Cinema
Emma Heming Willis rivela: la decisione più dura per Bruce con demenza
In un’intervista rilasciata a Diane Sawyer, Emma Heming Willis racconta il doloroso adattamento alla diagnosi di demenza frontotemporale del marito, tra separazioni necessarie, piccoli momenti di connessione e un cammino condiviso di cura e amore.

«La mia decisione più difficile»: così Emma Heming Willis definisce lo spostamento del marito, l’attore Bruce Willis, in una seconda abitazione adeguata alle sue esigenze. La scelta è stata resa necessaria dalla diagnosi di demenza frontotemporale (FTD), che nel 2023 ha sostituito quella precedente di afasia, innescando un progressivo declino del linguaggio e della personalità.
Secondo il racconto di Emma durante lo speciale ABC Emma & Bruce Willis: The Unexpected Journey, il trasferimento è stato inevitabile: «Bruce avrebbe voluto questo per le nostre figlie. Vorrebbe che vivessero in una casa adatta a loro, non ai suoi bisogni».
Ora Bruce vive in una casa a un piano, affidato a un team di assistenza attivo 24 ore su 24. Un ambiente pensato per garantire sicurezza, comfort e un clima sereno, grazie anche alla vicinanza della famiglia. Emma e le due giovani figlie, Mabel (13) ed Evelyn (11), trascorrono con lui momenti condivisi: «Ci ritroviamo a fare colazione insieme o guardare un film… si tratta solo di esserci e ricreare quella connessione».
Emma racconta anche della difficoltà di apprendere la diagnosi: «Ero in preda al panico, non riuscivo nemmeno a pronunciare il nome della malattia… era come cadere nel vuoto». Tuttavia, mentre il fisico di Bruce resta solido, la sua capacità di comunicare si affievolisce: «Il suo cervello lo sta tradendo — dice Emma — il linguaggio sta andando via, ma abbiamo imparato nuovi modi di comunicare». Nonostante tutto, piccoli lampi della sua personalità emergono: «Il suo sorriso… quel guizzo negli occhi… e poi sparisce».
Emma ha reso pubblico il suo percorso di caregiving anche attraverso un libro intitolato The Unexpected Journey: Finding Strength, Hope and Yourself on the Caregiving Path, in uscita il 9 settembre, rivolto a chi vive esperienze simili.
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Cinema
Alain Delon, la guerra dei figli per l’eredità: Alain-Fabien contro Anthony e Anouchka, testamento nel mirino dei giudici
Il documento, firmato a Ginevra, nomina unica erede Anouchka, correggendo il primo testamento che divideva il patrimonio tra i tre figli. Alain-Fabien denuncia i fratelli e contesta anche una donazione che assegna alla sorella la maggioranza delle quote della società Adid. Prima udienza fissata per marzo 2026 a Parigi.

Non c’è pace tra i figli di Alain Delon, il divo del cinema francese morto a 88 anni poco più di un anno fa. Il più giovane, Alain-Fabien, 31 anni, ha fatto causa al fratello Anthony, 60, e alla sorella Anouchka, 34, chiedendo l’annullamento del secondo testamento dell’attore. Secondo quanto riportato da “Le Monde”, sarebbe in possesso di prove mediche inedite che dimostrerebbero come, al momento della firma, il padre non fosse più in grado di intendere e volere.

La notizia è stata comunicata ufficialmente agli eredi da un ufficiale giudiziario. Il testamento impugnato è quello redatto a Ginevra, con cui Delon nominava unica beneficiaria Anouchka, correggendo il contenuto del primo, risalente al 2015. In quell’occasione l’attore aveva deciso di dividere il patrimonio, stimato in diverse decine di milioni di euro, tra i tre figli. Metà ad Anouchka, il resto suddiviso in parti uguali tra Anthony e Alain-Fabien.
Nella sua azione legale, il figlio minore contesta non solo il testamento. Ma anche una donazione del 2023 che assegna ad Anouchka il 51% delle quote di Adid (Alain Delon International Distribution), la società che gestisce il marchio e i diritti d’immagine dell’attore. Anche Anthony viene coinvolto nella causa, in quanto la legge francese impone che tutti gli eredi ed eventuali esecutori testamentari siano citati in giudizio.
A sostegno della sua richiesta, Alain-Fabien richiama la decisione di un tribunale del 2024. Che aveva imposto a Delon una misura di “tutela rafforzata” poiché l’attore “presentava disturbi cognitivi che alterano l’espressione della volontà”. Per questo, sostiene, non avrebbe avuto “il discernimento sufficiente” per firmare né un testamento né atti di donazione.
La prima udienza civile è fissata per il 9 marzo 2026 davanti al tribunale di Parigi. Un appuntamento che si annuncia come il capitolo giudiziario più delicato della saga familiare. Destinata a gettare un’ombra sul mito di Alain Delon anche dopo la sua morte.
Cinema
Cine Award 2025, la grande notte del Made in Italy: da Elettra Lamborghini a Tatiana Luter, a Andrea Iervolino
Condotta da Beppe Convertini, la cerimonia ha visto protagonisti Michele Lo Foco, Andrea Iervolino, Bobby Moresco e le famiglie Lamborghini, Maserati, Ferrari e Bugatti. Tra i premi, il valore del cinema come veicolo culturale e commerciale dell’Italia nel mondo.

La cornice esclusiva della Terrazza Atlas Concorde dell’Hotel Excelsior ha ospitato il Cine Award 2025, appuntamento collaterale della 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La cerimonia, condotta da Beppe Convertini, ha unito glamour e riflessione, celebrando il cinema come strumento capace di intrecciare mito, industria e cultura.











Sul palco, Convertini ha accolto l’avvocato Michele Lo Foco, membro del Consiglio Superiore della Cinematografia, che ha sottolineato il ruolo del cinema come veicolo di esportazione culturale. «Gli americani lo fanno da decenni, hanno portato nel mondo i loro prodotti, i loro modi di dire, persino i loro personaggi», ha dichiarato Lo Foco, ricordando come anche l’Italia, negli anni d’oro, seppe imporre capolavori che fecero scuola. Un passaggio importante è stato dedicato al produttore Andrea Iervolino, definito esempio di chi sa dare respiro internazionale ai brand italiani. «Marchi come Ferrari, Lamborghini, Maserati – ha aggiunto Lo Foco – sono punte di diamante della nostra industria e il cinema deve farli circolare nel mondo».
Il cuore della serata è stato rappresentato dagli Italian Excellence in International Films Award 2025, destinati a famiglie e marchi che hanno contribuito a diffondere il mito del Made in Italy. Il primo riconoscimento è andato alla famiglia Lamborghini, ritirato da Elettra Lamborghini. «Ricevere questo premio è un’emozione incredibile», ha detto l’artista, premiata da Roberto Alessi, presidente del Comitato Amici del Cinema, che ha ricordato l’impegno a valorizzare chi esalta il marchio Italia.
A seguire, il premio alla famiglia Maserati, ritirato da Fabia Maserati e dal figlio Manuel Maserati, discendenti di Ernesto. Sul palco con loro Annie Bezikian, protagonista del film Maserati: The Brothers, che ha raccontato l’emozione di interpretare una storia così legata all’automotive italiano.
Poi è stata la volta di Andrea Iervolino, che ha espresso la soddisfazione di un lavoro costruito portando talenti e marchi italiani oltre confine, e di Bobby Moresco, Premio Oscar 2006, che ha dichiarato: «Scrivere storie che uniscono cinema e leggende italiane mi permette di condividere il talento del nostro Paese con il mondo intero».
La famiglia Ferrari ha ricevuto il riconoscimento attraverso Tatiana Luter, che ha ribadito il ruolo di Ferrari come simbolo di eccellenza. A premiarla è stato Marco Miglio, direttore di Ville e Giardini, che ha ricordato come il Cavallino unisca performance e stile in un racconto capace di ispirare il cinema internazionale.
Ultimo premio di serata alla famiglia Bugatti, ritirato da Floriana Gentile. «Bugatti rappresenta ingegno ed eleganza, valori che vogliamo condividere attraverso il cinema», ha commentato. Con lei sul palco Gianni Ippoliti, giornalista e volto Rai, che ha sottolineato il legame tra tradizione industriale e narrazione cinematografica.
In chiusura, Roberto Alessi ha lanciato una riflessione sul futuro del settore: «Il caso del tax credit ci ricorda la necessità di regole chiare e trasparenza, ma senza bloccare chi lavora seriamente. Consegnare oggi un premio ad Andrea Iervolino significa riconoscere il valore di produttori capaci di dare al cinema italiano una visione internazionale».
La serata si è conclusa con i ringraziamenti di Beppe Convertini e l’annuncio della cena di gala presso la Terrazza Campari, dove i festeggiamenti sono proseguiti tra brindisi e nuovi riconoscimenti. Un appuntamento che ha confermato come la Mostra di Venezia sia non solo vetrina d’autore ma anche piattaforma di eccellenza per celebrare il legame tra cinema, industria e Made in Italy.
Cinema
Marco Giallini e Giorgia Battisti, bacio da star sul red carpet di Venezia: quattro anni d’amore lontano dai riflettori
La coppia, insieme da circa quattro anni, vive una relazione riservata ma solida. Sul tappeto rosso di Venezia i due si sono mostrati complici e innamorati, tra mano nella mano e un bacio che ha conquistato fotografi e fan.

Marco Giallini non è mai stato un attore da gossip facile. Romano, schivo, con una carriera costruita più sul talento che sulle copertine, raramente concede spunti sulla sua vita privata. Ma stavolta, complice la magia della Mostra del Cinema di Venezia, ha fatto un’eccezione. Sul red carpet ha sfilato mano nella mano con Giorgia Battisti, la compagna con cui condivide da circa quattro anni una storia d’amore lontana dai riflettori. E, davanti ai flash, i due si sono scambiati un bacio che ha fatto il giro dei social in poche ore.

Un gesto spontaneo, accolto con applausi e sorrisi dal pubblico, che ha visto l’attore lasciarsi andare in una delle sue rare effusioni pubbliche. Le immagini hanno fatto battere il cuore ai fan, abituati a un Giallini che difende la sua privacy con discrezione. A stemperare la solennità del momento ci ha pensato Giorgia Battisti, che su Instagram ha commentato ironicamente: «Emozioni senza fine sul red carpet. “Senza fine” come le emozioni di ieri mano nella mano con te. “Senza fine”… soprattutto come i tacchi dopo tre ore di red carpet».


Un post leggero, che racconta la sintonia della coppia e il modo in cui riesce a condividere anche l’ironia della quotidianità. Lui, più riservato, ha scelto di postare soltanto una foto della serata nelle storie, senza parole: a parlare è bastato il bacio.
Da tempo Giallini e la Battisti partecipano insieme ad anteprime ed eventi, ma raramente si lasciano immortalare in atteggiamenti così intimi. È questo che ha reso speciale la passerella veneziana, trasformando un semplice bacio in un piccolo evento capace di accendere la curiosità di chi li segue.
Non serve molto altro: Giallini resta l’attore diretto e concreto che il pubblico ama per ruoli intensi e mai banali, ma con quel gesto ha mostrato un lato più tenero, quello dell’uomo innamorato che, per una volta, non teme i flash. Venezia, dopotutto, è anche questo: un palcoscenico dove il cinema e la vita s’intrecciano, lasciando spazio a momenti che diventano memorabili.
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