Televisione
Roberta Beta, l’antipatica del primo Grande Fratello: «Avevo già 35 anni, pensavo di vincere e aprire un’agenzia»
A 24 anni dal debutto del Grande Fratello, Roberta Beta ricorda la casa, i conflitti, Pietro Taricone e gli errori che l’hanno allontanata dalle luci della ribalta. «Tornerei solo per un milione di euro».
Roberta Beta è stata la concorrente più discussa della prima edizione del Grande Fratello, quella che nel 2000 cambiò la televisione italiana. Allora aveva 35 anni, un passato da modella e un lavoro in un’agenzia di pubbliche relazioni a Milano. Entrò nella casa convinta di avere la maturità giusta per trionfare. «Pensavo di vincere, intascarmi 250 milioni di lire e reinvestirli per mettermi in proprio», racconta oggi al Corriere della Sera. Invece, fu eliminata per seconda, travolta dal televoto che la contrappose a Pietro Taricone, il vero protagonista di quell’edizione.
La Beta ricorda ancora l’atmosfera surreale di quella casa: «L’odore era un misto di moquette e plastica surriscaldata di luci e cavi. Le galline in giardino, la piscinetta». Ma soprattutto l’impatto con i coinquilini: «Io ero dieci anni più grande, venivo da Milano, un ambiente cosmopolita. Loro erano poco più che ragazzi di provincia. Non sapevamo che dirci». La distanza si fece sentire presto, e i concorrenti si coalizzarono contro di lei: «Si accordarono per mandarmi al televoto con Taricone. Uomo contro donna, nord contro sud. Vinse lui».
A distanza di anni, non ha rimpianti né rancore: «Io e Pietro eravamo le personalità più forti di quell’edizione, per distacco. Abbiamo ancora una chat di gruppo, c’è pure Marco Liorni, manca solo Daria Bignardi. Salvo Veneziano mi ha confessato: “Non so come hai fatto a sopportarci”. Lo ha capito adesso, a 50 anni».
Il successo mediatico arrivò immediato e travolgente, ma Roberta non lo sfruttò come altri. «Non se la sentiva di andare a inaugurare supermercati», ammette. La maternità le impose uno stop decisivo: nel 2002 nacque suo figlio e molte opportunità sfumarono. Tra queste, una parte in Centovetrine, l’agenzia di Lele Mora e persino un’offerta di Maria De Filippi: «Mi voleva opinionista a Uomini e donne. Occasioni enormi gettate al vento».
Oggi, guardandosi indietro, Beta parla di un’avventura unica e irripetibile, un esperimento che nessun reality successivo ha saputo eguagliare. E lancia una provocazione: «Al Grande Fratello tornerei solo per un milione di euro». Una battuta che sintetizza bene il suo percorso: consapevole di ciò che ha perso, ma anche di quello che ha scelto di non inseguire.
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Televisione
Natale al cinema: i film più belli dal 2020 al 2025 da non perdere
Tra novità assolute, sequel attesi e animazioni di qualità, la stagione festiva degli ultimi anni ha visto fiorire titoli capaci di intrattenere tutta la famiglia, con storie che spaziano dal cuore tenero alla commedia leggera.
Il Natale e il cinema sono da sempre un binomio perfetto: luci, famiglie riunite e film che riscaldano il cuore. Tra il 2020 e il 2025 molte piattaforme e case di produzione hanno ampliato il proprio catalogo di pellicole a tema natalizio. Dal musical alle commedie romantiche, passando per animazioni originali e storie che esplorano la complessità delle relazioni umane, ecco una panoramica dei film di Natale più significativi di questo periodo.

Jingle Jangle: A Christmas Journey (2020)
Uscito nel 2020 su Netflix, Jingle Jangle: A Christmas Journey è un musical festivo ricco di colori e canzoni originali. La trama segue un eccentrico inventore e la sua famiglia in un’avventura magica piena di ritmo e ottimismo, con un cast di stelle e un’atmosfera che celebra il senso di meraviglia tipico delle feste natalizie.

A Christmas Story Christmas (2022)
Questo sequel del classico degli anni ’80 A Christmas Story riprende le vicende della famiglia Parker alcuni decenni dopo, mantenendo lo spirito nostalgico e affettuoso dell’originale. È un titolo perfetto per chi ama i film che evocano calore familiare e tradizione.

That Christmas (2024)
That Christmas è un film d’animazione del 2024 disponibile su Netflix che intreccia diverse storie ambientate durante le feste. Con una narrativa che affronta temi come l’unione familiare e le avventure di personaggi diversi, è un’opzione ideale per le famiglie in cerca di un film che sappia divertire e commuovere allo stesso tempo.

A Merry Little Ex-Mas (2025)
Tra le nuove uscite più attese del 2025 c’è A Merry Little Ex-Mas, una commedia romantica distribuita da Netflix. Con protagonisti come Alicia Silverstone e Jameela Jamil, il film racconta una storia di amore e seconde possibilità, incorniciata dalla magia del Natale in una piccola città innevata.

A Very Jonas Christmas Movie (2025)
Uscito su Disney+ nel novembre 2025, questo film musicale con i Jonas Brothers (Kevin, Joe e Nick Jonas) combina canzoni originali a una trama che celebra la famiglia e lo spirito delle feste. È un esempio di come il Natale possa essere raccontato anche attraverso il linguaggio del musical contemporaneo.
Film e titoli da scoprire o rivalutare
Oltre alle produzioni originali emerse negli ultimi anni, molte piattaforme di streaming propongono film natalizi più datati ma ancora molto amati durante le festività, come parte della programmazione stagionale. Anche se non rientrano strettamente nel periodo 2020-2025, opere come Klaus o The Christmas Chronicles continuano ad essere tra i titoli più cercati dagli spettatori per accompagnare le serate in famiglia sotto l’albero.
La varietà dei film di Natale contemporanei riflette la tendenza del pubblico a cercare storie che combinino nostalgia, romanticismo, avventura e, sempre più spesso, inclusività nei temi affrontati. Dagli umorismi più leggeri alle riflessioni sul valore delle relazioni, il cinema festivo degli ultimi anni ha offerto qualcosa per ogni gusto e fascia d’età.
Perché guardare film natalizi oggi
Guardare film a tema durante il periodo delle feste non è solo un modo per passare il tempo: per molte famiglie è una tradizione consolidata, un rituale che rafforza i legami e crea ricordi. Per chi preferisce titoli recenti, le produzioni dal 2020 in poi offrono nuove prospettive sul Natale, spesso integrate con musica originale, cast moderni e narrazioni che rispecchiano la complessità delle relazioni odierne.
Che si tratti di una commedia romantica, di un musical o di un’animazione corale, i film natalizi dal 2020 al 2025 sono pronti a tenervi compagnia davanti allo schermo nei giorni più freddi dell’anno — con un pizzico di magia sotto l’albero.
Televisione
Amadeus verso il ritorno in Rai? Fiorello spinge, Discovery apre all’uscita e spunta l’ipotesi Sanremo 2027
Il nome di Amadeus torna a circolare nei corridoi Rai. Tra l’insistenza di Fiorello, l’ipotesi di un nuovo progetto condiviso e un contratto Discovery giudicato troppo oneroso, prende forma lo scenario di un rientro che potrebbe arrivare fino al Festival di Sanremo 2027.
Le voci si rincorrono e, questa volta, sembrano più solide del solito. Amadeus potrebbe tornare in Rai, e il suo rientro a Viale Mazzini avrebbe un alleato d’eccezione: Fiorello. Lo showman non ha mai nascosto il desiderio di ritrovare la sua “spalla” televisiva, quella che negli anni d’oro aveva contribuito a costruire un equilibrio vincente tra ironia, ritmo e grande pubblico.
Il progetto, per ora, resta nel campo delle ipotesi, ma l’idea che circola è chiara: con Amadeus di nuovo al fianco di Fiorello, quest’ultimo potrebbe ritrovare lo slancio dei tempi migliori, fino a immaginare un affiancamento al Festival di Sanremo 2027. Un ritorno in grande stile, dopo una parentesi che non ha mantenuto le promesse.
Il capitolo Discovery e l’uscita possibile
L’addio a Rai 1 e l’approdo sul Nove avevano fatto rumore. Ma oggi, secondo i rumor che circolano tra gli addetti ai lavori, l’uscita di Amadeus da Discovery non sarebbe un tabù. Anzi, i dirigenti dell’emittente americana non vedrebbero l’ora di chiudere in anticipo un contratto quadriennale considerato troppo oneroso rispetto ai risultati ottenuti.
La catena di flop collezionata da “Ama” sul Nove avrebbe pesato anche sul bilancio: tra pubblicità incassata e poi rimborsata per il mancato raggiungimento degli obiettivi di share fissati nei contratti, si parla di una cifra che si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro. Numeri che, in un mercato sempre più attento ai costi, fanno riflettere.
Quando manca il format giusto
Il punto, secondo molti osservatori, è strutturale. Amadeus non è un “personaggio-format” come Crozza o Fazio, capaci di portare con sé un programma forte ovunque vadano. Senza una cornice solida e una rete generalista primaria come Rai 1, il rischio è quello di perdersi nel mucchio. Sul Nove, senza un progetto realmente identitario, il conduttore ha faticato a ritrovare centralità.
Fiorello come chiave del ritorno
E qui entra in gioco Fiorello. L’idea di rimettere insieme la coppia non è solo nostalgica: è una mossa strategica. In Rai sanno che il duo funziona, che insieme sanno parlare a pubblici diversi e che il marchio “Ama-Fiore” è ancora spendibile. Sanremo, in questo scenario, diventerebbe la ciliegina: non subito, ma come approdo naturale.
Per ora siamo nel campo delle manovre sotterranee e delle ipotesi. Ma una cosa è certa: il nome di Amadeus è tornato a rimbalzare dove conta davvero. E quando succede, difficilmente è solo un caso.
Televisione
Fiorello punge De Martino a La Pennicanza e “spoila” Sanremo: letterine, frecciate e un nuovo brano
Tra telefonate surreali, battute affilate e musica “anticipata”, Fiorello anima La Pennicanza con una stoccata a Stefano De Martino e un nuovo spoiler sul Festival. Una letterina mai spedita, Sanremo evocata per scherzo e il nome di Mara Sattei che spunta in diretta.
La Pennicanza scorre leggera, poi arriva il momento in cui Fiorello affila l’ironia e colpisce. La puntata si apre con una telefonata al Santo Padre, che si rivela sorprendentemente fan dei Blues Brothers, ma il vero picco arriva poco dopo, quando lo showman decide di prendersela con Stefano De Martino. Il pretesto è uno dei più fiorelliani possibili: la lettura delle “letterine mai spedite a Babbo Natale”.
Fiorello spiega il contesto con aria innocente: “Stiamo leggendo le letterine mai spedite a Babbo Natale, abbiamo trovato quelle di Vannacci, quelle della Schlein, e abbiamo trovato quella di Stefano De Martino…”. Da lì parte il monologo, che diventa subito una raffica di frecciate mascherate da favola natalizia.
La letterina che diventa una stoccata
La voce di Fiorello disegna un De Martino bambino modello, ma con un curriculum scolastico decisamente particolare: “Caro Babbo Natale ti voglio tanto bene perché porti i pacchi a tutti i bambini del mondo… quest’anno sono stato tanto buono, pensa che a scuola per non fare litigare le bambine mi sono messo con tutte…”. La sala ride, la battuta corre veloce e il bersaglio è chiaro, anche se sempre avvolto dal sorriso.
Il colpo successivo è televisivo: “Per Natale vorrei il gioco in scatola della Ruota della Fortuna, che è il mio programma televisivo preferito…”. Un riferimento che gioca sull’attualità e sulle ambizioni, infilato con la leggerezza di chi sa colpire senza mai appesantire.
Sanremo evocata tra mare e palline di neve
Il finale della letterina è un piccolo capolavoro di nonsense mirato: “Poi la pallina con la neve dentro della città di Sanremo, perché un giorno vorrei andarci almeno al mare…”. Una frase che mette insieme sogni, Festival e ironia pura, lasciando sospesa quella parola che in tv pesa sempre: Sanremo. Basta nominarla, e il gioco è fatto.
Lo spoiler musicale che fa tremare Conti
Come se non bastasse, Fiorello decide di alzare l’asticella e spoilerare in diretta un altro brano del prossimo Festival. “L’altra volta abbiamo sentito il provino della canzone di Chiello, ora abbiamo quella di Mara Sattei, ‘Le cose che non sai di me’”. Detto così, come fosse la cosa più normale del mondo, tra una risata e l’altra.
La battuta finale è quasi una carezza velenosa: si spera solo che Carlo Conti non sia costretto a squalificare la cantante dopo questo assaggio involontario. Fiorello, intanto, ha fatto quello che gli riesce meglio: mescolare satira, televisione e musica, lasciando dietro di sé risate e qualche inevitabile brivido sanremese.
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