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Televisione

Tra Annalisa e Maria De Filippi c’è della freddezza, che non sfugge agli occhi attenti dei fan

La cantante ligure ospite di Maria a C’è posta per te. Il modo nel quale è uscita di scena dopo la sua apparizione non ha convinto i suoi seguaci, che hanno notato un atteggiamento poco affettuoso fra lei e, in un certo senso, l’artefice del suo successo. Quantomeno chi l’ha tenuta a battesimo in tv…

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    Annalisa appare nel seguitissimo programma di Canale 5 C’è posta per te nel ruolo di ospite. Non canta ma partecipa ad una storia commovent, quelle che “Queen Mary” sa confezionare alla perfezione. Una delle migliori allieve della scuola di Amici, come confermato dal grande successo riscosso negli ultimi anni, ha aperto la serata dopo il consueto filmato introduttivo che ne ha celebrato i tantissimi risultati eccellenti raccolti in carriera. Capelli sciolti e lisci, una modalità che mette in risalto il suo rosso mogano un tantino più scuro del solito, con un make-up dai toni naturali con focus sulle labbra.

    In memoria di una ragazza scomparsa in un incidente

    La storia nella quale è stata coinvolta riguarda Alessandra e Marika, che hanno deciso di invitare in trasmissione i genitori di Melania, ragazza morta in un drammatico incidente. Avere Annalisa al loro fianco è la sorpresa che le ragazze hanno pensato di portare in studio.

    La commossa partecipazione della cantante

    “Mi sento molto piccola vicino a voi, ho ascoltato la vostra storia, questa lettera, dice che siete dei genitori incredibili, non solo per i vostri figli, ma anche per loro, si sentono molto fortunate. Siete grandi, lo hanno raccontato loro, vedo una famiglia bellissima, vedo voi che siete veramente forti, siete stati capaci di trasmettere forza a voi stessi e a loro” le parole della cantante che ha fatto una speciale sorpresa.

    Distacco fra le due?

    Anche se fra Annalisa e Maria non sono mancati gesti d’affetto nelle battute iniziali della puntata, molti fan dell’interprete di Sinceramente hanno notato un certo distacco nella parte dei saluti finali. Quando si è trattatp di lasciare lo studio, la cantante ligure non ha avuto nessun abbraccio o bacio con Maria, solo saluti e il ringraziamento di rito da parte di Annalisa. Onestamente, a noi queste critiche appaiono infondate, anche se il pubblico sul social X ha espresso quanto avvertito durante la puntata.

    Passerella fashion del dolore

    Semmai un critica si potrebbe avanzare sulla modalità di queste apparizioni di personaggi vip, messi in relazioni con storie di vita sempre drammatiche e a rischio pianto collettivo. Occasioni di passerelle mediatiche, alle quali non sfugge neanche Annalisa. In studio ha sfoggiato un vestitino giacca firmato Sara Wong, un modello corto e avvitato con l’abbottonatura monopetto laterale, bottoni a contrasto in argento e frange lungo la cucitura frontale. Il suo prezzo? Sul sito ufficiale del brand l’abitino viene venduto a 850 euro. A completare il look da prima serata tv di Annalisa non sono mancati alcuni ulteriori accessori total black. Calze nere coprenti, abbinate a stivali di pelle in tinta, alti fino al ginocchio, firmati Jimmy Choo (1.295 euro). All’anulare sinistro sfoggiava per la prima volta fede e anello con maxi diamante incastonato. Too much?!?

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      Televisione

      Il capitolo conclusivo di Squid Game 3 chiude nel segno del sacrificio

      Squid Game 3 segna il punto di arrivo di una delle narrazioni più sconvolgenti e innovative della TV contemporanea. La terza e ultima stagione della serie coreana creata da Hwang Dong-hyuk è un concentrato di tensione, violenza simbolica e dramma etico. Sei episodi intensi, ambientati in un’arena sempre più spietata, che chiudono la trilogia con coraggio e profondità, portando il pubblico davanti a una domanda cruciale: fin dove siamo disposti a spingerci per sopravvivere, e a quale costo?

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        La narrazione riparte da dove si era interrotta: Gi-hun (Lee Jung-jae), il protagonista assoluto della saga, è di nuovo nel gioco. Ma non è più lo stesso uomo. Non cerca la vittoria: cerca vendetta, redenzione, giustizia. I giochi si fanno più crudeli e simbolici, mentre nuove figure – tra cui la determinata Jun-hee (Jo Yu-ri) e l’enigmatica Geum-ja (Kang Ae-shim) – portano il peso di drammi personali e morali. Il Front Man (Lee Byung-hun), sempre più figura tragica, si scontra con la determinazione di chi ha perso tutto. Il risultato è una tensione crescente che esplode in un epilogo dal sapore agrodolce.

        Il cuore della stagione? Le scelte morali

        In Squid Game 3 non ci sono eroi, né cattivi assoluti. Solo esseri umani spinti al limite. La terza stagione rinuncia all’effetto sorpresa per concentrarsi sull’interiorità dei personaggi: ogni prova, ogni dialogo, ogni morte serve a esplorare la fragilità della dignità umana. Il regista abbandona la pura spettacolarizzazione della violenza per mettere in scena una riflessione disturbante sulla libertà, il potere e la colpa. Un messaggio chiaro: quando il gioco si fa mortale, la vera sfida è non perdere se stessi.

        Interpretazioni potenti e personaggi finalmente sfaccettati

        Tra i maggiori punti di forza della stagione finale c’è la qualità delle interpretazioni. Jo Yu-ri offre un’intensa performance nei panni di Jun-hee, trasformando il suo personaggio in una figura di resilienza e coraggio. Ma è Kang Ae-shim, nei panni di una madre in cerca di perdono, a regalare il momento più toccante dell’intera trilogia. Anche i personaggi più ambigui, come Myung-gi (Im Si-wan) e Nam-gyu (Roh Jae-won), ricevono un trattamento narrativo maturo, che li rende verosimili, imperfetti, dolorosamente umani.

        Un’eredità difficile da dimenticare

        Con questa terza stagione, Squid Game si conferma come una delle opere più coraggiose mai prodotte da Netflix. La serie chiude il suo arco narrativo senza cedere alla facile spettacolarizzazione e scegliendo invece una conclusione etica e coerente. La trilogia si trasforma così in una parabola tragica sulla natura umana, destinata a lasciare il segno nel pubblico e nella cultura pop.

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          Televisione

          Margot Sikabonyi svela: “Damiano David dei Maneskin? Faceva la comparsa a Un medico in famiglia”

          L’attrice, ospite di Caterina Balivo a “La volta buona”, ripercorre i suoi anni nella serie Rai insieme a Eleonora Cadeddu. Tra nostalgia, crescita personale e aneddoti curiosi, torna anche il ricordo di Damiano David dei Maneskin.

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            Margot Sikabonyi è tornata sotto i riflettori come ospite a La volta buona di Caterina Balivo, regalando ai fan di Un medico in famiglia un momento emozionante. L’attrice, che per nove stagioni ha interpretato Maria Martini nella celebre fiction Rai, ha condiviso i ricordi di un’esperienza che l’ha segnata profondamente. E come in ogni rimpatriata che si rispetti, non poteva mancare una sorpresa: in studio è arrivata Eleonora Cadeddu, la “sorellina” Annuccia Martini nella serie.

            Le due attrici, unite da un legame che va oltre il set, hanno ricordato con affetto i momenti vissuti insieme e alcune guest star apparse nella fiction. Tra queste, un nome ha suscitato particolare curiosità: Damiano David, oggi frontman dei Maneskin.

            Damiano David: dagli esordi nella fiction al successo mondiale
            La Balivo ha riportato alla luce le numerose guest star che hanno calcato il set della serie, ma nessuno si aspettava di sentire nominare Damiano David. Come raccontato da Eleonora Cadeddu, il cantante dei Maneskin aveva interpretato un personaggio con un flirt proprio con Annuccia: “Era un ragazzo trovato su Facebook, me lo sono trovato sul set e dopo qualche anno ho pregato per avere un biglietto dei suoi concerti, ma niente da fare,” ha scherzato l’attrice, ricordando con un sorriso quell’episodio.

            Margot Sikabonyi: il peso di essere Maria Martini
            Per Margot Sikabonyi, Un medico in famiglia è stato molto più di una semplice esperienza lavorativa: è stata una casa, un rifugio e un percorso di crescita. “Il set era diventato una vera e propria casa,” ha spiegato l’attrice. Ma questo legame così forte ha avuto i suoi lati oscuri. “Quando cresci, hai bisogno di capire chi sei. Io uscivo di casa e mi sentivo dire ‘Ciao Maria’. Il personaggio mi sovrastava. Ho avuto il bisogno di uscire da quella casa meravigliosa, che prima amavo e che ancora oggi amo.”

            Dopo aver lasciato il mondo della recitazione, Margot si è dedicata a una nuova vita fatta di yoga, centratura e crescita personale. La sua ricerca l’ha portata a scrivere il libro Lara vuole essere felice, un testo che esplora la felicità e il modo di viverla nel presente. “Io non ho la chiave perfetta per la felicità,” ha confessato l’attrice, “ma accettare che questo momento presente sia l’unica cosa che abbiamo è fondamentale. Questa ricerca costante verso ciò che verrà o ciò che è stato ci fa stare male. Bisogna imparare a essere presenti.”

            Un viaggio tra passato e presente
            L’intervista di Margot Sikabonyi a La volta buona non è stata solo un’occasione per parlare di ricordi, ma anche di trasformazioni. Dall’attrice che viveva in simbiosi con Maria Martini alla donna che oggi insegna yoga e condivide pensieri profondi sui social, il viaggio è stato lungo e significativo. Ma, come dimostra la sua emozione nel ritrovarsi con Eleonora Cadeddu, il legame con Un medico in famiglia e quella “casa” rimane intatto.

            E se Damiano David oggi calca i palchi di tutto il mondo, Margot Sikabonyi e Annuccia Martini continuano a portare con sé l’eredità di una fiction che ha segnato un’epoca della televisione italiana. Tra risate, nostalgia e qualche insegnamento di vita, il ricordo delle sorelle Martini è più vivo che mai.

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              Televisione

              Can Yaman presenta il suo Sandokan: «Un viaggio emotivo, mi ha reso un attore migliore»

              Can Yaman ha infiammato il red carpet dell’Italian Global Series Festival a Rimini. Mano nella mano con la nuova fidanzata Sara Bluma, ha svelato i retroscena della serie evento Sandokan, prodotta da Lux Vide con Rai Fiction: «Questo ruolo mi ha cambiato dentro».

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                È un Can Yaman inedito, quello che si è visto all’Italian Global Series Festival di Rimini: più maturo, sereno e visibilmente innamorato. L’attore turco ha catalizzato l’attenzione dei media e dei fan presentandosi sul red carpet con la nuova fidanzata, la deejay campana Sara Bluma, con cui ha ufficializzato la relazione. Ma l’occasione era soprattutto professionale: presentare in anteprima Sandokan, la serie evento targata Lux Vide e Rai Fiction, che lo vede protagonista assoluto nel ruolo iconico della Tigre della Malesia.

                «Questo personaggio mi ha cambiato dentro, mi ha reso un attore migliore», ha detto Yaman, visibilmente emozionato. Le riprese si sono appena concluse dopo quattro mesi intensissimi: «È stato come girare quattro film di fila». E in effetti il progetto è ambizioso: cast internazionale, location spettacolari, effetti visivi da kolossal. Con lui sul set anche Alessandro Preziosi, Ed Westwick, John Hannah e la giovane Alanah Bloor. Una squadra che ha lavorato giorno e notte per restituire al pubblico italiano – e non solo – un Sandokan più contemporaneo e profondo.

                L’attore ha raccontato di essersi trasferito in Italia proprio per questo ruolo, un progetto che ha inseguito per anni: «Avevo paura che il Covid avesse fermato tutto, sono stati mesi difficili. Quando abbiamo iniziato davvero a girare, mi sono sentito l’uomo più felice del mondo». Il suo Sandokan sarà diverso: meno pirata, più eroe romantico e spirituale, con un arco narrativo che esplora anche il suo passato e la nascita del suo mito.

                Intanto, sul fronte privato, l’annuncio della relazione con Sara Bluma ha fatto rumore. La coppia si è mostrata affiatata, con look firmati Dolce&Gabbana perfettamente coordinati. Alcune fan hanno storto il naso, ma Can ha risposto su Instagram con parole semplici: «Non bado alle critiche, tengo a Sara». E poi ha preferito concentrarsi sul lavoro: Sandokan uscirà su Rai 1 e si pensa già alla seconda stagione per il 2026. Una terza sarebbe già in cantiere.

                Una Tigre della Malesia più intensa, più umana, forse anche più vicina al pubblico moderno. E un Can Yaman nuovo, che sembra davvero pronto a conquistare il cuore degli italiani. Di nuovo.

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