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Al Fuorisalone 2024 è di scena la sostenibilità

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    Materia Natura è il tema dell’edizione 2024 di Fuorisalone, ovvero risalto della sostenibilità come principio guida e valore fondamentale nel processo creativo. Materia come naturale dialogo con il design, progettazione, immaginazione di infinite trasformazioni e Natura come forte richiamo a questioni urgenti e attuali per il nostro presente e futuro, che spingono a orientarsi verso soluzioni rispettose dell’ambiente.

    Tantissimi gli eventi
    Il 16 Aprile all’Hotel Indigo di corso Monforte 27 verrà proposto l’incontro dal titolo Design and Hospitality to enhance the customer experience, talk with Marco Colonna Romano, CEO di Slide, Marcantonio, Artist and designer, Emma King, Head of Premium, Luxury & Lifestyle Design IHG, l’Architetto Sofia Gioia Vedani, CEO of Planetaria Hotels. Modererà Claudia Pensotti, Journalist of Class CNBC.

    Protagonista l’A.I.
    RV Roncato presenta la “Roncato Travel Therapy”, installazione aperta al pubblico il 18 aprile, a partire dalle 17:00, presso il Valigeria Roncato Flagship Store di via Durini 4/6 a Milano, che si trasformerà in una speciale agenzia di viaggi dove i visitatori potranno “mettersi comodi” e raccontarsi, godendo di una vera e propria terapia di viaggio. Grazie al supporto dell’intelligenza artificiale e alla presenza di un esperto in A.I., i viaggiatori potranno immergersi in un’atmosfera coinvolgente e stimolante, scoprire in tempo reale la propria location ideale e nuovi orizzonti di viaggio che riflettono il loro mondo interiore. Per tutta la durata della Design Week, invece, il negozio esporrà un allestimento ad hoc per immergere le persone in un mondo emotivo, totalmente fuori dal comune.

    Il design in tutte le sue declinazioni

    Il festival di 7 giorni dal 15 al 21 aprile all’ex Macello di Viale Molise 62 darà voce alle diverse sfumature del design contemporaneo e del panorama musicale cittadino. Al Castello Sforzesco-Sala dei Pilastri-ci sarà un’installazione di Stark, “Transitions”, che invita all’esplorazione multisensoriale negli stati in cui la materia si manifesta.memorIA, di Silvia Badalotti e Cristian Confalonieri A Casa Ovunque 24, in via Savona 35 vedrà una riflessione artistica sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito creativo.

    8 i distretti e le zone fulcro del Fuori Salone, Brera Design District, Tortona Rocks, con il design che verrà, Base, con We Will Design, dedicato alla convivialità come bisogno collettivo basato su cura reciproca e cooperazione solidale, Milano Durini Design, con il colore tema dominante, Superstudio, Isola Design District, con cinque mostre collettive e diverse installazioni che metteranno in risalto design circolare, artigianato e nuovi materiali, 5Vie Art and Design, con “Unlimited Design Orchestra”, per un design che guarda alla sostenibilità come condivisione e collaborazione come accade tra elementi di un’orchestra, Tortona Design Week, una Walk Design tra installazioni, workshop, esposizioni.

    Superdesign Show è sinonimo di 11 nazioni, 3 continenti, oltre 80 aziende e 40 progetti innovativi distribuiti su una superficie di ben 10.000 m², dal 16 al 20 aprile dalle 11 alle 21 e il 21 aprile dalle 11 alle 18, al Superstudio Piu’ di via Tortona 27, dove sarà in scena il futuro, in piena coerenza con la propria natura visionaria di incubatore di idee e scopritore di talenti.
    Quest’anno metterà al centro ‘pensare diversamente’, nuovi orizzonti per mondi virtuali, tecnologie umanizzate, rispetto della natura, materiali rigenerati, scelte inclusive, tradizioni rivisitate, etica ed estetica. In Via Savona 56/A presso l’HQ di Zegna sarà possibile vivere l’esperienza immersiva di Oasi Zegna, che intreccia arte e natura, al Garden Senato in via Senato 14 Veuve Clicquot proporrà Emotions of the sun, mostra fotografica che metterà in luce oltre 250 anni di storia del celebre brand. Non mancherà il Clicquot Cafè per degustare le Cuvée iconiche della Maison e la boutique per gli accessori brandizzati. Non si puo’ mancare da Love Therapy & RICE – A true love story; il brand danese RICE all’insegna del funky, leader per gli oggetti design per la casa vivaci e di tendenza, si incontra con il design giocoso di Love Therapy, creando una linea magica di accessori per la casa ispirati agli gnomi e agli iconici simboli di Love Therapy. Un vero e proprio tributo ai principi essenziali dei due brand, colore e gioia. Durante la Design Week 2024 Charlotte Guéniau (CEO di RICE) e Floria Fiorucci (co-founder di Love Therapy insieme al fratello Elio), celebrano l’evoluzione di questa magica amicizia nata nel Department Store Fiorucci, luogo in cui i prodotti RICE conquistarono rapidamente il cuore dei clienti-18 aprile 2024 dalle 12 alle 18 Love Therapy, Viale Vittorio Veneto 6, Milano.

    Simply Seated Interiors MONOLITE è la nuova inedita collezione di design che l’azienda australiana porta al Fuorisalone 2024 di Milano, in via Scarlatti 29 dal 16 al 21 Aprile ogni giorno dalle 14 alle 19:00. A ideare il divano, le due poltrone e il coffee table la designer italiana Virginia Arlotto. Coordinatore del progetto per l’Italia, l’architetto Vincenzo Falcone, che ha assicurato anche la partnership di Élitis, gloriosa azienda francese che firma i tessuti delle sedute.
    Location esclusiva del lancio il Liberty Design Apartment, nel quartiere di inizio Novecento di via Scarlatti, sede della prestigiosa scuola Hi School, con un evento firmato FD MediaGroup. Per questo debutto del brand d’arredo di lusso nel mercato italiano, Arlotto ha realizzato elementi in accordo con il tema della Milano Design Week che prendono il meglio dall’ispirazione naturale e i più avanzati metodi di produzione tecnologica.Ogni pezzo della collezione è concepito come un monolite in sé, con linee pulite e forme imponenti che riflettono la forza della natura. I colori terrosi e le texture richiamano il paesaggio australiano, trasmettendo un senso di connessione con il territorio.

    All’angolo fra Naviglio Pavese e la Darsena, c’è la bellissima “Edicola Radestzky” che si affaccia sul lato sud della Darsena. Mercoledì 17 dalle ore 18,00 verrà proposta un’installazione a cura dell’architetto Riccardo Nemeth, in collaborazione con l’agenzia di Stampa Trendiest Media.
    Il 18 Aprile, alle ore 12,00, presso il Salone della Magnolia dell’Accademia di Belle Arti di Brera, poi, verrà inaugurato il monumento per i 100 anni del Rotary Club Milano. L’installazione è dedicata a 25 illustri rotariani milanesi. Tra i progetti presentati, è risultata vincitrice la proposta di Alessandra Barni, monumento in bronzo che presenta la struttura di base dell’aspetto urbano di Milano, sui cui è fissato un sistema di ruote dentate, allusive al simbolo del Rotary International con i nomi dei 25 personaggi che si sono distinti per attività sociali di ricerca, imprenditoriali, culturali a favore della città. Mettendo in azione le ruote, il movimento si propaga dall’elemento centrale fino agli ingranaggi più periferici.

    Dal 15 al 21 aprile, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 Olimpia Rospigliosi presenta presso il suo spazio espositivo in Piazza Borromeo 10 la prima edizione di B10/Mirabilia, itinerario di design all’insegna dello stupore. Nel Project teamwork anche il giovane Alex Parrotto. Verranno esposti, in un percorso aureo, Le Luise di Alessandro Colombini, famiglia di tavoli declinabile in infinite soluzioni, finiture, destinazioni secondo le richieste, 959NINEFIVENINE, approccio sostenibile al design dei prodotti, linea di eco-design che riutilizza le cinture di sicurezza dei veicoli dismessi unite a tessuti innovativi e plant based, accessori iconici declinati nei modelli weekender, backpack, camera bag, shopping e tote bags pensate sia per uomo sia per donna; Profilo di Andrew Vianello proporrà iconiche sculture in filo in bronzo, Re.Anim di Luca Arrostuto, Martina Maccaferri e Lorenzo Esposito, poi, è l’innovativa proposta di illuminazione che coniuga design esclusivo e sostenibilità ambientale. S.T.23 di Riccardo Paterno’ Castello gioca sui limiti tra astrazione e figurazione, Sandro Gorra racconta la sua poetica attraverso una selezione dei suoi “attimi”. Da Starbucks Reserve Roastery in piazza Cordusio Matteo Cibic presenterà Dermophonic, paesaggio sonoro personalizzato con lo strumento Dermophonic 3.0 e intrecci di ricordi grazie al caffè. Artemest alla Residenza Vignale in via Enrico Toti 1 celebra bellezza e unicità di artigianato e design italiano nella suggestiva dimora milanese di inizio Novecento. Un campeggio urbano sarà allestito al Centro Sportivo Enrico Cappelli Savorelli in piazza Caduti del Lavoro 5, per accogliere gratuitamente studenti e giovani designer da tutto il mondo.

    Design to Move in via Durini 1, è l’esclusiva mostra celebrativa dei 40 anni di Tecnogym, che esplora la relazione tra design e wellness, 40 artisti da tutto il mondo invitati a usare Technogym Bench come una tela bianca, per offrire un’interpretazione del movimento-dal 16 al 21 aprile dalle 10 alle 21 e cocktail alle 18,30-giovedì sino alle 22 e la domenica sino alle 18, ma non mancheranno i design talks con Elena Salmistraro, Piero Lissoni, Antonio Citterio, Patrizia Urquiola.

    E’ il tema Materia Natura ad aver convinto il Rum filippino Don Papa a partecipare per la prima volta al Fuorisalone 2024, creando un’oasi dove natura, design, arte, sapore, musica si intersecano in un’esperienza da vivere insieme a Rippotai e l’opera di TVBOY. Così dal 16 al 18 aprile «Don Papa Experience Lab» apre le sue porte al pubblico del Fuorisalone presso il BOBINO in Piazzale Genova 4 a Milano.

    «Don Papa Experience Lab» è un luogo sinestetico dove materia e natura dialogano, una “jungle” dove vivere ed esplorare la cultura del rum e del design, un’oasi dove lasciarsi avvolgere dal potere della natura fatta di suoni e odori, un’esposizione con i pezzi creati da Rippotai, la start up di home decor eco-sostenibile, e la nuova opera “Save Planet Earth” creata per l’occasione da TVBOY, artista urbano fra i più celebrati e riconoscibili.

    Alle 16 si aprono le porte: inizia l’immersione in un’esperienza multisensoriale. Potrete acquistare le bottiglie della gamma di Don Papa, ammirando l’opera di TV BOY, scoprendo i complementi d’arredo firmati Rippotai, e prendendo respiro accompagnati dai suoni della natura e da profumi ad alto potere evocativo quali vaniglia, arancia, legno in tutte le sue variazioni dal teak al sandalo. Alle 18 inizia il “Sensory Tasting Don Papa Rum” per scoprire le sfumature sensoriali di Don Papa. Occhi bendati, palato attivato e tatto sollecitato per una degustazione unica. Tra le proposte The Darker Don, l’inedito cocktail creato per celebrare il Fuorisalone. Le degustazioni saranno organizzate in piccoli gruppi. A partire dalle 21 cambio di scenografia: parte l’esuberante ‘Masskara Party’, un tuffo in un regno immaginifico e animato da fantastiche creature ispirato all’iconico Masskara Festival, la festa in Maschera straripante di fantasia che si tiene a Bacolod capitale dell’isola di negros nelle Filippine. Protagonista? Don Papa Masskara. Solo chi si iscriverà su eventbrite potrà ricevere gratuitamente un mini cocktail.

    A 700 anni dalla sua scomparsa, il viaggiatore e mercante italiano, Marco Polo, simbolo dell’avvicinamento tra Oriente e Occidente, è l’ispirazione delle novità firmate dall’azienda specializzata in arredamento di alta gamma. Il suo nome suscita ancora fascino e meraviglia. Una figura storica di grande impatto a cui Ludovica Mascheroni, azienda specializzata in arredamento di alta gamma, dedica le novità in ambito della Milano Design Week 2024 con il tema “Marco Polo: il viaggio nell’eleganza”.

    Tra le novità, nel flagship store milanese di Via Gesù 13, una nuova boiserie artistica realizzata dagli artigiani dell’azienda e dedicata a Venezia, città natale di Marco Polo e una nuova cabina armadio, di grande impatto scenografico, capace di esprimere al meglio quell’attenzione ai dettagli e alta manifattura che costituiscono l’identità e cifra stilistica dell’azienda. E ancora, nuovi complementi d’arredo che si vestono di materiali pregiati, in particolare seta e cashmere, e che si rivolgono, come tutte le creazioni di Ludovica Mascheroni, a un mercato di nicchia composto da estimatori del bello e del ben fatto in Italia. Dunque, ampio spazio alle fibre preziose, in quanto seta e cashmere assurgono a simbolo della mappa geografica dei viaggi intrapresi da Marco Polo. Al civico 13 di Via Gesù, capi uomo e donna realizzati in seta e in cashmere racconteranno un universo fatto di eleganza e raffinatezza capace di entrare in perfetto dialogo con le proposte per la casa. Esposizione: Via Gesù 13 e Via Gesù 6-8 (Four Seasons Hotel Milano), 16 – 21 aprile 2024, ore 10.00 – 20.00.

    Dal 10 al 21 aprile De Wan in via Manzoni 44 a Milano ospita Cross Border Passion, una collettiva di quattro artisti internazionali a cura del critico Vittorio Raschetti. L’espressione multiculturale dei suoi protagonisti invita il visitatore alla scoperta di una nuova vitalità cromatica, del geometrismo e dell’astrazione tramite il dialogo con le loro opere. Selezionati da Artedia Concept Art Expo, che promuove operatori del settore di formazione e provenienze diverse, questi artisti sviluppano un’originale commistione di linguaggi espressivi. Dal neo-gestualismo semiotico di Eva Perez, alle sculture minimaliste di Patrik Alvarez, alle ricerche neo-plasticiste sulla monocromia di Steffi Düsterhöft a cui si affiancano i lavori informali e neo-espressionisti di Roberto De Wan associabili all’avanguardia CoBrA. Quest’ultimo propone per l’occasione i nuovi dipinti del Bahrain oltre ad eleganti parei e shopper “mosaicate” come questi quadri, omaggio agli ospiti del vernissage. Inaugurazione Mercoledì 10 aprile ore 18:00.

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      Sic transit gloria mundi

      Signorini contro Corona, Corona contro Signorini: la resa dei conti tra ex complici di uno star system che finge di scandalizzarsi

      Lo scontro tra Alfonso Signorini e Fabrizio Corona non è uno scandalo morale, ma un regolamento di conti tra due figure cresciute nello stesso sistema televisivo. Un meccanismo noto da decenni, che trasforma il potere in intrattenimento, gli abusi in gossip e l’indignazione in spettacolo, mentre il vero problema resta intatto.

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        Chiariamo subito un punto, senza ipocrisie né prudenza lessicale: Alfonso Signorini non è il problema. È il sintomo. È la faccia pettinata, rassicurante, televisivamente educata di un meccanismo che da anni scambia il vuoto per spettacolo e il potere per talento. Se oggi è sotto accusa, non è perché abbia inventato qualcosa, ma perché ha incarnato alla perfezione ciò che questo sistema richiede: obbedienza alle dinamiche, cinismo mascherato da ironia, gestione del desiderio altrui come merce di scambio.

        E poi c’è Fabrizio Corona. Che improvvisamente scopre di essere il depositario della verità. L’uomo che oggi si atteggia a giustiziere morale è lo stesso che per anni ha campato, prosperato e si è arricchito esattamente grazie a quel mondo che ora finge di voler smascherare. Non è un pentito. È un escluso. E la differenza è enorme.

        Il punto non è che Corona parli. Il punto è che reciti la parte di chi “non sapeva”, quando invece sapeva benissimo. Anzi, partecipava. Frequentava. Usava. Guadagnava. Oggi si presenta come se fosse appena entrato in scena, come se non avesse passato una vita a giocare allo stesso tavolo di Signorini, con le stesse regole non scritte, gli stessi silenzi, le stesse ambiguità.

        Questo non è uno scandalo. È una resa dei conti. È una guerra tra ex alleati che si conoscono troppo bene. Gente che ha condiviso favori, coperture, opportunità e ipocrisie, e che ora si accoltella a colpi di podcast, interviste e minacce legali. La parola “sistema” viene agitata come una clava, ma non è una scoperta: è la casa in cui hanno abitato entrambi per anni.

        La televisione, intanto, osserva compiaciuta. Perché mentre Signorini viene dipinto come il volto del male e Corona come il profeta tardivo, il meccanismo resta intatto. Funziona. Produce ascolti, clip, meme, schieramenti da stadio. Trasforma accuse gravissime in intrattenimento e le lotte di potere in format. E il pubblico fa esattamente ciò che gli viene richiesto: si divide, si indigna, difende il proprio idolo, urla “vergogna” senza mai spostare lo sguardo dal tendone.

        Nel frattempo, questioni enormi vengono schiacciate sotto il peso del circo. Perché al di là di Signorini e Corona, entrambi milionari e perfettamente integrati nel sistema che fingono di combattersi, esiste un tema molto più scomodo: gli abusi di potere all’interno dello star system, soprattutto quando il potere passa dal desiderio, dalla promessa, dalla possibilità di “farcela”. Un tema che altrove ha prodotto movimenti come il #MeToo, e che qui viene ridotto a gossip, meme e tifo organizzato.

        Quando Corona pronuncia frasi come «se non andavi a letto con lui, non andavi in televisione», non sta rivelando un segreto arcano. Sta dicendo qualcosa che scrittori, giornalisti e autori raccontano da almeno sessant’anni. Da Truman Capote a Bret Easton Ellis, passando per Aldo Busi e il suo brutale ma onesto “obolo del sofà”. Davvero qualcuno crede che lo star system funzioni per merito puro? Davvero esistono ancora gli ingenui divorati da dinamiche che “non conoscevano”?

        La verità è più scomoda: questo sistema è marcio, sì, ma è noto. È accettato. È frequentato. E spesso, finché conviene, è persino difeso da chi oggi grida allo scandalo. Non esistono solo carnefici e vittime immacolate. Esistono zone grigie, compromessi, scelte consapevoli. E raccontarla diversamente serve solo a salvare le coscienze, non a cambiare le cose.

        Alla fine, non esplode nessuna verità. Non cade nessun impero. Cambiano i ruoli: chi era dentro ora accusa, chi era al comando ora si difende. Ma il tendone resta in piedi. E chi urla più forte non è il più puro: è semplicemente quello che non ha più nulla da perdere.

        Il resto è rumore. E la televisione, come sempre, ringrazia.

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          High profile

          Grande Impero rinnova la Festa della Famiglia: il pane come simbolo di solidarietà, inclusione e futuro condiviso

          La Festa della Famiglia di Grande Impero diventa quest’anno anche un forte messaggio sociale. Accanto alla celebrazione della comunità aziendale, prende vita una campagna di raccolta di coperte e vestiario destinata ai più bisognosi, con il pane come simbolo di accoglienza e inclusione.

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            È tornata la Festa della Famiglia di Grande Impero, l’appuntamento annuale che celebra l’unità, la diversità e il calore umano di un’azienda che ha fatto della panificazione artigianale una storia collettiva. Un evento sentito, partecipato, che quest’anno assume un significato ancora più profondo, trasformandosi anche in un’occasione concreta di solidarietà.

            Accanto alla festa, Grande Impero ha infatti dato il via a una raccolta di coperte e vestiario destinata ai senzatetto, in vista dell’Epifania. Un’iniziativa che coinvolge tutti i laboratori dell’azienda e che culminerà il 6 gennaio, quando le coperte e i panini preparati con cura dai dipendenti verranno distribuiti ai più bisognosi grazie alla collaborazione con la Banca dei Talenti, gruppo di volontari inserito nel “Progetto Missionario” della Basilica del Sacro Cuore a Castro Pretorio, gestita dai salesiani.

            Un gesto concreto che scalda più del pane
            L’obiettivo è semplice e diretto: offrire un po’ di calore a chi vive ai margini della società. Non solo simboli, ma azioni reali, che partono dal lavoro quotidiano e si trasformano in sostegno concreto. Il pane, elemento centrale dell’identità di Grande Impero, diventa così veicolo di accoglienza, inclusione e vicinanza.

            “La Festa della Famiglia di Grande Impero è l’occasione per ricordare che il nostro successo non è solo il risultato del nostro lavoro quotidiano, ma della forza di una comunità che sa essere solidale”, ha spiegato Antonella Rizzato, Amministratore Delegato dell’azienda. “Il pane che prepariamo ogni giorno, con il sudore di mani che provengono da realtà diverse, è un simbolo di accoglienza e inclusione. Oggi, più che mai, vogliamo restituire qualcosa a chi è più vulnerabile”.

            Ventisei etnie, una sola comunità
            La giornata ha coinvolto tutte le 26 etnie che compongono la grande famiglia di Grande Impero, trasformandosi in un momento autentico di condivisione e scambio culturale. Giochi per i più piccoli, la presenza di Babbo Natale e attività pensate per tutti hanno reso l’evento un’occasione di festa vera, capace di parlare ai bambini ma anche agli adulti.

            Non solo intrattenimento, ma anche riflessione sul valore dei legami che uniscono l’azienda alle comunità locali e sull’importanza di una solidarietà che va oltre le parole.

            Responsabilità sociale come identità aziendale
            “Grande Impero non è solo un’azienda che si distingue per la qualità del suo pane – conclude Antonella Rizzato – ma una comunità che vive, cresce e si arricchisce grazie alla diversità e all’inclusività. La responsabilità sociale e culturale è parte della nostra missione e ci dà la forza per affrontare le sfide future”.

            Con la Festa della Famiglia, Grande Impero rinnova così il proprio impegno verso il territorio, dimostrando che la condivisione di valori e la solidarietà non sono un accessorio, ma il lievito essenziale per costruire un futuro migliore, insieme.

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              Moda e modi

              “Depression Hair”, la tendenza dei capelli spettinati che divide il web

              Nata come gesto di libertà dai canoni estetici, la tendenza dei “capelli da depressione” solleva critiche per l’uso superficiale di un termine legato a un disturbo serio come la depressione

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                Capelli spettinati, ciocche ribelli e un’aria “appena alzati dal letto”: ciò che un tempo veniva considerato un segno di trascuratezza è oggi una dichiarazione di stile. La nuova tendenza, ribattezzata sui social “depression hair”, nasce come reazione al culto della perfezione e alla pressione estetica imposta da social e passerelle. Tuttavia, dietro un’apparente leggerezza, il nome scelto per questo trend ha acceso un acceso dibattito.

                Dalla fretta del mattino alle passerelle

                Tutto parte da un look volutamente imperfetto: capelli che sembrano non aver visto una spazzola, riga disordinata, ciocche che cadono dove vogliono. Le modelle lo portano con naturalezza — Gigi Hadid e altre “it-girl” ne sono state tra le prime sostenitrici — durante le sfilate di marchi come Miu Miu e Balenciaga, dove la spontaneità è diventata sinonimo di autenticità.

                L’effetto è quello del classico bad hair day trasformato in scelta estetica: un modo per dire addio alle pieghe perfette e celebrare la libertà di non dover apparire sempre impeccabili. In un mondo dove la cura dell’immagine è spesso sinonimo di controllo e rigidità, questo look volutamente spettinato è stato accolto come una piccola ribellione quotidiana.

                Una moda che normalizza l’imperfezione

                Il successo del “depression hair” è legato anche al suo messaggio: normalizzare il disordine. Per molte persone, abbandonare la spazzola significa scrollarsi di dosso la pressione sociale di essere sempre perfette. In questo senso, l’acconciatura disordinata diventa un simbolo di autenticità e di accettazione di sé, quasi una risposta estetica al perfezionismo digitale che domina Instagram e TikTok.

                Tuttavia, la scelta del nome — “depression hair” — non è passata inosservata. Se da un lato l’intento era quello di ironizzare sul look trascurato, dall’altro ha finito per toccare un tema delicato: la depressione, una malattia che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità colpisce più di 300 milioni di persone nel mondo.

                Quando la moda banalizza la sofferenza

                Molti esperti di salute mentale hanno sottolineato come associare la parola “depressione” a un trend estetico rischi di banalizzare una condizione psicologica complessa. Per chi vive realmente con questo disturbo, trascurarsi non è una scelta di stile ma una conseguenza della malattia: mancanza di energie, apatia, perdita di interesse per la cura personale.

                In questo senso, vedere la propria esperienza trasformata in un “look di tendenza” può risultare doloroso. “Usare il termine depressione per indicare un’acconciatura significa ridurre la sofferenza a un gesto frivolo”, hanno commentato diversi psicologi sui social. “La depressione non è una moda e non può essere rappresentata da una piega spettinata.”

                Dietro la naturalezza, una regia perfetta

                C’è poi un’altra contraddizione: i capelli “spettinati” delle passerelle non sono affatto casuali. Dietro quel disordine studiato c’è il lavoro preciso di hair stylist e make-up artist, che impiegano prodotti e tecniche per ottenere un effetto volutamente naturale. Quello che sembra un segno di trascuratezza è, in realtà, il risultato di una messa in scena accurata.

                È una contraddizione che riflette il paradosso della moda contemporanea: celebrare la spontaneità, ma solo se perfettamente costruita.

                Una riflessione necessaria

                Il dibattito intorno al “depression hair” ci ricorda quanto il linguaggio e le immagini della moda possano influenzare il modo in cui la società percepisce temi sensibili. La libertà di mostrarsi autentici è un valore positivo, ma quando una tendenza prende in prestito termini legati a disturbi mentali, è importante fermarsi a riflettere.

                Normalizzare l’imperfezione è un obiettivo nobile, ma farlo senza consapevolezza rischia di travisare esperienze di dolore reale. Perché, come ricordano gli esperti, la depressione non è uno stile di vita, ma una malattia che merita rispetto e ascolto.

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