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Cinema

Willem Dafoe, la star che ha scelto la quiete: vive in una fattoria di alpaca vicino Orvieto con la moglie Giada Colagrande

Dopo 40 anni di vita a Manhattan, Willem Dafoe ha scelto l’Italia come casa. Tra Roma e la campagna umbra, l’attore vive con la regista Giada Colagrande in una fattoria vicino Orvieto, lontano dai riflettori di Hollywood e immerso nella natura.

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    Dalla frenesia di Hollywood al silenzio delle colline umbre. Willem Dafoe, una delle icone più intense e riconoscibili del cinema mondiale, ha scelto l’Italia come sua seconda patria. Da anni l’attore americano, protagonista di film come The Lighthouse, Spider-Man e Povere Creature, vive tra Roma e una fattoria immersa nella campagna vicino Orvieto, dove alleva alpaca insieme alla moglie, la regista italiana Giada Colagrande.

    Una scelta di vita sorprendente per chi lo ricorda tra i grattacieli di New York, città dove ha vissuto per quarant’anni. «In Italia ho trovato un ritmo diverso, più umano», ha raccontato in un’intervista. Ed è difficile dargli torto: la sua casa di campagna è un rifugio discreto, circondato da colline, ulivi e orti, popolato da una piccola comunità di alpaca che l’attore cura personalmente. Animali curiosi e docili, che sono diventati la sua passione e il simbolo di una vita riconciliata con la natura.

    La fattoria sorge a pochi chilometri da Orvieto, non lontano dal Lago Trasimeno, in un territorio di rara bellezza dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Qui Dafoe coltiva verdure, studia italiano e si dedica alla scrittura e alla lettura. Chi lo conosce parla di un uomo riservato, profondamente legato alla gente del posto e capace di mescolare la semplicità contadina con la curiosità cosmopolita. «Non si atteggia da star – raccontano i vicini – saluta tutti e va al mercato come chiunque altro».

    Il legame con l’Italia nasce da un incontro folgorante. Era il 2003 quando Dafoe, in occasione di un evento artistico a Roma, conobbe Giada Colagrande, regista e artista visiva. Tra i due scattò immediatamente un’intesa speciale, alimentata da passioni comuni per l’arte, la spiritualità e la libertà creativa. Due anni dopo si sposarono con una cerimonia riservata e da allora formano una delle coppie più affiatate del mondo del cinema.

    Giada Colagrande, autrice di film d’autore e progetti sperimentali, ha contribuito a radicare Dafoe nella cultura italiana. Insieme hanno realizzato diversi lavori, tra cui Before It Had a Name e Padre, dove la complicità personale si fonde con quella artistica. «Giada mi ha insegnato un modo diverso di vivere il tempo», ha detto l’attore, «più vicino al presente e meno ossessionato dal risultato».

    A Orvieto, Dafoe e Colagrande hanno costruito una routine semplice e serena: giornate tra la natura, pranzi con amici artisti, momenti di lavoro e lunghe passeggiate tra gli ulivi. «La vita qui è fatta di gesti piccoli ma autentici – ha raccontato –. Amo la sensazione di appartenenza, la gentilezza delle persone, la bellezza silenziosa di questi luoghi».

    E a differenza di molte star che vivono in Italia solo per vacanza, Dafoe ha scelto di restarci davvero. Tanto da ottenere la cittadinanza italiana, segno di un legame profondo con il Paese che lo ha accolto. «Non mi sento un ospite – ha spiegato – ma parte di questa comunità».

    Tra un film e l’altro, l’attore torna sempre alla sua fattoria: un luogo che considera la sua vera casa. È qui che si rigenera, lontano dai set e dai tappeti rossi, trovando ispirazione nella terra e negli animali. Non è raro che ospiti colleghi o amici artisti, incuriositi da quella vita bucolica fatta di silenzi e semplicità.

    La scelta di Dafoe racconta qualcosa di più ampio: la ricerca di un equilibrio che molte star inseguono ma pochi trovano. Non un ritiro, ma un ritorno alle origini, a un’esistenza più essenziale. Nei colli che circondano Orvieto, tra vigne e campi, l’attore ha scoperto un’altra forma di successo: la pace.

    E mentre Hollywood continua a chiamarlo – di recente ha recitato in Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos e in Inside di Vasilis Katsoupis – Dafoe risponde dal suo buen retiro umbro, con un sorriso e un accento sempre più italiano. «Mi piace sporcare le mani di terra – ha detto una volta –. È un modo per restare vivo, e per ricordarmi che la vita vera non ha bisogno di applausi».

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      Cinema

      Jacob Elordi, il nuovo sex symbol di Hollywood: “Mia madre è l’essere umano più meraviglioso del mondo”

      Dopo il successo planetario di Saltburn e Euphoria, Jacob Elordi si prepara a stupire nei panni del mostro di Frankenstein e in una versione audace di Cime tempestose. Ma dietro il fascino da sex symbol si nasconde un figlio devoto: “Mia madre è la mia roccia, non mi lascia mai solo.”

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        È il volto del momento, il sex symbol che ha conquistato Hollywood e il pubblico mondiale. Jacob Elordi, classe 1997, è pronto a stupire ancora: dopo Saltburn e Euphoria, sarà il nuovo Frankenstein nel film di Guillermo del Toro e il protagonista di una rilettura passionale di Cime tempestose, dove — per la gioia dei fan — si mostrerà senza veli.

        Ma dietro la bellezza da copertina e il talento in ascesa si nasconde un ragazzo profondamente legato alle proprie radici e, soprattutto, a una figura che considera sacra: sua madre.

        “Mia madre è il mio angelo custode”
        In un’intervista recente, Elordi ha parlato di lei con parole di struggente affetto: “È l’essere umano più presente, amorevole, semplicemente meraviglioso e angelico su questo pianeta.” Un legame che, raccontano gli amici, è rimasto intatto anche dopo il successo. La madre lo accompagna spesso sui set e alle première, sostenendolo con una discrezione che ha conquistato anche i fan.

        Il fascino dell’anti-star
        Nonostante la fama, Elordi resta allergico alle eccessive luci della ribalta. Preferisce la normalità, le camminate in spiaggia e le serate tranquille con la famiglia. “Mi tiene con i piedi per terra – ha confidato –. Quando torno a casa, per lei non sono Jacob Elordi, sono solo suo figlio.”

        Dal mito gotico al romanticismo selvaggio
        Il 2025 sarà l’anno della sua consacrazione definitiva. Nel Frankenstein di Del Toro interpreterà la creatura più iconica della letteratura, in una versione che promette di essere insieme spaventosa e poetica. Poi arriverà Cime tempestose, dove vestirà i panni di un amante tormentato e carnale, tra eros e tragedia.

        Un doppio ruolo che conferma la sua versatilità: Elordi sa essere allo stesso tempo fragile e magnetico, capace di far convivere il romanticismo più puro con la sensualità più spinta.

        Cuore d’oro e sguardo di ghiaccio
        Dietro lo sguardo intenso che ha stregato milioni di spettatrici, c’è un giovane uomo che non ha dimenticato la famiglia e la semplicità. “Non so dove sarei senza mia madre”, ha detto più volte. Forse è proprio quel contrasto tra vulnerabilità e forza, tra amore filiale e fascino pericoloso, a renderlo il vero erede dei grandi sex symbol di Hollywood.

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          Cinema

          Carlo Verdone e tutti i suoi amori: dall’ex moglie Gianna alla famiglia “allargata” fino al mistero sulla nuova compagna

          Carlo Verdone ha attraversato il cinema italiano con ironia e malinconia, ma la sua vita sentimentale è sempre rimasta lontana dai riflettori. Dalla moglie Gianna Scarpelli ai figli Giulia e Paolo, fino al recente accenno a una “persona speciale”, il regista svela un percorso fatto di affetti solidi, amicizie di famiglia e qualche amore mancato.

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            Carlo Verdone ha appena festeggiato i suoi 75 anni e, come spesso accade quando si parla di lui, il pubblico si divide tra chi vuole sapere dei suoi film cult e chi è curioso della sua vita privata. Eppure, dietro il personaggio comico-timido, c’è una storia fatta di affetti profondi e di un riserbo che pochi nel mondo dello spettacolo riescono a mantenere.

            La famiglia Verdone e l’amore per Rossana
            Il primo grande amore di Carlo è sempre stata sua madre, Rossana Schiavina. Una donna forte, insegnante, capace di crescerlo tra libri, teatro e scoperte. È stata lei a spingerlo sul palco quando ancora tremava di paura, spronandolo con un celebre «piantala e vai!». La sua scomparsa, nel 1984, è stata una ferita che Verdone non ha mai realmente nascosto.

            Accanto a lui, sempre, la sorella Silvia, sposata da quarant’anni con Christian De Sica: un legame diventato quasi un simbolo della grande famiglia artistica italiana.

            Il matrimonio con Gianna Scarpelli: 16 anni di amore e due figli
            Il capitolo più importante della vita sentimentale del regista è stato quello con Gianna Scarpelli, la sua compagna di una vita. Si sono sposati nel 1980, hanno avuto due figli — Giulia, oggi attrice e regista, e Paolo, impegnato in una carriera diplomatica — e hanno condiviso una storia solida, lontana dalla mondanità. Si sono separati nel 1996, senza però mai divorziare ufficialmente, mantenendo un rapporto sereno e famigliare.

            Amori mancati e la serie “Vita da Carlo”
            Verdone non ha mai nascosto i suoi innamoramenti giovanili, come quello per la famosa farmacista che ha ispirato un personaggio della serie Vita da Carlo. Un amore mai nato, ma rimasto nella memoria come una carezza nostalgica.

            E oggi? La misteriosa nuova compagna
            Negli ultimi anni Carlo si era definito “single convinto”, sostenendo che dopo una certa età la solitudine può diventare persino confortevole. Ma durante la presentazione della nuova stagione della sua serie, ha confessato: «C’è una persona con cui sto bene. Non sono più da solo». Stop. Nessun nome, nessun dettaglio.

            Da quel momento è partita la caccia all’identità della donna. Si è parlato di Ilenia Pastorelli, che però ha smentito con ironia. È spuntato anche il nome di Corinna Jiga, attrice e modella presente in qualche scatto insieme a lui. Ma nulla è stato confermato: Verdone ha preferito lasciare tutto nel silenzio, come ha sempre fatto quando si tratta dei suoi affetti più veri.

            A 75 anni, Carlo Verdone continua a ricordarci che gli amori — quelli veri — sono una somma di legami, famiglia, storie finite bene o male, e nuovi inizi custoditi con pudore.

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              Cinema

              George Clooney, l’ultima vera star di Hollywood che non smette di credere nell’America

              Attore, regista e produttore, George Clooney resta uno dei volti più completi del cinema americano. Tra impegno politico, ironia e fascino intramontabile, racconta la sua visione del futuro degli Stati Uniti.

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              George Clooney

                George Clooney è, con ogni probabilità, una delle ultime vere star di Hollywood. Capace di muoversi con disinvoltura tra recitazione, regia e produzione, l’attore nato a Lexington, Kentucky, nel 1961 incarna l’idea stessa di versatilità. Dal dottor Ross di E.R. – Medici in prima linea ai ruoli più intensi di Syriana o Michael Clayton, Clooney ha saputo alternare blockbuster e cinema d’autore senza mai perdere fascino o credibilità.

                Fuori dal set, il suo impegno politico lo ha reso una figura di riferimento per il mondo progressista americano. Da sempre vicino al Partito Democratico, ha sostenuto le campagne di Barack Obama, Hillary Clinton e Joe Biden, oltre a impegnarsi attivamente in cause umanitarie come la difesa dei diritti umani in Sudan e la promozione della libertà di stampa.

                Poche settimane fa, l’attore è stato protagonista di uno degli incontri più seguiti della serie Actors on Actors di Variety, insieme alla collega Patti LuPone. Durante la conversazione, i due hanno discusso del futuro della democrazia americana, del ruolo dell’arte e del senso di responsabilità pubblica degli artisti.

                Clooney, pur non nascondendo le sue preoccupazioni, ha offerto una prospettiva ottimista: “Abbiamo vissuto tempi molto più difficili di questi. Nel 1968 ogni città americana era in fiamme, avevamo perso Martin Luther King e Bobby Kennedy. Eppure, nonostante tutto, siamo andati avanti.”

                L’attore ha sottolineato come oggi la sfida principale sia la moltiplicazione incontrollata delle fonti d’informazione: “Il problema non è solo cosa accade, ma come le persone scelgono di informarsi. Viviamo immersi nel rumore, e distinguere la verità dalle menzogne è diventato più difficile che mai.”

                Un messaggio velato anche a Donald Trump e ai populismi che, secondo Clooney, “sono destinati a svanire come sempre accade ai demagoghi.”

                Parallelamente, Clooney torna al cinema con Jay Kelly, nuova commedia drammatica diretta da Noah Baumbach, in uscita nelle sale americane il 19 novembre 2025 e su Netflix dal 5 dicembre. Nel cast anche Laura Dern, Adam Sandler, Billy Crudup, Riley Keough e Isla Fisher.

                A 64 anni, George Clooney continua a incarnare un’idea di Hollywood ormai rara: quella dell’attore che non si limita a interpretare, ma che usa la propria voce per riflettere sul mondo. E, forse, per cambiarlo un po’.

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