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Televisione

Chef stellato sì, papà no: lo chef Barbieri tra profumi animaleschi e quelli dei fornelli

Quando uno chef apre il cuore e… la camera da letto. Chi lo conosce solo con lo sguardo severo da giudice a MasterChef, potrebbe restare spiazzato. Bruno Barbieri, 63 anni portati con stile, si è raccontato senza filtri al programma Le Iene, mostrando un lato tenero, ironico e sorprendentemente malinconico. Altro che solo topper di lusso e borsa dell’acqua calda nel letto: c’è molto di più sotto la trapunta del re di 4 Hotel…

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    «Mi piacciono i profumi, soprattutto quelli con una nota animalesca. Mi piace anche mixarli». Una confessione che non t’aspetto, quasi poetica per uno chef noto per il rigore in cucina. Ma Barbieri è così: razionale e sensibile, ordinato e passionale, capace di parlare di essenze e, subito dopo, di fallimenti personali con una sincerità disarmante. Il suo rimpianto più grande? Non aver mai conquistato le tre stelle Michelin.

    «Uno chef dà il meglio tra i 35 e i 54 anni. Dopo è finita»

    ha detto, con l’onestà di chi sa che non può più bluffare al tavolo della vita. E no, non è una “cavolata”, come ha tentato di minimizzare l’inviato Nicolò De Devitiis. Per uno come lui, è una ferita aperta.

    Una tenda sotto le stelle, senza quelle della celebre guida
    Durante il servizio, Barbieri ha anche accettato di dormire in tenda: un gesto rivoluzionario per chi vive tra hotel cinque stelle e camere impeccabili. E proprio lì, sotto le stelle vere, è venuto fuori il rimpianto più umano: quello di non essere diventato padre.

    «Ho fatto delle scelte. La famiglia per me sono i figli che porti a giocare la domenica. Ma come avrei potuto? Avrei dovuto rinunciare a troppe cose»

    ha confessato. Alla domanda: «E farlo adesso?», ha risposto con ironia amara: «E poi cosa fa, mi chiama bisnonno?».

    Superstar: tra tv, cucina e una factory creativa nelle Marche
    Il viaggio con Le Iene si è concluso a Sassoferrato, nelle Marche, dove Barbieri ha creato una sorta di officina delle idee. Una “factory” culinaria e creativa, lontana dai riflettori e piena di futuro. Perché anche se le tre stelle non sono arrivate, lo chef non ha certo perso la fame di fare, creare e ispirare.

    Non solo chef, ma personaggio (quasi) da romanzo
    Alla fine, il ritratto che emerge è quello di un uomo che ha avuto tanto, ma che non ha paura di dire cosa gli è mancato. Che ama la perfezione del servizio in sala, ma anche il disordine emotivo delle piccole verità. Non ha figli, ma ha milioni di spettatori affezionati. In compenso ha lasciato un’impronta riconoscibile in tv e nella cucina italiana.

    Bruno Barbieri, l’uomo che mixa profumi e rimpianti
    La vita, come una ricetta, è fatta di precisi equilibri: dolce e salato, sacrificio e successo, scelte e rinunce. Bruno Barbieri tutto questo pare di saperlo bene. E se oggi si chiede, con un sorriso malinconico, se un figlio lo chiamerebbe bisnonno, lo fa con la consapevolezza di chi ha vissuto appieno, certamente senza risparmiarsi.

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      Televisione

      Striscia la notizia cambia pelle: Berlusconi prepara il restyling del tg satirico più famoso d’Italia

      Pier Silvio Berlusconi annuncia una rivoluzione “soft” per Striscia la notizia, il tg satirico in onda su Canale 5 dal 1988. Nessun taglio netto, ma un’operazione di aggiornamento pensata per adattarsi ai gusti del pubblico di oggi. Dallo studio alla grafica, dai ritmi al cast: tutto sarà rivisto, ma senza intaccare l’impronta inconfondibile di Antonio Ricci.

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        Dopo trentacinque anni di satira, inchieste, veline e tapiri d’oro, Striscia la notizia è pronta a cambiare volto. O quasi. La notizia è arrivata direttamente da Pier Silvio Berlusconi, che in conferenza stampa ha parlato di “evoluzione” e “rinnovamento” in totale sintonia con Antonio Ricci, padre e mente creativa del programma. Nessuna rottura con il passato, ma una trasformazione ragionata per traghettare Striscia nella contemporaneità.

        Le novità? Per ora si sa solo che il ritorno in tv è previsto per novembre, e che la trasmissione subirà un restyling profondo. Si parla di nuova sigla, scenografie riviste, ritmi più serrati e — forse — anche di nuovi volti capaci di intercettare le giovani generazioni. Il tutto senza sacrificare lo stile inconfondibile che ha reso Striscia un’icona della televisione italiana.

        Berlusconi, consapevole del peso simbolico del programma, ha scelto la via della prudenza: prima di mettere mano al format, Mediaset testerà il gradimento del pubblico attraverso il ritorno estivo di due show storici come La ruota della fortuna con Gerry Scotti e Sarabanda con Enrico Papi. Se il pubblico risponderà positivamente ai classici “rimodernati”, il nuovo corso di Striscia sarà pronto a decollare.

        L’obiettivo è chiaro: rendere il programma più vicino alle abitudini di consumo del pubblico attuale, che si divide tra tv tradizionale e contenuti digitali. Ma senza rinunciare a quell’irriverenza che ha sempre contraddistinto Striscia, e che resta il cuore del progetto.

        Il banco di prova sarà il ritorno in onda, previsto per il prossimo autunno. Solo allora si capirà se il restyling avrà centrato l’obiettivo: aggiornare senza snaturare. Perché Striscia, nonostante tutto, vuole restare se stessa. Solo un po’ più al passo coi tempi.

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          Televisione

          La caccia al fantasma: su Rai1 la serie-evento sulla cattura di Messina Denaro

          Inseguimenti alla Mad Max, pizzini dimenticati e pareti da sfondare: “L’invisibile”, firmata Michele Soavi, racconta la fine della latitanza del boss più sfuggente di sempre

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            Matteo Messina Denaro non era solo un latitante. Era un’idea, un’ombra, un’assenza che faceva rumore. Oggi quella storia diventa una fiction Rai, ma senza fiction: “L’invisibile” è un racconto civile mascherato da thriller, un’operazione chirurgica sul mito del male. Regia di Michele Soavi, produzione di Pietro Valsecchi. Due puntate. Nessun margine d’errore.

            La scena chiave? Un furgone lanciato nella polvere, l’elicottero dei carabinieri in quota, Messina Denaro che sfugge. «Mi ricorda Duel di Spielberg», dice Soavi. «Non è realismo, è una terra che porta le cicatrici». Il boss, interpretato da Ninni Bruschetta, è un’ombra in penombra. Si muove appena, si sfuma. Come nella realtà. Perché nessuno lo vedeva, ma tutti lo cercavano.

            Il cuore della serie è l’operazione che ha portato all’arresto, il 16 gennaio 2023: trenta anni dopo Riina, a pochi metri dalla Direzione Antimafia, Messina Denaro viene preso in una clinica sotto falso nome. A guidare la squadra, il colonnello Arcidiacono – Lino Guanciale – che racconta l’adrenalina contenuta delle intercettazioni radio: «Basta una parola fuori posto e salta tutto». Paolo Briguglia è il procuratore Paolo Guido. Levante interpreta la moglie del colonnello.

            I Ros sono protagonisti silenziosi. Li conosciamo per nomi in codice: Leo Gassmann maneggia antenne, Noemi Brando pilota elicotteri, Giacomo Stallone controlla droni, Massimo De Lorenzo ragiona a freddo. Ma la partita si gioca anche tra le mura dei covi: pizzini lasciati sbadatamente, pareti con doppifondi, tre milioni nascosti a casa della sorella Rosalia, interpretata da Simona Malato. E poi Maria Mesi (Roberta Procida), Andrea Bonafede, il prestanome. I dettagli sono tutti veri. O quasi.

            «Ho riscritto tutto, non mi convinceva nulla», racconta Valsecchi. «Ho chiamato Soavi, e l’intesa è stata immediata. Questo non è solo un film, è un gesto di responsabilità». Perché sì, il male si racconta anche così: scavando tra i pizzini, cercando la luce sotto la polvere. E il bene? Non fa rumore. Ma arriva. Sempre.

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              Pier Silvio lancia Silvia Toffanin in prima serata: più che amore, un casting casalingo

              Altro che volti nuovi: per rilanciare Canale 5, Berlusconi junior pesca nel salotto di casa. Toffanin sarà protagonista con due show in prime time, tra Fascino e Verissimo serale. Un’operazione firmata De Filippi, che cancella il profilo basso della conduttrice e la trasforma nella regina soft della nuova tv commerciale. Più Gruber che D’Urso, ma con le chiavi di casa.

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                Pier Silvio Berlusconi ha fatto la sua scelta. Per il rilancio di Canale 5, niente nomi nuovi, nessuna scommessa ardita, nessuna sorpresa. Il volto di punta sarà quello che conosce meglio: Silvia Toffanin, compagna di vita e regina incontrastata del salotto piagnone del weekend. Se la tv commerciale è l’arte del riciclo, a Cologno Monzese hanno deciso di riciclare in casa.

                Dopo anni a raccontare le lacrime dei vip del pomeriggio, Toffanin sarà promossa in prima serata. Non con uno, ma con ben due programmi: il ritorno di This is me prodotto da Fascino, e una versione serale di Verissimo, tre o quattro puntate primaverili con interviste “importanti”. Niente politica – si affrettano a dire – ma qualche leader ci scapperà. Magari anche Giorgia Meloni, che ha già fatto tappa da Silvia, senza troppi contraddittori.

                Dietro l’operazione, dicono, ci sarebbe Maria De Filippi. Ma viene da chiedersi: è davvero Silvia a voler diventare la nuova signora del Biscione, o è Pier Silvio che ha deciso di incoronarla, una volta per tutte? Dopotutto, lo storytelling della compagna schiva, poco incline alla notorietà, è già stato silenziosamente accantonato. Ora il progetto è chiaro: trasformarla in una diva dal profilo rassicurante, magari con un pizzico di autorevolezza à la Gruber e quel tocco morbido che tanto piace agli inserzionisti.

                Con le altre conduttrici in pausa (Blasi, Leotta, Hunziker, Panicucci, D’Urso), la strada è libera. Ma anche un po’ deserta. E se il pubblico non dovesse affezionarsi alla “nuova Silvia”, pazienza: a Pier Silvio basta sapere che il volto di Canale 5 non lo tradirà mai. Perché dorme accanto a lui.

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