara Galiazzo, ha commentato con leggerezza: “Ragazzi, sono stata segata anche quest’anno“. Ha però annunciato che pubblicherà comunque il brano scartato.
Shade, ha scherzato sulla sua esclusione, dicendo che sarà libero a San Valentino.
Arisa, Blanco, Irene Grandi, Madame, Nina Zilli, Raf, Alex Britti e Mara Sattei sono tra gli altri grandi esclusi, alcuni dei quali hanno preferito mantenere un più saggio silenzio.
Musica
Dov’è Liana, il trio italo-francese che ha infiammato Roma
Il nuovo sound della band Dov’è Liana, dalle suggestioni house pop, french touch con influenze
italiane, infiamma il Cieloterra di Roma a suon di “Peace, Love and Baci”.
Ode alle donne, alla bellezza, all’amore, alla libertà e all’eguaglianza. Al Cieloterra di Roma il concerto dei Dov’è Liana si è aperto sulle righe del libro L’arte della gioia di Goliarda Sapienza. Ma perché proprio questo libro? Per chi ormai ha già abituato l’orecchio al sound “lianiano” e al loro lifestyle, può benissimo dedurre che la scelta di leggere qualche riga di questo libro, come intro e come fine, ricade proprio dal fatto che racconta la vita di Modesta, una donna siciliana che, attraverso una serie di esperienze intense e trasformative, affronta la ricerca della propria libertà e identità.
Un progetto che nasce a Palermo
La storia esplora temi di emancipazione, passione, e lotta contro le convenzioni sociali, presentando una protagonista che si ribella alle restrizioni imposte dalla società e dalla famiglia, cercando di vivere autenticamente. Ma perché proprio una donna siciliana e perchè proprio un romanzo di ribellione? Perché la band nasce proprio nell’estate più calda di Palermo e, ispirati dalla Vucciria Palermitana, iniziano a comporre i loro primi brani. La band si innamora della cittadina siciliana e pensano che sia il paese più bello d’Europa. Si innamorano dei vicoli, del mare, dei sapori, degli odori mediterranei e sono in continua ricerca di Liana, una ragazza che li ha “folgorati” in una notte d’estate a Palermo, da qui nasce il loro particolarissimo nome.
Lo show romano, che ha elettrizzato tutti
Il concerto dopo l’ode al libro di Goliarda Sapienza parte con la prima canzone dell’Album LOVE 679, dal titolo Love 679 (Not Hate) – dove è stato volutamente escluso il numero 8 perche la dicitura inglese (eight) richiama foneticamente alla parola “odio” (hate). Un’ora e mezza di live ha fatto scatenare il popolo della notte, composto da Gen-Z e dai Millennials, con il loro nuovo sound innovativo e controcorrente.
Suggestiva miscelanza di influenze
Per chi non li conoscesse ancora: Dov’è Liana è una band italo-francese che fonde diversi stili musicali, tra cui il soft rock, house pop, french touch con influenze italiane creando un sound distintivo e unico con tocchi di elettronica che arricchiscono le melodie. Il gruppo prende il nome da una figura misteriosa, “Liana”, evocando una sorta di enigma che si riflette nella
loro musica, caratterizzata da testi introspettivi e sognanti.
Tre francesi sedotti dal quartiere Vucciria
La band è composta da tre giovani ragazzi francesi, che si innamorano della Vucciria di Palermo, il che contribuisce a una fusione di influenze culturali, musicali e linguistiche. I testi sono scritti in italiano e in inglese, aggiungendo una dimensione multilingue alla loro proposta. Le canzoni sono intrise di un’atmosfera intima, a volte nostalgica, che invita l’ascoltatore a riflettere sulla bellezza e la fragilità dell’esistenza, trasmettendo così un forte senso di libertà e un profondo desiderio di leggerezza. Il trio è diventato in poco tempo pioniere di una generazione che ama esplorare culture diverse, viaggiare, conoscere nuove persone, combattere i pregiudizi e le disuguaglianze.
Da ascoltare!
Dov’è Liana, seppur in poco tempo, sono riusciti a diventare la band di punta del momento, ancora hanno molta strada da fare, ma siamo certi che sapranno continuare a stupirci ed emozionarci. Cari lettori, amanti della musica di nicchia, vi lascio con la curiosità: aprite
spotify e immergetevi nel mondo dei Dov’è Liana. Non ve ne pentirete. Viva l’amore, la libertà, la musica e le connesioni immense che crea!
Chiara Alviano
Musica
Fucili d’assalto e paura nelle case popolari: il nuovo video di Baby Gang sconvolge il quertiere
Tra portici e garage, il rapper più discusso d’Italia gira il video di “Coltellino” insieme a ElGrandeToto. Le armi forse sono finte, ma il disagio dei residenti è fin troppo reale
Ak-47, pistole semiautomatiche e proiettili: immagini che sembrano uscite da un film d’azione, ma sono parte del nuovo videoclip di Baby Gang, alias Zaccaria Mouhib, 23 anni, uno dei trapper più controversi e seguiti d’Italia. Il set? Le case popolari di Calolziocorte, un paese nel lecchese che sta vivendo giorni di caos e paura.
Non è solo Baby Gang a dominare la scena. Al suo fianco c’è anche ElGrandeToto, il rapper marocchino di 27 anni, famoso a livello internazionale. Il video di “Coltellino”, il loro ultimo singolo, è stato girato tra i portici, i giardini e i garage dei casermoni di via Giuseppe Di Vittorio, dove decine di fan si sono riversati, trasformando l’area in una zona off-limits per i residenti.
Armi, musica a tutto volume e paura
Le immagini del video mostrano i rapper e i loro seguaci con fucili d’assalto e pistole in mano, intenti a esplodere colpi – probabilmente a salve – tra le mura di una zona già segnata dal disagio sociale. «Non osiamo denunciare, abbiamo paura di ritorsioni», raccontano gli abitanti, che preferiscono mantenere l’anonimato.
Il brano stesso, “Non vedo, sento e non parlo”, sembra ironizzare su questa situazione di omertà e paura. Ma per chi vive lì, non c’è niente da ridere. «Non riusciamo a dormire, ci sentiamo ostaggi di queste situazioni», spiegano alcuni.
Scontri con le forze dell’ordine
La tensione è palpabile anche durante i controlli delle forze dell’ordine. In un recente intervento, i carabinieri sono stati accolti da esplosioni di fuochi d’artificio diretti contro di loro, un gesto che ha ulteriormente inasprito il clima. «Se trattano così chi indossa una divisa, figuriamoci noi cittadini comuni», commenta un residente preoccupato.
Una realtà in bilico
Le case popolari di via Giuseppe Di Vittorio, conosciute per le difficoltà quotidiane di chi le abita, sono ora al centro di un dibattito che divide. Se da una parte c’è chi difende la libertà artistica e minimizza l’accaduto, dall’altra c’è chi sottolinea il disagio crescente.
Il videoclip di “Coltellino”, già a 5 milioni di visualizzazioni, sta facendo il giro del web. Ma per i residenti, più che fama, ha portato solo paura e insicurezza.
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