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Moda

L’estate trash è iniziata: gioielli, extension, ciglia finte e trucco pesante!

È incredibile, ma anche in spiaggia bisogna essere educati. E no, non parliamo delle solite banalità come urlare, lanciare sabbia o mettere la musica a tutto volume. Parliamo del tuo corpo e del tuo costume. Lascia a casa i gioielli, anelli, catenone e ciondoli. La signora che sembra un albero di Natale attira subito attenzione indesiderata, e i machi con catene vistose non sono meglio. In spiaggia, l’unico orpello ammesso è il costume, e anche quello dovrebbe essere sobrio. Sei una bagnante, non una soubrette.

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    L’estate è arrivata e con essa le giornate al mare, ma non dimentichiamoci che anche in spiaggia bisogna avere un po’ di savoir-faire. Non stiamo parlando delle solite cose come evitare di urlare, lanciare sabbia o mettere la musica a tutto volume. Qui parliamo di un galateo più sottile e forse più spietato: come gestire il proprio corpo e il proprio abbigliamento in modo da non sembrare un’aliena su Marte.

    Via i gioielli: la semplicità è la chiave

    Prima regola d’oro: lasciate i gioielli a casa. Non c’è niente di più fuori luogo dei catenoni, anelli e ciondoli appariscenti sulla spiaggia. La signora che arriva addobbata come un albero di Natale trasmette solo voglia di esibirsi, e i maschi con catene vistose sembrano usciti da un video anni ’80. In spiaggia, l’unico orpello consentito è il costume, che dovrebbe essere sobrio. Sei una bagnante, non una soubrette in tournée.

    Estate cafona: extension e ciglia finte sotto assedio

    L’estate cafona è iniziata. È il momento della verità per le extension e le ciglia finte, che difficilmente sopravvivono all’urto di un tuffo in mare. Le signore posticce si riconoscono facilmente: sudano sotto strati di trucco (waterproof, si fa per dire), indossano tacchi (sì, esistono anche le Havaianas con zeppa) e brillano come il mare di Sorrento. La scena è degna di un reality show di serie B.

    Moda da spiaggia: l’eleganza della semplicità

    E poi ci sono i classici errori di moda. I signori fuori moda sfoggiano lo slip bianco da sirenetto, un look che dovrebbe essere bandito da tutte le spiagge. Le donne di classe, invece, arrivano con accessori semplici e eleganti, come un filo di corallini rossi. I veri signori sanno che una maglia di Sease è perfetta anche per un tuffo. Le donne autentiche nuotano di gusto, senza preoccuparsi della piega dei capelli.

    Il tocco finale: l’arte della discrezione

    In spiaggia, la semplicità e la discrezione sono le chiavi per evitare l’effetto circo. Dimentica gli orpelli vistosi e opta per un costume sobrio. Goditi il mare senza pensieri, lasciando che la tua personalità, e non i tuoi accessori, faccia da protagonista. È estate, rilassati e vivi il momento con eleganza e stile.

    Quindi, mentre ti prepari per la tua prossima giornata in spiaggia, ricorda queste semplici regole. La tua esperienza sarà più piacevole e anche gli altri bagnanti te ne saranno grati. Buona estate e buon mare!

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      Moda

      L’arte dell’upcycling: una rivoluzione sostenibile nella moda

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        Nell’epoca attuale, la moda non è solo questione di stile, ma anche di sostenibilità. Con sempre maggiore consapevolezza ambientale, l’industria della moda sta abbracciando nuove pratiche per ridurre il suo impatto ecologico. Tra queste, spicca l’upcycling, un’arte che trasforma rifiuti in capi di abbigliamento unici e desiderabili. Scopriamo come questa tendenza sta rivoluzionando il mondo della moda con il suo mix di creatività e responsabilità ambientale.

        Il rinascimento dei tessuti

        L’upcycling pone l’attenzione sui materiali dimenticati, trasformando vecchi tessuti e indumenti in opere d’arte indossabili. Da jeans a t-shirt, nulla è troppo comune per essere reinventato. Tessuti pre-loved vengono tagliati, assemblati e lavorati con maestria per creare nuovi capi che trasudano storia e carattere.

        Creatività senza limiti

        L’upcycling libera la creatività dei designer, permettendo loro di esplorare nuove possibilità attraverso la riutilizzazione di materiali esistenti. Patchwork di stampe, mix di texture e combinazioni audaci diventano la firma di quest’arte unica. Ogni pezzo è un’opera d’arte unica, riflettendo il talento e la visione del suo creatore.

        Un atto di ribellione contro il consumismo

        In un’epoca dominata dal consumismo veloce, l’upcycling rappresenta una forma di protesta silenziosa. Oltre a ridurre i rifiuti tessili, promuove un approccio più consapevole alla moda. Indossare un capo upcycled significa abbracciare l’individualità e la sostenibilità, sfidando gli standard imposti dalla moda di massa.

        Un futuro sostenibile

        L’upcycling non è solo una tendenza passeggera, ma una filosofia che promette un futuro più sostenibile per l’industria della moda. Con sempre maggiori marchi e designer che abbracciano questa pratica, il suo impatto positivo si fa sempre più evidente. Guardando avanti, possiamo immaginare un mondo in cui l’upcycling diventa la norma, trasformando il nostro modo di concepire la moda e il consumo.

        Quindi l’upcycling è molto più di una semplice tendenza; è un’evoluzione necessaria nell’industria della moda. Attraverso la sua combinazione di creatività, responsabilità ambientale e ribellione contro il consumismo, l’upcycling sta ridefinendo il concetto stesso di moda. È un invito a guardare oltre il nuovo e lo splendido, per abbracciare la bellezza e la sostenibilità del riuso.

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          Moda

          Clizia Incorvaia tra petali e polemiche: l’abito che ha diviso il red carpet di Venezia

          Un look scenografico tra rose e strascico, un messaggio altruista o una mossa studiata per farsi notare? Il red carpet del Festival accende il dibattito.

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            Sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia, Clizia Incorvaia ha scelto un ingresso che difficilmente passava inosservato. Martedì 2 settembre, l’influencer e moglie di Paolo Ciavarro ha calcato la passerella con un abito bustier rosa pallido, caratterizzato da uno strascico imponente decorato con rose bianche e rosse. In mano, una singola rosa rossa: un gesto carico di simbolismo che ha subito acceso il confronto pubblico.

            Le critiche non si sono fatte attendere. Il quotidiano Il Messaggero, con tono pungente, ha commentato: “È un aereo? Un volatile? No, è lo strascico di Clizia Incorvaia, tempestato di rose… Aiuto” . Anche il sito Notizie.it ha riportato il giudizio in termini simili, sottolineando che il look ha alimentato discussioni intense sul suo significato.

            Ma allo stesso tempo, c’è chi ha promosso la scelta della showgirl. In calendari dei look del festival, è stata descritta come una “sposa perduta”, originale e mai banale, capace di attirare l’attenzione proprio perché autentica nella sua teatralità.

            Clizia stessa ha voluto spiegare il concetto che stava dietro all’outfit: “Ho scelto un abito di rose bianche e una rosa rossa da donare… un gesto per dire grazie. Alle donne, al supporto che ci unisce. Ai fotografi, che con i loro occhi rendono eterno ogni istante”. Peccato che la motivazione non abbia convinto tutti: molti sospettano che il look servisse piuttosto a catalizzare l’attenzione, mettendo in scena un’altruistica strategia di visibility.

            Questa diatriba, del resto, è una costante nelle apparizioni delle influencer sui grandi palcoscenici cinematografici. Da un lato, sono considerate ospiti glamour chiamate anche dagli eventi collaterali per valorizzare marchi e visibilità. Dall’altro, si solleva regolarmente il dubbio: quanto c’è di cuore e quanto di calcolo in queste scelte?

            Il look di Clizia Incorvaia a Venezia è quindi diventato simbolo di un dilemma più ampio: fino a che punto il red carpet è vetrina di creatività e messaggio personale, e quando si trasforma in palcoscenico dell’ego? Nel gioco delle immagini e delle intenzioni, ogni gesto diventa messaggio, ogni petalo, contesto.

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              Moda

              Elisabetta Canalis incanta Los Angeles in total black: diva in ecopelle

              Elisabetta Canalis, icona di stile e convinta animalista, conquista la scena a Los Angeles con un abito corsetto in ecopelle che esalta la sua silhouette perfetta. L’abito monospalla, dal costo di 895 euro, è abbinato a pumps nere e occhiali cat-eye, per un look sofisticato e grintoso

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                Elisabetta Canalis continua a dettare legge in fatto di stile, anche sotto il sole californiano di settembre. La showgirl, che vive ormai stabilmente a Los Angeles, ha recentemente sfoggiato un look total black che non è passato inosservato. In barba al cambio di stagione che inizia a farsi sentire in Italia, Elisabetta si gode le temperature ancora alte della California, vestendo un tubino in ecopelle firmato Violante Nessi, giovane designer italiana che ha fondato il suo brand nel 2015.

                L’abito, un midi monospalla dal taglio corsetto, incarna perfettamente la filosofia animalista della Canalis: niente pelle vera, ma solo ecopelle per esaltare una silhouette tonica e asciutta. Questo capo, il Voena Dress, realizzato a mano nell’atelier del brand, rappresenta l’unione ideale tra eleganza e sostenibilità, e viene venduto a 895 euro sul sito del marchio.

                A completare il look dark chic di Elisabetta ci sono un paio di pumps nere con dettagli metallici sulla punta, che aggiungono un tocco aggressivo ma raffinato al suo outfit. Non potevano mancare gli occhiali da sole tartarugati modello cat-eye, firmati Huma Eyewear, un accessorio che strizza l’occhio alle tendenze revival di fine anni Novanta, disponibile al prezzo di 260 euro.

                Elisabetta, che ha trascorso l’estate tra la Sardegna e la Sicilia, è pronta a tornare in Italia non solo in televisione con Tilt-Tieni il tempo, ma anche al cinema con il film Come far litigare mamma e papà, in uscita l’11 settembre. Nel frattempo, continua a incantare con il suo stile inconfondibile, dimostrando ancora una volta che, quando si tratta di moda, sa sempre come fare centro.

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