Uncategorized
Tony Effe rivela il dissing con Fedez e i retroscena con Chiara Ferragni
Nella biografia “Non volevo ma lo sono”, Tony Effe ripercorre i motivi alla base del dissing con Fedez e chiarisce le voci sul flirt con Chiara Ferragni: “Con lei c’era un buon rapporto, ma i paparazzi hanno trasformato tutto in uno scoop”.

Tony Effe è tornato a parlare del dissing con Fedez e dei gossip che lo vedevano associato a Chiara Ferragni. Lo ha fatto nel suo libro, Non volevo ma lo sono, pubblicato lo scorso 27 maggio, in cui racconta il proprio percorso artistico e personale. Secondo lui, tutto sarebbe nato dall’intento di Fedez di “attaccarsi” alla sua “energia”.
Nelle pagine della biografia non mancano i riferimenti ai personaggi pubblici che hanno incrociato la sua carriera. Tra questi spicca proprio Fedez, con il quale Tony Effe è stato protagonista di un acceso dissing in diverse tracce che, in pochi giorni, hanno raccolto milioni di visualizzazioni. Il rapper ha spiegato come nacque tutta quella storia:
“A marzo 2024 è uscito Icon, il mio secondo disco. È esploso e lui, che appena vede un po’ di hype ci si fionda, ha iniziato ad avvicinarsi dopo che le nostre strade si erano separate”.
Poi, Tony Effe ricorda un episodio particolare:
“In palestra mi ha chiesto di fare un featuring. Un pezzo per l’estate. Era in fissa perché dovevamo uscire in coppia. Io però avevo già il mio pezzo estivo e gli ho detto di no, educatamente”.
La tensione tra i due, dunque, sarebbe esplosa proprio a partire da lì.
Ma Tony Effe ha anche voluto chiarire la verità sul rapporto con Chiara Ferragni. Nella traccia Chiara, inserita nel dissing, aveva lasciato intendere che tra loro ci fosse stato un flirt, anche mentre lei era sposata con Fedez:
“Chiara dice che mi adora / Dice che non vedeva l’ora / Ti piace uomo oppure donna? / Non ti devi sentire in colpa”.
In realtà, tutto sarebbe nato da una cena tra amici:
“Poco dopo vado a una cena con un gruppo di amici, tra i quali Chiara. Con lei c’era un buon rapporto. Parlavamo tranquillamente, ma con i paparazzi addosso è diventato uno scoop”.
Il giorno dopo iniziarono a circolare voci insistenti e Fedez lo bloccò su tutti i social senza neppure chiedergli spiegazioni.
“Chissà chi ha fatto girare quella voce. Lui cercava di attaccarsi alla mia energia e così è partita tutta la storia del dissing”.
Così, tra gossip e verità, Tony Effe si toglie qualche sassolino dalle scarpe e racconta la sua versione dei fatti, in un libro che promette di fare ancora molto rumore.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Uncategorized
Trump superstar: a Hong Kong si ride (forte) del presidente, a suon di opera lirica
C’è chi lo vorrebbe a processo. E chi lo applaude cantando. In Cina, l’ex presidente Usa è diventato uno show pop fra travestimenti, droni e citazioni grottesche. E indovina un po’? Piace ai giovani.

A Hong Kong non si parla d’altro: l’opera cantonese più vista dell’anno non è su un antico imperatore o un’epica guerra. È su Donald Trump. Anzi, sul “presidente”, come da copione. Tre ore e mezza di show ininterrotto, due attori che si dividono il ruolo – uno serio, uno grottesco – e un pubblico che scoppia a ridere ogni sera.
Il titolo è già un colpo basso: “Trump, i gemelli del presidente”. Dentro c’è di tutto: la telefonata con Zelensky, gli attacchi a Harvard, le uscite surreali su Musk, l’attentato in Pennsylvania. Il tutto condito da costumi sgargianti, battute in rima e scenografie che sembrano uscite da un cartone animato. L’opera è costruita con gli stilemi tradizionali del teatro cantonese, ma si muove come un musical da off-Broadway: veloce, sfacciata, modernissima.










Il pubblico, soprattutto i giovani, impazzisce. Perché il presidente, in fondo, è perfetto per il ruolo. Non solo politico, ma performer da reality, caricatura vivente. Edward Li Kui-Ming, compositore 65enne e regista dello spettacolo, lo dice senza mezzi termini: “Trump è un personaggio da palcoscenico, e io faccio opera. Era destino”.
E così, mentre negli Stati Uniti si discute se il presidente sia ancora un leader o una minaccia, a Hong Kong si ride. Forte. E lo si fa con la vecchia opera cantonese, quella che sembrava sparita e che ora si prende la scena. Grazie a Trump. O meglio: ai suoi due gemelli teatrali, che cantano, danzano e fanno a pezzi la serietà con cui l’Occidente lo prende.
Trump superstar. Ma solo nel teatro.
Cronaca Nera
Garlasco, nuove ombre sull’omicidio Poggi: Dna di Chiara e Stasi nei rifiuti, testimone minacciato sul Santuario
Le ultime analisi sui reperti del caso Garlasco trovano solo il Dna della vittima e di Alberto Stasi. Ma un testimone parla della presenza abituale di Andrea Sempio al Santuario della Bozzola. E finisce sotto minaccia.

Nel sacchetto dell’immondizia ritrovato in via Pascoli a Garlasco ci sono tracce genetiche di Chiara Poggi e di Alberto Stasi. Nessuna presenza, almeno finora, di Andrea Sempio. È quanto emerge dai nuovi accertamenti disposti dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, che ha incaricato la genetista Denise Albani di analizzare i materiali rimasti dalla scena del crimine.
I tamponi effettuati giovedì 19 giugno negli uffici della Scientifica di Milano su un piattino di plastica, un sacchetto azzurro e le linguette di due confezioni di Fruttolo, hanno restituito sequenze biologiche appartenenti alla vittima. In un caso, si è addirittura ottenuta una sequenza quasi completa del Dna di Chiara. L’unico Dna maschile identificato – finora – è quello di Stasi, rinvenuto su una cannuccia di plastica del brick di Estathé.
Parallelamente si sta lavorando anche su 34 fogli di acetato che in origine avevano conservato le impronte digitali, ma che ai primi test sul sangue sono risultati negativi. Due nuove impronte però sono ora sotto analisi: una scoperta sullo stipite della porta che porta alla cantina – comparabile ma non appartenente né a Stasi né a Sempio – e l’altra sulla cornetta del telefono. Secondo i tecnici, potrebbe essere della stessa Chiara, colta mentre tentava di difendersi.
Ma il fronte più inquietante, oggi, è quello legato ai testimoni. A parlare è un uomo di nome Maurizio, frequentatore del Santuario della Bozzola fin dagli anni ’90, che ha raccontato in tv – a Mattino 5 – di aver visto spesso Andrea Sempio insieme a un gruppo di amici, tra cui anche Marco Poggi, fratello di Chiara. «Io vedevo le gemelle Cappa, insieme a volte con Chiara. Ma Stasi mai», ha dichiarato.
Il suo racconto però ha avuto un prezzo. Durante la processione del 31 maggio scorso, al termine della preghiera, Maurizio è stato aggredito verbalmente da altri fedeli, scontenti del fatto che avesse parlato con i giornalisti. Un episodio grave, che getta nuove ombre su un caso mai del tutto chiuso, nonostante le condanne definitive.
Intanto le indagini alternative proseguono. Ma i reperti sembrano restituire una sola verità: il Dna di Chiara e di Stasi. Nessuna traccia, per ora, di altri possibili indagati. E a Garlasco, chi parla, continua a farlo sottovoce.
Mondo
Trump e la salute dei bambini: un report farlocco pieno di studi che non esistono
Il documento parla di disturbi mentali, farmaci e mense scolastiche, ma i riferimenti scientifici sono inesistenti o sbagliati. Accuse di superficialità, sospetti sull’uso dell’intelligenza artificiale e un pasticcio che mina la credibilità dell’intera iniziativa

L’amministrazione Trump torna a far discutere, e stavolta non c’entrano i tweet infuocati dell’ex presidente o le sue intemperanze pubbliche. Nel mirino c’è un documento pubblicato la scorsa settimana dalla Commissione presidenziale Make America Healthy Again (Maha), diretta dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. Si tratta di un report dedicato alla salute mentale e fisica dei bambini americani, che avrebbe dovuto rappresentare un punto fermo nelle politiche sanitarie del governo. Invece si è rivelato un pasticcio degno del peggior ufficio stampa, infarcito di citazioni a studi scientifici che non esistono.
A lanciare l’allarme è stata l’agenzia Notus, ripresa a ruota dal New York Times, che ha scovato nel report “fantasmi bibliografici” degni delle fake news più scadenti. Il caso più eclatante riguarda la professoressa Katherine Keyes, epidemiologa alla Columbia University. Il suo nome compare come autrice di un articolo scientifico sulla salute mentale e l’uso di droghe, ma lei stessa ha dichiarato di non averlo mai scritto. «Mi preoccupa il rigore del rapporto se non viene seguita la prassi per le citazioni scientifiche», ha detto Keyes al Nyt, con un tono a metà tra lo sconforto e l’incredulità.
Ma non è finita qui. Il documento fa riferimento a un articolo di Lancet del 2005, presentato come uno studio scientifico sulla pubblicità dei farmaci. In realtà si trattava solo di un editoriale, privo di dati o verifiche sperimentali. E ancora: il rapporto attribuisce una ricerca sul legame tra sonno, infiammazione e sensibilità all’insulina a un coautore che, semplicemente, non aveva mai lavorato a quel tema. Una catena di strafalcioni che, in un testo con ambizioni sanitarie, rischia di minare la fiducia dei cittadini.
Dietro questa serie di errori, come ha notato Ivan Oransky, docente di giornalismo medico alla New York University e co-fondatore di Retraction Watch, potrebbe esserci l’uso dell’intelligenza artificiale. «Gli errori sono caratteristici dell’uso dell’IA per redigere testi – ha spiegato Oransky all’agenzia Agi – Non è detto che la sostanza sia sempre sbagliata, ma è evidente la mancanza di quei controlli rigorosi che rendono scientificamente valido un rapporto».
La Casa Bianca ha cercato di correre ai ripari in fretta e furia. Dopo l’articolo del Nyt, ha pubblicato una nuova versione del report con correzioni alle citazioni. Ma ha anche provato a minimizzare l’accaduto: Emily Hilliard, portavoce del dipartimento della Salute, ha parlato di «errori di formattazione» che «non cambiano la sostanza del rapporto». Una difesa che però non ha convinto molti, visto che le “formattazioni” sbagliate sembrano essere in realtà vere e proprie invenzioni.
Le polemiche rischiano di far deragliare un progetto che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto affrontare temi centrali come l’ansia e la depressione infantile, l’uso eccessivo di farmaci e l’alimentazione scolastica. Temi cruciali, soprattutto negli Stati Uniti, dove la salute mentale dei più giovani è diventata un’emergenza nazionale, complici la pandemia e l’esposizione incontrollata ai social network.
E invece, con un documento zeppo di fonti inesistenti, la Commissione Maha rischia di perdere ogni credibilità. Gli avversari politici di Trump hanno subito colto la palla al balzo, parlando di “propaganda senza basi” e di “disinformazione mascherata da scienza”. Ma anche tra i repubblicani più moderati serpeggia l’imbarazzo: un report ufficiale non può permettersi errori così grossolani, tanto più se riguarda la salute dei bambini.
La vicenda riaccende un tema più ampio, che va oltre i confini dell’amministrazione Trump: l’affidabilità delle fonti e la necessità di verifiche serie in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale produce testi sempre più credibili. Ma la credibilità non può essere lasciata alle macchine, e i genitori americani – quelli che questo report dovrebbe rassicurare – meritano qualcosa di più solido di un pasticcio di citazioni inventate.
In attesa di spiegazioni più convincenti, la “grande America sana” evocata da Kennedy Jr. resta per ora un sogno. O peggio, uno slogan da campagna elettorale scritto con la superficialità di un post su X.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera12 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 202412 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello10 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello10 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Gossip12 mesi fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza