Televisione
Beautiful fa la storia: dopo 39 anni arriva il primo bacio gay nella soap più famosa del mondo
I protagonisti del momento sono Harrison Cone e Christian Weissmann, che interpretano Deke e Remy, la prima coppia gay ufficiale nella saga dei Forrester. Un passo storico per la soap americana, che dal 1987 racconta amori, intrighi e scandali di famiglia senza mai, fino a oggi, includere apertamente una relazione omosessuale.

È successo davvero: Beautiful, la soap dei record, ha mandato in onda il suo primo bacio gay. Dopo 39 anni di amori impossibili, tradimenti multipli, resurrezioni miracolose e gemelli segreti, la serie ha finalmente varcato una soglia che il pubblico chiedeva da tempo.
L’episodio è andato in onda ieri negli Stati Uniti e ha fatto subito il giro dei social. Protagonisti del momento storico Harrison Cone e Christian Weissmann, nei panni di Deke e Remy, due nuovi personaggi introdotti per dare una ventata d’aria fresca alle trame della longeva soap. I due, giovani e belli come solo a Los Angeles può accadere, si sono scambiati un bacio tenero ma deciso, accolto da un boato di entusiasmo online.
Per i fan è stata una scena breve ma potente, simbolica più che sensazionalistica. Dopo decenni di storie eterosessuali intrecciate tra i Forrester, gli Spencer e i Logan, Beautiful ha scelto di raccontare anche l’amore tra due uomini, con la stessa delicatezza e normalità con cui da sempre tratta i rapporti sentimentali.
Il pubblico americano, da sempre affezionato alle sue dinamiche familiari iper-drammatiche, ha reagito con calore. Su X (ex Twitter) in poche ore l’hashtag #BoldAndBeautiful è diventato trending topic mondiale, tra commenti entusiasti e messaggi di approvazione per quella che molti definiscono una “scelta coraggiosa e necessaria”.
Prodotta dalla CBS e trasmessa in oltre cento Paesi, Beautiful è la soap più vista al mondo, seguita da milioni di spettatori anche in Italia, dove l’episodio dovrebbe andare in onda nei prossimi mesi su Canale 5.
Un piccolo grande gesto, destinato a entrare nella storia della televisione. Perché, dopo 39 anni di passioni, tradimenti e colpi di scena, anche a Beautiful è arrivato il momento di mostrare che l’amore – qualunque forma abbia – è davvero la trama più forte di tutte.
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Televisione
Lino Banfi si regala Storia di un italieno, un film sulla sua vita tra risate e riflessioni
Un docufilm sulla sua vita, è quello che sta progettando il neo 88enne Lino Banfi, personaggio amatissimo dal pubblico, sia del cinema che della tv. Durante la sua lunga carriera ha recitato in ruoli sia comici che drammatici, lavorando con alcuni registi particolarmente rilevanti quali Luciano Salce, Nanni Loy, Steno, Dino Risi e Lucio Fulci.

Dovrebbe chiamarsi Storia di un italieno, per giocare un po’ con le parole italiano e alieno, facendo il verso anche al dialetto pugliese. Un modo di parlare che ha contibuito a fare la fortuna dei suoi tantissimi film, ancora oggi trasmessi in tv con costante seguito di irriducibili fan. ci anticipa l’amato attore.
88 primavere con un dolcissimo pensiero fisso
L’attore nativo di Andria (all’anagrafe Pasquale Zagaria) ha attualmente 88 anni: un’età invidiabile raggiunta in buona salute, anche se la mancanza della moglie, scomparsa lo scorso anno, è un pensiero fisso che lo accompagna ogni giorno. Di lei dice: «Vive quotidianamente con me. La sento vicina. Avrebbe meritato un premio. Aveva abbandonato un lavoro sicuro, visto che faceva la parrucchiera in un negozio avviatissimo, per seguire me che inseguivo il sogno di fare l’attore. E così ha fatto la fame con me, ha visto le cose più tristi del mondo, compresi i debiti».
Un film da fare rigorosamente quando si è ancora in vita
A quasi 90 anni progetta il domani con lo spirito di un ragazzino, preparandosi a realizzare un film sulla sua vita. L’attore pugliese, dopo aver interpretato tanti personaggi, in film e fiction, ora si mette nei suoi panni per raccontare sé stesso. Un racconto che annuncia pervaso dalla simpatia di sempre, anche quando i ricordi portano giorni scuri e ombrose nostalgie. Anche questo progetto lo annuncia in stile Banfi: «Si è sempre parlato e immaginato di realizzare un docufilm sulla mia vita, ed eccoci qua: è giusto che si faccia quando sono in vita, appunto. Ho posto una condizione: quella di non chiamarlo cortometraggio o lungometraggio, ma largometraggio».
Ora percepisce in maniera totale l’amore dei fan
Nel progetto del film ci sono interviste a protagonisti del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport, a persone che gli vogliono bene. Sul pubblico vastissimo che ha sempre riso delle sue commedie all’Italiana prima e poi si è commosso con Nonno Libero di Un medico in famiglia dice: «Ora mi sento amato. Adesso più di prima. Da cinque-sei anni, da quando sono entrato in una nuova fase, quella che io chiamo Banfi-rigeneration, percepisco l’affetto del pubblico. Prima, una ventina di anni fa, non mi volevo bene. Non mi guardavo più neppure allo specchio. Non volevo neppure rivedere le scene interpretate, questo succedeva già dalle ultime edizioni di Un medico in famiglia».
Nel film un match tra Zagaria e Banfi
Quando è arrivato il cambiamento? «In questa terza-quarta età, dagli 80 anni in poi, sono rinato. In questa rinascita trova il suo posto anche il largometraggio, dove non voglio che ci siano altri attori. Ci devono essere solo Pasquale Zagaria, che è il mio vero nome, e Lino Banfi. Li vedremo pure litigare per spartirsi meriti e successi. Ci saranno anche scene tratte dai film e dalla televisione. E ci sarà un ricordo di mio padre che non ha fatto in tempo a vedere il mio successo».
Premiato dalla vita e dalla critica
Sua nipote Virginia, figlia di Rosanna, è in dolce attesa. Quanto sarà emozionato? Lui fa finta di non essere emozionato: «Non ho ancora realizzato bene l’evento, forse perché mancano ancora un po’ di mesi. Per ora non vogliono dirmi come chiameranno la bambina». Ha recentemente ricevuto il premio Radice di Puglia, festeggiato a Canosa, dopo 60 anni che se ne parlava. Intitolandogli anche il foyer del Teatro Lembo».
Televisione
Magalli senza filtri contro la Rai: “Ci lavorano persone con la fedina televisiva da brivido. Dopo il mio linfoma, sono spariti tutti”
Dai retroscena sul divorzio Baudo-Ricciarelli alle frecciate contro la Rai di oggi, Giancarlo Magalli si racconta con la lingua affilata di sempre. Sessant’anni di carriera, cinquanta programmi all’attivo, e la sensazione di essere stato messo da parte: “Ho detto la verità, e la verità in tv non è di moda”.

Giancarlo Magalli non ha mai avuto bisogno di filtri. Né in video, né nella vita. A 77 anni suonati, con sessant’anni di carriera alle spalle, è ancora capace di far tremare le scrivanie dei dirigenti Rai con una battuta. Stavolta l’occasione è un’intervista a ruota libera, dove il conduttore si toglie più di un sassolino dalle scarpe, a partire proprio dal suo silenzioso addio alla tv pubblica: «La Rai è simpatica e caruccia – dice con sarcasmo – ma oggi fa lavorare persone con una “fedina televisiva” da brivido, tipo Teo Mammucari. Hanno insistito per anni con Cattelan, fanno scelte curiose, da interpretare».
Poi l’affondo più amaro: «Io ho fatto più di 50 programmi, ho lavorato per sessant’anni tra radio e tv. Dopo che sono guarito dal linfoma che ho avuto, sono spariti tutti. Ma soprattutto – sottolinea – sono cambiati, e quelli nuovi non li ho mai incontrati».
Non c’è rabbia nelle sue parole, piuttosto una consapevolezza disincantata, quella di chi ha visto passare generazioni di dirigenti e conduttori. «Non posso farci niente, amo dire le cose come stanno – confessa – e questo mi ha portato tanti guai. Ma è un lusso che continuo a concedermi, anche se lo pago volentieri».
Un Magalli in versione combattiva, dunque, che non risparmia nessuno. Nemmeno la collega Katia Ricciarelli, finita al centro delle polemiche dopo le sue dichiarazioni su Pippo Baudo e la storica assistente Dina Minna. «Katia si è lamentata di non essere stata avvertita della morte di Pippo – racconta – ma non ha molto senso come rimostranza. Non è ancora stato istituito un comitato per la comunicazione dei lutti alle ex mogli. E poi la morte di Baudo è una di quelle notizie che si diffondono da sole».
Quando gli chiedono del famoso ricovero di Pippo, Magalli va dritto: «Lei lo sapeva benissimo, ma era all’estero. Si presentò tre giorni dopo l’operazione e Pippo la cacciò via furioso. Da lì partì la lettera dell’avvocato per chiedere la separazione. Penso volesse solo un gesto di riconciliazione, ma lui colse la palla al balzo. Fu l’inizio della fine».
E sulla presunta carriera internazionale della soprano? Nessuna pietà: «In Croazia per dei concerti? Ma quali concerti. Sono anni che non canta più, ha avuto problemi di voce e si è data ai reality. Credo fosse là per giocare. Le piaceva il brivido dei casinò. Il guaio è che, se smetti di guadagnare ma continui a spendere come prima, il bilancio diventa preoccupante».
Il tono cambia solo quando ricorda l’amico Pippo, con cui condivideva la passione per il teatro. «Negli ultimi anni vedeva poco, faceva fatica a muoversi, ma aveva ancora quella curiosità da eterno debuttante. Andavamo insieme a teatro, sempre più vicini al palco perché non ci vedeva più bene. Quando gli amici gli fecero trovare la sedia a rotelle al compleanno di Pingitore, lui non stava male, era solo un po’ malandato. Ma le foto, pubblicate sui social, fecero pensare al peggio. Pippo non meritava quella spettacolarizzazione».
Oggi Magalli, che nella vita ha attraversato tutti i generi – dal varietà alla satira, dai quiz al talk show – si definisce “ospite professionista”: «La prossima stagione guarderò la tv. Andrò ospite qua e là, un po’ per non sparire del tutto, un po’ per guadagnare qualcosa. Ho conquistato il ruolo di ospite, che è già un traguardo».
Ma dietro la battuta si percepisce la malinconia di un uomo che ha dato tanto alla televisione e che oggi fatica a riconoscerla. «Una volta c’era più rispetto, più ironia e meno faziosità. Ora sembra tutto in mano a una Tele-Meloni, dove la fedeltà politica pesa più del talento. Non mi stupisce, ma non mi appartiene».
Eppure, quando gli chiedono se tornerebbe, risponde senza esitazione: «Se avessero bisogno di uno che sappia ancora parlare al pubblico senza urlare, io ci sarei. Ma non chiameranno. Ormai cercano solo chi si accontenta di fare rumore».
Poi sorride, con quella punta di cinismo che lo ha reso inimitabile: «Ho imparato che in Rai non serve essere bravi, serve essere alla moda. Io, per fortuna, non lo sono mai stato».
Televisione
Barbara d’Urso “mangia il pulcino”: scintille a La Vita in Diretta tra Milly Carlucci, Matano e Luca Tommassini
Alla vigilia della nuova edizione di Ballando con le stelle, la conduttrice racconta il suo “nido di pulcini” mentre Matano provoca e Tommassini risponde con la battuta più virale del giorno: “Barbara un pulcino? Lei se lo magna il pulcino!”.

Un salotto pomeridiano, una conduttrice leggendaria e una battuta destinata a fare il giro del web. È bastato questo perché la presentazione di Ballando con le stelle 2025 diventasse un piccolo show dentro La Vita in Diretta. Ospite di Alberto Matano, Milly Carlucci è arrivata in studio con l’entusiasmo di sempre e la grazia da signora della tv. “Loro sono come una nidiata di pulcini che devono sbocciare”, ha detto riferendosi al cast del suo programma, in partenza il 27 settembre su Rai1.
Un’immagine dolcissima, quasi da romanzo rosa, che ha spinto Matano a stuzzicarla: “Anche Barbara d’Urso è così tenera? Perché c’è molta attesa per vedere lei che scende in pista. Vi immaginate Barbara come un piccolo pulcino?”.
Risata generale. Poi la risposta di Luca Tommassini, direttore artistico dello show, che non ha resistito alla tentazione di servire la battuta perfetta: “Barbara un pulcino? Lei se lo magna il pulcino!”. Studio in delirio, Milly che finge di sgridarlo, e il pubblico che già pregusta la rivalità più esplosiva della stagione.
La curiosità, in effetti, è alle stelle: Barbara d’Urso è l’asso nella manica di questa edizione. Dopo anni lontana dalla Rai, la conduttrice è pronta a tornare in prima serata, questa volta non dietro una scrivania ma con i tacchi da tango e la grinta che l’ha resa un personaggio unico.
Ma Ballando non sarà solo la sua rinascita televisiva: Milly promette sorprese, duelli e “più di un ballerino per una notte”. Già nella prima puntata arriveranno le ragazze della Nazionale italiana di calcio femminile, con tanto di allenatore al seguito, pronte a infiammare la pista.
Tra paillettes, ironia e tensione da vigilia, Ballando con le stelle si prepara a un debutto che profuma di evento. Milly coccola i suoi “pulcini”, Barbara affila le unghie e il pubblico si gode lo spettacolo prima ancora che le luci della pista si accendano.
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