Lifestyle
Aspetti in auto col motore acceso? Danni e rischi

Quanto è dannoso lasciare il motore dell’auto acceso al minimo mentre si aspetta qualcosa o qualcuno? Si tratta di una pratica molto diffusa, dannosa per il motore, per l’ambiente e per il portafoglio del conducente.
Motore acceso da fermi, una contraddizione in termini
Lasciare l’auto accesa al minimo mentre si è fermi è un’abitudine piuttosto frequente e molti conducenti italiani lo fanno regolarmente. Lasciare il motore acceso durante brevi soste o, ad esempio, mentre si aspettano i bambini fuori da scuola è una pratica diffusissima. Chi di noi non l’ha mai fatto almeno una volta? Ma l’impatto negativo sul veicolo e sull’ambiente è concreto.
Tutte le problematiche nel dettaglio
Sulla questione aleggiano alcune domande: per esempio… è più costoso lasciare il motore acceso o spegnerlo e riaccenderlo? Qual è il tempo massimo durante ilquale il motore può essere lasciato acceso al minimo? Ecco cosa rispondono sulla questione gli esperti di Parclick.it, l’app di prenotazione di parcheggi leader in Europa.
- Lasciare il motore acceso al minimo per molto tempo è dannoso per l’auto?
La risposta è sì, può influire negativamente sul suo corretto funzionamento. Questo tipo di combustione produce più residui rispetto a quando l’auto è in movimento e questi possono danneggiare diversi componenti come il catalizzatore o i filtri antiparticolato. Inoltre, mantenere il motore al minimo può ridurre l’efficienza dei lubrificanti, per cui il conducente dovrà cambiare l’olio prima del previsto. - Qual è il tempo massimo durante il quale il motore può rimanere acceso al minimo?
La risposta a questa domanda è complessa poiché le auto moderne possono restare con il motore acceso al minimo fino a quando il serbatoio non è vuoto. Finché c’è carburante continueranno a funzionare anche se, come abbiamo visto in precedenza, i residui generati potrebbero compromettere diversi elementi meccanici prima del normale. - È più costoso lasciarlo al minimo o spegnerlo e riaccenderlo?
La maggior parte dei conducenti italiani sostiene di lasciare l’auto accesa perché spegnendo e riaccendendo il motore il consumo di carburante è superiore, ma gli esperti di Parclick.it affermano che non è così. Se l’auto rimane al minimo per più di 30 secondi avrà già consumato più carburante rispetto a quello necessario per riavviarla. Nonostante il consumo di un veicolo fermo con il motore acceso vari molto a seconda dell’auto, in generale oscilla tra uno e due litri all’ora a seconda delle dimensioni, del tipo di motore e dello stato di manutenzione, oltre a diversi altri fattori. - Che impatto ha sull’ambiente mantenere il motore acceso?
A questo si aggiunge il fatto che mentre è in funzione l’auto continua a emettere gas, che verrà respirato sia dai passeggeri dell’auto (a meno che i finestrini non siano chiusi) sia da chi si trova nelle immediate vicinenze. Anche in questo caso, la quantità di CO2 emessa varia in base al veicolo, ma può superare i quattro chili all’ora. - Posso essere multato per lasciare l’auto accesa al minimo?
Con l’avvicinarsi dei mesi più caldi è bene sapere che in Italia, parcheggiando con il motore e l’aria condizionata accesi, si rischia una multa che varia da 216 a 432 euro. La sosta con il motore acceso è regolata dal Codice della Strada, articolo 157, paragrafo 7-bis. Se inoltre parcheggiamo in doppia fila durante l’attesa, la multa sarà ancora più salata. Secondo l’articolo 158, paragrafo 2, lettera c, questa pratica è infatti vietata e prevede una multa amministrativa che oscilla da un minimo di 41 euro a un massimo di 168 euro.
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Cucina
Crostata Day 2025, il dolce che unisce generazioni: dalla frolla della nonna alle versioni di Bottura, Massari e De Riso
Dal forno delle nonne alle cucine stellate, la crostata è il dolce che attraversa i secoli: Bottura l’ha resa “sbagliata”, Massari l’ha elevata con la sua frolla Milano, De Riso le ha dato i profumi della Costiera. Una tradizione che si rinnova al Crostata Day.

Basta pronunciarne il nome per evocare calore, mani infarinate e ricordi di infanzia. La crostata, protagonista del Crostata Day 2025 celebrato il 9 settembre, non è soltanto un dolce, ma un rituale familiare che attraversa le generazioni. Simbolo di condivisione e affetto, servita rigorosamente a fette, continua a rappresentare uno dei legami più forti tra cucina casalinga e alta pasticceria.
La sua storia è antica. Già Marco Gavio Apicio, gastronomo dell’epoca romana, ne descriveva una versione con confettura di zucca nel suo De re coquinaria. Nel Trecento appare nel manoscritto francese Le Viandier, mentre nel Cinquecento Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di papa Pio IV, le dedicò un intero capitolo. Pellegrino Artusi, secoli dopo, mise la pasta frolla al centro delle sue ricette, intuendo che la vera anima della crostata non è nella farcitura ma nella base: burrosa, friabile, profumata.
Oggi la crostata vive una doppia anima. Da un lato resta il dolce delle case italiane, preparata dalle nonne e dalle zie con confetture di stagione. Dall’altro, è diventata una tela bianca su cui i grandi maestri di pasticceria hanno disegnato le proprie creazioni. La più celebre resta quella di Massimo Bottura: “Oops! Mi è caduta la crostatina al limone”, nata da un errore in cucina trasformato in icona mondiale. Una tartelletta speziata, zabaione al limone e gelato al lemongrass che ha fatto scuola, dimostrando che la perfezione può nascondersi nell’imperfezione.
C’è poi Iginio Massari, con la sua frolla Milano che è diventata modello per intere generazioni di pasticceri. E Sal De Riso, che ha portato la crostata in televisione con le sue versioni alla costiera amalfitana: agli agrumi o in formato strudel, capaci di raccontare il legame tra territorio e tradizione.
La pasta frolla resta il cuore del dolce. Le scuole di pasticceria insegnano che per una riuscita impeccabile bisogna rispettare riposo, temperature e dosi precise. Farina tipo 0, zucchero a velo, burro e strutto nelle giuste proporzioni: dettagli che fanno la differenza tra una base croccante e una che si sgretola. È la frolla, più della marmellata o del cioccolato, a decretare il successo di una crostata.
Il Crostata Day diventa così l’occasione non solo per celebrare un dolce ma per rivivere una tradizione che ha radici profonde e un futuro ancora da scrivere. Perché, tra ricette casalinghe e versioni gourmet, la crostata resta il simbolo di un’Italia che si riconosce nei suoi sapori più semplici e autentici.
Lifestyle
Palermo, studentessa si dichiara satanista: il prof la rimprovera, ma viene sospeso e i giudici confermano la sanzione
Una scuola superiore di Palermo al centro del caso: dopo il rimprovero a una studentessa che si era dichiarata satanista, il professore è stato sospeso per tre giorni. Il giudice del lavoro ha respinto il ricorso, definendo giusta la decisione della preside.

Una collana con la croce capovolta e un confronto finito in tribunale. È accaduto in una scuola superiore di Palermo, dove un professore è stato sospeso per tre giorni senza retribuzione dopo avere rimproverato una studentessa che si era dichiarata satanista.
L’episodio risale al 2024, pochi giorni dopo la strage di Altavilla Milicia, quando un gruppo di fanatici sterminò una famiglia durante un rituale. In quell’atmosfera già segnata dalla paura e dalla tensione, la vicenda è esplosa in classe. La ragazza era entrata con al collo una collana raffigurante una croce capovolta. Alla domanda del docente sul significato, aveva risposto apertamente di essere una satanista.
L’insegnante l’aveva invitata a nascondere il ciondolo sotto il maglione, spiegando: «Proprio come faccio io col mio crocifisso per non turbare la sensibilità degli studenti di altre religioni». Ma la studentessa aveva replicato rivendicando il proprio credo, chiedendo di affrontare l’argomento con una lezione e di togliere dalla classe il crocifisso appeso al muro.
Lo scambio è degenerato ed è arrivato sul tavolo della preside. Secondo la dirigente scolastica, il comportamento del professore aveva leso la dignità della ragazza, violando il principio di riservatezza e mortificandola davanti a tutta la classe. Inoltre, l’insegnante avrebbe raccontato l’episodio a una collega esterna al consiglio di classe, madre di un altro studente, violando così i dati sensibili della minore.
La sospensione disciplinare è stata impugnata dal professore, che già in passato aveva avuto contrasti con la preside al punto da chiedere il trasferimento. Il docente ha sostenuto di aver agito con finalità educative, trasformando l’episodio in un dibattito. Ma il giudice del lavoro ha respinto il ricorso, ritenendo infondate le sue tesi.
Nella ricostruzione dei magistrati non si sarebbe trattato di un confronto, bensì di una lite. Secondo la sentenza, il professore avrebbe negato qualsiasi dignità filosofica o religiosa al credo della studentessa, arrivando ad accostarlo al massacro di Altavilla. Un paragone ritenuto «certamente offensivo e diffamatorio», capace di turbare profondamente la giovane.
Il Tribunale ha sottolineato che il comportamento del docente era contrario ai doveri professionali e ai principi di laicità della scuola pubblica, che deve garantire agli studenti libertà di espressione religiosa. La decisione della preside è stata definita corretta e configurabile come grave negligenza disciplinare.
Oltre alla sospensione, per il professore è arrivata anche la condanna a pagare 3.000 euro di spese processuali. Una vicenda che ha acceso il dibattito sul confine tra libertà educativa, rispetto delle convinzioni personali e doveri di chi insegna in un’aula pubblica.
Cucina
Ricette zero sprechi e nuova vita agli ingredienti dimenticati
In un mondo dove le risorse scarseggiano e l’impatto ambientale è sempre più pressante, la sostenibilità diventa un imperativo in ogni aspetto della nostra vita, incluso quello culinario. Spesso capita di avere in frigo o in dispensa ingredienti che stanno per scadere o che avanzano da altre preparazioni. Invece di buttarli via, con un pizzico di fantasia e le giuste ricette, possiamo trasformarli in piatti nuovi e saporiti.

Combattere lo spreco alimentare è una sfida globale che richiede l’impegno di tutti. In Italia, il fenomeno assume dimensioni preoccupanti: si stima che ogni anno vengano gettati via ben 36 milioni di tonnellate di cibo, con un costo stimato di circa 50 miliardi di euro. Le cause sono diverse: cattiva pianificazione degli acquisti, conservazione scorretta degli alimenti, porzioni troppo abbondanti, eccessiva enfasi sull’estetica dei prodotti.
Combatti lo spreco alimentare e delizia il tuo palato con queste ricette creative e gustose!
Ecco alcune idee per dare nuova vita agli ingredienti dimenticati
Verdure
Le foglie appassite di insalata possono essere frullate per preparare un pesto saporito o un soffice impasto per crocchette.
I gambi di broccoli o cavolfiore possono essere saltati in padella con aglio e peperoncino per un contorno sfizioso.
Le bucce di patate possono essere trasformate in chips croccanti al forno.
La polpa di pomodoro avanzata può essere utilizzata per preparare una salsa deliziosa per la pasta o una base per una zuppa.
Pane raffermo
Il pane raffermo può essere grattugiato per preparare polpette di pane, pan grattato per insaporire secondi piatti o crostini per antipasti.
Le fette di pane raffermo possono essere utilizzate per preparare una panzanella fresca e saporita o una torta di pane ricca e gustosa.
I ritagli di formaggio possono essere utilizzati per preparare una fonduta golosa o una quiche saporita. Le croste possono essere grattugiate per insaporire salse, minestre o piatti di pasta.
La frutta matura può essere frullata per preparare frullati nutrienti, smoothie rinfrescanti o salse dolci per dessert.
Yogurt scaduto, può essere utilizzato per preparare pancake soffici, muffin golosi o una marinata saporita per il pollo.
Usando la creatività e un pizzico di ispirazione, possiamo trasformare i nostri “avanzi” in piatti originali e deliziosi, riducendo lo spreco alimentare e risparmiando denaro.
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