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La street art a Siena è… Sotto/Sopra

La prima novità del nuovo iter culturale del Santa Maria della Scala a Siena, che vede alla Presidenza Cristiano Leone, è la mostra ‘SOTTO/SOPRA Arte Urbana: dalla strada al museo, andata e ritorno’ | sino al 29 settembre 2024- III livello – Corticella e strada interna.


L’evoluzione dell’arte urbana
Curata da Patrizia Cattaneo Moresi e Michelina Simona Eremita, in collaborazione con Sole 24 ore Cultura, racconta attraverso le opere di oltre 30 artisti, nazionali e internazionali, l’evoluzione dell’arte urbana e inaugura i nuovi spazi espositivi nella strada interna recentemente recuperat
Le sale si affacciano su una strada pubblica
Caso unico nel mondo museale, il Santa Maria della Scala accoglie al suo interno una strada storica, via di Vallepiatta, a sua volta aperta alle rotte dei pellegrini e dei viandanti, grazie all’adiacente via Francigena. Le sale espositive che ospitano la mostra si affacciano infatti su una strada pubblica nata a cielo aperto, preesistente all’ospedale, che, nella progressiva espansione verso valle dello stesso, viene inglobata e soffittata. Metafora perfetta dell’arte urbana, che dall’esterno, dai margini della società, è stata sempre più inglobata dalle istituzioni
culturali.
Una riflessione sulla musealizzazione dell’arte di strada
È questo il punto di partenza che ha indotto a concepire una mostra sull’arte urbana, sulla Street Art, totalmente pensata in dialogo con la storia e gli spazi del complesso museale. La mostra offrirà l’occasione unica di aprire una riflessione sulla musealizzazione della Street Art, e sul rapporto tra arte istituzionalizzata e creazione “underground”. Di qui l’accattivante
titolo della mostra: Sotto/Sopra, in quanto la volontà della Fondazione è fare emergere le istanze dell’arte urbana, in quanto opposizione, contrasto, alternativa, proprio nei luoghi storicizzati del complesso
museale.
Un linguaggio in constante trasformazione
La Street Art è, del resto, una delle espressioni più significative dell’arte contemporanea: democratica e inclusiva, è in grado di coinvolgere un pubblico ampio ed eterogeneo e nell’ultimo decennio ha anche iniziato a imporsi nel mercato dell’arte: attualmente, la metà
dei dieci artisti più quotati al mondo proviene dalla scena dell’arte urbana. È tuttavia lecito chiedersi: come siamo passati dalle tag e dai graffiti illegali sui treni della metropolitana newyorkese, da cui questo movimento ha avuto origine, a questo successo globale? Che evoluzione c’è stata da quell’iniziale movimento underground all’attuale fenomeno artistico e sociale che coinvolge tutti gli strati della società, prosperando nei festival e nelle mostre, entrando nei musei e nelle gallerie, invadendo il web e i social network, influenzando la moda e la società?
Vedere gli artisti in azione
Per non perdere il nesso tra le origini del genere e la sua contemporaneità, accanto all’esposizione di una dimensione più storicizzata dell’arte urbana, un grande spazio sarà dedicato a quella “in progress”. I visitatori potranno infatti immergersi nella street art e vedere gli artisti all’opera, proprio all’interno della strada interna, in cui alcuni interventi site specific ritmeranno la vita della mostra.
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Un angolo di Old Britannia presso la Riviera di Levante

Oltre 2 milioni di euro per la ristrutturazione di Villa Rezzola, a Lerici, uno dei giardini inglesi più belli della Riviera del Levante, sul Golfo dei Poeti. Il luogo storico, antica residenza con un grande parco, ha riaperto le porte al pubblico. Ad inizio ‘900 fu acquistata da una coppia di ricchi inglesi, che la adattarono al loro stile, dando al giardino un inconfondile english lifestyle.
La borghesia Inglese, infatti, sin dall’Ottocento, era solita soggiornare sulla Riviera ligure, seguendo la moda di viaggiatori come Byron e Shelley. Amavano, qui, il clima mite e il paesaggio.

Un luogo ricco di storia
Nel 1935 fu acquistato alla contessa Mara Braida Carnevale, durante la Seconda Guerra Mondiale fu requisita dall’esercito e utilizzata come sede del comando militare, prima italiano, da Aimone d’Aosta Savoia, e poi tedesco, da Rudolf Jacobs, capitano della Marina passato dalla parte dei partigiani e morto da eroe della Resistenza sulle alture di Sarzana.
Il giardino delle delizie
Un lungo pergolato di glicine, che divide zone coltivate e boschetti da un enorme prato, dove sorge un viale per passeggiare, tra siepi, vasi di fiori, fontane e vasche. Non mancano molte essenze rare, come gli alberi di magnolia e canfora, cipressi, ulivi e lecci anche sui terrazzamenti che scendono quasi al mare. Gli interni sono perfettamente conservati negli arredi, nelle decorazioni e negli oggetti di famiglia, che raccontano la storia di chi ha abitato questo luogo affascinante.

Oggi sotto la tutela FAI
Nel 2020 la figlia della contessa Carnevale ha lasciato al FAI la villa perché potesse valorizzarla e aprirla al pubblico, come uno dei simboli delle bellezze del nostro territorio e della nostra fantastica Italia, tutta da scoprire.
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Estate, tempo di vacanze: ovviamente luxury style, sulle tracce della storia

Baglio Oneto dei Principi di San Lorenzo Luxury Wine Resort è una magnifica residenza
nobiliare settecentesca. Una struttura che conserva parte della struttura originaria come la suggestiva torre e la cantina tutt’ora in uso. Al centro di un territorio che intreccia storia e leggende, dal viaggio di Ulisse allo sbarco dei Mille di Garibaldi.

Immersione totale nella bellezza antica
Soggiornare in questo raffinato cinque stelle, che incarna esso stesso secoli di storia e cultura locale, consente di partire con il piede giusto alla scoperta delle straordinarie bellezze del territorio. Letterati e storici dibattono da secoli sulle effettive tappe – reali o simboliche – del decennale viaggio di Ulisse da Troia a Itaca senza giungere a conclusioni condivise.
Una teoria suggestiva
Nella zona di Marsala si contendono spazio sulla mappa dell’Odissea la Grotta della Sibilla, su cui sorge la chiesa di San Giovanni al Boeo, sita proprio sul lungomare, e non meglio precisati luoghi identificati quali dimore dei Ciclopi. Ma c’è un libro che riscrive completamente la storia. L’autore è il marsalese Vincenzo Barrabini che, nel suo L’Odissea a Trapani, sostiene che Trapani e la sua costa siano i luoghi dell’Odissea. Seguendo le ipotesi dello scrittore inglese Samuel Butler, frutto di ricerche condotte per anni sul finire dell’800, lo scrittore siciliano afferma che l’Odissea non sarebbe opera di Omero. Bensì di una giovane donna trapanese vissuta intorno all’anno 1.000 a. C., identificata come Nausicaa, figlia di Alcinoo re di Scheria.
Revisionando l’Odissea
Il poema acquisisce – secondo questa ipotesi – tutta un’altra prospettiva. Si tratterebbe di una allegoria storico-politica sui rapporti tra Focesi, Fenici e Sicani. E il viaggio di Ulisse altro non sarebbe che il periplo della Sicilia. Ecco allora che nei dintorni del Baglio Oneto, perfetto per chi cerca una sintesi tra l’eleganza del lusso e il piacere della natura in una cornice di autenticità, si troverebbero Marettimo quale vera Itaca, e Trapani quale Scheria, nonché il monte Erice come sede dei Ciclopi. E ci sono riferimenti specifici anche per Favignana, Levanzo e Isola Grande, che si ammirano nei giorni tersi dalle terrazze del Baglio Oneto. La storia è passata più volte da queste parti. Vi si sono succedute dominazioni fenicie, greche, romane e ottomane, fino al celebre sbarco dei Mille di Garibaldi. Chi soggiorna qui si immerge nella storia, dalla più recente alla più antica, quella che si perde nel mito.
Molti celebri viaggiatori consigliano di leggere un romanzo ambientato nel luogo dove ci si deve recare, in preparazione della vacanza. Le suggestioni letterarie si sovrappongono in questo caso specifico alla bellezza e all’energia del vento, della terra e del mare, accompagnando in un viaggio ai confini del tempo.
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MaMo, Da Forbes a New York, passando per la Corona Reale britannica

MaMo, alias Massimiliano Donnari, con la sua arte ha varcato i confini nazionali ed è una delle eccellenze italiane che il mondo ci invidia. A Londra è stato ospite della House of Lord, ma anche agli Spring Studios, al 50esimo del One Canada Square, come all’Istituto Italiano di Cultura, solo per citare alcune sue presenze.
Imprenditore ed artista sperimentatore
Nasce imprenditore, in una famiglia che si è sempre dedicata all’importazione di impianti per la lavorazione del legno, ma con una grande passione per l’arte, diventando una vera star nel panorama internazionale e facendo coabitare in lui lo spirito dell’imprenditore mixato all’artista,
contraddistinto dalla sperimentazione anche materica. I collezionisti di MaMo sono Vanzina, Mogol, Vanoni, Carolina Cucinelli, come tanti personaggi della cultura che sono anche diventati i suoi amici, amanti del bello come lui.




E’ suo il primo NFT, virale nel Metaverso
Il suo libro Waiting for London, per esempio, racchiude diverse testimonianze di personaggi del mondo fashion, dell’arte, del design e del cinema. Diversi anni, con il professor Paolo Taticchi, cattedratico della Imperial College e Ucl of London, ideò la sua Fashion Queen, opera che invita a riflettere, ma è anche di rottura, alla quale il Docente Italiano si interessò, creando il primo NFT al mondo, completamente sostenibile su blockchain, diventato virale nel Metaverso. Da quel momento, è seguita la personale durata un anno nei luoghi più importanti della città, sino alle sue opere, come Queen Elizabeth, figlia di continue sperimentazioni spaziali e materiche e figura immortale, Marylin, i barattoli di Campbell’s,, esposte insieme ai grandi classici nei saloni dell’Istituto Italiano di Cultura.
Ispirandosi al re della Pop Art
Per lui è un casuale sillogismo con la factory di Warhol, che lo ispirò per la creazione del suo hangar, in epoca pandemica, quando le persone erano costrette a casa, intente ad avere sempre il fatidico gel lavamani, facendo scaturire, in Mamo, l’idea della creazione del Dom Perignart, immaginifico champagne che regala la gioia di vivere. Ma MaMo non si ferma qui ovviamente e il suo sguardo vola sempre più su orizzonti intercontinentali!
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