Cucina
Il polpettone: tradizione e gusto a ogni boccone!
Nato come piatto di recupero per utilizzare gli avanzi di carne e pane, si è evoluto in un simbolo di convivialità e sapore familiare. Ogni regione d’Italia vanta la propria versione, arricchita da ingredienti tipici locali, ma la base resta sempre la carne.

Il polpettone offre infinite possibilità di personalizzazione. Può essere farcito con formaggi filanti, uova sode o verdure grigliate per creare strati di sapore e consistenze diverse. Inoltre, si può sperimentare con diverse tipologie di carne o creare versioni vegetariane usando legumi e cereali.
Polpettone di pollo con piselli e prosciutto
Ingredienti
500 g di pollo macinato
100 g di prosciutto cotto a fettine sfilacciate
100 g di piselli precotti
1 uovo
50 g di pangrattato
50 g di parmigiano grattugiato
Un pezzetto di aglio tritato
2 cucchiai di prezzemolo tritato
Olio extravergine di oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
Procedimento
In una ciotola capiente, unisci il pollo macinato, il prosciutto cotto, i piselli, l’uovo, il pangrattato, il parmigiano, il prezzemolo e l’aglio. Mescola bene con le mani o con un cucchiaio di legno fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiusta di sale e pepe.
Su un foglio di carta da forno, versa l’impasto e modellalo in forma di cilindro, compattandolo bene. Avvolgi il polpettone nella carta da forno, sigillando bene i bordi. Cuoci in forno a 175 gradi per circa 30 minuti. Dopo 30 minuti, apri la carta da forno e spennella il polpettone con un po’ di olio d’oliva. Continua la cottura per altri 20-30 minuti, o fino a quando il polpettone è ben dorato e cotto internamente.
Una volta cotto, lascia riposare il polpettone per 10 minuti prima di affettarlo. Questo aiuta a mantenere la forma e permette ai succhi di redistribuirsi.
Taglia il polpettone a fette e servi caldo, accompagnato da contorni a piacere come purè di patate, insalata mista o verdure grigliate.
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Cucina
Un giro per il mondo dei sapori: spiedino kebab al pollo!
Gli spiedini hanno origini persiane e risalgono ai popoli del Medio Oriente che cucinavano carne su bastoncini e li arrostivano su fuochi aperti. Questa pratica antica si è poi diffusa in altre parti del mondo, portando alla creazione di una vasta varietà di spiedini che includono non solo carne, ma anche verdure e ortaggi.

Oggi, gli spiedini sono diventati un piatto molto versatile e popolare, chiamato anche “mini kebab” in alcune culture. Possono essere preparati con una combinazione di carne, verdure e spezie, o possono essere realizzati solo con verdure e ortaggi per le versioni vegetariane o vegane. La loro semplicità e versatilità li rende amati in tutto il mondo e adatti a una vasta gamma di gusti e preferenze alimentari.
Spiedini pollo ai peperoni e cipolla
Ingredienti per 6 spiedini
1 petto di pollo intero tagliato a dadi
2 peperoni puliti
1 cipolla rossa
Mezzo bicchiere di vino bianco
Pomodorini ciliegia
Olio extravergine di oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
Preparazione
Prepara gli ingredienti per gli spiedini, tagliando i peperoni a falde, la cipolla a spicchi e i pomodorini ciliegia lasciali interi, poi infilzali, alternandoli, lungo degli spiedini di legno adatti per le cotture in padella.
Scalda dell’olio in una padella antiaderente su fuoco medio, disponici dentro gli spiedini e rosola per 5-6 minuti, girali e bagnali con il vino bianco, fai evaporare, aggiusta di sale, pepe e cucina per circa 20 minuti, aggiungendo un po’ di acqua di tanto in tanto, finché il pollo è completamente cotto e le verdure saranno tenere. Una volta cotti, trasferisci gli spiedini su un piatto e servili caldi.
Cucina
Per una cena indimenticabile: cozze gratinate, il sapore del mare nel forno!
Semplici da preparare, ma incredibilmente raffinate, le cozze gratinate sono perfette per aprire un pasto con eleganza o come base per una cena a base di pesce. Questo piatto celebra la ricchezza della cucina mediterranea e la varietà dei suoi ingredienti freschi e genuini.

Le cozze gratinate sono un piatto amato in molte regioni costiere, specialmente in Italia e Francia. Ecco alcune curiosità su questo delizioso antipasto:
Origini regionali
Le cozze gratinate sono particolarmente popolari in Puglia, Calabria, Campania e Sicilia, regioni italiane famose per la loro cucina di mare. Ogni regione ha la sua variante, aggiungendo un tocco locale al piatto.
Varianti internazionali
Anche in Francia, soprattutto in Bretagna, esistono versioni simili conosciute come “moules gratinées”. In Spagna, le “mejillones rellenos” sono preparate con una farcitura di pangrattato e spezie.
Semplicità e raffinatezza
Nonostante siano un piatto relativamente semplice da preparare, le cozze gratinate sono spesso servite come antipasto in cene raffinate e nei ristoranti di alta classe.
Ripieno
Oltre al tradizionale mix di pangrattato, formaggio e prezzemolo, si possono aggiungere altri ingredienti come pomodori secchi, capperi, acciughe o peperoncino per variare il sapore.
Ingredienti per 4-6 persone
2 kg di cozze fresche pulite e aperte (conserva e filtra il liquido della schiusa sul fuoco)
400 g di mollica fresca di pane
4 cucchiai di pecorino grattugiato
Metà spicchio di aglio tritato finemente
1 mazzetto di prezzemolo fresco tritato
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe nero q.b.
Preparazione
Disponi le mezze cozze in una larga teglia, una accanto all’altra senza sovrapporle, versa in liquido di cottura e lascia da parte. In una ciotola, mescola la mollica, il pecorino, l’aglio tritato, il prezzemolo tritato, una macinata di pepe, mescola e non salare eccessivamente. spargi la mollica sulle cozze coprendole tutte alla perfezione, condisci con un giro di olio, informa a 175 gradi ventilato per circa 30 minuti, o fino a quando la mollica apparirà dorata e ben cotta. Servi caldo.
Credito foto copertina – lapenisoladelgusto.it
Cucina
Ma insomma sta carbonara chi l’ha inventata?
Qualcuno dice Milano, alcuni l’Umbria, altri assicurano Roma. Ma dove nasce la pasta alla Carbonara? La ricerca delle origini della Carbonara, partono dell’Umbria. Dall’Umbria? E come mai? Abbiamo sempre saputo che fosse la protagonista della cucina romana. E la famosa diatriba guanciale o pancetta, dove nasce?

Qualcuno dice Milano, alcuni l’Umbria, altri assicurano Roma. Ma dove nasce la pasta alla Carbonara? La ricerca delle origini della Carbonara, partono dell’Umbria. Dall’Umbria? E come mai? Abbiamo sempre saputo che fosse la protagonista della cucina romana. E la famosa diatriba guanciale o pancetta, dove nasce?
Lo sbarco degli yankee
Qualcuno a metà del secolo scorso ipotizzava che il primo incontro tra uovo, pasta e pancetta/guanciale si rifacesse al bacon+uova liofilizzate delle razioni militari per i soldati americani che avevano liberato Roma nel 1944. L’ipotesi Umbria parte dagli strascinati di Monteleone di Spoleto, un piatto diffuso anche a Cascia, dove si incontrano pasta, guanciale/pancetta, formaggio e uovo. Tutto come nella Carbonara, ma in più la salsiccia di Norcia, tradizione che sopravvive in alcune varianti ternane del piatto. La preparazione degli strascinati di Monteleone è citata nella Guida gastronomica del Touring Club Italiano curata da Arturo Marescalchi del 1931.
In passato le maglie interpretative erano più larghe
La tesi che rimanda ai militari americani che hanno liberato Roma non ha alcun collegamento con il termine “carbonara”. Tutt’altro. A Monteleone di Spoleto (970 metri di quota) si trovavano le miniere da cui veniva estratta la lignite con cui i carbonai della cittadina Umbra rifornivano Roma. Se consideriamo poi che nella prima parte del Novecento molte famiglie umbre hanno raggiunto la capitale per aprire piccole trattorie e ristoranti, portando con loro la ricetta degli strascinati, il piatto è servito!
Settembre andiamo è tempo di migrare
Alla suggestiva “ipotesi umbra” se ne affiancano altre. La prima si riferisce ai pastori abruzzesi. La seconda si rifà alla tradizione della pasta “cacio e ove” napoletana descritta da Ippolito Cavalcanti negli Anni Quaranta dell’Ottocento. Un periodo storico in cui la provincia di Rieti che corre sul confine attiguo a Monteleone era territorio abruzzese, aggregato al Lazio solo nel 1927.
Monteleone contro tutti
In questo mese di agosto Monteleone dedica agli strascinati una vera e propria sagra e da decenni è impegnata in un gustoso confronto con il Metropolitan Museum di New York. Vuole ottenere la restituzione di una rarissima biga etrusca rinvenuta nel 1901 venduta agli americani da un trafficante di antichità. E così a Monteleone si scherza. Va bene per la biga ma guai a scippare l’origine della vera ricetta della carbonara. Intesi?
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