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Speciale Grande Fratello

Lorenzo Spolverato, il concorrente che non ci meritiamo al Grande Fratello

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    Mentre lo share affonda eccoci a raccontare la solita storia, ormai chiara: lui Lorenzo, un protagonista che non conosce limiti né decenza emotiva. Lorenzo Spolverato. Urla, pugni sui muri, gesti teatrali degni di un manoscritto prodotto male. L’idea di “solidarietà” diventa grottesca quando la scena si chiude con un gesto imbarazzante, mano tesa, come simbolo personale di rivalsa — una scena che non rivendica giustizia, ma grida solo disperata ricerca di protagonismo.


    Il pubblico, così come i concorrenti sono “costretti” a subire il protagonismo esasperato di chi non vive per convivere, ma per dominare. Brama clip come ossigeno, mendica attenzioni con crisi di personalità che oscillano tra l’imbarazzante e il grottesco. Non è più un concorrente: è una presenza che fagocita spazi, tempi, persino i silenzi.


    C’è una storia triste raccontata, sì, ma le lacrime spese per farsi ascoltare sembrano oggi strategiche. I dubbi restano, pesanti come macigni: realtà o teatro? Quel che è certo è che il confine tra verità e spettacolo è stato cancellato da un bisogno patologico di riflettori.
    E come se tutto questo non bastasse, arriva la consacrazione: non una, ma ben due celebrazioni in una sola puntata. Prima il siparietto love story, una messinscena romantica dal retrogusto forzato che tenta goffamente di riscrivere l’immagine del protagonista, come se una spruzzata di miele potesse coprire il tanfo delle scenate precedenti. Poi la lettera della sorella, la ciliegina strappalacrime sul dessert del revisionismo televisivo.


    Ma il dettaglio più eclatante è il silenzio totale sullo psicodramma della settimana scorsa: nessun cenno alle urla, ai pugni, al disastro sociale lasciato in eredità alla casa. Silenzio tombale, come se cancellare gli eventi li rendesse mai accaduti. A forza di fare spallucce su questi episodi, si insegna che il caos paga, che l’assenza di limiti è premiabile.


    Chi gli ha concesso questa sicurezza imbarazzante? Una produzione complice che, forse senza rendersene conto, ha creato il peggior concorrente di sempre: non solo per ciò che fa, ma per ciò che lascia dietro di sé. Distruzione del gioco, del ritmo, persino dell’empatia che dovrebbe esistere tra persone costrette a convivere.


    E non è tutto: nel tentativo di raggiungere l’apice del protagonismo, pare sia stata inventata una nuova professione. Non più solo concorrente, ma “presentatore interno” del reality, con la tendenza a sostituirsi talvolta persino al conduttore in studio. L’atteggiamento di sicurezza e padronanza, portato con disinvoltura anche davanti alle telecamere esterne, la dice lunga su quanto gli sia stato concesso.


    Il messaggio è chiaro: non importa se distruggi la convivenza, basta che fai audience. La redenzione televisiva, dopotutto, è un prodotto che si vende benissimo. E chi ne paga il prezzo? Pubblico e concorrenti. Gli unici veri ostaggi di questo spettacolo al ribasso. E parlando di proclami, come non citare l’ultima perla di un altro personaggio fantastico: Giglio, il paladino dal pulpito sempre pronto a brandire la sua prosopopea in difesa delle donne. In questa crociata personale ha cavalcato, come molti altri concorrenti, la tanto discussa frase di Iago — un tema già affrontato in un precedente articolo — usata come comoda arma di attacco. Un gioco piuttosto bieco, ma tristemente efficace per cercare di ritagliarsi uno spazio morale.

    Eppure, l’ipocrisia è dietro l’angolo: mentre Giglio si vanta di non permettersi mai di dire “abbassa la testa” a una donna, ( che per quanto discutibile è stata magistralmente strumentalizzata da Shaila e Lorenzo e tutto il codazzo di lacchè al seguito) augurarle di esplodere in sauna sembra perfettamente accettabile. Evidentemente, certe battaglie valgono solo quando fanno comodo. E se non altro, questa scena dimostra ancora una volta che le parole, prima di essere usate come spade, andrebbero almeno scelte con coerenza.

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      Speciale Grande Fratello

      “Io, Ivana, nata in un corpo che non sentivo mio”: la storia di coraggio della concorrente siciliana del GF

      La concorrente siciliana ha confidato a Giulia e Grazia il lungo percorso di transizione e la forza con cui ha affrontato i pregiudizi della famiglia e della società. “Il giudice mi ha bocciato due volte la richiesta per cambiare sesso, ma non ho mai smesso di credere in me. Sono una donna grazie a mia madre, che è andata contro tutti pur di starmi accanto”.

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        C’è una storia di coraggio, dolore e rinascita dietro il sorriso di Ivana Castorina, la concorrente siciliana che ha emozionato tutti raccontando il proprio percorso di transizione. In un momento di confidenza con Giulia e Grazia, Ivana ha rivelato il peso di un’infanzia segnata da un profondo senso di disagio. “Fin da piccola sentivo di non appartenere al mio corpo. Mettevo i teli in testa per simulare i capelli lunghi e giocavo con le Barbie. Sognavo di svegliarmi diversa, di vedermi per come mi sentivo dentro”.

        La sua liberazione è arrivata a 18 anni, l’età che per molti segna l’inizio dell’indipendenza, ma che per lei significava ben altro: “I ragazzi aspettano i 18 anni per la patente o per diplomarsi. Io li aspettavo per essere libera”. Quel giorno, a tavola con sua madre, tutto è cambiato: “Lei mi ha guardata e mi ha detto: ‘Mi sa che dobbiamo parlare’. Io sono scoppiata. Le ho detto che avevo un disagio, che mi sentivo sola e non accettata. Poi sono corsa in camera a fare la valigia. Le ho gridato: ‘Questa è l’ultima volta che mi vedi’. E lei, ferma sulla porta, mi ha detto: ‘Magari è un momento, e se cambi idea?’. Allora ho risposto: ‘Io non cambierò mai idea, perché tuo figlio non è mai esistito’”.

        Da quel momento, la madre ha scelto di esserle accanto. “Mi ha detto: ‘Dammi il tuo dolore, ci penso io a te’. È andata contro tutta la famiglia. Per me è la donna più forte del mondo”.

        Il cammino verso la transizione non è stato facile. “Il giudice mi ha bocciato due volte la richiesta perché mi sono presentata in camicia e con la coda di cavallo. Mi ha detto: ‘Sei troppo maschietto, non credo tu sia davvero sicura’. Ma non ho mollato. Gli interventi sono stati lunghi e complicati, sono mancata un mese da casa, e mia madre era sempre lì”.

        Oggi Ivana si sente finalmente in pace. “Non volevo essere iper femminile, volevo solo essere me stessa. Sono quella che sono grazie a mia madre — e a mia bisnonna, che mi disse che lo aveva sempre capito. È anche grazie a loro se oggi posso guardarmi allo specchio e dire: sì, sono felice”.

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          Speciale Grande Fratello

          Matteo Azzali travolto dalle accuse della ex: «Altro che uomo saldo e rigoroso, sei solo un pagliaccio»

          Un lungo sfogo social mette nel mirino Matteo Azzali: tra accuse di mancanza di rispetto e teatrini sentimentali, la donna lo definisce «un clown che recita un copione».

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            Dal ring alla Casa del Grande Fratello, passando per le tempeste sentimentali che oggi rischiano di fargli più male di un diretto al volto. Matteo Azzali, ex pugile ed ex gieffino, è finito nel mirino della sua presunta ex compagna, che ha affidato ai social un durissimo sfogo contro di lui. Niente mezze misure: «Pagliaccio», lo ha definito, accusandolo di essere l’esatto opposto dell’uomo “saldo e rigoroso” che ama raccontare di sé.

            Un attacco frontale, condito da dettagli che hanno il sapore del risentimento e della resa dei conti. «Tre mesi fa mi ha congedata in favore di un’altra donna, dopo circa due anni di relazione», ha scritto lei, lasciando intendere che la separazione non sia stata né elegante né rispettosa. E come se non bastasse, il colpo di grazia: «Me lo sono ritrovato in pompa magna nella Casa del Grande Fratello».

            La ex non si è fermata qui. Ha continuato alzando i toni: «Ora, giunti ai suoi quarantasette anni, ci si domanda se l’epiteto di “pagliaccio” possa essere sufficiente, o se non sia opportuno ricorrere a una definizione ancor più incisiva, capace di rendere giustizia al teatrino di cui egli stesso si è reso protagonista con tanto fervore. L’appellativo di “pagliaccio” rischia persino di suonare indulgente. Vergognati! Del concetto di rispetto tu non possiedi neppure la più vaga cognizione».

            Parole che hanno acceso il dibattito tra fan e detrattori, perché Azzali non è un nome qualsiasi: la sua carriera da pugile, le ospitate tv e ora l’avventura da gieffino lo hanno reso un volto noto. Ma se i riflettori della Casa amplificano le simpatie, amplificano anche gli attacchi. E questa volta il match non si gioca né sul ring né sotto le telecamere del reality, ma su Instagram, dove lo sfogo della ex è rimbalzato di profilo in profilo.

            Una guerra a colpi di stories e post velenosi, che mette in dubbio l’immagine di uomo “fermo, corretto e rispettoso” che Azzali aveva provato a cucirsi addosso. La sensazione è che questo round sentimentale sia tutt’altro che chiuso.

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              Jonas Pepe, dal confessionale del Grande Fratello al rimprovero a Leopardi: «Non si è impegnato abbastanza a vivere»

              Al Grande Fratello si è visto di tutto, ma Jonas Pepe riesce a sorprendere: mostra il tatuaggio col verso di un rapper americano e racconta di aver scritto, a 19 anni, una lettera a Giacomo Leopardi per dirgli che avrebbe dovuto “vivere meglio”.

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                Al Grande Fratello i concorrenti hanno il compito di confessarsi davanti alle telecamere. C’è chi piange, chi litiga, chi ricorda amori finiti. Poi c’è Jonas Pepe, che decide di alzare l’asticella: in diretta nazionale mostra un tatuaggio dedicato a Notorious B.I.G. e, con la stessa naturalezza, racconta di aver scritto a Giacomo Leopardi. Sì, proprio lui: il poeta morto nel 1837.

                Il tatuaggio, inciso in una zona che definiremo “discreta”, recita: “I knew that I was goin’ somewhere” – «Sapevo che stavo andando da qualche parte». Una frase motivazionale presa dal leggendario rapper di Brooklyn che, a sentire Jonas, lo guida ogni giorno. Fin qui tutto normale: il mix tra musica e tatuaggi è una moda consolidata.

                Ma poi arriva il colpo di scena. Jonas, con aria serissima, racconta: «Quando avevo 19 anni ho scritto una lettera a Leopardi. Sì, a Leopardi. Gli ho detto che non si era impegnato abbastanza per vivere davvero la vita ed essere felice». In pratica, il concorrente del reality ha rimproverato uno dei più grandi poeti della storia per non aver sorriso di più e per essersi perso, forse, un aperitivo al tramonto.

                Il pubblico, naturalmente, si è diviso tra l’incredulo e l’ilarità. Perché il pensiero corre veloce: che cosa avrebbe risposto l’autore de L’infinito a un gieffino tatuato che lo accusa di non aver colto il bello dell’esistenza? Probabilmente nulla: Leopardi, già abbastanza provato dai suoi dolori, avrebbe lasciato scorrere, come fa con la “siepe” nei suoi versi immortali.

                Jonas, invece, insiste. Per lui, Notorious B.I.G. e Giacomo Leopardi sono due fari opposti della sua formazione. Uno gli ricorda che c’è sempre una strada da percorrere, l’altro, dice lui, “non ha fatto abbastanza per viverla”.

                Così il reality più popolare d’Italia si arricchisce di un nuovo paradosso: tra le mura del loft romano si discute di idoli rap e di poeti ottocenteschi. Una miscela che strappa risate, meme e inevitabili polemiche. Nel frattempo, Jonas si gode la ribalta. Convinto di aver lanciato un messaggio universale. O almeno, di averlo urlato al cielo del prime time.

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