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Personaggi e interviste

La classifica sexy di Gwyneth Paltrow: “Ecco chi era il mio miglior amante fra le lenzuola”

Gwyneth Paltrow rompe il silenzio su Brad Pitt e Ben Affleck con rivelazioni piccanti che stanno facendo il giro del web. In un’intervista esplosiva, l’attrice ha confessato chi, tra i due celebri ex, è stato il migliore a letto… e chi la faceva ridere di più. Un tuffo nel passato sentimentale di una delle star più chiacchierate di Hollywood.

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    La popolare attrice è in vena di confessioni piccanti di questi tempi: “Con Brad chimica esplosiva, ma Ben era… tecnico” Nel corso di una nuova intervista al popolarissimo podcast Call Her Daddy, Gwyneth Paltrow ha alzato il velo su uno degli argomenti più chiacchierati dai fan: i suoi ex fidanzati più famosi, Brad Pitt e Ben Affleck. L’attrice premio Oscar non si è tirata indietro e ha risposto senza imbarazzo alla domanda da un milione di click: chi era il migliore a letto?

    Chimica contro tecnica

    La risposta è stata sorprendentemente dettagliata. «Con Brad Pitt c’era una chimica pazzesca, quasi elettrica», ha detto sorridendo. Ma poi ha aggiunto: «Ben Affleck era tecnicamente perfetto. Sapeva esattamente cosa fare». Due stili diversi, insomma, ma entrambi indimenticabili per motivi molto diversi.

    Pitt: l’amore travolgente degli anni ’90

    Gwyneth e Brad si sono conosciuti sul set di Seven nel 1994, e per qualche anno hanno rappresentato la coppia d’oro di Hollywood. Un amore romantico e passionale, culminato in un fidanzamento ufficiale. «Ero molto innamorata», ha confessato Paltrow. «Ma eravamo troppo giovani». Nonostante la rottura, tra i due è rimasto un forte affetto e rispetto reciproco

    Affleck: fascino e ironia sotto le lenzuola

    Dopo Brad, è arrivato Ben. La loro relazione è durata dal 1997 al 2000, e Gwyneth ha ammesso che con lui c’era un’alchimia molto diversa. «Mi faceva ridere come nessun altro», ha detto. «Ben era un ragazzo brillante, spiritoso e molto… preciso». Un commento che ha scatenato una marea di reazioni sui social, tra fan divertiti e gossip in fermento.

    Gwyneth oggi: tra successo, famiglia e sincerità disarmante

    Oggi l’attrice è sposata con il produttore Brad Falchuk e vive una vita lontana dai riflettori più scandalistici. Eppure, quando decide di parlare del suo passato, lo fa con una sincerità che sorprende. Le sue rivelazioni non sono mai gratuite: «Non ho nulla da nascondere. Ho vissuto amori intensi, e sono grata per ognuno di loro». Le sue parole non sono solo gossip da tabloid. Sono anche un esempio di come una donna possa parlare apertamente della propria sessualità e delle sue esperienze senza vergogna. In un mondo che ancora stigmatizza la libertà femminile, Gwyneth riesce a trasformare ogni intervista in una lezione di autenticità.

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      Marco Bocci: “Ho detto basta all’amore tossico. Ora Laura Chiatti mi ama di più”

      Dal desiderio di scrivere poesie da bambino alla consapevolezza dell’amore sano, Marco Bocci si confessa: “Cinque, sei anni fa mi sono imposto di dire quello che penso. Da allora, la mia vita e il mio rapporto con Laura Chiatti sono migliorati”.

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        Da bambino scriveva poesie durante le lezioni di algebra, sognando amori impossibili. Oggi, Marco Bocci quella voglia di mettere nero su bianco le emozioni non l’ha mai persa, e dopo il successo dei suoi primi due romanzi torna in libreria con Nelle tue mani, nella sua pelle, un racconto profondo su amori tossici e scelte sbagliate, in cui l’attore e scrittore mette molto di sé.

        Il protagonista della storia è Laura, un nome che inevitabilmente richiama quello di Laura Chiatti, sua moglie e madre dei suoi due figli. Ma Bocci ci tiene a precisare che il personaggio non è ispirato a lei, bensì a un insieme di donne che hanno segnato la sua vita: “Ho pensato anche a mia madre, a mia sorella, alle mie amiche”, racconta. Il vero punto centrale, però, è un altro: lui stesso.

        “Ha presente quando stai per fare una scelta sapendo benissimo che non va bene, eppure non puoi fare a meno di andare avanti?”, chiede l’attore. “È quello che succede a Laura nel romanzo, ma è anche quello che è successo a me svariate volte. Ho sentito il profumo di una strada sbagliata alla quale non potevo e non volevo rinunciare, pur essendo consapevole che mi avrebbe messo nei guai. La testa ti dice una cosa, ma il corpo va da un’altra parte. Perché? Volevo scrivere un romanzo che toccasse alcuni grandi interrogativi della mia vita”.

        Per Bocci l’amore non è solo una questione di sentimenti, ma di dipendenza affettiva, fragilità e bisogno di sentirsi all’altezza. E non riguarda solo le donne: “Anche un uomo può essere manipolato, anche un uomo può soffrire per amore”, sottolinea.

        Ma qualcosa, nella sua vita, è cambiato. “Cinque, sei anni fa mi sono rotto le palle e ho trovato il coraggio di dire quello che penso”, confessa. “Me lo sono imposto e, da allora, vivo relazioni più sane con tutti. Anche con mia moglie”.

        Oggi il rapporto con Laura Chiatti è più forte proprio perché Bocci ha trovato il coraggio di essere se stesso, senza cercare di adattarsi alle aspettative altrui: “Mi ha dato sicurezza perché mi sono reso conto di essere apprezzato e amato per quello che sono”.

        Nel romanzo, oltre all’amore tossico, c’è anche una riflessione sul ruolo del sesso nelle relazioni: “Contamina il nostro punto di vista più di quanto crediamo”, ammette. “E non è un male. Trovare un partner con cui ci si sente liberi anche sotto quell’aspetto è una delle cose più sane che possano accadere”. E di sesso, nel suo libro, ce n’è parecchio: “Mi sono lasciato andare”, conclude.

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          Can Yaman si prepara a vestire i panni di Sandokan e racconta: “Non molla mai!”

          Can Yaman, la star turca amata dal pubblico italiano, si prepara a rivestire i panni di Sandokan nella nuova produzione Rai. Tra intense sessioni di allenamento e riflessioni profonde sul personaggio, Yaman ha mostrato una dedizione straordinaria, tanto da disattivare il suo account Instagram per concentrarsi al massimo. In una recente intervista, l’attore ha condiviso le sue riflessioni su Sandokan, rivelando un coinvolgimento emotivo e una passione per il ruolo che promettono di regalare agli spettatori una performance indimenticabile.

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            A dicembre sulla Rai arriverà una delle produzioni più attese dal pubblico, ossia “Sandokan”, riproposizione dello sceneggiato cult con Kabir Bedi degli anni ’70. Questa volta il ruolo da protagonista sarà interpretato da Can Yaman. Le riprese si sono svolte tra la Calbria e l’Isola di Reunion ed è già stato annunciata una seconda stagione che andrà in onda nel 2027 su Rai Uno. Il cast è internazionale, con Alessandro Preziosi ed Ed Westwick, noto per il suo ruolo in “Gossip Girl”.

            Per Yaman, il ruolo della Tigre della Malesia è molto impegnativo e ha richiesto una preparazione fisica intensa. L’attore ha persino disattivato il suo account Instagram per concentrarsi meglio sul suo ruolo.

            Can Yaman ha condiviso alcune riflessioni sul personaggio di Sandokan: “Credo sia un uomo che ha sofferto, ma questo lo ha reso forte: non molla mai. È un personaggio che affronta le difficoltà con determinazione e tenacia. La sua sofferenza lo ha forgiato, rendendolo capace di superare ostacoli che avrebbero scoraggiato chiunque altro.”

            Yaman ha poi sottolineato l’importanza del personaggio come fonte di ispirazione: “Rappresenta un’ispirazione per tutti, specie per i bambini. Sandokan sogna di migliorare la vita degli altri e, anche quando sembra che stia facendo qualcosa di cattivo, è sempre per un buon fine. Tutti dovrebbero voler essere come lui, bisogna essere degni per interpretarlo. È un eroe che insegna il valore della perseveranza e della giustizia.”

            È chiaro che Yaman si è profondamente coinvolto nello stato d’animo di Sandokan. Sin dall’inizio delle riprese, è noto come Can Yaman abbia fatto di tutto per concentrarsi al meglio, sia fisicamente con duri allenamenti, sia mentalmente estraniandosi dai social per evitare distrazioni. Non resta che attendere per vedere i risultati sul piccolo schermo.

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              Achille Costacurta e il periodo buio: papà Alessandro rompe il silenzio e racconta tutto

              Alessandro Costacurta parla per la prima volta apertamente delle fragilità del figlio Achille, dei problemi con la giustizia e del ruolo fondamentale della moglie Martina Colombari: “Ci siamo salvati a vicenda. E oggi lui è il ragazzo più bello del mondo”.

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                Dopo mesi di silenzio e indiscrezioni, è Alessandro Costacurta a rompere il ghiaccio. In un’intervista a Il Giornale, l’ex difensore del Milan e della Nazionale ha parlato per la prima volta a cuore aperto del momento difficile attraversato dal figlio Achille, 20 anni, diventato suo malgrado protagonista delle cronache per una serie di episodi controversi.

                “Se mi avessero fatto questa domanda due anni fa, non avrei risposto allo stesso modo”, ha detto l’ex calciatore, riferendosi al proprio ruolo di padre. “Oggi posso dire di essere stato un buon padre. Mio figlio ha delle fragilità, ha avuto dei problemi, ma li ha superati. E adesso è il ragazzo più bello del mondo”.

                Parole che rivelano una ferita, ma anche un percorso di consapevolezza. Achille, in passato, ha avuto problemi con le forze dell’ordine, e la vicenda ha messo a dura prova l’equilibrio familiare. “Abbiamo attraversato momenti duri, ma ci siamo sostenuti a vicenda: io, Martina e nostro figlio. Questo ci ha unito ancora di più”.

                Il riferimento è ovviamente alla moglie Martina Colombari, ex Miss Italia e madre di Achille, che ha avuto un ruolo centrale in tutto il percorso. “Ho scoperto in quei giorni una forza incredibile in mia moglie”, ha raccontato Costacurta. “Ha una capacità di protezione verso nostro figlio che è pazzesca. È stata lei il nostro punto fermo”.

                Il matrimonio con Martina, celebrato nel 2004, è uscito rafforzato dalla crisi. E oggi la coppia si mostra compatta, più consapevole e pronta a condividere anche i momenti difficili. “La famiglia è stata la nostra ancora. E lo è ancora oggi”, ha concluso Costacurta.

                Non serve aggiungere molto. In un mondo dove spesso si finge perfezione, il coraggio di raccontare anche le cadute – e le risalite – fa tutta la differenza.

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