Cronaca
Papa Francesco compie 88 anni: compleanno di lavoro e gesti di amore per gli ultimi
Nonostante l’età e qualche acciacco, Papa Francesco guarda avanti: in programma viaggi pastorali, il Giubileo e nuovi progetti. Nel frattempo, c’è chi pensa già al conclave.

Oggi, 17 dicembre, Papa Francesco compie 88 anni. Ma se vi aspettate festeggiamenti solenni e celebrazioni pompose, siete decisamente fuori strada. Del resto, Jorge Mario Bergoglio è fatto così: allergico alle formalità, lontano anni luce dalle celebrazioni autocelebrative e più incline, semmai, a dedicare questa giornata ai gesti concreti di carità, specialmente verso gli ultimi.
Anche quest’anno, dunque, sarà un compleanno di lavoro, come tutti gli altri. Nonostante qualche acciacco fisico – inevitabile a questa età – il Pontefice prosegue senza sosta nei suoi impegni quotidiani, e chissà che proprio oggi non ci sia “un festeggiamento particolare”, come accaduto in passato, con gli emarginati che gravitano attorno a Piazza San Pietro. Negli anni scorsi, infatti, il 17 dicembre è stato spesso l’occasione per un pranzo o un gesto di solidarietà rivolto ai senza tetto e agli invisibili, quei volti che Papa Francesco non smette mai di mettere al centro del suo magistero.
Intanto, gli auguri sono arrivati copiosi e con grande anticipo da tutto il mondo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il suo messaggio, ha voluto sottolineare il ruolo centrale del Pontefice: “Un punto fermo cui guardare nei momenti di più profonda angoscia o di intima inquietudine. Le sue parole e i suoi insegnamenti sono fonte di ispirazione per tutti noi.”
Non è mancato il messaggio del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che su X ha scritto: “Che il suo cammino continui a essere illuminato dalla fede e sostenuto dalla speranza.” Anche la Conferenza Episcopale Italiana ha voluto ricordare l’importanza della lettera enciclica Dilexit nos, definita una “bussola per un mondo che sembra aver smarrito la rotta”, travolto dalla violenza, dalle guerre e dall’indifferenza.
Un augurio decisamente meno formale, ma altrettanto significativo, è arrivato dai giornalisti dell’Aigav (Associazione dei Vaticanisti), che domenica scorsa, sul volo di ritorno dalla Corsica, hanno regalato al Papa una finta torta. Finta sì, per scaramanzia (gli auguri anticipati non si fanno), ma accolta con grande affetto da Bergoglio, che ha sorriso e ringraziato di cuore. La presidente dell’Aigav, Valentina Alazraki, ha raccontato l’episodio con un misto di tenerezza e simpatia, confermando quanto il Papa abbia apprezzato il gesto.
Eppure, nonostante l’affetto universale e la stima che continua a raccogliere, non mancano i malumori. Alcuni oppositori interni, in particolare dalla frangia più conservatrice, già sognano un conclave e studiano profili dei possibili successori. È di questi giorni la nascita di un nuovo sito conservatore che lancia un progetto per far conoscere i cardinali che avrebbero “più possibilità” di succedere a Francesco. Fantapolitica ecclesiastica o strategia calcolata? Poco importa a Bergoglio, che sembra avere ben altro per la testa.
Il Papa guarda infatti al futuro con la consueta determinazione: c’è un Giubileo da preparare, una serie di viaggi pastorali in programma e l’ambizioso obiettivo di rafforzare il dialogo interreligioso. Tra le mete più desiderate c’è la Turchia, per il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, evento cruciale nella storia della Chiesa. Una visita che avrebbe un valore fortemente simbolico, in linea con l’approccio ecumenico e inclusivo che da sempre caratterizza il pontificato di Francesco.
Oggi, dunque, sarà una giornata come tante altre: piena di lavoro, di impegni e di quella dedizione instancabile che contraddistingue questo Papa sin dal giorno della sua elezione. E se qualcuno si chiede se l’età stia cominciando a pesare, la risposta arriva chiara e netta dai fatti: Francesco non si ferma, anzi guarda avanti, come se il tempo non lo sfiorasse. E forse, in fondo, è proprio questa la sua forza più grande.
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Cose dell'altro mondo
Dalla kiss-cam al tribunale: Kristin Cabot divorzia dopo lo scandalo Coldplay, l’ex moglie di Andrew: «A lui interessano solo i soldi»
Lo scandalo è esploso in mondovisione: la telecamera li ha sorpresi abbracciati e Chris Martin li ha scherzosamente smascherati dal palco. Poi le dimissioni di lui, il divorzio di lei e le parole velenose dell’ex moglie di Cabot: «Se l’è cercata, non è certo il marito ideale».

Una storia da rotocalco internazionale che parte da un concerto e finisce in tribunale. Kristin Cabot, 52 anni, ha depositato istanza di divorzio dal marito Andrew Cabot, facoltoso erede di Boston del gruppo Privateer, colosso del rum, meno di un mese dopo lo scandalo esploso al Gillette Stadium durante lo show dei Coldplay.
Il 16 luglio, la famigerata kiss-cam ha inquadrato lei e Andy Byron, allora Ceo della big tech Astronomer, in atteggiamenti fin troppo complici. Sul palco, Chris Martin ha sorriso e commentato: «O hanno una relazione… o sono molto timidi». Una battuta che, nel giro di poche ore, ha incendiato i social e scoperchiato un caso globale. I due hanno provato a schermarsi, ma era troppo tardi: le immagini hanno fatto il giro del mondo, costringendo Byron a lasciare l’azienda dopo una sospensione e travolgendo la vita privata della Cabot.
Secondo i documenti consultati dal Daily Mail, il 13 agosto la donna ha chiesto ufficialmente la separazione presso il tribunale di Portsmouth, nel New Hampshire. Un passaggio che suggella la crisi di una coppia che solo cinque mesi prima aveva acquistato una villa da oltre due milioni di dollari sulla costa atlantica, segno di un legame che sembrava ancora solido.
Ma a far rumore non è solo la rottura: ci sono anche le parole dell’ex moglie di Andrew Cabot, Julia, che non ha risparmiato veleno. «Non è esattamente il marito ideale, e lei non è la moglie dei sogni. Ma lui se l’è cercata», ha detto. «Dopo il caso della kiss-cam ho ricevuto messaggi con una sola parola: karma. È come dire che quello che semini, raccogli. A lui interessano solo i soldi».
Al momento del “tradimento in diretta”, Andrew si trovava in Giappone per lavoro. È stato al ritorno che ha scoperto tutto. Secondo alcune fonti, la coppia era già in crisi da mesi, ma il crollo è stato inevitabile dopo l’esplosione mediatica. Adesso i due dovranno affrontare non solo il divorzio, ma anche la battaglia legale per la lussuosa casa acquistata di recente.
Da un palco rock a un’aula di tribunale, la parabola di Kristin e Andrew Cabot si consuma sotto gli occhi del mondo. Una storia in cui la musica è stata solo la scintilla: il resto lo hanno fatto orgoglio, denaro e un matrimonio ormai in fiamme.
Cronaca
Amanda Knox, dall’inferno giudiziario al palco comico: «Tra carcere e serie tv, la maternità è stata la fase più dura»
Sul palco del Tacoma Comedy Club, nello Stato di Washington, Amanda Knox ha trasformato il dramma della sua vicenda giudiziaria in materiale da stand-up. Dal ricordo delle sbarre di Perugia alle notti insonni da madre, fino al gioco della figlia che imita la prigionia: «La vita sembra scritta da un commediografo pazzo».

Amanda Knox, 38 anni, è tornata sotto i riflettori, ma non più come protagonista di un processo che ha tenuto il mondo col fiato sospeso. Questa volta è stata lei a scegliere la scena: il palco di un comedy club nello Stato di Washington, a due passi da casa sua, dove ha portato in scena uno spettacolo che mescola ironia e traumi, ricordi dolorosi e battute che strappano risate liberatorie.
La ragazza di Seattle diventata il volto di uno dei casi giudiziari più seguiti di sempre ha deciso di raccontare la sua vita in tre atti. Il primo, i quattro anni trascorsi nel carcere di Perugia, tra accuse, processi e titoli di giornale. Il secondo, quelli passati a collaborare con Hulu per la serie The Twisted Tale of Amanda Knox, che ha provato a ricostruire la sua vicenda mediatica e giudiziaria. E il terzo, forse il più complicato: la maternità. «Di tutte queste fasi – ha detto sul palco – quella da madre è la più difficile».
Con tono autoironico, Knox non ha esitato a scherzare anche sul processo per l’omicidio di Meredith Kercher, la coinquilina britannica uccisa a Perugia nel 2007. All’epoca lei era una studentessa in scambio, appena arrivata in Italia, e dopo una settimana di relazione con Raffaele Sollecito si ritrovò in carcere. Quattro anni dietro le sbarre, poi la definitiva assoluzione nel 2015. Oggi quelle ombre diventano materiale per gag, pur restando un peso che non si cancella.
La parte più applaudita dello show è arrivata con il racconto della figlia. La bambina ha inventato un gioco chiamato “La mamma va in Italia”: si aggrappa alle sbarre del parco giochi e grida «Fatemi uscire!». Knox sorride amaro e commenta: «La mia vita continua a trasformarsi in una commedia scritta dalle circostanze».
Dal buio delle celle umbre alla leggerezza di un palco da cabaret, Amanda Knox cerca così una nuova identità: non più simbolo di un processo infinito, ma narratrice del proprio destino. Stavolta con il microfono in mano e il pubblico dalla sua parte.
Italia
Carlo Acutis: i due miracoli che hanno spalancato le porte degli altari al santio dei “millennial”
Il primo “santo della generazione Z” è stato proclamato ufficialmente ieri da Papa Leo XIV; i miracoli riconosciuti – la guarigione completa di un bambino con una rara malformazione pancreatica e il recupero improvviso di una studentessa in condizioni critiche – hanno scosso il mondo cattolico e reso Carlo Acutis un simbolo universale di fede e modernità.

La canonizzazione di Carlo Acutis è avvenuta ieri a Roma, in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Per la Chiesa cattolica, il giovane morto nel 2006 a soli 15 anni è ora ufficialmente santo. Per molti, però, lo era già da tempo: un ragazzo “normale”, amante della tecnologia, che ha saputo trasformare internet in strumento di evangelizzazione.
Il percorso verso gli altari è stato segnato da due miracoli. Il primo, avvenuto in Brasile, riguarda un bambino di sei anni affetto da una malformazione congenita del pancreas. Era destinato a un intervento chirurgico complesso, viveva tra vomiti e deperimento, ma tutto cambiò il giorno in cui toccò una reliquia del giovane Carlo. Da quel momento smise di stare male: gli esami clinici confermarono che la malformazione era scomparsa e il pancreas tornato normale. Una guarigione definita “istantanea, completa e duratura”.
Il secondo miracolo è legato a una studentessa costaricana in Italia, vittima di un gravissimo trauma cranico. Le speranze di salvezza erano minime, ma la madre, invocando Carlo e recandosi sulla sua tomba ad Assisi, raccontò di aver ottenuto una svolta. La ragazza, inspiegabilmente, migliorò fino a una ripresa considerata inspiegabile dalla medicina.
La cerimonia di canonizzazione ha sancito il riconoscimento ufficiale di queste vicende da parte della Chiesa. Papa Leo XIV, parlando dal sagrato di San Pietro, ha ricordato come la fede di Carlo fosse radicata nell’Eucaristia e alimentata da una visione limpida: “La mia autostrada per il cielo”, amava ripetere.
Oggi Carlo Acutis viene indicato come un simbolo di speranza per le nuove generazioni: un ragazzo della porta accanto, capace di unire rosario e videogiochi, spiritualità e web. È anche per questo che i media lo chiamano già “il santo dei millennials”.
La canonizzazione segna un passaggio storico: non solo per la rapidità con cui è arrivata, ma perché incarna l’idea di una santità vicina alla vita quotidiana, meno distante e più accessibile. Carlo diventa così un riferimento per un’intera generazione che, pur immersa nella tecnologia, cerca ancora risposte nel mistero della fede.
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