Sport
Le lacrime di Simone Anzani: “Ho rischiato di smettere, ma oggi sono tornato per amore e gratitudine”
«Questa partita è speciale… dopo due anni difficili in cui ho rischiato di smettere di giocare». Con gli occhi lucidi e la voce rotta, Simone Anzani ha raccontato la sua rinascita sportiva e umana: due interventi, la paura, la forza della famiglia e il ritorno in campo con gli Azzurri.

Ci sono partite che contano per una carriera, e partite che valgono una vita intera. Quella di Simone Anzani ai Mondiali di volley appartiene alla seconda categoria. Dopo la sirena finale, il centrale della Nazionale è rimasto immobile, le mani sul viso, mentre le lacrime gli scendevano copiose. «Questa partita è speciale per me, qualcosa di incredibile… dopo due anni difficili in cui ho rischiato di smettere di giocare», ha confessato in diretta tv ai microfoni di Rai2, con la voce tremante e lo sguardo perso nella commozione.
Due anni fa gli era stato diagnosticato un grave problema cardiaco. Per un atleta, il cuore non è solo un organo: è il simbolo stesso del movimento, del ritmo, della vita. Sentirlo vacillare significava mettere in discussione tutto, persino il respiro. Anzani ha affrontato due interventi delicati, mesi di paura e silenzi, la sensazione di non poter più tornare in campo. Ma non ha mollato. Ha lottato come in una partita infinita, circondato dall’affetto della moglie, delle figlie, dei genitori e della sorella.
«Ho rincorso un’Olimpiade che rappresentava il mio ultimo grande sogno, e oggi sono qui grazie a chi mi ha sostenuto quando non ci credevo più», ha detto. Nel suo pianto c’era tutto: la paura, la gratitudine, la consapevolezza di essere sopravvissuto.
Quando il cuore ha ricominciato a battere al ritmo della rete, Simone è tornato a saltare, a murare, a urlare. E questa volta, ogni gesto aveva il peso di una rinascita. «Questo è per voi, per l’amore e per la pazienza», ha aggiunto, rivolgendosi ai suoi cari.
Sul podio, mentre risuonava l’inno, Anzani non guardava le telecamere ma il cielo. Forse pensando a quanto vicino era stato al momento di dire addio. Oggi, quel cuore riparato batte più forte che mai. E il suo pianto, più che una debolezza, è la vittoria più grande di tutte: essere ancora lì, vivo, in campo, a giocare la sua partita più bella.
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Tennis
Andrea Preti e Venus Williams, dopo le nozze da sogno a Ischia arriva la festa bis a Londra: “Family time”
L’esclusiva delle nozze italiane sarebbe stata venduta “a peso d’oro”, ma i due non rinunciano a un bis più intimo e mondano a Londra. Su Instagram, Preti si limita a una frase semplice: “Family time London”.

Dopo il matrimonio da favola a Ischia, Andrea Preti e Venus Williams hanno deciso di concedersi un bis oltremanica. La coppia più chiacchierata dell’anno, reduce da un’unione blindatissima sull’isola del Golfo di Napoli – con cellulari sequestrati e fotografi tenuti a distanza di sicurezza – ha scelto Londra per festeggiare nuovamente il proprio amore, questa volta circondata da amici, parenti e pochi invitati selezionati.
L’attore e modello italiano e la campionessa americana, sorella maggiore di Serena, hanno mantenuto il massimo riserbo anche per questa seconda celebrazione, ma qualche dettaglio è trapelato dai social. Su Instagram, Preti ha postato una sola foto con una didascalia stringata ma eloquente: “Family time London”.
Secondo indiscrezioni, la coppia avrebbe organizzato un ricevimento elegante in un club privato nel cuore di Mayfair, con dress code total white e un menù italo-americano. Tra i presenti, alcuni amici storici di lui e volti noti del mondo dello sport, vicini a Venus, che dopo il sì italiano ha voluto “una serata più leggera, senza pressioni né telecamere”.
Il matrimonio ischitano, celebrato a inizio settembre, resta comunque uno degli eventi più esclusivi dell’anno. Si mormora che l’esclusiva delle immagini sia stata venduta “a peso d’oro” a una rivista internazionale e che la sposa abbia indossato un abito firmato da un noto designer italiano, mentre Preti avrebbe optato per un completo sartoriale blu notte.
L’amore tra l’attore e la tennista, nato in modo discreto e lontano dai riflettori, è oggi un legame solido e sorprendente. Lei, icona dello sport e della moda, lui, volto del cinema e della televisione italiana, sembrano aver trovato un equilibrio perfetto tra glamour e intimità.
La festa londinese suggella così un’unione che unisce due mondi, due culture e due personalità forti. E, a giudicare dai sorrisi e dalla complicità mostrata, il “family time” non è che l’inizio di un nuovo capitolo per la coppia più cosmopolita dell’anno.
Calcio
Wanda piazza la stoccata in tribunale: Mauro Icardi perde la villa e finisce tra i “morosi”
Il tribunale civile di Buenos Aires ha disposto il sequestro delle quote societarie e della villa del calciatore. L’ex Inter è stato iscritto nel Registro dei Debitori degli alimenti: se rimetterà piede in Argentina, non potrà espatriare.

La storia infinita tra Wanda Nara e Mauro Icardi non conosce tregua. Questa volta è la giustizia argentina a cambiare le carte in tavola e a infliggere un colpo durissimo all’attaccante, già alle prese con un presente calcistico incerto.
Il 106° Tribunale civile di Buenos Aires, guidato dal giudice Adrián Hagopian, ha accolto l’istanza presentata dai legali della showgirl e ha ordinato il sequestro di una quota di Icardi nella società Asociación Civil La Isla SA. L’importo non è da poco: 110.000 dollari a titolo di alimenti, oltre a un’ulteriore somma di 3.500 dollari per interessi e spese.
Non basta. L’ex capitano dell’Inter è stato iscritto d’ufficio nel Registro dei Debitori Morosi, una “lista nera” che complica qualsiasi operazione finanziaria e mina l’immagine pubblica del giocatore. E come se non fosse già abbastanza, è arrivato anche il via libera al sequestro della villa di Buenos Aires, la stessa che Icardi aveva acquistato come “casa dei sogni” e dove aveva vissuto con l’attrice China Suarez prima del rientro in Turchia.
Il provvedimento, firmato il 19 agosto 2025, porta la firma del giudice Hagopian ed è inserito nel fascicolo 88891/2024. Nella motivazione, il tribunale sottolinea l’assenza di prove sui pagamenti previsti dall’accordo di mantenimento. Il team difensivo di Icardi aveva tentato di opporsi, chiedendo l’annullamento del patto, ma il giudice ha respinto il ricorso e ha deciso per una cifra totale di 122.443,08 dollari.
C’è di più. La sentenza stabilisce che, nel caso in cui Maurito torni in Argentina, non potrà lasciare il Paese senza prima aver sistemato le sue pendenze. Una misura che rischia di pesare anche sulla sua carriera sportiva, visto che milita in Turchia e i viaggi internazionali sono parte integrante del mestiere.
Un finale che fotografa perfettamente il momento: Wanda segna un altro punto a suo favore, mentre Icardi si ritrova ancora una volta a rincorrere, ma non su un campo da calcio.
Calcio
L’Uefa valuta la sospensione di Israele: a rischio Mondiali ed Europa League, in bilico anche la sfida di Udine contro l’Italia
Se confermata, la sospensione impedirebbe alla nazionale israeliana di partecipare alle qualificazioni per i Mondiali e porterebbe all’esclusione del Maccabi Tel Aviv dall’Europa League. Il governo israeliano annuncia contromosse, mentre cresce la tensione politica attorno alla partita del 14 ottobre contro l’Italia.

Un terremoto si prepara a scuotere il calcio europeo. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Times, l’Uefa starebbe valutando la sospensione di Israele da tutte le competizioni internazionali. Una decisione potrebbe arrivare già la prossima settimana e, stando alle indiscrezioni, la maggioranza dei membri dell’organizzazione sarebbe favorevole.
Le conseguenze sarebbero immediate. Israele verrebbe esclusa dalle qualificazioni ai prossimi Mondiali, restando fuori dalla corsa verso la fase finale del torneo. Allo stesso tempo, i club israeliani non potrebbero più partecipare alle coppe europee: il Maccabi Tel Aviv, oggi impegnato in Europa League, sarebbe costretto a lasciare la competizione.
Il ministro dello sport israeliano, Miki Zohar, ha reagito con fermezza. “Sono al lavoro con il premier Benyamin Netanyahu per impedire questa mossa”, ha dichiarato ai media, sottolineando che il calcio non dovrebbe diventare terreno di scontro politico. Ma la pressione sui vertici Uefa rimane alta e il contesto internazionale non aiuta.
La nazionale israeliana è inoltre attesa il 14 ottobre a Udine, dove dovrebbe affrontare l’Italia in una gara valida per la qualificazione al Mondiale. Un appuntamento già segnato da polemiche, con richieste di annullamento o di proteste simboliche legate al conflitto in corso a Gaza. Un’eventuale sospensione renderebbe la partita impossibile da disputare, aprendo un caso anche per la regolarità del girone.
Non sarebbe la prima volta che l’Uefa ricorre a provvedimenti simili: basti pensare all’esclusione della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Ogni volta, la decisione ha avuto un valore che andava oltre il calcio, toccando corde politiche e diplomatiche.
Per Israele, una sospensione significherebbe non solo la fine della partecipazione alle competizioni sportive, ma anche un colpo all’immagine internazionale. Per l’Uefa, invece, rappresenterebbe una scelta storica e controversa, destinata a lasciare un segno profondo nel rapporto tra politica e sport.
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