Televisione
L’Isola dei famosi? Più che naufragata, evaporata: debutto flop per la coppia Gentili-Ventura
Solo 2 milioni di spettatori per il reality di Canale 5: è la partenza meno vista della storia del programma.
Altro che naufraghi: L’Isola dei famosi è affondata al primo colpo. Il debutto dell’edizione 2025, andata in onda ieri sera su Canale 5, ha segnato il peggior esordio di sempre nella storia del reality. Appena 2 milioni di spettatori (2.039.000 per la precisione), con uno share fermo al 18,9%: numeri gelidi che fanno rimpiangere persino la tanto criticata gestione Luxuria dello scorso anno (2 milioni e 600 mila, per dire).
E dire che il piatto era ricco, almeno sulla carta: nuovi volti, il ritorno di Simona Ventura nel ruolo di opinionista (in teoria la garanzia di un po’ di pepe), una conduzione tutta nuova firmata da Veronica Gentili – promossa dal salotto politico alle palme di Cayo Cochinos – e un cast che più variegato non si può. Eppure, niente. Nemmeno la dose massiccia di trash è riuscita a tenere il pubblico incollato allo schermo.
Trash assicurato, ma inutile
E sì che l’inizio era di quelli scoppiettanti: la lite tra Antonella Mosetti e Alessia Fabiani, le frecciatine velenose, il confronto (ai limiti dell’assurdo) tra la trans Carly Tommasini e Mario Adinolfi, l’uomo che un tempo definì le donne trans «maschi tristi con le tette finte». Una combinazione che in altri tempi avrebbe fatto impennare l’audience, e invece niente. Il pubblico ha girato canale. Forse perché ormai l’effetto reality ha saturato anche i palati più trash. O forse perché il format, nonostante le buone intenzioni, non riesce più a reinventarsi.
La povera Gentili ci ha provato a dare ritmo e a rinnovare il racconto, a impostare la “nuova Isola” in chiave autentica, emozionale, quasi da documentario dell’anima. Ma tra “televoti tattici”, “nomination sincere” e “leader spirituali”, l’effetto finale è sembrato più finto di un costume leopardato in plastica.
I numeri parlano chiaro
Perché il problema è tutto lì, nei dati. Se non altro, Mediaset può consolarsi con la “vittoria” nella prima serata. Ma che vittoria è, se Rai1 – con la cerimonia dei David di Donatello che, diciamolo, interessa solo a critici cinefili e amici degli amici – si è fermata al 13%? Un’occasione d’oro sprecata.
Il cast poi è un mix che sembra uscito da un appello disperato su Instagram: Camila Giorgi, Cristina Plevani, Teresanna Pugliese, Paolo Vallesi, Dino Giarrusso e compagnia cantante. Tra chi si è perso nelle nebbie della notorietà e chi è lì solo per fare volume, la sensazione è che la vera avventura sia capire chi siano i naufraghi. Per non parlare dei meccanismi del gioco: nomination a compartimenti stagni, giovani contro over, leader che salvano uno e mandano un altro al televoto. E chi ha capito tutto, merita direttamente la palma della settimana.
La domanda finale
Insomma, un reality in cerca d’identità, che sembra non sapere bene se puntare sull’avventura, sul romanticismo o sull’urlo isterico. Intanto Piersilvio Berlusconi guarda i numeri e si gratta la testa: come risollevare l’ammiraglia Mediaset, che tra Grande Fratello al lumicino e Isola col salvagente bucato, fa fatica a tenere il passo?
Per ora la risposta è una sola: tenere duro e vedere se il mare cambia. Magari i colpi di scena veri devono ancora arrivare. Oppure, più semplicemente, bisognerà affondare la barca una volta per tutte.
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Televisione
Affari Tuoi corre ai ripari: anteprima lampo e nuova strategia per battere Scotti. De Martino sotto pressione nella sfida tv dell’anno
Il confronto quotidiano tra Stefano De Martino e Gerry Scotti si fa sempre più acceso. Dopo settimane di equilibrio e prime crepe negli ascolti, la Rai rilancia: mini-segmento d’apertura per trattenere il pubblico e costruire il traino sin dall’accensione del prime time. L’obiettivo è fermare l’ascesa di Canale 5 e riequilibrare la battaglia dello slot più conteso della tv.
La sfida dell’access prime time è tornata ad essere quel ring televisivo in cui si gioca tutto. Da una parte Affari Tuoi con Stefano De Martino, dall’altra La Ruota della Fortuna guidata dal francobollo umano della televisione italiana, Gerry Scotti. Pubblico calamitato all’ora di cena, telecomandi incandescenti, centimetri di share che possono spostare equilibri editoriali e umori aziendali.
Per settimane si è parlato di testa a testa, poi la curva ha iniziato a oscillare e qualcuno a Viale Mazzini ha deciso che serviva un cambio di passo. Così arriva la scelta: una breve anteprima prima della puntata tradizionale, qualche minuto capace – nelle intenzioni – di trattenere il pubblico e accompagnarlo dentro il gioco dei pacchi. Una mossa già rodata altrove, ora importata per blindare l’avvio serale del primo canale.
De Martino, da par suo, non si scompone. In un’intervista recente aveva usato una metafora gentile: «Io e Gerry siamo come due commercianti sulla stessa strada. Alziamo la serranda e facciamo il nostro». Ora però il negozio Rai cambia vetrina, consapevole che la concorrenza sta brillando e che restare fermi non è un’opzione. Il pubblico, da sempre arbitro supremo, ha premiato l’allegria vintage della ruota e l’autorità bonaria di Scotti, capace di parlare a generazioni intere senza sforzo.
L’anteprima di Affari Tuoi nasce per scaldare l’atmosfera, agganciare chi sta ancora sbrigando l’ultima forchettata di cena, far partire prima il ritmo. È un modo per dire: siamo qui, restate con noi. Dietro la scelta c’è l’idea che ogni secondo, ormai, valga una porzione di share. E che in tv, quando la sfida è serrata, più che correre bisogna non smettere mai di pedalare.
Resta da vedere come reagirà il pubblico. Se l’operazione convincerà gli spettatori, riconsegnando stabilità allo show, o se alimenterà la guerra silenziosa tra due conduttori che – almeno in pubblico – si scambiano cordialità, ma sanno bene che ogni sera, davanti allo schermo, si gioca un pezzetto di futuro.
Perché è nel minuto in cui accendiamo la tv che si decide tutto: e questa stagione, tra pacchi, vallette e ruote che girano, promette di essere una delle più combattute degli ultimi anni. E chissà che la piccola anteprima non diventi la scintilla che sposta l’ago della bilancia. In fondo, sul ring dell’access, vince chi riesce a far sentire gli spettatori a casa un secondo prima degli altri.
Televisione
Hanno ucciso l’Uomo Ragno sbarca in chiaro: la serie sugli 883 arriva su Tv8 e riporta Max e Mauro nelle nostre case
“Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883” arriva in chiaro su Tv8 dopo aver stravinto su Sky. Diretto da Sydney Sibilia, il racconto del legame tra Max Pezzali e Mauro Repetto, amicizia fragile e sbrilluccicante come un neon anni Novanta, torna per un pubblico più ampio che potrà rivivere la nascita di un mito pop italiano. Gli attori Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli guidano il cast, con guest d’eccezione che ricostruiscono la Milano delle radio libere e dei paninari. E mentre debutta in tv, già si parla della seconda stagione, “Nord Sud Ovest Est”, in arrivo nel 2026.
L’hanno cantato tutti: “Hanno ucciso l’uomo ragno…”. E ora l’hanno trasformato in una serie cult che, dopo aver travolto Sky e Now, approda finalmente in chiaro. Dal 7 novembre, alle 21.30 su Tv8, arrivano le prime due puntate di “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”: otto episodi che raccontano come due ragazzi di provincia, con una vespa, tre sogni in tasca e nessuna voglia di arrendersi, siano riusciti a riscrivere la musica pop italiana.
Max Pezzali e Mauro Repetto, compagni di banco e complici di immaginazione, diventano qui protagonisti di un racconto che non guarda solo alla nostalgia, ma celebra l’energia di chi prova a scappare da una vita già scritta. La storia parte da Pavia, tra sale giochi, paninoteche e primi flirt timidi. Max, introverso e pieno di parole da mettere in musica; Mauro, anima scenica e incosciente, pronto a ballare anche quando il mondo gli dice di stare al suo posto.
In questa cornice prende forma l’Italia dei primi anni Novanta: motorini elaborati, stereo portatili, juke-box rumorosi, radio locali che sognavano di diventare nazionali. A dirigere tutto c’è Sydney Sibilia, già maestro nel trasformare la provincia in vibrazione pop, affiancato da Alice Filippi e Francesco Ebbasta.
A dare volto ai due protagonisti, Elia Nuzzolo (Max) e Matteo Oscar Giuggioli (Mauro), capaci di restituire quella chimica irripetibile fatta di slanci, litigi e ingenuità che ha acceso un fenomeno. Intorno a loro, un cast che pesca tra comicità e memoria collettiva: Ludovica Barbarito, Davide Calgaro, Edoardo Ferrario. E poi cameo-gioiello che scatenano il sorriso: Maria De Filippi, Fiorello, Jovanotti, Sandy Marton, fino a Claudio Cecchetto, il talent scout che ha acceso la miccia.
Non è solo musica: è un viaggio emotivo. È il sogno di chi crede che una canzone possa aprire la porta del futuro. È la malinconia luminosa di quell’amico che prende un volo di sola andata per Las Vegas mentre tu resti a casa a fare i conti con la realtà e con il successo, così dolce da bruciare.
E mentre Tv8 accende le luci su questa storia d’amicizia e ambizione, Sky prepara già il secondo capitolo, “Nord Sud Ovest Est”, che arriverà nel 2026 e promette di raccontare gli anni dell’esplosione definitiva, tra hit da stadio, poster nelle camerette e la consacrazione di due facce che, nel bene e nel sogno, hanno rappresentato una generazione.
La musica degli 883, del resto, non è mai andata via. Ha solo aspettato il momento giusto per tornare a farci cantare. E forse, questa volta, anche a farci un po’ riflettere su quanto sia bello – e complicato – crescere insieme, e poi crescere davvero.
Televisione
Scossa su Stranger Things: Millie Bobby Brown denuncia David Harbour per «bullismo e molestie», Netflix indaga
Il conto alla rovescia per l’ultima stagione di Stranger Things si apre con un’onda d’urto inattesa. Millie Bobby Brown avrebbe presentato una denuncia interna contro David Harbour, accusandolo di «bullismo e molestie» sul set. La notizia, riportata da media internazionali, parla di un fascicolo dettagliato e di un’indagine lunga mesi, durante le riprese del capitolo conclusivo della serie.




Fonti vicine alla produzione sottolineano che non ci sarebbero elementi di natura sessuale, ma segnalazioni ripetute su atteggiamenti considerati ostili e oppressivi. Netflix non ha rilasciato alcun commento ufficiale, mantenendo la linea del silenzio.
Un legame narrativo che si incrina dietro le quinte
La questione tocca due volti simbolo della saga. Harbour interpreta Jim Hopper, figura paterna per Eleven. Per anni, l’attore aveva parlato con toni affettuosi del rapporto con Brown, raccontando in un’intervista del 2021: «Ho sempre provato un senso di protezione nei suoi confronti. L’ho conosciuta quando era ancora una bambina, prima che la fama la travolgesse».
Oggi quel legame professionale – e narrativo – viene osservato con un filtro diverso. Nessuno dei due, al momento, ha scelto di commentare pubblicamente. Una postura che ha alimentato aspettative e domande sui social, dove fan e community della serie attendono conferme, smentite e chiarimenti.
Una chiusura attesissima ora sotto pressione
La stagione finale di Stranger Things è tra le più attese dell’anno e le riprese sono state complesse già per via degli scioperi e della lavorazione prolungata. Questa vicenda aggiunge un ulteriore strato di attenzione su un prodotto che ha segnato un’epoca per Netflix.
Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa estera, la piattaforma avrebbe preferito gestire tutto internamente, tutelando la produzione e cercando di evitare impatti sul set. Non emergono indicazioni di modifiche o ritardi nella messa in onda, che dovrebbe restare confermata.
L’ultima corsa a Hawkins parte dunque con un clima sospeso: luci accese sulla serie, bocche cucite sui protagonisti. E mentre i fan attendono la chiusura di una storia diventata fenomeno globale, dietro le quinte resta una domanda senza risposta ufficiale. Non sugli Upside Down, ma sulla realtà che si muove appena fuori dall’inquadratura.
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