Personaggi
Elodie e Diletta Leotta su un jet privato: la rete esplode tra polemiche e contraddizioni
Sorrisi in aeroporto, ma il web non perdona: accusate di incoerenza tra stile di vita e sensibilità ambientale. Intanto, il dibattito sui voli privati e il loro impatto climatico torna al centro della scena.
																								
												
												
											Un weekend di relax a Ibiza si è trasformato in un caso mediatico per Elodie e Diletta Leotta, rientrate dalle Baleari a bordo di un jet privato. Le immagini del loro arrivo all’aeroporto di Milano, condivise online da un utente – probabilmente un paparazzo – hanno scatenato una pioggia di critiche. Nel breve video si vedono le due vip, sorridenti, scendere da un lussuoso velivolo della compagnia Top Jet Executive. Accompagnate dalla ballerina Franceska Nuredini, già parte del team di Elodie in tournée.
Il viaggio “tra amiche”, organizzato senza i rispettivi compagni Andrea Iannone e Loris Karius, ha riacceso il dibattito sull’uso dei jet privati da parte dei personaggi pubblici. Le accuse rivolte alle due protagoniste non riguardano solo lo sfarzo, ma soprattutto la coerenza. Elodie, spesso vicina a tematiche ambientali, è stata bersagliata. «Fa la paladina green e poi vola in jet?», si legge in uno dei commenti apparsi sui social. Diletta Leotta, più abituata a viaggiare in aereo privato anche per lavoro, è stata invece vista con maggiore indulgenza: «Almeno non fa prediche», ha scritto qualcuno.
I dati però parlano chiaro. Secondo uno studio del Transport & Environment Group, i jet privati producono fino a 10 volte più CO₂ per passeggero. Rispetto a un volo commerciale e fino a 50 volte più di un treno ad alta velocità. Un’ora di volo può generare da 1 a 2 tonnellate di CO₂, l’equivalente delle emissioni annue di un cittadino in un Paese a basso reddito. Numeri che spingono organizzazioni ambientaliste come Greenpeace a chiedere con urgenza misure restrittive, se non veri e propri divieti per i voli privati a corto raggio.
Dal canto suo, la compagnia coinvolta ha dichiarato sul proprio sito di puntare alla neutralità climatica entro il 2030. Attraverso l’impiego di carburanti sostenibili e partnership per la compensazione delle emissioni. Ma per l’opinione pubblica, sempre più attenta alle scelte green, le promesse future non bastano.
Per ora, né Elodie né Leotta hanno replicato alle critiche. Ma la polemica è solo l’ultima di una lunga serie che coinvolge celebrità e sostenibilità. Il mondo dei vip, tra jet e influencer, è sempre più sotto la lente: in un’epoca di crisi climatica, ogni scelta – soprattutto se pubblica – conta.
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Personaggi
Madalina Ghenea, anni di stalking e paura: “C’erano giorni in cui non riuscivo a lavorare”. In aula anche l’ex Leonardo Del Vecchio
La modella parla di “momenti duri che nessuna donna dovrebbe vivere”. Del Vecchio racconta di account falsi e tentativi di screditare entrambi. La prossima udienza il 12 gennaio, quando Madalina tornerà in aula per testimoniare.
														“Questi momenti sono molto importanti, non solo per la mia famiglia ma per tutte le vittime”. Madalina Ghenea esce dall’aula del tribunale di Milano con voce ferma e tono pacato, ma la vicenda che racconta è tutto fuorché leggera. Da anni la modella e attrice sostiene di essere bersaglio di una persecuzione sui social da parte di una 45enne, oggi imputata per stalking aggravato. Messaggi continui, insulti, minacce, profili fake creati con lo scopo — dice — di rovinarle reputazione e serenità.
All’udienza davanti alla quinta sezione penale parla anche Leonardo Maria Del Vecchio, figlio dell’imprenditore Luxottica ed ex compagno di Madalina, che conferma il clima vissuto: “C’erano giorni in cui Madalina non riusciva neanche a lavorare, era un po’ triste. Poi, quando sono diventato anche io target di questa persona, mi scriveva da account fake parlando male di lei”.
Un meccanismo ripetitivo e martellante, racconta Del Vecchio, capace di coinvolgere non solo la coppia ma la cerchia affettiva e professionale della modella: “Attaccava lei scrivendo a me e screditandola. Tutte le persone attorno a lei venivano targettizzate”. Un accerchiamento digitale, fatto di insinuazioni e messaggi seriali, che avrebbe generato ansia e tensione costante.
E non solo virtuale: in un passaggio della sua deposizione, Del Vecchio rivela che la modella avrebbe persino preso informazioni per acquistare “due porte blindate di livello” per proteggere se stessa e la sua famiglia. Una scelta che restituisce la misura della paura.
Madalina, difesa dall’avvocata Maria Manuela Mascalchi — che assiste anche Del Vecchio — ha spiegato di aver trovato il coraggio di denunciare per se stessa e per “tutte le donne che vivono situazioni simili”. L’attrice, parte civile insieme alla madre, sarà sentita direttamente alla prossima udienza fissata per il 12 gennaio.
Oggi, intanto, ha voluto ribadire un concetto semplice ma essenziale: “Spero non leggeremo più certe notizie, fanno troppo male”. Non un gesto di rabbia, piuttosto un appello alla dignità e al rispetto in un’epoca in cui l’odio digitale diventa troppo spesso arma e spettacolo.
Il processo continua. E insieme a esso, il passo lento e complesso della giustizia verso chi è convinto — e rivendica — che nessuno debba sentirsi braccato nella propria vita, nemmeno dietro a uno schermo.
Personaggi
Michelle Hunziker, altro che crisi: Nino Tronchetti Provera compra una palazzina da 14 milioni per lei
Si parlava di addio imminente, invece arriva un segnale che pesa — letteralmente — tonnellate di mattoni e amore: Nino Tronchetti Provera avrebbe acquistato un intero palazzo nel cuore di Milano, a due passi da San Babila, per farne il nido con Michelle Hunziker. Un gesto dal valore di circa 14 milioni di euro. Eppure, su quell’indirizzo aleggia una vecchia “maledizione sentimentale” che avrebbe colpito le coppie precedenti. Ma Michelle e Nino sembrano non essere il tipo da lasciarsi condizionare da superstizioni
														Altro che vento di crisi. Altro che addio. Michelle Hunziker e Nino Tronchetti Provera sembrano aver scelto la strategia più semplice per silenziare i pettegolezzi: continuare a volersi bene e, nel dubbio, comprare un palazzo. Sì, un palazzo intero. Perché quando l’amore è solido e il conto in banca è robusto, non si risponde ai rumors con post criptici o sguardi languidi, ma con una mossa che fa rumore, e tanto.
Secondo quanto riportato da Oggi, la scintilla tra Michelle e Nino sarebbe scoccata proprio davanti a quell’immobile elegante a pochi passi da San Babila, uno di quei gioielli immobiliari che sembrano usciti da una cartolina di una Milano riservata, verde e ricchissima. Lei lo vede, lui lo vede. Cupido stavolta si presenta col tailleur e una planimetria. E a quanto pare, quella visione condivisa si è trasformata in realtà: l’imprenditore avrebbe deciso di acquistare l’intera palazzina, con giardino privato, per circa 14 milioni di euro. Un gesto più eloquente di qualunque dichiarazione social.
Nonostante la coppia continui a stare lontana dai riflettori — scelta rara per un volto amatissimo della tv come Michelle — il passo verso la convivenza appare deciso. Un nido d’amore costruito in verticale, tra pareti importanti e una privacy blindata. Perfetto per una storia che sembra voler restare lontana dal clamore, nutrita più da piani concreti che da dichiarazioni di rito.
C’è però un dettaglio folkloristico che aggiunge sapore — e brivido — alla vicenda. La palazzina in questione, racconta Today, avrebbe una nomea non proprio accomodante. Le coppie che l’hanno abitata negli anni passati si sarebbero puntualmente lasciate. Una sorta di maledizione immobiliare, come se quelle facciate ordinate e quel giardino curato nascondessero un karma difficile da domare.
Ma Michelle e Nino non paiono tipi da farsi impressionare dai racconti da cronache mondane. Sembrano piuttosto la coppia del “proviamo e vediamo”, con serenità e piede ben piantato nel presente. La maledizione, semmai, è quella che ogni tanto colpisce chi crede che l’amore di una donna forte e indipendente debba per forza passare dai flash o dagli hashtag.
Per ora, i due scelgono la loro via: riservatezza, concretezza e, va detto, un indirizzo a cinque zeri che sa di promessa e progetto. Non serve altro.
Personaggi
Vivian Jenna Wilson si libera del cognome Musk: «Non voglio più avere a che fare con lui». La figlia di Elon rompe con il padre
Cambio di nome, nessuna eredità, vita condivisa in un appartamento di Los Angeles e orgoglio militante. Vivian Jenna Wilson, figlia di Elon Musk, rivendica la propria indipendenza e attacca il magnate: «Ha voluto figli brillanti, non felici». E sul passato: «Non volevo più portare quel cognome, faccio quello che voglio».
														Vivian Jenna Wilson ha un obiettivo chiaro: vivere una vita che non abbia nulla a che fare con suo padre. Un nome pesante, quello di Elon Musk, che a ventun anni ha deciso di abbandonare, legandosi invece a quello della madre, Justine Wilson. A Paris Match racconta il perché senza giri di parole: «Non volevo più avere a che fare con tutte quelle stronzate legate al nome. E poi faccio quello che voglio».
La rottura con il patron di Tesla e SpaceX non è solo affettiva: è culturale, politica, identitaria. Vivian fa coming out come persona trans nel 2020 e cambia legalmente sesso due anni dopo. Da allora, la distanza con Musk si trasforma in frattura pubblica. Lei sfila, studia, lavora, condivide un appartamento a Los Angeles. «Non vivo in una villa. Non ho una Tesla», dice con ironia feroce. A chi su TikTok l’ha dipinta erede da 40 miliardi risponde così: «Se fosse vero, non ci sarebbero più senzatetto né fame nel mondo».
La giovane rivendica con orgoglio la strada costruita da sola: modella emergente, attivista LGBTQIA+, voce presente nelle marce e online. Non cerca pietà, non cerca eredità: cerca spazio. E lontananza. «La sola menzione del suo nome mi fa spegnere il cervello», confessa. Una frase che sintetizza anni di incomprensioni, culminate nella rottura definitiva.
Il contrasto non è solo familiare, ma filosofico. «Quando avevo dieci anni mi disse che Marte sarebbe stato il futuro dell’umanità. Pensai: chi si occuperà della Terra allora? Non parlavamo la stessa lingua». È la fotografia di due mondi che non si incontrano: da un lato il miliardario convinto che il progresso passi dalla colonizzazione dello spazio; dall’altro una figlia che difende i diritti delle minoranze e marcia sul suolo terrestre, tra le persone.
Sui social Musk l’ha cancellata – letteralmente: «Mio figlio Xavier è morto. Ucciso dal virus woke», scrisse. Oggi lei restituisce il colpo con una frase glaciale: «La morale non si misura in dollari». Non cerca un confronto, non chiede riconciliazione. Alza il mento, senza paura: «Sono stata usata come esempio per dimostrare che i bambini trans non dovrebbero esistere. Non potevo lasciar correre. Non è un capriccio politico. È una questione di sopravvivenza».
In mezzo, nessun accordo, nessun passo indietro. Solo una ragazza che ha deciso chi vuole essere. E un padre che, almeno per lei, non è più una stella nella stessa galassia.
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