Brunori Sas infiamma Roma (e cita i Metallica): “Non dimentichiamoci da dove veniamo”
Tra stand-up comedy, canzoni d’autore e un inatteso assolo di “Master of Puppets”, Brunori Sas conquista la capitale e guarda già a Torino, pronto a stupire ancora.
Se qualcuno cercava una dimostrazione che Dario Brunori, in arte Brunori Sas, sia uno di quei cantautori capaci di stare al passo coi tempi senza rinunciare alla propria cifra personale, bastava essere al Palazzo dello Sport di Roma il 19 marzo. Nella capitale, tra l’affetto del suo pubblico e l’energia di una band in gran forma, Brunori ha dimostrato che il suo è un tour pensato per sorprendere e divertire, mescolando la forza emotiva del cantautorato con la leggerezza dell’ironia e qualche improvvisa sferzata rock.
Perché sì, il buon Dario ha deciso di strizzare l’occhio anche ai metallari e, nel bel mezzo della scaletta, ha infilato un omaggio imprevisto e potentissimo: l’assolo di chitarra di “Master of Puppets” dei Metallica. Una scelta apparentemente spiazzante, che lui stesso ha liquidato con una frase semplice ma piena di significato: “Giusto per ristabilire un attimo l’equilibrio. Non ci dimentichiamo da dove veniamo”. Un modo per ricordare che dietro i racconti di provincia, i pugili sconfitti e gli amori complicati, c’è sempre stato un ragazzo cresciuto anche a pane e rock duro, prima di approdare alle melodie raffinate che lo hanno reso uno dei cantautori più amati della scena italiana.
Non si è trattato solo di una serata qualunque, ma di una vera e propria festa. Complice anche la partecipazione di Emma Nolde, con la quale ha duettato in una toccante versione de “Il costume da torero”. E poi una scaletta lunga e densa, dove pezzi storici e brani del nuovo album “L’albero delle noci” si alternano senza sbavature, dimostrando quanto Brunori sia a proprio agio anche in spazi più grandi come i palazzetti.
Il tour è un trionfo di sincerità e mestiere, dove la musica resta la colonna portante, ma non l’unica protagonista. “Ormai la musica è diventata un contorno, il pretesto per fare la mia stand-up comedy”, scherza lui stesso sul palco. Ma dietro la battuta c’è la verità di un artista che sa come catalizzare l’attenzione con la parola giusta al momento giusto, dosando poesia e ironia con un equilibrio che pochi sanno mantenere. I palazzetti, diceva qualche tempo fa, lo spaventavano un po’: “Siamo gente da club e da teatro”. Poi ha scoperto che l’Inalpi Arena di Torino – e prima ancora il Palazzo dello Sport di Roma – possono essere anche loro una grande platea dove sentirsi a casa, tra applausi e sorrisi.
E mentre i social rilanciano il video di quel riff dei Metallica suonato con sorprendente naturalezza, Brunori guarda già avanti. La prossima fermata è Torino e c’è da scommettere che un’altra sorpresa, magari altrettanto rock, sia già pronta a spuntare tra le sue canzoni.
Perché in fondo, tra una “Ghigliottina” e un “Colpo di pistola”, Dario Brunori riesce a ricordarci che la musica può essere anche un gioco, un gesto affettuoso da condividere con chi – da anni ormai – riempie i suoi concerti e lo applaude per ciò che è: un artigiano della canzone capace di mettersi sempre in discussione, senza mai dimenticare da dove è partito. E, a quanto pare, nemmeno i Metallica.
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Chi trova un cane trova un tesoro

Perché i video dei cani spopolano sui social? La risposta è semplice: perché sono l’unico contenuto online che riesce a farci sorridere senza bisogno di filtri, balletti o citazioni motivazionali su sfondo tramonto.
Influencer inconsapevoli
I cani sono gli influencer naturali: non hanno bisogno di trucco, sanno fare la faccia da cucciolo meglio di chiunque altro e, soprattutto, non giudicano se guardi lo stesso video 37 volte di fila. Quando un cane balla sotto la pioggia con più grazia di Gene Kelly, o partecipa a una challenge mettendo la zampa sulla mano del padrone, il nostro cuore si scioglie come un gelato al sole.
E se un Labrador canta Who Let the Dogs Out con il suo umano, beh, è ovvio che il video diventi virale: è l’unico duetto in cui nessuno stona. In un mondo pieno di notizie tristi e bollette da pagare, i video dei cani sono la nostra dose quotidiana di felicità gratuita. E se il cane protagonista è anche un po’ goffo o combina qualche marachella, il successo è assicurato: perché, ammettiamolo, ci piace vedere che anche gli altri fanno figuracce… soprattutto se hanno la coda.
E i gatti?
Sui social è guerra fredda: da un lato i video dei cani, maestri di goffaggine e coccole, dall’altro i gatti, divinità pelose che ignorano l’umanità con stile. I cani fanno ridere, i gatti fanno meme. I primi ci amano incondizionatamente, i secondi ci tollerano con superiorità. Ma alla fine? Piacciono entrambi: uno ci fa sentire amati, l’altro giudicati… come ogni sana relazione digitale che si rispetti.
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Quando Satana suona all’Alcatraz, Padre David cerca di redimere le pecorelle metallare smarrite

Un sacerdote armato di croce e buona volontà tenta l’impresa impossibile: redimere i fan del metal estremo fuori dall’Alcatraz di Milano a suon di benedizioni. Ma i “seguaci di Satana” avevano già un’altra liturgia in programma: pogo, birra e chitarre distorte. Cronaca semiseria di una serata tra inferi e benedizioni.
Cronaca di un esorcismo annunciato
Lo aveva annunciato sulla sua pagina Instagram lanciando un appello ad unirsi alla sua missione «benedire la discoteca Alcatraz con acqua santa e sale benedetto, seguirà poi l’esorcismo per allontanare il maligno». Padre David, personaggio social noto per i suoi esorcismi e per le posizioni ultracattoliche, si è palesato davanti alla discoteca milanese per benedire i fan del gruppo death metal polacco Behemoth e «annullare le devastanti conseguenze spirituali che la “messa nera” in atto con il loro concerto porterà a Milano e ai suoi abitanti».
Il metal chiama, il prete risponde
L’Alcatraz brulica di anime dannate, ovvero giovani (e meno giovani) vestiti di nero, borchie, eyeliner sbavato e magliette con scritte incomprensibili. Il concerto metal è l’evento clou della settimana infernale. Ma c’è un plot twist: Padre David si piazza fuori dai cancelli per riportare le pecorelle smarrite all’ovile. Spoiler: non finirà bene…
Benedizioni vs imprecazioni
Armato di crocifisso d’ordinanza, Bibbia ed entusiasmo da oratorio estivo, il sacerdote-influencer comincia la sua missione. Benedice, prega, ammonisce. I metallari, però, lo ringraziano con cori da stadio e birre alzate al cielo. Alcuni si fanno anche benedire, giusto per sicurezza spirituale prima del pogo. Un ragazzo urla: “Prete, stasera si va tutti all’inferno, vieni anche tu!”. Invito naturalmente rifiutato con garbo ma… panico negli occhi.
Redenzione in 7/8
Il tentativo di conversione sfuma tra riff di chitarra e bestemmie in metrica dispari. L’unico miracolo? Il prete non perde la pazienza. Anzi, a fine serata sembra quasi divertito. Forse, in fondo, l’inferno non è così male… se ha una buona colonna sonora. Alla fine, mentre il fumo dei fumogeni si dissolve e la musica tace, il prete si allontana sconfitto ma sereno. I metallari restano fedeli al loro culto: volume al massimo e dannazione a tempo di batteria. E il buon Dio, che di questi tempi ha problemi più seri da osservare, probabilmente ride sotto i baffi…
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Amanda Knox canta la sua verità insieme al chitarrista dei Pearl Jam

Torna sotto i riflettori, ma questa volta non per questioni giudiziarie: Amanda Kox si esibisce con la Exoneree Band, la band dei “condannati ingiustamente”, alla Innocence Network Conference di Seattle. Ospite d’eccezione: il chitarrista dei Pearl Jam, Mike McCready. Un evento carico di significato, tra musica, giustizia e memoria.
Da simbolo di un errore giudiziario a voce per l’innocenza
La donna è salita sul palco della Innocence Network Conference a Seattle, condividendo la sua voce e la sua storia insieme alla Exoneree Band, un gruppo formato da ex detenuti ingiustamente incarcerati. La performance è stata documentata sul suo profilo Instagram, dove Amanda ha scritto: “Con oltre 100 anni di reclusione ingiusta tra noi”.
La storia della band
Una formazione musicale composta da persone che hanno vissuto il dramma di essere incarcerate per crimini che non hanno commesso. Ogni brano, ogni nota, racconta storie di sofferenza, resilienza e liberazione. Amanda Knox, assolta definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher dopo aver trascorso 4 anni in carcere in Italia, è oggi una delle voci simbolo del movimento per la riforma della giustizia penale.
Mike McCready dei Pearl Jam: musica e impegno civile
Durante la serata, sul palco è salito anche Mike McCready, storico chitarrista dei Pearl Jam, da sempre impegnato in cause sociali e civili. Sua moglie Ashley McCready è presidente del consiglio del Washington Innocence Project, che si batte per la revisione dei processi e la liberazione degli innocenti condannati.
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