Connect with us

Cronaca

Fumo nero, nulla di fatto: siamo nelle mani dello Spirito Santo. E intanto in streaming…

Con la fumata nera alla prima votazione, da domani il Conclave prosegue con ben quattro votazioni, due al mattino e due al pomeriggio. Il popolo di Dio spera che sia la volta buona.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Il conclave, alla sua prima votazione (come peraltro molti osservatori ipotizzavano da giorni), non ha eletto il successore di Papa Francesco. Nessun candidato, infatti, ha raggiunto la soglia dei due terzi necessaria per essere eletto.

    Il cardinale Parolin resta tra i favoriti

    Tra i nomi più discussi nel corso delle votazioni figura ancora il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. Il suo profilo moderato, diplomatico e vicino alle posizioni di Papa Francesco, continua a incontrare ampi consensi. Anche se al momento non sufficienti a garantire l’elezione. Altri candidati potrebbero raccogliere voti nelle varie “cordate” interne, rallentando in questo caso l’emergere di un nome condiviso.

    Il thriller papale è il più visto sulle piattaforme

    Rimanendo in tema, negli ultimi 30 giorni la classifica dei film più popolari in Italia nelle piattaforme streaming ha visto alcuni cambiamenti significativi rispetto a fine aprile, con nuove entrate, ritorni sorprendenti e conferme solide. Debutta direttamente al primo posto Conclave, il thriller politico ambientato all’interno delle mura vaticane, laddove i cardinali si riuniscono per eleggere il nuovo Pontefice tra segreti e giochi di potere che mettono a rischio l’intero processo. Un film avvincente che ha immediatamente catturato l’attenzione del pubblico italiano, più che mai coinvolto dalle vicende reali che si stanno svolgendo all’interno della Cappella Sistina.

    Cosa succede da domani nel conclave, quello vero…

    Col responso negativo di poco fa, da domani i cardinali elettori riprenderanno il rituale delle quattro votazioni al giorno: due al mattino e due al pomeriggio. Ogni voto sarà seguito dall’incenerimento delle schede nel tradizionale forno con l’aggiunta di sostanze chimiche che producono la fumata nera o bianca. Il ritmo serrato del conclave proseguirà fino a quando non emergerà un nome in grado di raccogliere almeno 86 voti su 128, necessari per eleggere il prossimo Pontefice.

    Il mondo guarda Roma

    Il mondo resta con lo sguardo puntato su Roma, in attesa della tanto attesa nomina. Intanto, il conclave prosegue nel massimo riserbo, tra strategie, preghiere e votazioni. Il cardinale Parolin rimane sotto i riflettori, anche se la scelta finale potrebbe riservare ancora sorprese.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Italia

      Addio alla carta d’identità cartacea: perché conviene agire subito

      Dal 3 agosto 2026 non sarà più valida per l’espatrio: ecco cosa cambia e come prepararsi per tempo.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

        La carta d’identità cartacea, simbolo di un’epoca ormai al tramonto, ha i giorni contati. A partire dal 3 agosto 2026, non sarà più valida per viaggiare all’estero, indipendentemente dalla data di scadenza riportata sul documento. La causa è il Regolamento Europeo 1157/2019, che impone standard di sicurezza più elevati per i documenti d’identità, tra cui la presenza della MRZ (Machine Readable Zone), una sezione leggibile dalle macchine assente nei vecchi documenti cartacei.

        Perché la scadenza è anticipata

        Sebbene il regolamento europeo preveda il passaggio completo al formato elettronico entro il 2031, l’assenza della MRZ nei documenti cartacei italiani ha anticipato la loro decadenza di cinque anni. Questo significa che milioni di cittadini dovranno aggiornare il proprio documento prima della scadenza ufficiale, pena l’impossibilità di espatriare. Secondo le stime, circa 5 milioni di carte cartacee saranno ancora in circolazione nel 2026. Molti di questi documenti appartengono a cittadini residenti in piccoli comuni, dove l’emissione della CIE è iniziata più tardi. Per evitare code e disagi, i comuni stanno già invitando i cittadini a prenotare per tempo un appuntamento all’anagrafe. La richiesta della CIE può essere fatta anche se il documento attuale non è ancora scaduto.

        Come ottenere la CIE

        La procedura è semplice ma richiede organizzazione: serve una fototessera recente, il codice fiscale e la vecchia carta d’identità (o una denuncia in caso di smarrimento). Per i minori, è necessaria la presenza di entrambi i genitori. Il costo è di 22 euro e la consegna avviene entro sei giorni lavorativi. La carta viene recapitata a casa o ritirata in Comune.

        Un documento, due identità

        Oltre a essere un documento fisico, la CIE è anche una chiave d’accesso digitale ai servizi della Pubblica Amministrazione. Con le credenziali CieID, sarà possibile accedere ai portali istituzionali senza bisogno deL’unica eccezione riguarda i cittadini italiani residenti fuori dall’Unione Europea iscritti all’AIRE, che continueranno a ricevere la carta cartacea finché i consolati non saranno abilitati al rilascio della CIE. Inoltre, dal 3 agosto 2026 non sarà più possibile richiedere documenti cartacei d’urgenza per viaggi imminenti. L’unica eccezione riguarda i cittadini italiani residenti fuori dall’Unione Europea iscritti all’AIRE, che continueranno a ricevere la carta cartacea finché i consolati non saranno abilitati al rilascio della CIE. Inoltre, dal 3 agosto 2026 non sarà più possibile richiedere documenti cartacei d’urgenza per viaggi imminenti. Quindi meglio non aspettare l’ultimo minuto per mettersi in regola. La nuova carta d’identità non è solo un obbligo, ma anche un’opportunità per entrare a pieno titolo nell’era digitale.

          Continua a leggere

          Cronaca Nera

          Risponde alla chiamata dei carabinieri e perde 39.000 euro: ecco come funziona la truffa dei numeri clonati

          Un sessantenne di Genova è stato truffato con la tecnica dello spoofing, un attacco sofisticato che replica numeri telefonici ufficiali, rendendo difficile distinguere la truffa dalla realtà. Con un finto maresciallo dei carabinieri e un “operatore” della banca, i truffatori hanno svuotato il suo conto. Ecco i dettagli di questo inganno e come difendersi.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Tutto inizia con una chiamata apparentemente da parte di un maresciallo dei carabinieri: avverte la vittima di una frode sul suo conto bancario. Poco dopo, segue una telefonata da un operatore della banca che conferma l’allarme e consiglia di trasferire i risparmi su un nuovo conto “sicuro”. La vittima, un sessantenne di Genova, esegue l’operazione tramite home banking e solo dopo scopre l’amara realtà: quei soldi, circa 39.000 euro, sono spariti per sempre.

            Spoofing: una truffa sempre più sofisticata
            Questo tipo di truffa, noto come spoofing, sfrutta la falsificazione dell’identità per ingannare le vittime. I truffatori possono clonare numeri telefonici di carabinieri, banche o altri enti, così da sembrare affidabili e mettere a segno il colpo. Nel caso del sessantenne, persino una verifica online non ha aiutato, poiché i numeri corrispondevano effettivamente a quelli reali delle forze dell’ordine e della banca.

            Come difendersi dallo spoofing
            Per evitare di cadere in trappola, è fondamentale non condividere mai dati personali o bancari via telefono e non avviare operazioni durante una chiamata, anche se la fonte sembra affidabile. In caso di dubbio, è sempre meglio chiamare direttamente la propria banca o l’ente coinvolto, usando numeri verificati. Chi sospetta di essere stato vittima di uno spoofing dovrebbe denunciare il fatto alla polizia postale o ai carabinieri per aiutare a fermare questi truffatori.

              Continua a leggere

              Mondo

              Il nipote rompe il silenzio: “Zio Trump ha i segni dell’Alzheimer”

              “Riconosco quei segnali”: il nipote dell’ex presidente rompe il silenzio e chiede trasparenza. Sintomi, storia familiare e un memoir che riaccende il dibattito. Intanto la politica americana si interroga sull’età dei suoi leader

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                La domanda che aleggia da mesi nei corridoi della politica americana ora arriva da dentro casa: Donald Trump sta mostrando i primi segni dell’Alzheimer? A rompere il muro di silenzio non sono avversari politici o analisti, ma un parente diretto. Fred Trump III, figlio del fratello maggiore dell’ex presidente, ha parlato apertamente della sua preoccupazione per lo zio, evocando ricordi dolorosi legati alla lunga malattia del nonno Fred Trump Sr., morto nel 1999 dopo otto anni di lotta contro l’Alzheimer.

                «Non sono un medico, ma riconosco quei segnali», ha detto il nipote in un’intervista a SiriusXM. Il riferimento è a momenti di incoerenza nei discorsi pubblici di Donald Trump, pause sospette, divagazioni improvvise, che – a suo dire – ricordano il declino cognitivo già vissuto all’interno della famiglia. Nessuna accusa, precisa Fred Trump III, ma un invito alla trasparenza. «Chi guida una nazione ha il dovere di essere lucido. E se ci sono dubbi, vanno chiariti. Anche per rispetto del ruolo».

                Il caso non arriva a caso. Il nipote ha appena pubblicato il libro “All in the Family: The Trumps and How We Got This Way”, un memoir che racconta luci e ombre della dinastia Trump. Tra le pagine, si parla della disabilità del figlio William, di conflitti familiari mai sopiti e di un isolamento che avrebbe colpito i Trump “di serie B”, esclusi dal cuore del potere. Ma il passaggio che ha fatto più rumore è proprio quello sulla salute dell’ex presidente: una possibile ereditarietà genetica e il timore che i primi sintomi vengano ignorati o sottovalutati.

                Nel 2020, fu lo stesso Donald Trump a vantarsi dei risultati ottenuti nel Montreal Cognitive Assessment, una sorta di test per verificare le funzioni cognitive di base. Lo usò come clava politica contro Joe Biden. Oggi, però, la parte si inverte: Fred Trump III chiede che sia lo zio a sottoporsi a un nuovo test, per dissipare ogni dubbio. «Non è una questione di parte», ha detto. «È un tema di salute pubblica».

                I segnali a cui il nipote fa riferimento sono quelli noti agli esperti: dimenticanze ripetute, discorsi sconnessi, calo del linguaggio fluido, cambiamenti d’umore, disorientamento. Presi da soli potrebbero sembrare normali segni dell’invecchiamento. Ma quando si presentano insieme e con frequenza, è bene non ignorarli. Tanto più se riguardano un leader globale.

                Trump ha oggi 77 anni ed è, con Biden, uno dei candidati più anziani alla Casa Bianca nella storia americana. La questione dell’età e della lucidità mentale è ormai parte integrante del dibattito elettorale, e non senza motivo: nel luglio 2024 Joe Biden ha annunciato il proprio ritiro dalla corsa alla rielezione, lasciando il testimone a Kamala Harris. Le pressioni sul suo stato mentale erano diventate insostenibili.

                Nessuna replica ufficiale finora da parte di Trump o del suo staff alle dichiarazioni del nipote. Ma la sensazione, a Washington e dintorni, è che il tema sia destinato a esplodere, in un’America sempre più spaccata, dove anche la salute diventa arma politica.

                E quando la battaglia si combatte in famiglia, diventa ancora più difficile ignorarla.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù