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Altro che la Scala e la lirica… è la pop music a dominare Milano!

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    Migliaia di fan, gli swifties (così vengono chiamati i seguaci della reginetta del pop made in USA), sono in trepidazione da settimane, preparandosi con entusiasmo ad unacesperienza che si preannuncia magica e indimenticabile, generando un’euforia collettiva che non si vedeva da tempo, neanche per i recenti sette concerti di Vasco.

    Milano attende

    Il tour europeo intitolato Taylor Swift – The Eras Tour è partito da Parigi lo scorso 9 maggio e si concluderà a Londra il 17 agosto. Vista la richiesta di biglietti a dir poco “enorme”… è stata aggiunta una seconda data italiana al tournée: Taylor Swift sarà live allo Stadio Meazza di Milano anche domenica 14 luglio, dopo la già annunciata prima data di sabato.

    Le altre date

    18 luglio – Gelsenkirchen (Germania), Veltins Arena
    23 luglio – Amburgo (Germania), Volksparkstadion
    27 luglio – Monaco di Baviera (Germania), Olympiastadion
    2 agosto – Varsavia (Polonia), PGE Narodowy
    9 agosto – Vienna (Austria), Ernst Happel Stadion
    16 agosto – Londra (Regno Unito), Wembley Stadium
    17 agosto – Londra (Regno Unito), Wembley Stadium

    Per i biglietti.., rivolgersi ai bagarini!

    I milanesi sappaino che per i due concerti è stato annunciato da tempo il sold-out: per accaparrarsi un biglietto non resta che passare sotto il giogo dei bagarini, agguerriti più che mai. Va ricordato che il nostro Paese ha ospitato l’ultimo show dell’artista tantissimi anni fa: era il 2011, motivo per cui i fan italiani non vedono letteralmente l’ora che vadano in scena i due attesissimi concerti. La scaletta si annuncia ricchissima, con tantissime canzoni che provengono dai dischi Lover, Fearless, Evermore, Reputation, Speak Now, Red, Folklore, Taylor Swift (il suo lavoro di debutto) e Midnight. Per quanto riguarda la durata degli spettacoli, nei recenti show americani, l’artista ha calcato il palco per ben tre ore. La durata può variare anche a causa della presenza di guest star, o di bis aggiuntivi.

    C’è qualcuno che tocca ferro…

    Tra i fan c’è comunque apprensione, qualcuno ha messo in giro la voce che le date italiane potrebbero saltare. Un timore nato il marzo scorso, quando qualche colpo di tosse della loro beniamina ha scatenato il panico nell’audience, temendo per la sua salute,
    “Sembra che non si senta al meglio… ha bisogno di riposo”, ha scritto un sostenitore commentando il video – diventato immediatamente virale – in cui si vede Swift tossire mentre intona la sua Delicate al National Stadium di Singapore. “Dovrebbe cancellare il resto degli spettacoli per motivi di salute”, ha bisogno di una pausa, il tour sta mettendo a dura prova la sua salute”. Questi alcuni dei commenti che hanno alimentato l’allarmante voce.

    Il video citato sui social, ripreso dalla popolare testata di gossip TMZ

    Altro che canzonette, lei è in grado di far girare l’economia

    Sembra che la metropoli di Singapore abbia sborsato 4,3 milioni di dollari a concerto per avere Taylor Swift live in città. “Singapore ha pagato una cifra considerevole in modo che nessun altro Paese del sud-est asiatico potesse avere le stesse possibilità”, si legge su Instagram. L’ingaggio dell’artista da parte del Singapore Tourism Board ha scatenato una polemicona in piena regola. Non a caso il primo ministro thailandese Srettha Thavisin lo scorso febbraio ha accusato Singapore di pagare a Swift milioni di dollari a concerto per assicurarsene l’esclusiva. Sottolineando che dietro a questa cosa ci sia una precisa strategia: “Il governo di Singapore è intelligente. Hanno impedito a Swift di fare altri concerti in Asia”.

    La musica del business

    Un live di Taylor Swift è in grado di garantire un flusso economico di grandi dimensioni, fungendo da boost per l’economia della nazione che la ospita. I sei concerti al National Stadium di Singapore, struttura da 55mila posti, hanno registrato il tutto esaurito. E molti fan, per vedere la loro beniamina, sono venuti dall’estero, facendo registrare segni positivi all’intero settore ricettivo. La chiamano “Swiftconomics”, un fenomeno che riguarderà anche Milano, il 13 e 14 luglio, dove alberghi, bed & breakfast, strutture adibite ad affitti brevi, mezzi di spostamento e altro per due giorni faranno affari d’oro. E c’è ancora qualcuno che la chiama “musica”…

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      Musica

      “Clonatemi, bastardi!”: il leader dei Black Sabbath vuole vivere per sempre, Ozzy forever

      Ozzy, il Principe delle Tenebre, non smette di stupire neanche ora che si prepara a dire addio ai live con i Black Sabbath. La sua ultima follia? Vuole farsi clonare, o meglio, vuole che lo facciamo noi! In collaborazione con l’azienda di acqua in lattina Liquid Death, Ozzy ha messo in vendita dieci lattine di tè freddo vuote contenenti il suo DNA. Una trovata al limite tra il geniale e il delirante, con tanto di autografo e la provocatoria scritta: “Clonatemi, bastardi!”. Una operazione che è già diventata cult.

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        Liquid Death non è un brand qualunque: conosciuto per la sua acqua in lattina e le campagne pubblicitarie fuori dagli schemi, ha appena lanciato una collezione che sembra uscita da un film di fantascienza punk. Parliamo di dieci lattine di tè freddo, completamente vuote, ma contenenti il DNA di Ozzy Osbourne. Sì, avete capito bene, il DNA vero, autentico, del leggendario frontman dei Black Sabbath.

        Un pezzetto di una leggenda rock in una lattina autografata

        Come ci sono arrivati? Beh, Ozzy ha semplicemente bevuto le lattine e il contenuto biologico rimasto – saliva, cellule, tutto il corredo – è stato sigillato in laboratorio per preservarne il patrimonio genetico. Ogni lattina è stata autografata a mano dallo stesso Ozzy e viene venduta online al prezzo folle di 450 dollari l’una. Un investimento per veri fan o per chi vuole portarsi a casa un pezzetto immortale di storia rock?

        “Clonatemi, bastardi!”: la sfida di Ozzy

        Il messaggio è chiaro e tagliente. L’azienda e Ozzy stesso hanno dichiarato con ironia e una buona dose di sarcasmo che “una volta che la tecnologia e le leggi federali lo permetteranno, i fan potranno usare questo DNA per tentare di clonare Ozzy e goderselo per centinaia di anni”. Non manca la chicca dell’artista che scrive “Clonatemi, bastardi!” sulla lattina, come a dire: “Se proprio volete un Ozzy 2.0, fatelo!” Il progetto è una provocazione perfetta per un personaggio che ha sempre giocato con l’immortalità, tra morsi di pipistrello e concerti storici. È un modo ironico e leggermente inquietante per celebrare la sua eredità, proprio mentre si avvicina al suo ultimo live con i Black Sabbath.

        Il concerto di addio a Birmingham: un’epoca che finisce

        Il lancio di queste lattine Infinite Ozzy arriva in concomitanza con un evento molto importante: il 5 luglio 2025, Ozzy si esibirà per l’ultima volta dal vivo con i Black Sabbath nella loro città natale, Birmingham. Un addio epocale che segna la fine di un’era per la musica heavy metal e per i fan di tutto il mondo. In questo contesto, la trovata del DNA in lattina suona come un tributo ironico e, perché no, un’arma segreta per battere il tempo e l’usura degli anni. Non resta che aspettare la futura tecnologia che, chissà, magari un giorno ci restituirà un clone di Ozzy pronto a farci urlare ancora “Crazy Train”!

        Un mito senza tempo

        Che vi piaccia o meno, Ozzy Osbourne è e resterà per sempre una leggenda vivente (o forse no, ma questo lo decideranno i fan-cloni). Tra musica, follie e trovate pubblicitarie al limite, il Principe delle Tenebre dimostra che non ha paura di osare, neanche quando si parla di immortalità genetica. Se volete farvi un regalo unico, potete ancora accaparrarvi una di queste lattine su LiquidDeath.com. Nel frattempo, preparatevi a salutare Ozzy dal vivo una volta per tutte, o magari no… perché se la scienza lo permette, lui potrebbe tornare. Letteralmente.

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          In affitto breve la villa di George Michael: 550 sterline a notte

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            Se sei un fan di George Michael, l’artista scomparso il giorno di Natale del 2016, da oggi potrai concederti l’emozione di una vacanza (lunga o breve sta alle dimensioni del tuo portafoglio) nella casa dell’indimenticabile cantante.

            Dormendo dove ha dormito lui

            La lussuosa casa della star, prematuramente scomparsa a Natale del 2016, si trova a Goring-on-Thames nell’Oxfordshire. Disponibile per tutti i turisti su AirBnB alla modica cifra di 550 sterline a notte. Come si legge sul quotidiano The Sun, la proprietà, che risale al XVI secolo, è composta da una camera da letto ed è collegata alla casa principale. Nella tenuta ci sono degli splendidi giardini e una piscina e si trova vicino a una chiesa del X secolo. Una fonte vicina alla faniglia della popostar ha affermato che: “È stato molto apprezzato dai fan del cantante che sono grati dell’opportunità di vivere in prima persona la casa di George”.

            Un’operazione simile a quella di Abba Voyage

            Nel frattempo stanno girando voci su un ritorno di George Michael sul palco in versione ologramma. La società Nobby’s Hobbies Holdings, che gestisce l’eredità di Michael, ha dichiarato che “L’attività del gruppo si amplierà nei prossimi tre anni per includere esibizioni pubbliche dal vivo”.

            Michael virtuale sul palco con l’ex compagno Andrew?

            Il compagno di band degli Wham!, Andrew Ridgeley, lo scorso anno confidò che gli sarebbe piaciuto rivedere il gruppo sul palco in uno spettacolo in stile Abba Voyage, ma questo avrebbe sollevato questioni di genere etico: “Il mio pensiero sarebbe: ‘Fantastico!’ Avere gli Wham! al loro massimo splendore, suonare dal vivo. Certo, esistono questioni etiche. Quella decisione sarebbe da prendere da me e da chi gestisce l’eredità di George, se mai si dovesse realizzare. Io non posso parlare per loro, non so come si sentirebbero al riguardo. Ma penso che si potrebbe fare, e penso che potrebbe essere fatto eccezionalmente bene. Pagherei per vederlo!”.

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              I Beatles secondo il Boss: ecco chi è il suo vocalist preferito

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                Nella storia dei Beatles ognuno dei 4 membri ha avuto modo, chi più chi meno, di cimentarsi dietro il microfono. Pure il batterista Ringo Starr, sebbene non fosse uno dei principali autori, oltre a sedersi dietro alle pelli ha fornito alcuni contributi vocali (Yellow Submarine e With a Little Help from My Friends le sue performance più celebri).

                Quale scarafaggio preferite? Il nasuto Ringo?

                Ogni appassionato dei Fab Four – compreso naturalmente l’autore di questo articolo – ha una sua personale classifica su chi sia il migliore dei quattro. Chi preferisce McCartney o Lennon per la scrittura, chi ama il drumming essenziale di Starr o chi apprezza il contributo di Harrison, spesso sottovalutato, alla produzione della band. Idem dicasi se la domanda diventa più specifica: qual è il miglior cantante tra i quattro? In questo caso vi sveliamo la risposta di Bruce Springsteen.

                George il silenzioso?

                Che si tratti di George Harrison? Sono sue, fra le altre, la voce (e la penna) di Here Comes The Sun e While My Guitar Gently Weeps, due dei brani più amati della band. Il “quiet one” (questo era il suo soprannome, il silenzioso) continuerà a mostrare le sue doti di cantante anche quando intraprenderà una carriera solista dopo lo scioglimento dei Beatles. Ma non è lui il preferito dal Boss.

                Forse il Macca?

                Uno dei principali autori di canzoni della band, Paul McCartney si trovò spesso dietro al microfono, plasmando vocalmente le melodie ed amplificando la potenza emotiva dei testi. Ma non sono sufficenti capolavori come Yesterday e Let It Be per far sì che Springsteen metta il Macca in cima alla sua personale classifica.

                Andando per esclusione

                Quindi, per esclusione, resta John Lennon , che risulta essere secondo il rocker americano il miglior cantante dei Beatles, come ha dichiarato di recente alla testata Rolling Stone USA. Le sue motivazioni sono giustificate da un’ammirazione nella capacità di adattare il modo di cantare a ogni brano che interpretava. Esaltando, ancor più e meglio di quanto facesse Sir Paul, le emozioni contenute nei testi e nella musica. Anche nei brani da solista, Imagine su tutte.

                Gli altri cantanti amati dal Boss

                Come è lecito aspettarsi, questa esternazione di Springsteen non mancherà di aprire una diatriba tra i fan del quartetto britannico. Oltre a Lennon, ecco gli altri vocalist preferiti del Boss:

                Ray Charles
                Sam Cooke
                Bob Dylan
                Aretha Franklin
                Little Richard
                Jerry Lee Lewis
                Mick Jagger
                Van Morrison
                Roy Orbison

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