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Spettacolo

Fedez al congresso di Forza Italia Giovani: la politica è diventata una sitcom

Il rapper sarà ospite del congresso dei giovani di Forza Italia. A invitarlo è stato proprio Maurizio Gasparri, quello che voleva 500mila euro di risarcimento dopo essere stato definito “maiale”. Ma ora tra i due sembra scattata la tregua. O almeno un selfie bipartisan.

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    La politica italiana non delude mai. E se pensavate che l’ingresso in Parlamento di influencer e tiktoker avesse già raggiunto il punto di non ritorno, vi sbagliavate. Perché stavolta è il turno di Fedez, che – udite udite – sarà il super ospite del congresso nazionale dei giovani di Forza Italia. No, non è uno sketch di Crozza. È successo davvero. E a dirlo, col piglio del cerimoniere di corte, è stato Maurizio Gasparri in persona.

    Sì, proprio lui, il capogruppo azzurro al Senato, che qualche tempo fa aveva definito Fedez un “coniglio” e che per questo si era beccato una querela da centomila euro. “Lui mi ha querelato e vuole 100mila euro perché l’ho chiamato coniglio – ha raccontato Gasparri – ma lui mi ha dato del maiale. Io ne voglio 500mila, ho già presentato la querela”. Sipario? Macché. Siparietto. Perché oggi, come nelle migliori commedie romantiche, i due ex nemici giurati si ritrovano alleati per una causa comune: il disagio giovanile.

    Dall’arena di Twitter al palco di Forza Italia

    A fare da sfondo a questa improbabile reunion è la “Maratona Bullismo” in corso a Roma, durante la quale Gasparri ha sganciato la bomba con l’entusiasmo di chi annuncia il ritorno dei Take That: “Con Fedez abbiamo parlato di disagio giovanile, in passato con lui abbiamo avuto anche delle polemiche, ci siamo confrontati e sabato posso annunciare che sarà ospite del congresso dei giovani di Forza Italia”.

    Ora, è vero che la politica è l’arte del compromesso, ma qui siamo a livelli di diplomazia vaticana. Perché se è possibile immaginare una riforma condivisa tra Lega e PD, resta difficile figurarsi Fedez seduto tra i giovani berlusconiani, mentre Gasparri lo introduce con un “amico e compagno d’idee”. E invece…

    “Questo Paese collassa e Gasparri mi fa causa”

    La storia fra i due ha avuto più fasi di una telenovela: ci sono stati gli insulti pubblici, i post al vetriolo, i tweet al vetriolo, i comunicati stampa al vetriolo. Fedez aveva commentato così la decisione del senatore di denunciarlo: “Il Paese collassa e Gasparri trova il tempo di farmi causa perché si è svegliato male. A questa classe politica serve l’insegnante di sostegno”.

    Poi aveva rincarato la dose, tirando fuori un vecchio episodio imbarazzante del passato dell’ex ministro: “Forse non vuoi che io ricordi alla nazione quando, da vicepresidente del Senato, hai dato della cicciona obesa a una bambina minorenne?”. Una sassata dritta ai denti, in puro stile Fedez, che non si è mai distinto per il politically correct.

    Ma oggi… tutti amici

    E oggi? Tutto dimenticato. Gasparri tende la mano, Fedez la stringe (si presume). L’Italia li guarda, e si domanda: ma siamo su Scherzi a parte o è la nuova normalità?

    La presenza del rapper al congresso dei giovani forzisti, almeno nelle intenzioni, dovrebbe servire a lanciare un messaggio forte sui temi del disagio e della salute mentale tra i giovani. E se questo è l’obiettivo, ben venga. Ma la sensazione, inutile nasconderlo, è che si stia cercando il colpo mediatico, il titolo facile, la copertina da social.

    Perché l’effetto collaterale di questo cortocircuito è la banalizzazione della politica e la spettacolarizzazione del dibattito pubblico. Non importa più cosa dici o che posizione hai: basta che tu faccia notizia.

    L’applausometro al posto del programma

    Non è la prima volta che Fedez si cimenta con la politica: basti ricordare il suo famoso monologo dal palco del Primo Maggio o le infinite polemiche con Salvini, Pillon, Meloni, perfino Mattarella. Ma finora era rimasto un antagonista, un outsider. Ora entra, seppur come ospite, in un evento ufficiale di un partito. E che partito: Forza Italia, non proprio l’ultimo arrivato.

    Una scelta che fa discutere. Perché se Fedez, ex “signor Ferragni” ora lanciato verso una carriera sempre più da opinionista-influencer-giornalista-rapper-produttore-giudice, accetta l’invito, è chiaro che la politica gli interessa eccome. Ma è altrettanto chiaro che Gasparri ha bisogno di un colpo a effetto per far parlare del congresso dei suoi giovani azzurri. E nulla come Fedez garantisce click, like, share e indignazione.

    E domani? Magari Vannacci al Pride

    La sensazione è che siamo entrati in una nuova era: quella della politica reality, dove tutto è fluido, tutto è immagine, tutto è temporaneo. Si litiga, ci si insulta, si querela. Poi si sale sul palco insieme e si fanno le foto. Come nei peggiori talent show, dove i concorrenti si insultano davanti alle telecamere e poi si abbracciano dietro le quinte.

    Ma se Fedez e Gasparri possono diventare amici, allora tutto è possibile. Domani magari vedremo Vannacci al Pride, o Elly Schlein ospite a un comizio di Fratelli d’Italia. Perché la politica, oggi, non ha più ideologie, solo trend.

    E l’unico vero partito che tiene, alla fine, è quello dell’audience.

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      Personaggi e interviste

      Raoul Bova rompe il silenzio dopo lo scandalo: «Ora racconto io» e torna sul set tra tv e cinema

      La bufera mediatica non lo ha fermato: sarà di nuovo Guido Borghi in Buongiorno mamma e protagonista in Don Matteo 15. Poi il cinema, con Pupi Avati e Berardo Carboni. Un ritorno che sa di rinascita.

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        Dopo settimane di silenzio e speculazioni, Raoul Bova ha deciso di parlare. L’attore romano, 53 anni, non ha mai nascosto la sofferenza per la rottura con Rocio Munoz Morales, ma lo scandalo degli audio circolati sui social lo aveva spinto a ritirarsi dalla scena pubblica. Ora però è pronto a raccontare la sua versione dei fatti e, soprattutto, a rimettersi in gioco.

        Il momento scelto non è casuale: coincide con l’annuncio dei suoi prossimi progetti televisivi. Bova tornerà infatti sul piccolo schermo con la terza stagione di Buongiorno mamma, dove vestirà ancora i panni di Guido Borghi, ruolo che lo ha consacrato come volto rassicurante della fiction italiana. Ma non basta: sarà anche tra i protagonisti di Don Matteo 15, serie amatissima dal pubblico Rai, dove il suo ingresso aveva già segnato una svolta narrativa importante.

        Una doppia presenza che ha il sapore del riscatto. Perché, tra pettegolezzi e indiscrezioni, l’attore ha sempre scelto di non cedere alla polemica. «Ci sono momenti in cui bisogna fermarsi, respirare e poi tornare più forti», ha confidato a chi gli è vicino.

        Ma il ritorno di Bova non si ferma alla tv. Sul fronte cinematografico lo attendono due registi di peso: Berardo Carboni, che lo ha voluto in Greta e le favole vere, e soprattutto Pupi Avati, che gli affida un ruolo centrale in Nel tepore del ballo. Due lavori diversi per tono e stile, ma accomunati dalla possibilità di mostrare ancora una volta la versatilità dell’attore.

        Il nuovo corso professionale coincide con un momento delicato sul piano personale. La fine della lunga relazione con Rocio Munoz Morales, madre delle sue figlie, ha riempito le pagine dei giornali di gossip. Ma Bova vuole voltare pagina: non un colpo di spugna, piuttosto la consapevolezza che la vita privata e quella artistica viaggiano su binari separati.

        Se gli scandali rischiano di trasformarsi in gabbie, l’unico antidoto è il lavoro. È lì, tra i set e le telecamere, che Raoul Bova prova a ritrovare la sua normalità. E il pubblico, a giudicare dall’attesa per i nuovi progetti, sembra pronto a seguirlo ancora una volta.

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          Televisione

          Bruno Barbieri e gli hotel da incubo: «In un 5 stelle da 600 euro non cambiarono neanche il copriletto macchiato»

          Barbieri svela i retroscena del programma e le sue esperienze da viaggiatore: dalle richieste assurde ai test del “cliente maleducato”, fino ai soggiorni più bizzarri, tra San Francisco, Firenze e Bogotà.

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            Bruno Barbieri non ha intenzione di fermarsi. Dopo sette anni al timone di 4 Hotel, il format che mette alla prova albergatori e personale in tutta Italia, lo chef romagnolo è pronto a tornare in tv con nuove puntate, registrate di recente anche nelle Marche. A Recanati, accolto in piazza Leopardi come una star, ha confermato che l’obiettivo dello show resta lo stesso di sempre: «Ripulire l’hotellerie da chi non è capace di fare questo mestiere. E già in questi anni, dal 2018 a oggi, le cose sono cambiate tantissimo».

            Sulle pagine di Gente, Barbieri ha raccontato i retroscena del programma: «Non c’è finzione. Gli imprevisti succedono sempre, anche se sanno che arrivo. E i test del cliente maleducato, con richieste assurde e improvvise, servono soprattutto a loro per migliorarsi».

            Non mancano gli aneddoti. Uno dei più clamorosi riguarda un hotel di lusso a Firenze: «Una volta, alle 11 e mezza di sera, ho chiesto una camomilla. L’albergo era bellissimo, 600 euro a notte. Per sbaglio la verso sul copriletto e chiamo in reception. Mi rifanno la camomilla, ma mi dicono che non possono cambiare il copriletto perché non ne avevano un altro di ricambio. Inaccettabile!».

            Ma non si tratta solo di esperienze televisive. Da viaggiatore instancabile, Barbieri si è imbattuto in situazioni da film. «Trent’anni fa, con un amico a San Francisco, finimmo in un albergaccio da 30 dollari a notte. Aprii la finestra e dietro c’era un muro. Spostai il letto e sotto trovai una scarpa rossa col tacco e una catena d’oro. Tutta la notte il campanello suonava. Morale? Eravamo finiti in un albergo a ore».

            Più recente invece la disavventura in Colombia: «A Bogotá arrivo di sera con la mia prenotazione in mano e scopro che si erano rivenduti la mia stanza. Ho fatto una scenata pazzesca: “Lei non sa chi sono io!”. Alla fine mi hanno mandato in un altro hotel e non ho pagato nulla».

            La vita on the road gli ha insegnato che la leggerezza è la chiave. «Viaggiare con le valigie è una rottura di palle mostruosa. Porto il minimo indispensabile e compro quello che mi serve in loco. Per viaggiare bastano tre cose: una buona carta di credito, una buona assicurazione e un telefono. Tutto il resto viene da sé».

            Lo chef sorride, racconta e provoca, ma sotto c’è sempre la sua filosofia: viaggiare significa scoprire, e per gli hotel la regola è la stessa. Anche dietro il lusso, se manca la cura, la verità prima o poi salta fuori.

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              Personaggi e interviste

              Leonardo Pieraccioni confessa: «Dopo la fine con Laura Torrisi sono rimasto casto per tre anni e mezzo»

              Pieraccioni, in un’intervista, racconta con ironia il suo “digiuno sentimentale”: «Avevo la testa altrove, il pensiero fisso era che mia figlia non subisse il trauma della separazione». E svela l’aneddoto del panettone nel frigorifero.

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                Ci sono storie d’amore che finiscono, e poi ci sono quelle che continuano a vivere sotto altre forme: l’affetto, la responsabilità, la condivisione di un figlio. Leonardo Pieraccioni e Laura Torrisi si sono detti addio nel 2014, dopo sette anni insieme e la nascita di Martina. Un addio che sembrava archiviato, almeno nelle cronache rosa. Invece, a distanza di un decennio, il regista toscano ha deciso di raccontare un dettaglio inaspettato.

                In un’intervista al settimanale Oggi, Pieraccioni ha svelato che dopo la rottura con la compagna visse un lungo periodo di astinenza: «Tre anni e mezzo, per la precisione. Ho chiamato la signorina con cui avevo interrotto questo “ciclo”, proprio per datarlo con certezza. Mi ha detto: “Io non me lo ricordo, di preciso, quando facemmo l’amore. Però ricordo che aprii il frigorifero e c’era solo il panettone”. Quindi era Natale, e al conto ho aggiunto altri sei mesi».

                Con la sua solita verve, Pieraccioni ha trasformato la confessione in una battuta. Ma dietro l’ironia si nasconde un periodo tutt’altro che leggero. «Con Laura ci eravamo lasciati e avevamo una bambina piccola da crescere. Il mio pensiero fisso era che Martina non subisse il trauma della separazione. E quando la testa c’ha pensieri, non vai a cercare una ragazza».

                Per l’attore e regista fiorentino, insomma, le priorità erano altre. Non le relazioni, non i flirt, ma il rapporto con la figlia, il suo equilibrio, il suo futuro. «Quando ci sono i figli – ha aggiunto – non ti puoi permettere distrazioni. Tutto quello che fai deve ruotare intorno a loro, soprattutto nei momenti più delicati».

                L’astinenza, dunque, non fu un sacrificio, ma quasi una conseguenza naturale. Una scelta che oggi Pieraccioni riesce a raccontare con leggerezza, ricordando persino l’aneddoto curioso del frigorifero con il panettone, diventato la sua “clessidra personale” per datare quel periodo di solitudine.

                Laura Torrisi, dal canto suo, ha sempre mantenuto un rapporto sereno con l’ex compagno, condividendo con lui la crescita della figlia Martina. Entrambi hanno più volte ribadito, negli anni, che la priorità resta l’essere genitori, anche se le loro strade sentimentali hanno preso direzioni diverse.

                Per Pieraccioni, che ha fatto dell’autoironia un marchio di fabbrica, la confessione arriva come un nuovo capitolo della sua narrativa personale, fatta di aneddoti pungenti e di verità raccontate con leggerezza. Una verità che sorprende, soprattutto in un mondo dello spettacolo che sembra correre sempre dietro a passioni e nuove storie.

                Lui, invece, ammette di essersi fermato. Per amore, paradossalmente. Non quello di coppia, ma quello che lega per sempre un padre a sua figlia.

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