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Musica

30 anni di carriera celebrati da Irene Grandi nella maniera migliore: con un tour!

Dopo tre decadi di una carriera vissuta sempre al massimo, con una passione contagiosa e una voglia instancabile di sperimentare, la cantante toscana è pronta a riprendersi la scena live con il suo attesissimo “Fiera di Me Tour“. Un evento che non è solo una serie di concerti, ma una vera e propria immersione nel mondo musicale di una delle voci più iconiche del panorama italiano, un’artista che ha saputo attraversare le mode e le generazioni rimanendo sempre fedele a sé stessa.

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    Irene Grandi tour 2025. La cantautrice toscana torna dal vivo per celebrare trent’anni di carriera con il Fiera di Me Tour, uno spettacolo che attraversa i grandi classici del suo repertorio e le nuove canzoni pubblicate negli ultimi mesi.

    Un concerto che è soprattutto un racconto, una celebrazione, un viaggio musicale che parte da brani come In vacanza da una vitaa tua ragazza sempre, Bruci la città, e Prima di partire per un lungo viaggio per arrivare fino a Fiera di Me e Universo, brano firmato da Francesco Bianconi dei Baustelle e Kaballà.

    Il tour è organizzato da IMARTS – International Music and Arts. Con Irene sul palco a suonare ci saranno Max Frignani alla chitarra, Piero Spitilli al basso, Fabrizio Morganti alla batteria, Marco Galeone alle tastiere e Titta Nesti ai cori e polistrumenti.

    Nel frattempo è uscito Favole, il nuovo singolo che si aggiunge al percorso artistico intrapreso con i brani pubblicati lo scorso anno. Una canzone che, come le precedenti, mostra un lato intimo e riflessivo dell’artista. Un brano morbido e accattivante ma con una sottile vena di malinconia disincantata, che invita a riflettere su quanto, oggi, sia difficile assumersi la responsabilità di una relazione.

    Le prime date confermate del Fiera di Me Tour 2025

    31 maggio – Scandiano (RE), FestivaLOVE 2025 – Piazza Fiume

    12 giugno – Tortona (AL), Arena Magaplex Stardust OASI

    28 giugno – San Giovanni (SS), Piazza San Giovanni

    26 luglio – Verona, Teatro Romano – Estate Teatrale Veronese

    31 luglio – Bertinoro (FC), Festival Entroterre – Giardini della Rocca

    5 agosto – Cefalù (PA), Lungomare Giuseppe Giardina

    8 agosto – Pineto (TE), Piazza Cuba

    9 agosto – Giovinazzo (BA), Piazza Vittorio Emanuele

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      Musica

      Sanremo, “una scatola vuota”: l’ira dei discografici contro il Comune che li taglia fuori dal bando

      Il bando pubblicato dal Comune di Sanremo per l’organizzazione della prossima edizione del Festival ha fatto infuriare la Federazione dell’Industria Musicale Italiana: nessuna menzione, né rimborso, né riconoscimento al ruolo delle case discografiche, che di fatto reggono il meccanismo dello show. “Senza la musica, il Festival è una scatola vuota”, denuncia Enzo Mazza (FIMI), “e il Comune fa finta che non esistiamo”.

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        Altro che armonia. Tra Comune di Sanremo e industria musicale è ormai stonatura piena. Il nuovo bando di gara per l’organizzazione del Festival di Sanremo 2025 è stato pubblicato da poche ore, ma ha già scatenato la furia dei discografici, che si sentono ignorati, esclusi, dimenticati.

        A guidare la protesta è Enzo Mazza, amministratore delegato di FIMI, la Federazione dell’Industria Musicale Italiana. Il suo commento è diretto come un assolo di batteria: “Il bando di gara del Comune dimentica completamente il ruolo della discografia, che tiene in piedi il Festival”, ha dichiarato. “Senza la discografia, sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori”.

        Il riferimento è all’assenza totale di menzioni o tutele per le case discografiche all’interno dell’avviso pubblico, che delinea gli impegni del futuro partner organizzativo, ma ignora proprio chi porta artisti, investe in contenuti, costruisce carriere e tiene in piedi la macchina musicale del Festival.

        Il Comune prevede obblighi per il partner, ma non considera assolutamente il contributo della discografia – continua Mazza – che con i propri investimenti consente al Festival di prosperare e generare ricavi milionari, anche per la città stessa”.

        La proposta di FIMI è chiara: inserire un rimborso economico consistente per le imprese discografiche che partecipano, rendendo Sanremo non solo una vetrina gratuita (e costosissima) per gli artisti, ma un’occasione sostenibile anche per chi lavora dietro le quinte.

        Il Festival, ricorda Mazza, non è un prodotto del Comune, né un evento da salotto municipale: è un colosso industriale da ascolti record, trainato da musica, produzione, comunicazione, sponsor. E chi lo sostiene dall’interno merita un posto al tavolo, non un’esclusione burocratica. “Il Festival senza la musica è una scatola vuota”, avverte il Ceo FIMI.

        La tensione tra Comune e industria musicale era già emersa in passato, ma stavolta il bando rischia di diventare una miccia. Perché quando si cerca un nuovo partner per il Festival ma si ignora chi ne garantisce la sostanza, il problema non è solo di forma. È di musica. E di futuro.

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          Musica

          Sanremo 2026: Conti e Nathalie Guetta, la coppia che non ti aspetti… ma che forse meritiamo

          Sanremo 2026 promette già fuochi d’artificio… insomma, si fa per dire! Carlo Conti potrebbe affiancarsi a Nathalie Guetta, la “suor Maria” di Don Matteo che sogna di fare la soubrette all’Ariston. Potrebbe succedere davvero. E no, non è uno sketch comico. O forse sì. Ecco tutti i dettagli (e qualche risata) sull’indiscrezione più surreale dell’anno.

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            Carlo Conti ha detto “torno a Sanremo” e subito l’Italia ha tirato un sospiro di sollievo. Ma attenzione: stavolta il conduttore più abbronzato della TV non vuole fare tutto da solo. No, stavolta vuole amici fidati. E chi meglio di Nathalie Guetta, l’unica donna capace di passare da Suor Maria a soubrette senza battere ciglio?

            Nathalie Guetta: da Don Matteo al Don Ariston

            Durante la sua apparizione a Belve, Guetta ha detto con candore: “Prima di morire, voglio fare la soubrette a Sanremo”. E noi italiani, notoriamente amanti dei sogni improbabili, ci siamo subito commossi. Pare che anche Conti abbia sentito il richiamo e, secondo il settimanale Oggi, la stia seriamente considerando per la co-conduzione. A questo punto, l’unico ostacolo potrebbe essere… un miracolo in diretta.

            La soubrette improbabile

            Diciamocelo: Sanremo è diventato un po’ troppo serio. Serve leggerezza, autoironia, una spruzzata di follia. Chi meglio di Nathalie Guetta per riportare sul palco dell’Ariston lo spirito del varietà vecchio stile? Se il Festival è lo specchio dell’Italia, allora è giusto che ci rifletta con una donna che sogna le piume ma porta la tonaca.

            Carlo e il Festival “degli amici suoi”

            Conti ha confessato a Chi: “Voglio accanto a me persone a cui tengo”. Ora, se davvero tiene a Nathalie Guetta, prepariamoci a un’edizione dove potremmo vedere Suor Maria duettare con Achille Lauro, o lanciarsi in una tarantella con i Jalisse (se mai li faranno rientrare).

            SEO? Sì, ma con un po’ di satira

            Se stai cercando “Carlo Conti Nathalie Guetta Sanremo 2026 indiscrezione” o “soubrette improbabili Festival Sanremo”, sei il benvenuto! Questo è l’articolo che risponde alle tue domande e ti fa anche ridere. Perché Sanremo è sacro, sì, ma anche un po’ profano. E un pizzico di ironia non guasta mai.

            2026: sarà un’edizione da miracolo televisivo?

            Ancora non sappiamo se Nathalie Guetta salirà davvero su quel palco. Ma una cosa è certa: l’idea ci fa già sorridere. E forse, in un mondo così serio, basterebbe proprio questo per giustificare la scelta. Carlo, chiama Nathalie. E preparati a fare la storia (o almeno un meme virale).

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              Musica

              “Self Control” a teatro: il viaggio di Raf tra emozioni e suoni anni ’80

              Il tour teatrale di Raf celebra i 40 anni di Self Control e riaccende l’amore per le sonorità anni ’80. Un’occasione per riflettere sul cambiamento dell’industria musicale e sull’evoluzione del ruolo dell’artista.

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                Dopo il successo nei club, Raf riporta sul palco Self Control 40th Anniversary, uno spettacolo che approda ora nei teatri italiani, con la data zero fissata il 23 maggio 2025 al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Più che un concerto nostalgico, è un’esperienza viva e attuale, che mette al centro l’emozione della musica.

                “Dal vivo non c’è nulla di nostalgico – racconta Raf, all’anagrafe Raffaele Riefoli – perché oggi più che mai si sente il bisogno di tornare a quelle sonorità autentiche, che sapevano emozionare con contenuti veri”. Il pubblico di oggi, anche i trentenni, riscopre gli anni ’80 non per rimpianto, ma per desiderio di autenticità.

                L’eredità degli anni ’80 tra suono e memoria

                Per Raf, gli anni ’80 rappresentano molto più che un decennio musicale: sono un patrimonio culturale che resiste al tempo. “Abbiamo vissuto un periodo straordinario. Non solo musicalmente, ma anche storicamente: la caduta del Muro di Berlino, i primi sintetizzatori, l’equilibrio tra tecnologia e analogico. Era tutto più affascinante, più vero”.

                La musica di quel tempo, spiega il cantautore, continua a parlare a nuove generazioni perché nasceva da un mondo meno filtrato dai social e dagli algoritmi. “Oggi è tutto più veloce, più effimero. Si produce per i trend, non per lasciare un segno”.

                Una canzone che rappresenta un’epoca irripetibile

                Il brano, scritto dall’indimenticabile autore e produttore Giancarlo Bigazzi (musica) e Steve Piccolo (testo) insieme allo stesso Raf, arrangiato da Celso Valli, ebbe uno straordinario successo in tutto il mondo diventando uno dei brani italo disco più famosi di sempre. Insieme con la cover di Laura Branigan, il singolo vendette più di 20 milioni di copie in tutto il mondo. Ricorda l’artista: “Arrivai a Firenze a 17 anni, ero uno studente del Liceo artistico Porta Romana. Dopo il diploma mi iscrissi alla facoltà di architettura ma non mi sono mai laureato. La musica ha preso il sopravvento. Il suo undergrond culturale che Firenze offriva a quel tempo era molto frizzante. Tramite il proprietario di un negozio di musica che frequentavo iniziai a collaborare con Bigazzi. Lavoravamo nell’ombra, oggi ci chiamerebbero producer, su pezzi di ogni tipo, soprattutto per altri cantanti”.

                Così nacque Self Control

                Prosegue a raccontare Raf: “Bigazzi mi convinse a cantarla, era uno dei tanti pezzi italodisco prodotti. Lo aveva fatto ascoltare al produttore di Laura Branigan, il brano era piaciuto e lei lo avrebbe lanciato nel giro di poco tempo. Bigazzi mi fece prendere una licenza, all’epoca ero militare, e la incidemmo per primi. Non l’avrei mai detto ma ci esplose in mano. Un pezzo italodance, certo, ma con elementi di novità, per esempio il rock del riff che lo introduce”.

                L’artista oggi: tra performance e algoritmi

                Raf sottolinea quanto sia cambiata oggi la figura dell’artista. “Negli anni ’80 aveva senso fare un album, raccontare qualcosa di completo. Oggi si pensa solo al singolo virale. Anche chi scrive è condizionato: bisogna performare, non emozionare”. Il sistema attuale, dominato da piattaforme e intelligenze artificiali, impone ritmi che penalizzano la creatività. “Tutto si ascolta in modalità TikTok. Melodie veloci, nessun tempo per la riflessione. È un circolo vizioso che allontana dalla vera musica”.

                Un ritorno al cuore della musica

                Il tour teatrale di Raf non è solo un omaggio a Self Control, ma un invito a riscoprire la musica come esperienza emotiva e collettiva. “La gente ha fame di autenticità. Vuole concerti che parlino al cuore, non solo allo scroll”. E forse proprio da quel passato così ricco di emozioni può ripartire una nuova era musicale, più umana e meno digitale.

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