Beauty
Donatella Versace: ma secondo voi è davvero ringiovanita col glow up?!?
Tutti (o quasi) vorremmo rimanere giovani per sempre, siamo sempre più terrorizzati dal tempo che passa sulla nostra pelle e dalle naturali trasformazioni che ci traghettano verso la vecchiaia. C’è chi però di questo aspetto ne fa una vera e propria malattia, ricorrendo a qualsiasi rimedio per cristallizzare il più possibile la propria immagine.

Si fa un gran parlare in rete del recente glow up al quale si è sottoposta la stilista Donatella Versace. In molti si sono infatti dichiarati stupiti, in seguito alla sua apparizione in occasione della premiere di Devil Wears Prada: The Musical. Secondo i pareri di molti la stilista era irriconoscibile e non è passato inosservato il suo nuovo volto, così diverso rispetto a quello di poco tempo fa.

Cos’è il glow up
Il glow, dall’inglese “brillare, splendere“, è un effetto luminoso che si può raggiungere anche con un make up particolarmente efficace piuttosto che attraverso una buona dose di sano riposo. Alcune celebrities, soprattutto quelle che mancavano da un po’ di tempo da eventi e red carpet, sono tornate a sorprendere l’audience con un bel glow up, ossia una trasformazione (piccola o grande) piuttosto evidente e particolarmente ben riuscita. Un tema, quello della chirurgia e dei cambiamenti estetici particolarmente chiacchierato quest’anno anche per via di The Substance, il body-horror con protagonista Demi Moore che affronta la tematica della bellezza e del tempo che passa, riflettendo sul bisogno, indotto dalla società, di apparire costantemente giovani.
A cosa si sarebbe sottoposta la stilista
Secondo alcuni esperti in materia, la Versace si sarebbe sottoposta ad un deep plane face lift, un particolare lifting cervico-facciale profondo, in grado di riposizionare muscoli e strutture cutanee sovrastanti. Aggiungendo anche una rinoplastica con innesti cartilaginei. Probabilmente si è sottoposta ad un lifting del sopracciglio, blefaroplastica e un trattamento laser. Sicuramente, in precedenza, le sono stati disciolti tutti i filler dei quali portava i segni sul viso, creando una maschera piuttosto grottesca. Con un naso spiovente verso il basso e particolarmente largo, occhi incavati e labbra gonfie di filler. L’intervento potrebbe essere stato eseguito in una località d’oltreoceano, con costi estremamente più elevati che in Italia. Altro non si sa.
Le foto in rete sono davvero reali?
I più maligni ipotizzano che le foto comparse in rete siano comunque a rischio contraffazione, attraverso qualche filtro che esalterebbe il risultato. A dirla tutta… chi non usa qualche filtro quando posta sue immagini sui social? La questione è semmai un’altra: anche con questa rinnovata luminosità in viso, la Versace non può sfuggire al giudizio dell’età, che lei lo voglia o meno.
Chirurgia estetica e cronaca attuale
Una notizia, quella legata alla Versace che richiama anche il recente lutto di una ragazza che si era sottoposta ad un intervento estetico al naso. Una morte che deve necessariamente indurre alla riflessione su questo tipo di interventi, spesso sottovalutati per un desiderio impellente di standard di bellezza superiori, alimentati dalla pressione sociale. Per sentirsi parte di questa società ormai modellata dai social media, dove la bellezza esteriore assume un ruolo centrale nella nostra società, oltre ad aver completamente deformato la concezione di “bello” e “brutto”.
La lezione di Anna Magnani
“Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!”, disse così l’attrice Anna Magnani al suo truccatore. Una frase attuale più che mai, che ironizza sulla moda dilagante di fermare il tempo, partendo dal trucco fino ad arrivare a interventi chirurgici o all’iniezione di sostanze come il botulino e compagnia bella. in grado di creare solo un’illusione.
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Benessere
Orgasmo e benessere: quando il piacere fa bene anche alla pelle

Non è solo questione di piacere. Secondo ricerche e sondaggi, l’orgasmo – raggiunto da soli o in coppia – può avere effetti positivi concreti sulla salute e, sorprendentemente, anche sull’aspetto della pelle. A sostenerlo non sono solo aneddoti o opinioni popolari, ma dati scientifici.
Un’indagine di Planned Parenthood del 2000 rivelava che quasi il 40% degli intervistati ricorreva alla masturbazione per ridurre lo stress. Un’intuizione confermata dalla fisiologia: livelli bassi di ossitocina, l’“ormone dell’amore”, si associano a stress elevato, invecchiamento cutaneo e infiammazioni. Al contrario, abbracci, baci e orgasmi stimolano la produzione di ossitocina, favorendo anche un sonno più profondo e riposante.
Il beneficio non si ferma qui. Uno studio dell’Università del Michigan ha dimostrato che il climax aumenta i livelli di estrogeno, ormone che contribuisce a mantenere la pelle più spessa, elastica e idratata, rallentando la formazione delle rughe. Durante l’attività sessuale, inoltre, il flusso sanguigno verso il viso aumenta, portando più ossigeno e nutrienti alle cellule: ecco spiegato il classico aspetto luminoso e leggermente arrossato del “post-sesso”, legato anche alla stimolazione del collagene.
«Il piacere ha un impatto psicofisico rilevante», sottolinea Kait Scalisi, sex educator certificata, in un’intervista a The Maudern. «Gli ormoni rilasciati durante il sesso – ossitocina, serotonina, prolattina – sostengono il sistema immunitario, migliorano la qualità del sonno, aiutano a regolare la pressione sanguigna e persino a potenziare la memoria».
E per quanto riguarda la frequenza? Non esiste una regola universale. «Alcuni studi suggeriscono rapporti più volte a settimana, ma la misura giusta è quella che fa stare bene te e il tuo partner. Trasformare il sesso in un obbligo può generare ansia e annullare i benefici», precisa Scalisi.
In sintesi, il piacere può essere un alleato della salute, ma non dovrebbe diventare un traguardo da centrare a ogni costo. L’intimità – con sé stessi o con l’altro – resta uno spazio da coltivare per desiderio, non per dovere. Se poi a guadagnarci sono anche la pelle e il benessere generale, tanto meglio.
Bellezza
Piccolo vademecum su come proteggere i tatuaggi d’estate

Anche se i tatuaggi non contemplano stagioni… in estate è consigliato avere qualche accortezza in più per prendersene cura. Un concetto che è stato ribadito da alcuni esperti coinvolti nella Torino Tattoo Convention, una delle manifestazioni di settore più importanti d’Europa che dal 27 al 29 settembre ritorna. Con oltre 100.000 visitatori attesi all’ombra della Mole e 400 tatuatori provenienti da ogni parte del mondo.
Le domande classiche
Chi si è fatto un tatuaggio prima dell’estate, probabilmente si starà ponendo alcune domande. Del tipo… “Si può prendere il sole senza problemi?”, “L’acqua del mare può rovinarlo?”, “Quali prodotti è bene usare per evitare che il disegno si rovini?”.
Qualche regola di base
La prima indicazione è quella di far trascorrere almeno due settimane dal nuovo tatuaggio prima di esporlo ai raggi del sole, ma anche prima di farci il bagno al mare o in piscina (dove è presente il cloro), perché bisogna dare il tempo alla pelle di cicatrizzare. Anche sabbia, asciugamani e superfici ruvide con le quali possiamo entrare in contatto in spiaggia possono fungere da agente irritante.
Il sole diretto è dannoso… e doloroso
La pelle, in generale, va protetta dal sole per evitare le scottature. Sarebbe buona norma non prendere sole sul tatuaggio durante il primo mese, con attenzione particolare soprattutto nelle prime due settimane. Il tatuaggio eseguito di fresco è come fosse una cicatrice, infatti ogni volta che l’ago entra ed esce dalla pelle crea delle microlesioni. Se non prendere il sole sulle cicatrici o sulle ferite non ancora guarite è una cosa consigliata, la medesima accortezza va osservata sul tatuaggio. I raggi solari diretti del sole possono provocare anche dolore, rischiando sia in salute (con infezioni e irritazioni varie) ma anche danni estetici, con una cicatrizzazione non perfetta della zona interessata al tattoo.
Sfatiamo un luogo comune
C’è invece da sfatare una diceria: il sole non sbiadisce il tatuaggio. Può accadere però che i colori si modifichino a causa della melanina e che i tatuaggi con colori chiari, come il giallo o gli incarnati, sembrino ‘scomparire’ con l’abbronzatura. Questo più che altro perché la pelle si scurisce. Traquilli: quando si perde la tintarella tutto torna normale.
L’acqua dolce è un toccasana naturale
Se si prende il sole senza nessun genere di protezione per un lungo periodo il disegno può perdere nitidezza… ma una volta fatto il tatuaggio rimane e non si altera. Dopo una giornata al mare è consigliata una doccia di acqua dolce e l’applicazione di una buona crema idratante.
Qualche prodotto specifico consigliato
Nelle prime settimane di presenza del tatuaggio sulla vostra pelle, il burro di karité puro al 100% risulta essere un ottimo prodotto. Può risultare un po’ unto ma non macchia. Anche una buona crema lenitiva per neonati può andare bene, anche se non bisogna esagerare perché è molto grassa.
La crema solare solo dalle due settimane in poi
Ricordatevi che nelle due settimane post tatuaggio non va apposta la crema solare: a contatto con la ferita ci va solo il prodotto consigliato dal tatuatore per la relativa cicatrizzazione. Se dovete recarvi al mare con un tattoo appena fatto, copritelo con un tessuto. Dopo due settimane si può iniziare ad utilizzare mettere la crema solare, ma se si può evitare male non fa.
No a scrub e cerette
Anche quando la pelle risulterà cicatrizzata, è buona norma proteggerlo con un prodotto solare ad alto fattore protettivo (50 SPF). Dopo un tuffo in piscina è consigliato sempre sciacquarsi con acqua dolce. Nelle prime due settimane evitate scrub, cerette e l’utilizzo di rasoi. Indossate abiti di cotone ed evitate tessuti sintetici e abiti attillati. Fate lo stesso coi gioielli, se dovessero entrare in contatto con l’area tatuata.
Salute
Digiuno intermittente: tutto quello che non ci hanno mai detto!
Disordini alimentari e problemi cardiovascolari, alcuni dei problemi riscontrati durante i periodi alternati di alimentazione e privazione di cibo. Scopriamo i risultati di una recente analisi sull’impatto del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare e le considerazioni da tenere presente prima di adottare questo approccio dietetico. Consultare un medico è fondamentale, specialmente per coloro con problemi cardiaci preesistenti.

Il digiuno intermittente non è una dieta nel senso tradizionale del termine, in quanto non specifica quali alimenti debbano essere consumati o evitati. Piuttosto, si concentra sulla temporizzazione dei pasti. L’idea di base è quella di alternare periodi di alimentazione a periodi di digiuno, creando una sorta di “finestra alimentare”.
Attenti al cuore
Mentre alcuni studi suggeriscono che il digiuno intermittente possa portare benefici per la salute cardiovascolare, altri indicano possibili rischi, soprattutto se praticato a lungo termine. È fondamentale valutare attentamente i dettagli dello studio, compresi i suoi metodi e le sue conclusioni, prima di trarre delle conclusioni definitive.

Effetti immediati, ma dopo?
Anche se il digiuno intermittente può avere benefici osservabili a breve termine, come la perdita di peso, è importante considerare gli effetti a lungo termine sulla salute, compreso il suo impatto sul metabolismo, sull’umore, sull’energia e su altri aspetti del benessere generale.
Attenzione per i cardiopatici
Prima di adottare qualsiasi programma dietetico, inclusi i regimi di digiuno intermittente, è sempre consigliabile consultare un medico, soprattutto per coloro che hanno problemi cardiaci preesistenti, pressione alta, diabete o altri problemi di salute. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente sulla salute cardiovascolare e per individuare eventuali rischi o benefici specifici.
Male anche per chi soffre di pressione alta
Consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi programma dietetico, inclusi i regimi di digiuno intermittente, è sempre consigliato, soprattutto per chi ha già pressione alta, diabete o altri problemi di salute. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente, sulla salute del nostro corpo e per individuare eventuali rischi o benefici specifici che potrebbe apportarci.
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