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Funerale Papa Francesco, il Vaticano pubblica il libretto della messa: ecco come si svolgerà il rito e chi lo celebrerà

La Messa sarà presieduta dal cardinale Re, secondo il nuovo rito semplificato voluto da Francesco. Abolite le tre bare, nessun catafalco, e tomba già pronta a Santa Maria Maggiore

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    Sabato 26 aprile, alle 10 del mattino, si celebrerà sul sagrato di San Pietro la Messa esequiale di Papa Francesco. Una cerimonia storica, non solo per l’afflusso previsto di oltre duecentomila persone tra capi di Stato, fedeli e semplici cittadini, ma anche perché sarà il primo funerale papale interamente modellato secondo il nuovo rito voluto proprio da Jorge Mario Bergoglio.

    Presiede il cardinale Giovanni Battista Re

    A presiedere la liturgia sarà il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, vescovo da 37 anni, cardinale da 24, e prossimo a lasciare l’incarico per raggiunti limiti d’età. Il Vaticano ha pubblicato il libretto ufficiale della celebrazione, in cui si leggono tutti i dettagli del rito e delle modifiche introdotte dal pontefice.

    Niente tre bare

    Tra queste spicca l’abolizione delle tre bare tradizionali — di cipresso, piombo e rovere — a favore di una semplice cassa di legno, con all’interno un contenitore in zinco. Non ci sarà più il classico catafalco, né la lunga esposizione della salma su un cataletto sopraelevato. Il corpo del Papa, infatti, sarà esposto direttamente nella bara, aperta solo per la venerazione iniziale, e poi richiusa prima della traslazione.

    Sono state riviste anche le tre “stazioni” tradizionali: quella nella casa del defunto, quella nella Basilica Vaticana e quella del sepolcro. La constatazione della morte non avverrà nella camera da letto ma nella cappella privata; non ci sarà una doppia traslazione come avvenuto in passato. Tutto è stato pensato per sottolineare il ruolo del Pontefice come “pastore e discepolo di Cristo”, e non come una figura di potere terreno.

    L’ultima stazione, quella del sepolcro, prevede la tumulazione nella basilica di Santa Maria Maggiore, dove da tempo è stata predisposta la tomba. Non è ancora chiaro se vi sarà un corteo ufficiale oppure un trasporto più riservato, in linea con lo stile sobrio di Francesco. La decisione definitiva spetterà ai maestri cerimonieri e al Collegio cardinalizio.

    Il nuovo Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvato da Francesco nell’aprile 2024 e stampato in novembre, rappresenta un cambiamento profondo nel modo in cui la Chiesa saluta il proprio Vescovo di Roma. Come ha spiegato l’arcivescovo Diego Ravelli, “il rito doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e non di un potente di questo mondo”.

    In attesa dell’Habemus Papam, che seguirà le procedure del Conclave, Roma si stringe intorno alla memoria di un uomo che ha scelto la semplicità anche nell’ultimo saluto.

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      Una Elodie in versione… stadio: i fan fanno la ola!

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        Dopo anni di successi, Elodie è pronta a scrivere una nuova pagina della sua carriera: il suo primo tour negli stadi – anche se solo di due date – è realtà. L’artista romana, diventata una delle voci più riconoscibili del pop italiano, porterà la sua energia, sensualità e presenza scenica in una dimensione tutta nuova.

        Milano e Napoli

        Il debutto è attesissimo: il primo show in uno stadio rappresenta una consacrazione definitiva, e i fan non vedono l’ora di cantare con lei sotto le stelle, tra coreografie spettacolari e momenti più intimi al pianoforte.

        La consacrazione a icona pop

        Una notizia che ha infiammato i social, dove l’entusiasmo è alle stelle. Dopo le hit da milioni di streaming, le collaborazioni internazionali e le performance da standing ovation, Elodie è pronta a dominare anche i grandi palchi outdoor. Un traguardo meritato, che segna il passaggio da stella della musica italiana a vera e propria icona pop.

        8 giugno 2025 allo Stadio San Siro di Milano

        12 giugno 2025 allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli​

        I biglietti saranno disponibili online dal 3 giugno 2024 alle ore 14:00 e nei punti vendita autorizzati dall’8 giugno 2024 alle ore 11:00 . I prezzi variano a seconda del settore e della città.

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          Meloni stile anni ’90: è tutto vero, non si tratta di AI!

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            In questo video risalente agli anni ’90, Giorgia Meloni, giovanissima militante del Fronte della Gioventù – organizzazione giovanile legata al Movimento Sociale Italiano (MSI) – appare con un giubbotto di pelle e, soprattutto, dotata di una grinta sorprendentemente simile a quella della leader che conosciamo oggi.

            Il contesto di allora

            Siamo in un decennio turbolento per la politica italiana: la Prima Repubblica è crollata sotto il peso di Tangentopoli, la Democrazia Cristiana si dissolve, e la destra post-fascista cerca una nuova legittimazione. In questo contesto, la giovane Meloni si fa notare per il suo eloquio sicuro e la determinazione con cui difende le sue idee.

            La nascita di AN

            Nel 1995, nasce Alleanza Nazionale dalle ceneri del MSI, un passaggio storico per la destra italiana: è il tentativo di modernizzarsi e abbandonare simboli ingombranti. Meloni vi aderisce, portando con sé lo spirito combattivo e il linguaggio diretto che colpiscono anche in quegli anni, quando la TV generalista inizia a dare spazio ai giovani e alla politica dal basso.

            Il “chiodo”

            Il suo giubbotto di pelle può essere inteso come un segno dei tempi: ribelle, pop, ma anche parte di una narrazione che la vede come “una del popolo”, lontana dai salotti del potere. In quel volto determinato si intravede già l’ambizione di costruire qualcosa di duraturo, in un’epoca in cui tutto sembrava sgretolarsi.

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              L’umorismo di Papa Francesco: un dono di Dio per la fede

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                In un mondo segnato da ansie e tensioni, uno dei messaggi che ci lascia Papa Francesco è chiaro: anche il cristianesimo sa ridere, perché la gioia è parte integrante della vita di fede. Il Santo Padre ha spesso parlato dell’umorismo come di un dono essenziale per la vita cristiana. Secondo il Pontefice, ridere con gioia e ironia aiuta a mantenere il cuore leggero, a non cadere nella rigidità e a vivere la fede con autenticità. Ma cosa dice il Papa sull’umorismo? E soprattutto, anche Gesù Cristo aveva senso dell’umorismo?

                La versione di Bergoglio

                Papa Francesco considerava l’umorismo una grazia di Dio, un antidoto contro la tristezza e il pessimismo. Durante un’intervista, ha confessato di recitare ogni giorno la Preghiera per il buon umore attribuita a San Tommaso Moro, che chiede a Dio la capacità di ridere di sé stessi. Per lui, un credente senza senso dell’umorismo rischia di diventare rigido, incapace di accogliere la vita con leggerezza e speranza. Il Pontefice ha più volte sottolineato che l’ironia e l’umorismo aiutano a mantenere un sano distacco dalle difficoltà della vita. Ha persino scherzato su se stesso, definendosi “un Papa un po’ matto” o ridendo delle sue difficoltà con la tecnologia. Questo atteggiamento non è superficialità, ma una profonda fiducia nella Provvidenza.

                Gesù Cristo aveva senso dell’umorismo?

                Il Papa non aveva dubbi in proposito: sì, anche Gesù aveva il senso dell’umorismo. Basta leggere i Vangeli con attenzione per scoprire momenti in cui Cristo usa ironia e paradossi per insegnare verità profonde. Ad esempio, quando dice che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli (Matteo 19,24), sta usando un’immagine volutamente esagerata per far riflettere. Anche i suoi incontri con i discepoli sono pieni di sottile umorismo. Quando Natanaele si chiede se da Nazaret possa mai venire qualcosa di buono (Giovanni 1,46), Gesù lo accoglie con una battuta: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità!” (Giovanni 1,47), quasi prendendolo in giro con affetto.

                Ridete… se potete

                Papa Francesco ci esorta a non prendere tutto troppo sul serio, soprattutto noi stessi. L’umorismo sano non è mancanza di rispetto, ma una forma di intelligenza spirituale che ci aiuta a vivere con leggerezza e fiducia in Dio. Il sorriso, secondo il Papa, è una forma di evangelizzazione, un segno di speranza che attira gli altri alla fede.

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