Personaggi
Britney Spears, paladina della sologamy: “Ho sposato me stessa”
Nozze a sorpresa per la popstar (oggi in disarmo) Britney Spears. Peccato solo per un dettaglio: il marito non c’è! Fedele ai dettami folli della cosiddetta sologamy, dichiara soddisfatta: «Ho sposato me stessa, la cosa migliore che potessi fare»

Un matrimonio senza partner, forse il segreto perfetto per far durare in eterno un’unione? Dove non occorrono fiori e neanche l’abito bianco (anche se la Spears ci ha tenuto ad indossarlo). È la sologamia, neologismo tradotto dall’inglese sologamy dall’artista italiana Elena Ketra che ne ha fatto una performance e pure un’opportunità reale.
Faccio tutto da me
Britney Spears, ex popstar di planetario successo, non nuova a follie varia, ha dichiarato di essersi sposata ma questa volta, per evitare di incappare in uomini che le fanno del male o non sono giusti per lei, ha deciso di farlo da sola. In un post sul suo profilo Instagram, con tanto di abito bianco e velo da sposa, l’artista ha gridato al mondo: «Ho sposato me stessa».
Non valida legalmente, più che altro una cerimonia-simbolo
E’ chiaro che non si tratta di un’unione valida ai fini legali, anche se di sologamia si parla di anni e in effetti col tempo questo trend nato in Giappone (chiamato anche self-wedding) e poi diffusosi in Occidente ha acquisito i contorni di una vera a propria cerimonia auto-celebrativa, con tanto di invitati e officiante. Non ci è dato conoscere i dettagli di queste “nozze celebrate con se stessa” dalla cantante di Baby one more time. Potrebbe anche essersi trattato di un momento intimo più che non di una vera festa. Resta il fatto che l’artista ha voluto renderne conto via social pubblicando un video in cui balla, come ormai siamo abituati a vederla.
Tredici anni sotto tutela paterna
Dal 2021 la Spears non è più sotto la tutela legale del padre (sotto cui è rimasta ben 13 anni), una libertà che le ha garantito da quel momento di esprimersi in modo libero e indipendente, più di quanto non abbia mai potuto fare nel corso della sua intera carriera. Conoscendo il suo carattere abbastanza pazzerellone, non stupisce che la nuova Britney abbia optato per un solo-wedding. Mettendo al centro la propria realtà di individuo al di là di un partner, per alimentare la consapevolezza di potercela fare da sola e senza un uomo accanto.
Oggi è “fottutamente single”, lontana da unioni fallimentari
Anche perchè lei di uomini che si sono rivelati inadatti ne ha conosciuti! Personaggi come Justin Timberlake, fidanzato storico dei primi anni 2000 di cui ha svelato dettagli inconfessabili nella sua biografia The Woman in Me. Senza parlare del suo matrimonio lampo come quello con Jason Alexander nel 2004: un’unione durata appena 55 ore, probabilmente un record da Guiness dei Primati! E ancora, relazioni complicate, come quella con il secondo ex marito Kevin Federline, con il quale ha avuto i due figli Sean Preston e Jayden. Anche col terzo marito, Sam Asghari, finito con un divorzio burrascoso. Più di recente, nell’estate 2024, dopo una breve relazione con Paul Richard Soliz, Britney si è dichiarata «single as fuck».
La Sologamia in Giappone e nell’arte
La sologamia è una pratica esistente da decenni in Giappone, basata su una filosofia intimista volta alla cura del sé e del proprio benessere interiore. Non a caso a Kyoto è possibile rivolgersi ad una vera e propria agenzia che propone pacchetti per matrimoni di questo genere. Un’usanza che ha fatto anche una comparsa in tv all’interno della famosissima serie Sex and the City. Se poi le cose tra voi e voi non dovessero funzionare… volete mettere la praticità di interrompere questo atipico menage, senza litigi e beghe legali?!?
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Personaggi
Ferragni alla maturità (ma in Tunisia): dal pandoro-gate ai banchi d’esame
Lo scandalo del pandoro, la perdita di credibilità, le scuse social e la fuga dei brand: tutto inserito nella prova di inglese per la maturità tunisina. Altro che imprenditrice digitale: qui si studia il tracollo di un brand come esempio da manuale

Altro che “power couple”, altro che regina dell’imprenditoria digitale. Chiara Ferragni ormai è ufficialmente diventata un caso da manuale. Non di marketing, ma di come bruciare in pochi mesi un impero costruito a colpi di selfie e collab. E la conferma non arriva da un podcast, da Selvaggia Lucarelli o da qualche saggio universitario italiano. No, arriva dritta da un’aula scolastica tunisina, dove in questi giorni si svolgono gli esami di maturità.
Nella sezione Economia della prova scritta di lingua inglese, il Ministero dell’Istruzione tunisino ha infilato una traccia che suona come una condanna: “Analizzate il caso Chiara Ferragni alla luce dell’articolo pubblicato dal The Guardian il 13 gennaio 2024”. Una vera e propria autopsia dell’operazione-pandoro, a partire dall’accordo con Balocco da un milione di euro fino alle multe dell’Antitrust. Nessun filtro bellezza. Solo numeri, contratti e cadute.
A rilanciare la notizia è stata la pagina social tunisina Lyceena, specializzata in temi scolastici. Il che ci dice una cosa molto chiara: la fama della Ferragni è talmente globale che anche dall’altra parte del Mediterraneo è diventata un caso di studio. Peccato che lo sia non per meriti imprenditoriali, ma per il contrario.
Gli studenti tunisini devono ora analizzare, in inglese, come un’operazione di marketing possa trasformarsi in boomerang. Il testo del Guardian non risparmia nulla: il video di scuse postato da Chiara con la triste musica di sottofondo, il gelo calato sulle collaborazioni con brand come Coca-Cola, l’effetto domino sulla reputazione del marchio. L’articolo si concentra soprattutto sull’impatto economico della vicenda, mostrando come la fiducia in un brand, una volta tradita, può essere quasi impossibile da riconquistare.
Ironia della sorte, in Italia il dibattito è finito nel frullatore dell’opinione pubblica e della satira. In Tunisia, invece, Ferragni è diventata materia d’esame. Gli studenti devono capirne le cause, analizzare gli errori, valutare le conseguenze. Insomma, imparare dal fallimento di un’influencer globale per evitare gli stessi errori.
A volte la realtà supera l’ironia. E se fino a ieri il nome di Chiara Ferragni faceva curriculum, oggi fa lezione. Ma in Tunisia.
Personaggi
Chiara Ferragni in crisi: Fenice Retail chiude con 1,2 milioni di perdite e i soci si scontrano
Dopo la chiusura dello store romano, la società legata agli store fisici di Ferragni finisce in liquidazione. I soci contestano la gestione e chiedono chiarezza sui conti

Chiara Ferragni si trova ad affrontare l’ennesima sfida in un periodo già complesso della sua vita pubblica e imprenditoriale. Dopo la confessione sulle violenze psicologiche e verbali subite, l’imprenditrice e influencer deve ora fare i conti con la chiusura di Fenice Retail Srl, società che gestiva gli store fisici legati al suo marchio. La decisione di mettere in liquidazione la società è arrivata dopo la chiusura dello store romano di via del Babuino, a cui si era già aggiunta la serrata del punto vendita milanese.
I numeri parlano chiaro: Fenice Retail ha accumulato perdite per 1,21 milioni di euro nel biennio 2023-2024. Una situazione che ha portato a un inevitabile ridimensionamento dell’ambizioso progetto retail del brand Ferragni, costringendo la società a mettere in stand-by la sua presenza nei negozi fisici. Un colpo che segna un passo indietro rispetto ai piani di espansione e che riapre vecchie ferite nella gestione societaria.
La messa in liquidazione ha infatti generato forti tensioni all’interno di Fenice Srl, la holding che controlla al 100% Fenice Retail. Qui il confronto è diventato acceso tra l’amministratore unico Claudio Calabi e il socio di minoranza Pasquale Morgese. Durante l’assemblea di marzo, il legale di Morgese ha contestato la mancanza di documenti messi a disposizione, in particolare il bilancio di Fenice Retail. Una mancanza che, secondo il socio di minoranza, impedisce di capire se la liquidazione fosse davvero l’unica strada possibile o un passo affrettato.
Morgese, che detiene lo 0,2% di Fenice Srl a fronte del 99,8% in mano alla stessa Ferragni (dopo l’ultimo aumento di capitale interamente versato dall’influencer), ha chiesto maggiore chiarezza e trasparenza, sottolineando come “in assenza di una previsione di chiusura dettagliata, i soci non hanno elementi per capire se la liquidazione sia davvero necessaria”. Dal canto suo, Claudio Calabi ha difeso la decisione, affermando che si è trattato di un’operazione inevitabile per traghettare la società verso una liquidazione “in bonis”, cioè in regola e senza ulteriori rischi economici.
Il caso Fenice Retail si inserisce così in un quadro già delicato per Chiara Ferragni, che in queste settimane è al centro di una riflessione più ampia sul suo futuro imprenditoriale e sulla gestione delle sue attività commerciali. La chiusura dei negozi fisici segna la fine – almeno per ora – di un progetto ambizioso che aveva portato la regina dei social ad affacciarsi anche nel mondo del retail tradizionale. Resta ora da capire se questa sia solo una battuta d’arresto o l’inizio di una nuova fase, più attenta ai conti e ai rischi di un mercato in continua evoluzione.
Personaggi
Guai con il fisco per Angelo Duro: 150mila euro di presunta evasione
Il comico palermitano, noto per il suo stile provocatorio, è al centro di un’indagine della Procura di Roma per presunto risparmio illecito d’imposta.

Angelo Duro, attore e comico dal linguaggio tagliente e senza filtri, è finito sotto la lente della Guardia di Finanza per una presunta evasione fiscale da 150mila euro. Secondo le indiscrezioni riportate da La Repubblica, l’indagine, ancora a carico di ignoti, punta a verificare la gestione fiscale dell’artista e il presunto utilizzo di uno schema societario per ridurre il carico fiscale. La Procura di Roma, guidata dal procuratore aggiunto Stefano Pesci, sta accertando se Duro abbia aggirato la transizione dal regime forfettario a quello ordinario, creando una società per continuare a incassare i compensi pagando l’Ires invece dell’Irpef, con un risparmio fiscale che gli inquirenti stimano intorno ai 150mila euro.
Come si difende il comico
L’artista ha affidato la sua difesa a un team legale che punta a dimostrare l’assenza di intento fraudolento e la legittimità della struttura societaria utilizzata. Secondo gli avvocati, non si tratterebbe di una strategia evasiva, bensì di scelte tecniche e contabili per gestire le proprie attività professionali. I magistrati dovranno ora stabilire se la società creata da Duro servisse realmente per sviluppare un’attività economica autonoma, oppure se fosse un semplice escamotage per versare meno tasse.
Chi è Angelo Duro?
Nato a Palermo, Angelo Duro ha conquistato il pubblico con un umorismo provocatorio e politicamente scorretto, diventando un nome di riferimento nel mondo dello spettacolo. Dopo il successo con Le Iene, ha portato i suoi monologhi in teatri sold out in tutta Italia, conquistando una platea affezionata grazie al suo stile diretto e dissacrante. Nel 2023 ha partecipato a Sanremo, mentre nel 2024 ha debuttato al cinema con il film Io sono la fine del mondo, ottenendo ottimi risultati al botteghino.
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