Televisione
Selvaggia stronca Federica Pellegrini e Angelo Madonia a Ballando: “Perché lui si pettina come Tony Effe?”
La campionessa olimpica del nuoto ha ricevuto critiche pesanti nella sua prima esibizione a Ballando con le Stelle. Selvaggia Lucarelli si è scagliata contro di lei e il suo partner, lasciando la leggenda dello sport amareggiata.
Il debutto di Federica Pellegrini a Ballando con le Stelle è stato tutt’altro che facile. La pluripremiata campionessa del nuoto ha affrontato una serata complicata, in cui la giuria non ha risparmiato critiche severe, soprattutto da parte di Selvaggia Lucarelli, che ha avuto parole taglienti non solo per la sua performance, ma anche per il look del suo partner, Angelo Madonia.
“Perché ti pettini come Tony Effe?”, ha esordito Lucarelli, facendo riferimento al rapper della Dark Polo Gang, prima di concentrarsi su Pellegrini: “Purtroppo Federica rimane una donna dei record perché è la cosa peggiore che abbiamo visto questa sera”. Un commento che ha colpito profondamente la nuotatrice, abituata ai riflettori per i suoi trionfi sportivi, ma evidentemente meno preparata a gestire critiche in un contesto di danza.
Ivan Zazzaroni, unico giudice ad esprimere un certo sostegno, ha cercato di incoraggiare la Pellegrini: “Sei molto più simpatica di come pensi. Non pensavo che partivi così, ti manca solo di lasciarti un filo andare. Però, per me non perdi mai il tempo e già questa è una impresa incredibile”. Il suo voto è stato un incoraggiante 7, molto distante dalle valutazioni del resto della giuria.
Carolyn Smith, esperta di danza, ha apprezzato il coraggio della coppia nell’affrontare subito uno stile difficile: “Avete azzardato tantissimo a fare jive, boogie e tutto questo stile come prima puntata. Sei alta e le gambe sono lunghe, però hai fatto un buon lavoro. C’è tanto lavoro da sviluppare, però ce la fai”, ha detto, assegnando un voto 4.
Anche Fabio Canino ha riconosciuto che c’è del potenziale, ma ha sottolineato la necessità di ulteriori prove: “Ti sei lasciata andare con incoscienza. Forse ti servono ancora più ore di prove, per creare la coppia”. Il suo voto, un 5, ha mostrato un cauto ottimismo.
Infine, Guillermo Mariotto, fedele al suo stile di complimenti misti a giudizi severi, ha concluso: “Tutte le atlete si sono portate la coppa a casa. Lo farete anche voi. Lavorate e portatevela a casa”. Nonostante i complimenti, anche Mariotto ha assegnato un voto 4.
Milly Carlucci e Alberto Matano hanno difeso Pellegrini, ricordando al pubblico i suoi successi sportivi. “Siamo un paese che non coltiva le proprie leggende”, ha detto Carlucci, mentre Matano ha chiesto al pubblico un applauso per la nuotatrice. La stessa Federica, con grande umiltà, ha accettato le critiche: “So chi sono e cosa ho fatto però mettersi in gioco significa anche prendere delle stoccate”.
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Televisione
Avetrana – Qui non è Hollywood: il caso Sarah Scazzi tra intrighi familiari, indagini e un dramma che ha segnato l’Italia
Una produzione in quattro episodi firmata da Pippo Mezzapesa e un cast d’eccezione per raccontare la tragica vicenda di Sarah Scazzi, che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana. Vanessa Scalera nei panni di Cosima Misseri e Giulia Perulli in quelli di Sabrina ricostruiranno una storia di inganni, bugie e dolore familiare.
Tra i titoli più attesi della stagione autunnale di Disney Plus c’è Avetrana – Qui non è Hollywood, una serie tv che racconta in quattro episodi il drammatico omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto il 26 agosto 2010 e che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana. Il progetto è diretto da Pippo Mezzapesa, che ha anche co-sceneggiato la serie insieme ad Antonella W. Gaeta e Davide Serini, con il contributo di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni.
L’intento dichiarato dal regista è quello di rappresentare il caso con una visione autentica, scavando nei rapporti familiari e nelle dinamiche che hanno portato a un delitto tanto crudele. “Avevo bisogno di raccontare questa storia – ha spiegato Mezzapesa – una famiglia che non ha protetto, anzi ha ucciso una ragazza strappata alla sua vita e sepolta in un pozzo”.
Un cast d’eccezione per una storia vera
La serie, che sarà disponibile sulla piattaforma a partire dal 25 ottobre, vede protagonisti attori di grande calibro del panorama italiano. Vanessa Scalera, nota al grande pubblico per il ruolo di Imma Tataranni nella serie Rai, interpreterà Cosima Misseri. Al suo fianco ci saranno Paolo De Vita nei panni di Michele Misseri e Giulia Perulli in quelli di Sabrina Misseri. Federica Pala vestirà i panni di Sarah Scazzi, mentre Anna Ferzetti sarà la giornalista Daniela. Il cast si completa con Giancarlo Commare nel ruolo di Ivano e Antonio Gerardi come il Maresciallo Persichella.
Questa produzione si inserisce in un trend crescente di interesse per il genere true crime in Italia, seguendo le orme di altre produzioni come Yara su Netflix e Per Elisa – Il Caso Claps su Rai 1. Il fascino per queste storie sembra risiedere nella loro capacità di suscitare emozioni intense come la paura e la suspense, esplorando i meandri oscuri della mente umana e dei legami sociali e familiari.
Una ricostruzione attenta e senza censure
L’obiettivo di Avetrana – Qui non è Hollywood è quello di offrire una rappresentazione fedele dei fatti che portarono alla morte della giovane Sarah. L’omicidio, avvenuto nell’agosto 2010, fu opera della cugina Sabrina Misseri e della zia Cosima, le quali, secondo le sentenze definitive, presero parte all’uccisione della ragazza. La serie cercherà di evidenziare le tensioni e i conflitti all’interno di questa famiglia, un microcosmo dove i segreti e le bugie si intrecciano in un crescendo di violenza e manipolazione.
La produzione, realizzata grazie alla collaborazione tra The Walt Disney Company Italia e Groenlandia, ha visto il regista Pippo Mezzapesa e il team creativo lavorare con grande libertà narrativa per raccontare uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi decenni. Il pubblico avrà l’occasione di ripercorrere i passaggi chiave delle indagini e le testimonianze, rivelando il complesso intrigo familiare che ha portato all’omicidio.
Il fenomeno del true crime in Italia
Il successo delle serie true crime testimonia un crescente interesse da parte del pubblico italiano per le storie di crimini realmente accaduti. Le serie come Avetrana – Qui non è Hollywood non solo risvegliano l’attenzione per casi che hanno segnato l’opinione pubblica, ma offrono anche un’occasione per esplorare il funzionamento della giustizia, le indagini e i retroscena spesso taciuti.
L’uscita della serie su Disney Plus rappresenta una conferma di quanto il true crime sia diventato un genere di grande attrazione, capace di unire cronaca, intrattenimento e riflessione sociale. Il pubblico è pronto a immergersi nuovamente in un dramma che, pur avvenuto oltre un decennio fa, non ha mai smesso di affascinare e interrogare la società italiana.
Televisione
Il video tutorial firmato Amadeus: vi insegno come fare a scovarmi in tv
Ospite da Fabio Fazio. il conduttore appena passato sul Nove, ha spiegato come fare a sintonizzarsi sulla nuova rete che lo ospita, ribadendo poi le “istruzioni” sul suo Instagram. Che comincia anche lui a preoccuparsi degli ascolti che non decollano?
Amadeus, fresco fresco di passaggio dalla Rai al Nove, dopo aver spiegato come fare a risintonizzare il televisore per poterlo guardare… ha pubblicato su Instagram gli stessi suggerimenti, attraverso un breve tutorial, per aiutare i telespettatori a sintonizzarsi sul canale Nove, dove va in onda il suo programma Chissà chi è.
Una partenza che stenta
Il conduttore che, dal punto di vista degli ascolti, è partito davvero male (nonostante le generali aspettative) sul canale Discovery, noto per la sua lunga carriera televisiva, ha deciso di aiutare chiunque abbia difficoltà a trovare il canale, dove ogni sera viene trasmesso il suo nuovo programma Chissà chi è.
Il suo acclamato arrivo a Nove
Approdato al canale Nove in pompa magna, forte dei suoi risultati di pregio sia nel preserale che alla conduzione di Sanremo, sta vivendo una partenza difficile. Nove è la rete ammiraglia a vocazione generalista di Warner Bros. Discovery che, attraverso i talenti più originali della TV e dell’informazione, coniuga intrattenimento e approfondimento per raccontare l’Italia in modo autentico e contemporaneo. Si pensava che col suo arrivo lo share si sarebbe impennato… ma così, almeno per ora, non è stato.
Un tutorial che ha scatenato reazioni diverse
Nel video Instagram, pubblicato nelle storie e che dura 30 secondi, Amadeus spiega passo dopo passo come utilizzare il telecomando per selezionare correttamente il canale, con istruzioni sia per la televisione tradizionale che per quella satellitare. “Volevo ringraziare le signore e i signori che mi dicono che non riescono a vedere il canale Nove, piccolo tutorial”, ha dichiarato, con il telecomando alla mano. Chiarendo step by step il procedimento con la consueta eleganza e simpatia che lo caratterizzano. Come era prevedibile il breve video ha immediatamente attirato l’attenzione degli utenti, innescando diverse reazioni tra i suoi fan.
A caccia di spettatori, per contrastare De Martino
Alcuni hanno interpretato l’idea di Amadeus come un tentativo di risollevare gli ascolti di Chissà chi è, che finora non ha raggiunto i numeri ipotizzati questa estate. Il programma, trasmesso in una fascia oraria competitiva, sconta la problematica di doversi scontrare con trasmissioni di successo come Affari tuoi , attualmente guidato da un lanciatissimo (e piacione al punto giusto) Stefano De Martino, che da subito ha riscosso consensi precisi in termini di ascolti.
Warner Bros sfida le grandi
Il game show di Amadeus, prodotto da Discovery, rappresenta una sfida per l’emittente, che ha voluto puntare su un volto noto della televisione italiana per attirare l’attenzione del pubblico, su un canale meno frequentato e in fase di sviluppo. Sarà stata la scelta corretta? Solo il tempo è in grado di sciogliere il quesito.
Per ora gli ascolti sorridono al bel Stefano
In gerenale, l’iniziativa è stata apprezzata, considerata dalla maggioranza degli utenti un modo grazioso ed originale per coinvolgere i telespettatori. Anche se qualcuno, bastian contrario, ha voluto sottolineare una strategia – peraltro non particolarmente efficace – per competere con programmi più blasonati palinsestati nella medesima fascia oraria, sottolineando le attuali difficoltà nel conquistare una parte consistente del pubblico televisivo italiano. D’altronde… la tv è bella perchè varia. Per il momento De Martino guida la classifica ma sarebbe sciocco non tenere in considerazione una “vecchia volpe” come Amadeus…
Televisione
Lino Banfi si regala Storia di un italieno, un film sulla sua vita tra risate e riflessioni
Un docufilm sulla sua vita, è quello che sta progettando il neo 88enne Lino Banfi, personaggio amatissimo dal pubblico, sia del cinema che della tv. Durante la sua lunga carriera ha recitato in ruoli sia comici che drammatici, lavorando con alcuni registi particolarmente rilevanti quali Luciano Salce, Nanni Loy, Steno, Dino Risi e Lucio Fulci.
Dovrebbe chiamarsi Storia di un italieno, per giocare un po’ con le parole italiano e alieno, facendo il verso anche al dialetto pugliese. Un modo di parlare che ha contibuito a fare la fortuna dei suoi tantissimi film, ancora oggi trasmessi in tv con costante seguito di irriducibili fan. ci anticipa l’amato attore.
88 primavere con un dolcissimo pensiero fisso
L’attore nativo di Andria (all’anagrafe Pasquale Zagaria) ha attualmente 88 anni: un’età invidiabile raggiunta in buona salute, anche se la mancanza della moglie, scomparsa lo scorso anno, è un pensiero fisso che lo accompagna ogni giorno. Di lei dice: «Vive quotidianamente con me. La sento vicina. Avrebbe meritato un premio. Aveva abbandonato un lavoro sicuro, visto che faceva la parrucchiera in un negozio avviatissimo, per seguire me che inseguivo il sogno di fare l’attore. E così ha fatto la fame con me, ha visto le cose più tristi del mondo, compresi i debiti».
Un film da fare rigorosamente quando si è ancora in vita
A quasi 90 anni progetta il domani con lo spirito di un ragazzino, preparandosi a realizzare un film sulla sua vita. L’attore pugliese, dopo aver interpretato tanti personaggi, in film e fiction, ora si mette nei suoi panni per raccontare sé stesso. Un racconto che annuncia pervaso dalla simpatia di sempre, anche quando i ricordi portano giorni scuri e ombrose nostalgie. Anche questo progetto lo annuncia in stile Banfi: «Si è sempre parlato e immaginato di realizzare un docufilm sulla mia vita, ed eccoci qua: è giusto che si faccia quando sono in vita, appunto. Ho posto una condizione: quella di non chiamarlo cortometraggio o lungometraggio, ma largometraggio».
Ora percepisce in maniera totale l’amore dei fan
Nel progetto del film ci sono interviste a protagonisti del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport, a persone che gli vogliono bene. Sul pubblico vastissimo che ha sempre riso delle sue commedie all’Italiana prima e poi si è commosso con Nonno Libero di Un medico in famiglia dice: «Ora mi sento amato. Adesso più di prima. Da cinque-sei anni, da quando sono entrato in una nuova fase, quella che io chiamo Banfi-rigeneration, percepisco l’affetto del pubblico. Prima, una ventina di anni fa, non mi volevo bene. Non mi guardavo più neppure allo specchio. Non volevo neppure rivedere le scene interpretate, questo succedeva già dalle ultime edizioni di Un medico in famiglia».
Nel film un match tra Zagaria e Banfi
Quando è arrivato il cambiamento? «In questa terza-quarta età, dagli 80 anni in poi, sono rinato. In questa rinascita trova il suo posto anche il largometraggio, dove non voglio che ci siano altri attori. Ci devono essere solo Pasquale Zagaria, che è il mio vero nome, e Lino Banfi. Li vedremo pure litigare per spartirsi meriti e successi. Ci saranno anche scene tratte dai film e dalla televisione. E ci sarà un ricordo di mio padre che non ha fatto in tempo a vedere il mio successo».
Premiato dalla vita e dalla critica
Sua nipote Virginia, figlia di Rosanna, è in dolce attesa. Quanto sarà emozionato? Lui fa finta di non essere emozionato: «Non ho ancora realizzato bene l’evento, forse perché mancano ancora un po’ di mesi. Per ora non vogliono dirmi come chiameranno la bambina». Ha recentemente ricevuto il premio Radice di Puglia, festeggiato a Canosa, dopo 60 anni che se ne parlava. Intitolandogli anche il foyer del Teatro Lembo».
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