Spettacolo
Amadeus mina vagante naviga verso X Factor
Quindi, in attesa di capire da chi sarà condotto uno dei talent più seguiti di sempre, in onda dal prossimo settembre, Sky e la società di produzione Fremantle hanno deciso di attivare comunque dei cambiamenti. A partire dalla giuria. Sarà vero?

Sarà lui o non sarà lui? Ceeeerto che sarà lui. Ma ne siete proprio sicuri o sono solo dei rumors…? Il boss (Araimo) di Nove tv – gruppo Warner Bros. Discovery – ha confermato sul suo blog di aver acquisito i diritti della trasmissione del talent X Factor per la stazione 2025-2026. Amadeus sarebbe quindi il presentatore ideale per questo talent che stava ormai ammuffendo negli studi di Sky. Ma in verità alla pay tv sgranano gli occhi. Non pervenuto. Stanno lavorando, dicono, all’edizione 2024 con l’opzione, come da contratto, per il rinnovo di un’altra stagione.
Imprevisti o probabilità?
Eppure per questo talent, sbarcato in Italia nel 2008 su Rai2 e passato a Sky nel 2011, sembra proprio che alle porte ci sia un trasloco armi e bagagli in casa Warner Bros.. Magari per la prossima stagione lasciandone ancora una nelle mani di Sky. Per la conduzione della diciannovesima edizione del talent infatti si è pensato a Giorgia, la cantante!, che a Sanremo 2024 ha condotto una serata proprio in compagnia di Amadeus.
Intanto siluriamo la giuria
Secondo FQMagazine dalla prossima edizione di X Factor andranno via Dargen, Ambra, Morgan e Fedez, componenti della vecchia giuria, per lasciare spazio a Jake La Furia, Paola Lezzi, Achille Lauro e al grande ritorno di Manuel Agnelli. Quindi, in attesa di capire da chi sarà condotto uno dei talent più seguiti di sempre, in onda dal prossimo settembre, Sky e la società di produzione Fremantle hanno deciso di attivare comunque dei cambiamenti. A iniziare dalla giuria composta da nomi ampiamente conosciuti. Gente che vive di musica e sarebbe comunque una giuria di passaggio. Non è quella la notizia. La notizia che tutti si attendono è che nel prossimo 2025 il format si lascerebbe alle spalle Sky per approdare al Nove. Ma siamo solo nel mese di maggio.
X-Factor, dal 2025 potrebbe partire l’era Amadeus
Restiamo sempre nell’ambito delle indiscrezioni. Per ora. Ma non per molto. Perché Discovery scalpita e Amadeus pure. Scalda i motori magari con un paio di altre trasmissioni. Ed è per questo che alla fine il nome di Amadeus gira come una trottola. Perché in fondo l’acquisto più ‘potente’ dal punto di vista dell’immagine e anche degli introiti è proprio l’ultimo presentatore del Festival di Sanremo e il domatore assoluto di Affari Tuoi su RaiUno la cui ultima puntata è prevista per il primo di giugno.
E intanto Amadeus scalda i motori
Del resto nel contratto di Amadeus al Nove è già stata inserita anche, e non solo, la conduzione di programmi in prima serata. Ed è proprio per questo che sta scaldando i motori alla caccia di format e idee per realizzare nuovi programmi da posizionare nel corso della stagione televisiva. Warner Bros. Discovery l’investimento l’ha fatto. I soldi non mancano. L’Ad Alessandro Araimo ha fatto le cose per bene accaparrandosi un big della Tv nazionale, portatore di incassi e soprattutto ideatore di programmi di successo. Detta così questa ipotesi è plausibile anche se c’è chi giura che così non sarà. Tutte voci che nel giro di una manciata di settimane saranno destinate a una spietata verifica.
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Cinema
Emma Stone a Venezia 2025: «Credo negli alieni. Anzi, forse io stessa lo sono».
In concorso a Venezia arriva Bugonia, commedia sci-fi folle con Jesse Plemons e Aidan Delbis. Emma Stone racconta il taglio di capelli, gli allenamenti per le scene di lotta e la difficoltà di essere divi: «Abbiamo un avatar pubblico e poi la persona vera».
«Credo negli alieni. Anzi, forse io stessa sono aliena». Emma Stone, tubino nero smanicato, ha scelto la Mostra del Cinema di Venezia per la sua battuta più virale. L’occasione è la presentazione di Bugonia di Yorgos Lanthimos, in concorso al festival. Una commedia sci-fi brillante e surreale, remake del cult sudcoreano Save the Green Planet! (2003) di Jang Joon-hwan.
Il film mette in scena Teddy e Don, due nerd ossessionati dalle teorie del complotto, interpretati da Jesse Plemons e Aidan Delbis. Convinti che la potente Ceo di una multinazionale farmaceutica (Stone) sia un’aliena pronta a distruggere la Terra, decidono di rapirla e rasarla a zero. Tra colpi di scena e ironia dark, la pellicola riflette su ossessioni contemporanee, fake news e catastrofi ambientali.
Per Stone si tratta della quarta collaborazione con Lanthimos, dopo The Favourite, Poor Things e Kinds of Kindness. «Lavorare con lui mi dà l’opportunità di esprimermi sempre in maniera diversa. Il fatto che si accompagni sempre alle stesse persone ha creato tra noi una famiglia», ha spiegato.
Non è mancato il riferimento al tema della celebrità, che attraversa anche il concorso veneziano con Jay Kelly di Noah Baumbach e George Clooney: «È difficile parlare di questo. Abbiamo un avatar pubblico per certe cose, e poi c’è la persona vera quando sono con i miei amici». Una confessione che riecheggia il sottotesto del film, sospeso tra maschere e identità.
L’attrice è tornata anche sul discusso taglio di capelli durante le riprese: «È stato difficile accettarlo, ma poi mi sono adattata». E sulle scene d’azione: «Per i combattimenti con Jesse Plemons mi sono allenata molto, anche se abbiamo usato diversi stuntmen».
Dal canto suo, Lanthimos ha spiegato che Bugonia non è un film distopico: «Riflette il mondo reale, quello che succede adesso. Racconta cose che non vediamo o non vogliamo vedere, come il cambiamento climatico che sta rovinando tutto». Il regista ha anche rifiutato la distinzione tra cinema indie e grandi studios: «Non ho mai amato categorizzare. Bisogna uscire dai pregiudizi».
Plemons, da sempre parco nelle parole, ha descritto il suo Teddy come «un’anima in pena che cerca con tutte le forze di aiutare gli altri, la sente come la sua unica mission». Un personaggio fragile e disturbante, capace di spiazzare lo spettatore. «Certo, per alcuni il film può essere disturbante – ha detto l’attore – ma esiste in tutti noi un istinto a evitare ciò che ci minaccia, anche se sappiamo che esiste».
Curiosità finale: il titolo Bugonia viene dal greco antico e significa “nascita del bue”. Si riferisce a un mito secondo cui dalle carcasse dei buoi morti nascevano le api, un equivoco simile alla teoria della generazione spontanea. Perfetto per un film che vive di ossessioni, equivoci e paure contemporanee.
Televisione
Stefano De Martino smonta i pettegolezzi: “Mai chiesto di essere più morigerato, sono solo chiacchiere da ombrellone”
Vacanze finite per Stefano De Martino, che riparte con il teatro e prepara il ritorno in Rai con “Affari Tuoi” e “Stasera tutto è possibile”. Intanto zittisce le illazioni su presunti avvertimenti dei dirigenti: “Parlo di lavoro con l’azienda, il resto sono chiacchiere estive”. E sogna la prima serata con Morandi.

Sorriso smagliante, tour teatrale ai blocchi di partenza e una smentita secca per chi sperava in uno Stefano De Martino a mezzo servizio. L’ex ballerino diventato uomo di punta della nuova Rai riparte a tutta velocità e mette a tacere, una volta per tutte, le voci che lo volevano sotto osservazione per la sovraesposizione mediatica e i troppi gossip.
“Nessuno mi ha mai chiesto di essere più morigerato”, ha dichiarato al settimanale Mio, “sono chiacchiere da ombrellone ed è giusto che restino sotto l’ombrellone. Con la mia azienda parlo di lavoro”. Poche parole, ma ben assestate, che servono a spegnere la fiamma di un’estate calda anche fuori dai palinsesti.
Intanto, la nuova stagione televisiva si profila intensa. A settembre tornerà alla guida di Affari Tuoi, ma non è tutto. Il legame nato con Gianni Morandi in una precedente ospitata potrebbe trasformarsi in qualcosa di più: “Ci siamo trovati molto bene – racconta – è nata una nuova amicizia fatta di pranzi e cene tra Bologna e Napoli. Abbiamo buttato giù qualche idea, continuiamo a parlarne. Se troveremo quella giusta, magari qualcosa la metteremo in pratica davvero: l’entusiasmo c’è!”.
Non manca nemmeno il ritorno a Stasera tutto è possibile, che De Martino aveva salutato in lacrime lo scorso anno, convinto di aver esaurito la spinta. “Credevo onestamente di avere esaurito tutte le energie, invece con l’affetto delle persone e l’amicizia smodata che mi lega al cast, abbiamo pensato che forse è il caso di fare un ultimo giro”.
Per ora, resta in standby l’ipotesi di un sabato sera tutto suo. Williams Di Liberatore, direttore dell’Intrattenimento Prime Time Rai, è stato chiaro: “Non è un tema all’ordine del giorno, ma magari lo diventerà”. Con De Martino, ormai, nulla è impossibile.
Cinema
Da bar vivere all’Oscar: il viaggio sorprendente di Matthew McConaughey
Da studente a Hollywood star grazie a un episodio al bar, fino a una riscoperta interiore tra deserto, diario e consapevolezza: McConaughey racconta nel suo memoir Greenlights cosa significa vivere davvero.

Tutto è iniziato in un bar di Austin. Matthew McConaughey, appena ventitreenne e studente, incontra per caso il casting director Don Phillips. Una conversazione – e forse qualche drink di troppo – lo porta a ottenere un provino per Dazed and Confused, il film di Richard Linklater. Nonostante Linklater fosse titubante, ritenendo McConaughey «troppo bello» per il ruolo, l’attore impressionò il regista trasformandosi in Wooderson con naturalezza, aggiungendo battute e carisma al personaggio. Quel ruolo, nato in modo casuale, segna l’inizio della sua carriera e la consacrazione come astro nascente di Hollywood.
Negli anni successivi, McConaughey alterna commedie romantiche a ruoli drammatici, trovandosi spesso ostacolato dal suo stesso successo di bellezza. Ma negli anni ’10 del nuovo millennio arriva la svolta: performance intense nei film Killer Joe (William Friedkin), Mud (Jeff Nichols) e la partecipazione a The Wolf of Wall Street rappresentano una rinascita artistica, prima dell’exploit definitivo in Dallas Buyers Club, che gli frutta l’Oscar come miglior attore protagonista.
A quel punto il suo percorso si arricchisce di tappe inedite: la serie True Detective e il colossal Interstellar con Christopher Nolan ampliano ulteriormente la sua portata e dimostrano la sua versatilità.
Il racconto di questo straordinario percorso trova forma nel suo memoir Greenlights (2020), scritto durante un’esperienza radicale: 52 giorni in solitaria nel deserto, senza elettricità, con l’unica compagnia dei suoi diari, iniziati all’età di 14 anni. Il libro raccoglie aneddoti, poesie, riflessioni e “preghiere”, e riflette sulla capacità di riconoscere i “semafori verdi” della vita, anche tra quelli rossi o gialli.
Tra le pagine emergono aforismi come: “Tutti abbiamo cicatrici… meglio ballare con il tempo che combattelo” e “Meglio perdere soldi divertendosi che guadagnarli annoiandosi”. Non mancano esperienze inaspettate, come un incontro in videochiamata con lo yogi indiano Sadhguru, che sottolineano la natura esplorativa del libro.
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