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The Kolors: il siparietto al bar con il sassofonista aggiunto

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    Nella serata dei duetti sanremesi i The Kolors – portabandiera della rinnovata italo disco – si sono esibiti insieme a Sal Da Vinci in una versione scoppiettate di Rossetto e caffè, un’interpretazione tutta partenopea che ha fatto letteralmente ballare tutto l’Ariston. In molti hanno notato la presenza di un sassofonista – una sorta di quarto membro della band – che ha attribuito all’esecuzione un’ulteriore elemento di freschezza e di divertimento.

    Rivedi qui l’esibizione sanremese di venerdì scorso

    Chi è e cosa fa

    Si chiama Daniele Vitale, strumentista anche lui napoletano, noto per le sue esibizioni energiche e coinvolgenti. Ha guadagnato popolarità attraverso i social media, dove condivide le sue performance in luoghi pubblici, attirando l’attenzione di un vasto pubblico. La sua partecipazione al Festival di Sanremo ha ulteriormente consolidato la sua reputazione nel panorama musicale italiano.

    Perché i The Kolors si chiamano così

    Il cantante della band è legato alla giornalista televisiva, di origini abruzzesi, Giulia Belmonte. La coppia vive a Milano ed ha due figlie: Grace e Image. Ma perché il frontman si chiama Stash e il gruppo The Kolors? In merito alla prima domanda, Fiordispino ha detto che in realtà quello utilizzato non è un soprannome ma un vero nome datogli dal padre che ha omaggiato un pezzo dei Pink Floyd. Rispetto alla seconda questione, il nome della band è data dall’unione di influenze musicali che he hanno determinato il genere.

    Il significato del brano

    Sono la passione, la gelosia e il desiderio a tenere vivo l’amore tra i due protagonisti. Da Vinci guida gli ascoltatori in un viaggio musicale dei sentimenti, utilizzando immagini prese dal quotidiano e familiari, come il rossetto lasciato sul bordo di una tazzina, per evocare la presenza e l’assenza, la vicinanza e la distanza. Il brano esplora temi come l’amore, la passione e la complicità, raccontando storie di momenti condivisi, che vanno dal primo incontro al piacere delle piccole cose. Attraverso il connubio tra questi due elementi, la canzone invita ad apprezzare la bellezza dei gesti semplici che colorano la vita di coppia.

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      Quando il beat è divino: la suora brasiliana che fa beatbox meglio di un DJ

      Una tranquilla intervista su un canale cattolico brasiliano si trasforma in un mini concerto hip-hop, con protagonista una suora che fa beatbox. Irmã Marizele, microfono alla mano (o meglio, alla bocca), ha scatenato l’inferno… musicale, ovviamente! Ad accompagnarla, un prete ballerino e una consorella danzante. Il video? Ovviamente dilagando sulla rete in tutto il mondo: una specie di… miracolo social. Chi ha detto che religione e ritmo non possono convivere? Suor Marizele ci ha dimostrato che anche in abito talare si può spaccare il beat con carità, ma anche con groove. In fondo, “dove c’è musica, c’è speranza”… e pure un po’ di viralità.

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        Tutto è iniziato in modo assolutamente sobrio: un’intervista sulla TV Pai Eterno per promuovere un ritiro vocazionale femminile. Argomento serio, pubblico devoto, atmosfera contemplativa… almeno fino a quando Irmã Marizele non ha deciso che era il momento di evangelizzare a colpi di beat!

        Liturgia danzante

        Nel giro di pochi secondi, l’intervista è diventata uno show improvvisato: suoni gutturali, ritmi sincopati, e una consorella – suor Marisa Paula de Neves – che ha iniziato a danzare con un prete al seguito, trasformando lo studio televisivo in una versione liturgica di “Italia’s Got Talent”.

        Beatbox con featuring dello Spirito Santo

        A soli 44 anni, Irmã Marizele ha più flow di una playlist su Spotify. Appartiene alla Congregazione della Copiosa Redenzione, nome già perfetto per un gruppo gospel-trap. Ma la vera rivelazione è il suo background musicale: cresciuta in una famiglia di artisti fai-da-te – nonno liutaio, zie cantanti radiofoniche, sorelle coriste da cucina – non sorprende che abbia affinato le sue doti vocali col karaoke più che col canto gregoriano. E ora, a Goiana, la sua missione ha un doppio scopo: salvare anime e farle ballare.

        La fede che fa battere il piede

        Per chi crede che la musica sacra debba limitarsi all’organo e al canto corale, il video è uno shock mistico. Ma per il resto del mondo, è un inno alla gioia con tanto di loop vocale. L’effetto virale non si è fatto attendere: nel giro di poche ore, migliaia di condivisioni, meme e remix hanno consacrato Irmã Marizele come la “Sister Beat” della rete.

        Suore in consolle: il nuovo trend spirituale?

        Questa scena ci apre gli occhi su una possibilità finora sottovalutata: e se il futuro dell’evangelizzazione passasse dai beatbox e non dai bollettini parrocchiali? Per ora è solo un’idea, ma non stupitevi se tra qualche mese vedrete un deejay in San Pietro, al cospetto di Papa Leone…

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          Per la Vanoni nazionale la laurea arriva a 90 anni

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            È ufficiale: Ornella Vanoni da oggi può vantare una laurea ad honorem. In cosa? In tutto. Perché se c’è una materia in cui eccelle è proprio l’arte di essere… Ornella Vanoni. L’università gliel’ha conferita tra una sigaretta immaginaria e una risata strozzata: “per i meriti artistici e… esistenziali”. Tradotto: per la carriera, la voce, le canzoni struggenti e gli strafalcioni meravigliosi a Che tempo che fa.

            Non ha discusso una tesi, ma ha discusso con sé stessa per venti minuti, dimenticando il perché fosse lì. Ha ringraziato il rettore, poi ha chiesto se fosse un medico. E quando le hanno consegnato la pergamena, ha chiesto se potesse usarla come sottobicchiere. Applausi. Standing ovation. Risate. Lacrime di gioia e di nostalgia.

            Ornella è un patrimonio immateriale con un sacco di materiale: meme, gif, aneddoti leggendari (“mi dimentico le parole ma mi ricordo di cantare”). È l’unica cantante capace di confondere Battiato con un condimento e farlo sembrare poesia. Con questa laurea, la cultura italiana non guadagna solo una nuova dottoressa, ma una regina del caos elegante, laureata senza esami, ma con 60 anni di fuoricorso nel cuore del pubblico.

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              In Paradiso con le star: vip, nuvolette e chiacchiere eterne

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                Hai vissuto bene? Hai condotto un’esistenza retta? Hai tenuto a bada le parolacce in coda al supermercato? Bene… allora al momento giusto potresti trovarti in Paradiso. E la sorpresa? Non solo angeli e arpe, ma anche… celebrità! Sì, proprio loro: artisti, scienziati, scrittori e persino rockstar (quelle redente, almeno).

                Un caffè con Dante, un selfie con Einstein
                Immagina: ti siedi su una nuvola e sbuca Dante che ti recita un pezzo della Divina Commedia (stavolta senza farti attraversare l’Inferno). Poco più in là, Einstein ti spiega la relatività con una tazzina di espresso celestiale in mano. Cosa c’è di più rassicurante dell’idea di condividere l’eternità con menti brillanti? Sicuramente quello che starà accadendo a Papa Francesco, almeno secondo questo video AI.

                Wilde aveva dei dubbi, ma noi ci speriamo
                Oscar Wilde diceva: “In Heaven for climate; in Hell for company”. Sarà. Ma l’idea di un Paradiso dove chiacchierare con Frida Kahlo o ridere con Totò ha un certo fascino. Una fantasia, certo, ma che consola e fa sorridere. Se il Paradiso davvero fosse questo, allora vivere bene conviene. Perché l’eternità è lunga: trascorrerla con gente interessante è meglio!

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