Personaggi e interviste
Rettore: “La meritocrazia? In Italia non esiste, il sistema premia chi non ha le competenze. E con i social si credono tutti divi”
Il 10 gennaio è uscitio il nuovo album “Antidiva putiferio”, un progetto musicale di dodici brani inediti, nei quali duetta con molti giovani artisti.

Rimanere rilevanti in un panorama musicale dominato da trap e rap non è semplice, ma Donatella Rettore sembra aver trovato l’antidoto: continuare a innovare. Il 10 gennaio è uscito il suo nuovo album, Antidiva Putiferio. Un progetto che raccoglie dodici brani inediti e vede la partecipazione di giovani artisti del calibro di Tancredi, Beatrice Quinta, BigMama e La Sad.
“Cerco sempre collaborazioni con i ragazzi perché, se vuoi restare al passo con i tempi, non puoi chiuderti nel tuo mondo“, ha spiegato Rettore nell’intervista rilasciata a Chi. Questo spirito di apertura ha caratterizzato tutta la carriera della cantante. Lei da sempre ama mescolare stili e collaborare con nuove generazioni di artisti, trovando in questo scambio una fonte continua di ispirazione.
La meritocrazia in Italia non esiste
Presentando il suo album, Rettore non ha nascosto le sue critiche verso l’attuale panorama musicale e il sistema che, secondo lei, non premia il talento. “Ho sentito Tancredi quando non è stato preso a Sanremo. Ha tutti i diritti di entrare nei big senza fare la solita trafila dei giovani, ma la verità è che la meritocrazia in Italia non esiste. Ti senti impotente davanti a questo sistema“. Nell’intervista la Rettore ha anche espresso il suo parere sul prossimo festival di Sanremo, sottolineando come spesso vengano selezionati artisti privi delle competenze necessarie. “Tra i big ci sono nomi che non conosco. La colpa è anche dei social, che trasformano chiunque in un fenomeno senza un reale valore artistico“.
Cantanti o divi dei social?
Il ruolo dei social media nella carriera degli artisti emergenti è un tema che Rettore affronta senza mezzi termini. “Oggi con i social credono tutti di essere divi, specialmente chi non lo è. Si cerca di attirare l’attenzione con gesti eclatanti, ma non sempre positivi: spesso sono dimostrazioni di violenza o esibizioni di cattivo gusto. Questo mi spaventa molto”. Contrariamente a questo approccio, Rettore preferisce puntare sui giovani talenti che scelgono di farsi notare con la musica, non con il clamore mediatico. Una filosofia che l’ha portata a collaborare con artisti autentici e determinati, dimostrando che il vero talento non ha bisogno di eccessi per brillare.
Rettore: l’ascesa di una “diva ribelle”
Donatella Rettore non è nuova al ruolo di rivoluzionaria. Negli anni ’70 e ’80, quando l’Italia musicale era dominata da ballate romantiche e melodie rassicuranti, Rettore esplodeva sulla scena con la sua irriverenza e un’immagine fuori dagli schemi. Uno dei momenti più iconici della sua carriera risale al 1981, quando pubblicò il singolo Donatella, una hit che scalò le classifiche e consolidò il suo status di artista innovativa. La canzone, irriverente e ironica, rispecchiava perfettamente la sua personalità, conquistando sia il pubblico che la critica. Dietro le quinte, però, Rettore ha affrontato ostacoli non indifferenti. La sua audacia e il suo rifiuto di conformarsi agli standard l’hanno resa una figura polarizzante, ma anche un modello per chi desiderava rompere gli schemi. Ancora oggi, questa determinazione la guida, rendendola un punto di riferimento per le nuove generazioni di artisti.
Il futuro di Rettore e della musica
Con Antidiva Putiferio, Donatella Rettore dimostra ancora una volta di non aver perso il contatto con il presente, ma di aver trovato un equilibrio tra la sua storia e il futuro della musica italiana. Nel suo modo unico di essere “antidiva”, continua a ispirare, dimostrando che il talento e l’autenticità possono ancora fare la differenza in un mondo spesso dominato dalle apparenze.
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Personaggi e interviste
Victoria De Angelis lancia una frecciata a Damiano David: «Mi sono dovuta abituare a essere da sola, ma mi diverto anche così»
Prima volava da un continente all’altro con i Maneskin, ora continua a farlo, ma dietro la console. Victoria De Angelis, tra set esclusivi e libertà ritrovata, racconta la sua nuova vita lontana dalla band, la gestione della popolarità e la sua visione dell’amore.

Victoria De Angelis non è più “solo” la bassista dei Maneskin. Dopo anni di tour mondiali con la band che ha conquistato il rock, oggi ha scelto una strada parallela: quella della musica elettronica. La vediamo meno con il basso in mano e più dietro una console, con il ritmo che le scorre nelle vene in un modo nuovo.
«Sto facendo un tour e lo adoro, mi sto divertendo tantissimo. È così diverso da ciò cui sono abituata, una boccata d’aria fresca, molto stimolante», ha confessato sulle pagine di Cosmopolitan. Eppure, separarsi – anche se solo temporaneamente – dai compagni di sempre, Damiano, Ethan e Thomas, non è stato facile: «Da sola si sente più pressione e all’inizio ero un po’ nervosa. Con la band siamo molto legati, quindi mi sono dovuta abituare anche a viaggiare da sola. Ma mi diverto molto anche così».
Un addio? No, piuttosto una parentesi personale, una nuova sfida. Oggi Victoria è più libera, più sicura di sé, più innamorata della musica – e non solo quella rock.
La fama? «Non mi interessa»
A 25 anni (che compirà il prossimo aprile), Victoria De Angelis è una star, ma senza quelle manie da diva che spesso arrivano con il successo. «Come gestisco la fama? Personalmente non mi piacciono le celebrità che vanno nei club, super sicure di sé per farsi vedere. Io esco semplicemente con i miei amici a Roma, cammino per strada, non mi interessa. A volte cerco di vestirmi in modo discreto e se qualcuno dice: “Ehi, sembri Victoria”, faccio finta di non crederci e lo prendo come un complimento. A volte si incontra qualcuno di scortese, ma in generale mi fa piacere se la gente mi riconosce».
Insomma, nessuna posa da rockstar, nessuna patina da inarrivabile: Victoria è rimasta la stessa, anche se oggi le luci dei riflettori la inseguono in ogni angolo del mondo.
Amore e libertà
Se sulla carriera si sbottona senza problemi, sulla vita privata Victoria preferisce restare più riservata. Sappiamo che da oltre un anno è legata alla modella Luna Passos, conosciuta ai tempi dei Maneskin, ma i dettagli restano privati. Su una cosa, però, non ha mai avuto dubbi: l’importanza della libertà. «Mi vesto come voglio e sono aperta sulla mia sessualità, cerco anche attraverso la mia musica di trasmettere un messaggio positivo di libertà, accettazione e empowerment».
Senza etichette, senza limiti. Proprio come la sua musica.
Personaggi e interviste
Ilary Blasi torna in TV: al timone del nuovo reality game di Canale 5, “The Couple”. Ne vedreremo delle belle
La conduttrice romana guiderà un format innovativo che mescola strategie, emozioni e dinamiche di coppia. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Dopo un periodo di lontananza dai riflettori, Ilary Blasi si prepara a fare il suo grande ritorno su Canale 5 con la conduzione di un nuovo reality game intitolato “The Couple”. Mediaset ha anticipato le indiscrezioni su un format inedito che punta a unire competizione e dinamiche relazionali. Nel corso del programma, coppie composte non solo da fidanzati o coniugi, ma anche da amici, parenti, colleghi e persino storici antagonisti, saranno costrette a una convivenza forzata. La sfida per i partecipanti sarà difendere un importante montepremi attraverso prove fisiche e psicologiche, ma anche con strategie e tattiche per contrastare gli avversari. Sarà il pubblico, tramite il televoto, a decretare la coppia vincitrice.
Ma che cos’è The Couple? Un mix tra reality storici
“The Couple” si presenta come un progetto che combina le caratteristiche di diversi format di successo. L’elemento strategico richiama “La Talpa”, mentre le dinamiche emotive evocano “Temptation Island” e “Grande Fratello”. Anche la componente delle sfide fisiche e la convivenza forzata strizzano l’occhio all’intramontabile format come “Pechino Express”. Questa volta Mediaset sembra aver fatto tesoro di uno degli errori che portarono al flop de “La Talpa”: l’assenza di dirette e il focus su contenuti digitali. Messaggio ricevuto. L’obiettivo questa volta è quello di tornare a una trasmissione in diretta con il coinvolgimento del pubblico in studio.
Quando andrà in onda?
La data ufficiale non è ancora stata comunicata, le prime prove si svolgeranno il prossimo mese di marzo. Ma il debutto sembra previsto per l’autunno, dopo l’impegno estivo di Ilary Blasi con “Battiti Live”. L’intento è offrire un contenuto innovativo per svecchiare il palinsesto di Canale 5. Tra i protagonisti ci saranno anche personaggi noti mischiati con persone comuni. Tutti rigorosamente in coppia, gli uni contro gli altri armati per vincere e difendere un ricco montepremi. Riuscirà Ilary Blasi a portare il successo sperato?
La carriera di Ilary Blasi? Una certezza…
Ilary Blasi ha esordito nel mondo dello spettacolo già da giovanissima come “letterina” nel celebre programma “Passaparola”. Quindi ha consolidato la sua carriera come conduttrice televisiva di successo, guidando programmi iconici come “Le Iene” e il reality show “L’Isola dei Famosi”. Nota anche per la sua eleganza e carisma, Ilary ha saputo conquistare il pubblico con uno stile fresco e diretto. Dopo una pausa seguita alla separazione dall’ex calciatore Francesco Totti, Ilary si prepara quindi a una nuova avventura professionale che potrebbe segnare un ulteriore passo avanti nella sua già brillante carriera.
Personaggi e interviste
Massimo Boldi si racconta: “Vendevo Buondì Motta, non abbiamo mai litigato con De Sica. Ornella Muti? La più bella di sempre”
Dalla gavetta come batterista e autista ai trionfi al cinema con Christian De Sica, passando per il mito della bellezza italiana Ornella Muti: Massimo Boldi ripercorre la sua vita e una carriera che ha segnato la commedia italiana

Massimo Boldi, classe 1945, festeggia gli 80 anni e si apre in un’intervista condividendo ricordi di una giovinezza segnata da sacrifici e difficoltà economiche. Prima di diventare uno dei volti più amati della commedia italiana, Boldi racconta: “Per arrotondare facevo l’autista e vendevo Buondì Motta a Varese. Partivo con il furgone carico di 20 pezzi, ma io e i miei fratelli ne abbiamo mangiati tantissimi. Alcune volte c’era solo quello in casa”.
Le difficoltà economiche erano tangibili: “Nella casa di Milano non pagavamo l’affitto e ci sfrattarono. Finimmo nelle ‘case minime’ di via della Chiesa Rossa, con noi c’erano anche delinquenti. Mia mamma preparava le pietanze con un fornelletto a spirito”.
Accanto a lui, un sostegno fondamentale: “All’inizio mi aiutava la mia adorata Marisa, che era farmacista mentre io facevo il batterista. Lavoravamo a orari opposti e ci lasciavamo bigliettini per comunicare”.
Il rapporto con Christian De Sica e il mito dei cinepanettoni
Impossibile parlare di Boldi senza menzionare il sodalizio artistico con Christian De Sica, con cui ha formato una delle coppie più celebri del cinema italiano. “Christian è un gentleman. Abbiamo creato un genere che ancora resiste. Chi dice che abbiamo litigato mente: è impossibile discutere con lui”, afferma l’attore, spegnendo definitivamente le voci su presunti dissapori tra i due.
“Può avere un momento d’ira, ma gli passa subito. Gli voglio bene. Le nostre famiglie si frequentano, e ci diamo appuntamento ogni 5 gennaio per festeggiare il suo compleanno”.
I due hanno fatto la storia del cinepanettone, un genere spesso criticato ma capace di radunare milioni di spettatori al cinema, raccontando con ironia le contraddizioni e i vizi degli italiani.
Ornella Muti: la diva indimenticabile
Infine, Boldi non nasconde il suo debole per Ornella Muti, che definisce senza esitazione “la più bella”. Racconta un episodio rimasto indelebile nella sua memoria: “Conservo ancora un biglietto da 10mila lire che mi diede mentre scendeva dal taxi, in un film. È una reliquia”.
Con il suo inconfondibile mix di comicità e umanità, Massimo Boldi continua a essere un’icona del cinema italiano, capace di far ridere e commuovere generazioni di spettatori.
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