Musica

I ricordi di un beatlesiano d’eccezione, presente al loro show romano nel 1965: Carlo Verdone

L’attore e regista Carlo Verdone racconta il mitico (e rovinato) concerto dei Beatles al Teatro Adriano: 40 minuti di storia, concluso dalla stupidità di uno spettatore esagitato.

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    Nel 1965 Roma ospitò uno degli eventi musicali più attesi di sempre: il concerto degli ingesi Beatles. Carlo Verdone, allora studente bocciato e adolescente in crisi, ci regala un racconto unico e ironico di quella serata storica. Tra urla assordanti, occhiali rotti, Anna Magnani imperturbabile e un fan che manda tutto all’aria, ecco il ritratto di un’Italia che si affacciava al cambiamento con la solita, immancabile, goffaggine.

    Una punizione, un regalo e… i FabFour!

    Verdone, bocciato per aver tirato un libro alla prof. di matematica, vive giorni di silenzio e delusione in casa. Poi, a sorpresa, suo padre lo redime con un biglietto per un concerto epocale: “Non te lo meriti, ma andiamo a vedere i Beatles. È un evento culturale.” Così nasce l’avventura. Niente mostra d’arte, stavolta. È il 28 giugno 1965, al Teatro Adriano di Roma, seconda serata dello storico live.

    Urla, occhiali e un pubblico in delirio

    Padre e figlio partono a piedi, dal lungotevere a Piazza Cavour. La folla è immensa, polizia e idranti ovunque. Nella calca, il padre di Verdone perde gli occhiali: “Oddio, adesso non vedo”, dice. Entrano lo stesso. Carlo è felice, suo padre vede solo da un occhio. Dalle urla, letteralmente assordanti, Verdone ricorda: “Non ci ho sentito per una settimana. Ma non per la musica: per il pubblico!”. Inizia Twist and Shout, l’emozione è alle stelle. In platea anche Anna Magnani, impassibile: guarda con disprezzo le ragazzine che urlano. “Era un mondo che non capiva”, dice Verdone.

    L’uomo che rovinò tutto (per davvero)

    Il concerto dura poco, ma è intenso. A un certo punto, parte un brano nuovo. Il pubblico ascolta, curioso. Poi, il caos: un tizio si lancia sul palco, cerca di strappare il berretto a John Lennon. Lennon si spaventa, getta la chitarra e scappa. Gli altri Beatles lo seguono. Concerto finito. Fine della magia. Un fan, furioso, urla: “Mort***! Era un pezzo nuovo!”. Un altro, sconsolato, esclama la frase diventata simbolo: “In questo Paese c’è sempre uno str*o che rovina tutto”**.

    Un concerto da una lente sola

    Tornando a casa, Verdone e suo padre si scambiano scuse e promesse. Il padre, dispiaciuto per la lente rotta. Il figlio, commosso: “Ti giuro che sarò promosso”. E mantiene la parola.

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