Spettacolo
Capri, il Premio Fersen a Villa Lysis: la conduzione di Francesca Lovatelli Caetani e Gianpaolo Furgiuele. Premi a storici, scrittori e artisti
Tra i premiati Filippo Barattolo, Kristina Kappellin e Gabriele Romani. Un evento che ha riportato Villa Lysis al centro della vita culturale caprese.

Villa Lysis è tornata ad accendersi per la seconda edizione del Premio Internazionale Jacques d’Adelswärd-Fersen, dedicato allo scrittore francese che scelse Capri come rifugio all’inizio del Novecento. Una serata che ha unito studiosi, scrittori, musicisti e rappresentanti istituzionali, restituendo all’isola la dimensione di crocevia culturale che l’ha sempre contraddistinta.
A condurre l’appuntamento è stata la giornalista Francesca Lovatelli Caetani, accanto allo psicoanalista e scrittore Gianpaolo Furgiuele. Con tono sobrio e partecipato, la Lovatelli ha alternato la presentazione dei premiati a un richiamo al legame familiare con la storia caprese: la sua bisnonna Ephy fu amica dello stesso Fersen. «Questo è un matrimonio culturale, un ponte che unisce chi lavora al Premio e tutti voi, per continuare a valorizzare il mito di Fersen e anche la stessa Capri», ha ricordato.
Tra i premiati il professor Filippo Barattolo, presidente del Centro Caprense Ignazio Cerio; Monica e Barbara Borsotto, creatrici dell’Atelier Daphné di Sanremo; Kristina Kappellin, sovrintendente di Villa San Michele; lo scrittore e storico dell’arte Gabriele Romani, autore del volume Confini d’identità – Juana Romani; e il ballerino e coreografo Ivano Esposito.
Il programma musicale ha visto protagonisti il maestro Salvatore Guglielmino e Carmine Monaco d’Ambrosia, cantante lirico e autore, che hanno contribuito a rendere l’atmosfera meno formale e più vicina a quella di un salotto.
Furgiuele, che allo scrittore francese ha dedicato diversi studi, ha ribadito: «Questo evento permette di ricontestualizzare l’autore nella storia letteraria europea, dopo un silenzio assordante da parte della critica».
L’intervento istituzionale è arrivato con Sandra Cioffi, presidente del Consiglio Nazionale Utenti AGCOM: «Il Premio è un tributo alla cultura caprese e internazionale, capace di unire arte, letteratura e impegno sociale».
In definitiva, a emergere non è stata una sola voce ma un mosaico di contributi che ha ridato a Villa Lysis la sua funzione originaria: luogo di incontro, confronto e memoria. La conduzione della Lovatelli ha garantito equilibrio e ritmo, senza forzature, confermando come la sua presenza abbia contribuito a dare coerenza e sobrietà a un premio che vuole vivere non di retorica, ma di contenuti.
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Musica
Laura Pausini: “I miei difetti li nascondo, ma sul palco non ho paura”
La cantante romagnola si confida al Corriere della Sera: tra insicurezze mai superate, un nuovo album in arrivo e l’apertura del suo museo a Solarolo, ripercorre i capitoli più intimi e professionali della sua carriera.

«Non sono mai arrivata ad accettarli o ad amarli, ho sempre cercato di nasconderli», ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera. La musica è stata la sua via di fuga: «Il palco è l’unico posto dove non ho paura».
Un nuovo album e due versioni
Nel frattempo, l’artista è al lavoro su Io Canto 2, il nuovo progetto discografico che uscirà in due edizioni distinte: una in italiano e una in spagnolo, con scalette completamente differenti. Una scelta che conferma il doppio legame della cantante con il pubblico italiano e latinoamericano, che l’ha seguita con entusiasmo sin dagli esordi.
Solarolo come Graceland
Parallelamente alla musica, il 13 settembre Laura ha aperto le porte del suo museo personale a Solarolo, il paese natale. «Mio padre ha conservato tutto della mia carriera e da fan di Elvis ha pensato: facciamo come Graceland. Io inizialmente ero contraria, ma poi mi ha convinta il parere dei fan», ha confessato.
Ogni stanza avrà un tema: la cucina sarà dedicata ai programmi tv, il soggiorno alle tournée, un’intera sala ai memorabilia a rotazione e un ultimo spazio raccoglierà gli oggetti usati nel docufilm, come i fogli originali con le modifiche al testo di La solitudine, il brano che lanciò la sua carriera a Sanremo.
Tra salute e cambiamento personale
La Pausini ha parlato anche del percorso di trasformazione fisica che l’ha portata a perdere peso. «Ho iniziato a dimagrire durante l’ultimo tour e ho capito che affidarsi ai medici è fondamentale. Mi alleno tre volte a settimana alternando aerobica e stretching», ha spiegato. Con una battuta, ha aggiunto: «Per una vita sana bisogna eliminare non solo i carboidrati, ma anche le persone tossiche».
Paola, una figlia già sul palco
Non è mancato un accenno al rapporto con la figlia Paola, che ha ereditato la passione per la musica e una certa determinazione. «A Capodanno è salita sul palco e ha suonato il basso per 21 minuti. Poi ci ha detto: “Ho sbagliato solo tre volte, voi di più”».
Laura ha anche raccontato il suo approccio all’educazione digitale: dal primo telefono limitato alle chiamate, al vecchio smartphone senza social, fino alle regole condivise con il marito Paolo Carta. «Io ero la più severa, ma alla fine lei ha trovato un equilibrio, usando il telefono solo in determinate fasce orarie».
Una vita sempre in corsa
Tra ricordi di soffitta trasformati in esposizione, nuovi brani in studio e allenamenti per restare in forma, Laura Pausini si racconta oggi con più consapevolezza. Restano le insicurezze di sempre, ma la musica continua a essere il rifugio sicuro da cui partire per ogni nuova sfida.
Televisione
X Factor, scoppia il caso Virginia: la concorrente protesta dopo il siparietto con Achille Lauro
Durante le audizioni la giovane cantante ha raccontato un aneddoto che ha acceso i riflettori più sul gossip che sul talento. Dopo la puntata, sfogo sui social: “La mia voce messa in secondo piano da una scenetta da quattro soldi”.

La scintilla è nata venerdì 12 settembre, durante la puntata di audizioni andata in onda su Sky e in streaming su NOW. Protagonista Virginia, una concorrente che ha deciso di chiarire sui social il malessere provato dopo la messa in onda della sua esibizione, ridimensionata – a suo dire – da un momento televisivo costruito intorno al suo racconto personale.
L’aneddoto su Achille Lauro
Prima di esibirsi, Virginia ha ricordato di aver incontrato Achille Lauro e Boss Doms a un concerto, precisando di essere una loro fan. Il racconto, interrotto da un episodio imprevisto – l’uso di spray urticante che causò panico tra il pubblico – ha offerto lo spunto per battute e ironie da parte dei giudici. Jake La Furia, scherzando, ha commentato il “mancato limone” tra la cantante e Lauro. Virginia, con un sorriso, ha replicato: «Non è ancora detto». Una frase che ha alimentato all’istante il chiacchiericcio social.

Il malumore dopo la puntata
La reazione online non si è fatta attendere: meme, battute e commenti hanno monopolizzato il dibattito, oscurando la sua performance musicale. A quel punto la concorrente ha scelto di intervenire con un lungo sfogo: «Ragazzi, è televisione questa. Non so se avete presente come funziona un programma televisivo. Mi dispiace che la mia voce e la mia persona siano passate in secondo piano per un siparietto televisivo da quattro soldi».
Tra contratti e silenzi forzati
Virginia non si è fermata qui. In un altro passaggio, ha sottolineato la frustrazione di non poter parlare liberamente di alcuni aspetti legati alla trasmissione: «Purtroppo ho firmato un contratto di privacy, quindi per questioni legali e formali non posso dire nulla». Parole che lasciano intendere come dietro la sua insoddisfazione possano esserci anche dinamiche di produzione e scelte narrative, non solo il momento di leggerezza in studio.
Il dibattito sui social
L’episodio ha acceso un confronto acceso tra gli spettatori. C’è chi ha accusato il talent di dare più spazio ai siparietti che al canto e chi, invece, ha difeso la leggerezza del programma, ricordando che X Factor è sempre stato una miscela di musica, personalità e spettacolo. Sui profili ufficiali del format, intanto, il frammento con Virginia e Achille Lauro è uno dei più commentati delle ultime ore.
Musica contro gossip
Virginia, che ha dichiarato di provenire da esperienze legate al jazz e all’R&B, ha voluto ribadire che il suo obiettivo resta far emergere la sua voce, non alimentare dinamiche di gossip. Un messaggio che risuona forte in un contesto televisivo in cui i confini tra show e musica sono sempre più sottili.
Il caso Virginia dimostra ancora una volta come X Factor non sia solo un palcoscenico musicale, ma anche una macchina narrativa pronta a trasformare ogni dettaglio in televisione. Resta da capire se la concorrente riuscirà a spostare nuovamente i riflettori sul suo talento, lasciandosi alle spalle la polemica che, per il momento, l’ha resa una delle protagoniste più discusse di questa edizione.
Cinema
Nino D’Angelo, una vita in 18 giorni: il documentario del figlio Toni emoziona Venezia
Dal dolore dell’addio a Napoli alla rinascita artistica, il cantautore si racconta senza filtri. Il film diretto dal figlio Toni ripercorre i momenti più intensi di un percorso umano e professionale unico.

È questo il ritratto che emerge da Nino. 18 giorni, il documentario presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e diretto da Toni D’Angelo, figlio del celebre cantautore e attore napoletano. Un viaggio intimo che unisce la storia personale e quella artistica, tra conquiste e sacrifici.
L’addio a Napoli e il peso delle scelte
Ai microfoni di Oggi, Nino D’Angelo ha ripercorso una delle decisioni più difficili della sua vita: lasciare la sua città. «Negli anni Ottanta Napoli viveva una guerra di camorra, temevo per i miei figli e mia moglie. È stato un dolore immenso andare via dai miei affetti, dalle mie radici», ha raccontato. Una ferita che, a distanza di anni, resta viva: «Se dovessi rinascere, vorrei farlo esattamente come la prima volta. È più bello conquistare ogni cosa giorno dopo giorno».
Dal caschetto biondo alla depressione
Simbolo di un’epoca, il celebre caschetto biondo è stato per D’Angelo una maschera di cui a un certo punto ha sentito il bisogno di liberarsi. «Tagliarlo è stato come rinunciare a una parte di me, ma anche un atto di verità. Mi sono reso conto che quel personaggio non ero io. Per un periodo ho vissuto una forte depressione, non sapevo più chi fossi», ha confessato.
Ricchezza e felicità: il paradosso della vita
Il documentario esplora anche la dimensione più intima dell’artista: il rapporto con la ricchezza e la felicità. «Quando hai tutto è difficile essere felice. Io lo sono stato molto più da povero che da ricco», ha detto con disarmante sincerità. Una riflessione che illumina il percorso di un uomo rimasto fedele alle proprie origini popolari, anche quando la fama lo aveva portato lontano.
Un viaggio nei luoghi della memoria
Nino. 18 giorni si apre con immagini di San Pietro a Patierno, quartiere natale del cantante, e attraversa i luoghi simbolo della sua vita: Casoria, dove ha iniziato a costruire la sua carriera e la sua famiglia, fino a Palermo, dove la sceneggiata che lo consacrò al grande pubblico andava in scena proprio mentre nasceva suo figlio Toni. Un destino intrecciato: Nino vide il bambino solo 18 giorni dopo, e da quell’attesa prende titolo il film.
Il racconto di un uomo, oltre l’artista
Il documentario non si limita a celebrare la carriera di D’Angelo, ma indaga l’uomo dietro al mito popolare: le fragilità, la lotta per l’identità, il rapporto con il successo e con le proprie radici. Toni D’Angelo, già regista affermato, ha scelto di restituire un ritratto lontano dall’agiografia, mettendo al centro il padre nella sua dimensione più vera.
Con Nino. 18 giorni, Venezia ha applaudito non solo un artista simbolo della cultura napoletana, ma un uomo che ha saputo attraversare luci e ombre restando fedele alla propria essenza.
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