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Benessere

I mille benefici di una carezza fatta col cuore

Una carezza non ti lascia mai. Quando puoi permetterti di avere avuto una infanzia e adolescenza circondata di affetto e premure, si può dire che il più è fatto. Nel senso che resterai una persona attenta e sensibile alle manifestazioni di affetto da parte degli altri. Spesso ci dimentichiamo che oltre alla testa e la nostra mente, siamo soprattutto corpo.

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    Una carezza non ti lascia mai. Quando puoi permetterti di avere avuto una infanzia e adolescenza circondata di affetto e premure, si può dire che il più è fatto. Nel senso che resterai una persona attenta e sensibile alle manifestazioni di affetto da parte degli altri. Spesso ci dimentichiamo che oltre alla testa e la nostra mente, siamo soprattutto corpo. A differenza di quello che normalmente ci viene trasmesso, è il corpo il primo sensore. Quello che ci fa capire se stiamo bene o stiamo attraversando un momento no della nostra vita. Sentimenti e pensieri sono caratteristiche che ci rendono umani. Sono il risultato di uno scambio tra ondate sensoriali e percettive che confluiscono e determinano il nostro stato d’animo.

    Quella carezza che ci arriva prima di venire al mondo

    Non bisogna mai dimenticare che nella formazione del carattere di una persona un grande ruolo è determinato dai modi in cui i nostri genitori manifestavano il loro affetto fra di loro. Quante carezze si davano e con quanta frequenza? La loro affettività ha influito anche sul nostro concepimento. Le prime carezze, indubbiamente, ce le ha fatte il liquido amniotico facendoci sperimentare la prima esperienza di “tocco affettivo” grazie al sistema tattile. Che vuol dire. Il “tocco affettivo” ha la temperatura della pelle e non supera, così dice la scienza, la velocità di 10 centimetri al secondo. Può essere una carezza, un tenero abbraccio, una leggera pacca sulle spalle oppure una coccola per celebrare l’amore. Di certo sappiamo che è sempre presente nella nostra vita.

    Un abbraccio non dovrebbe mai mancare

    Eppure se ci pensiamo bene anche tra moglie e marito, tra genitori e figli e aggiungiamoci spesso anche tra amanti o amici, amiche, ci si sta progressivamente disabituando a toccarci. La carezza resta imbrigliata nella testa che blocca il gesto. Come ha scritto Ada d’Adamo, scrittrice e saggista premio Strega nel 2023 con il romanzo Come d’Aria, Elliot editore: “bisognerebbe potersi immergere ogni giorno in una pozza d’acqua nella quale, stretti in un abbraccio, sciogliere per un po’ il peso della vita”. Bello no? Cosa c’è di più riappacificante di un abbraccio, cadere l’un dentro il cuore dell’altro. Dal punto di vista chimico quando ci abbracciamo rilasciamo ossitocina, l’ormone che ci fa sentire meglio alla base dello sviluppo e del conseguente mantenimento delle nostre relazioni sociali e affettive. Il nostro sistema tattile affettivo è una cartina al tornasole per farci capire come stiamo. Le sue distorsioni portano disturbi di diversi tipi.

    Bisognerebbe potersi immergere ogni giorno in una pozza d’acqua nella quale, stretti in un abbraccio, sciogliere per un po’ il peso della vita

    Accarezzare, però, non basta, bisogna saperlo fare

    Nelle carezze non conta solo la quantità ma soprattutto la qualità. Per esempio nel gestire un bambino, la scienza dice che “se lo si solletica sempre in modo prepotente e poco delicato, se i “vola vola” sono troppo frequenti e usati per contenere i comportamenti più che per giocare, quel bambino cercherà di stare in braccio il più possibile per ottenere una compensazione tattile“. Purtroppo oggi il corpo è manipolato e idealizzato attraverso i social che lo trasformano con l’uso della tecnologia dai filtri a photoshop. Bisognerebbe, invece, recupere la nostra corporeità, ricercare il “tocco affettivo” che ritempra. Visto il troppo tempo che spesso dedichiamo ai social attraverso la ricerca di like dovremmo forse riappropriarci dei tocchi affettivi andando a colmare quel vuoto lasciato proprio dalla mancanza di carezze.

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      Benessere

      Stress da notifiche: quando il cellulare ci rovina anche i giorni liberi

      Secondo una ricerca dell’Università di Zurigo, l’iperconnessione genera stress continuo e disturbi del sonno. La soluzione? Disattivare le notifiche e imparare a distinguere l’urgenza dalla dipendenza.

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        Dovevamo rilassarci, e invece ci siamo fregati da soli. È l’effetto paradossale dello smartphone, che anche nei momenti di pausa riesce a trasformarsi in fonte di ansia. A confermarlo è una ricerca dell’Università di Zurigo, secondo cui le notifiche continue e l’abitudine compulsiva a controllare mail, chat e social avrebbero effetti negativi sulla qualità del riposo e sull’umore, anche nei giorni liberi.

        Il problema non è solo la quantità di tempo passata al telefono, ma l’incapacità di staccare davvero. Ogni suono, vibrazione o pallino rosso attiva nel cervello un meccanismo di allerta che interrompe il ciclo di rilassamento. E quando le notifiche non arrivano, è ancora peggio: scatta l’ansia da “FOMO”, la paura di essersi persi qualcosa.

        Il 67% degli intervistati ha dichiarato di controllare le app anche durante le vacanze, “per abitudine”. E oltre il 40% ammette di farlo di notte, “perché non riesce a dormire”. Il risultato? Stanchezza cronica, concentrazione ridotta e – paradossalmente – una maggiore dipendenza dal dispositivo.

        La soluzione? Semplice in teoria, difficile in pratica: disattivare le notifiche, stabilire orari offline, riscoprire il lusso del silenzio. E capire che non tutto ciò che squilla merita la nostra attenzione. A volte, la vera urgenza è tornare a respirare.

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          Adolescenti a rischio, troppo internet spegne il cervello e compromette le relazioni

          L’analisi effettuata dallo studio PLOS evidenzia un fenomeno relativamente nuovo, quello della dipendenza da internet, che si diffonderà sempre di più nei prossimi decenni. In Italia, esistono già 102 centri specializzati in questo tipo di dipendenza, che seguono oltre 3.660 utenti, principalmente tra i 15 e i 18 anni.

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            L’abuso di internet durante l’adolescenza può avere conseguenze negative durature. L’eccessivo utilizzo della rete riduce infatti l’interazione tra le diverse aree del cervello, compromettendo la capacità di relazionarsi, mangiare e dormire.

            Adolescente con smartphone di notte

            Quando si parla di dipendenze, il pensiero va subito a droghe, tabacco o alcol. Tuttavia, lo sappiamo da anni ormai, esistono nuove forme di dipendenza, come quella da internet. Nei casi più gravi, questa dipendenza può portare a forme complesse di isolamento sociale, come gli hikikomori. Uno studio pubblicato su PLOS Mental Health ha analizzato l’effetto dell’abuso di internet sul cervello degli adolescenti, evidenziando impatti sulle regioni coinvolte nel pensiero attivo, nelle abilità fisiche e nella salute mentale.

            Devastante come droghe e giochi d’azzardo

            I ricercatori hanno esaminato dodici studi su 237 ragazzi tra i 10 e i 19 anni con diagnosi di dipendenza da internet. Questa condizione si manifesta come un’incapacità di resistere all’impulso di usare internet, influenzando negativamente il benessere personale e la vita sociale, accademica e professionale. Le risonanze magnetiche hanno rivelato sia un aumento che una diminuzione dell’attività nelle regioni cerebrali attive durante il riposo. E inoltre una generale diminuzione della connettività funzionale nelle aree coinvolte nel pensiero attivo. Gli effetti come già sottolineato sono simili a quelli osservati nei casi di abuso di droghe o gioco d’azzardo. In Italia esistono già 102 centri che si occupano di questo tipo di dipendenza e hanno in cura oltre 3.660 utenti, la maggior parte dei quali ha un età che va dai tra i 15 ai 18 anni.

            Impatto a lungo termine

            La perdita della connettività funzionale colpisce diverse funzioni cerebrali, tra cui la coordinazione fisica, la memoria a breve termine, il controllo degli impulsi. la capacità di concentrazione e decisionale. Questo accade perché durante l’adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile. Secondo Max Chang, coordinatore dello studio effettuato da PLOS, i cambiamenti comportamentali negativi possono influenzare la vita futura degli adolescenti, causando difficoltà nelle relazioni, nell’alimentazione che diventa disordinata e con gravi disturbi del sonno. Gli autori dello studio sottolineano che il numero di studi analizzati si è limitato a un campione relativamente piccolo e quasi tutto asiatico in attesa di includere anche adolescenti occidentali.

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              I funghi Shitake, un superfood dall’oriente che è un elisir di lunga vita

              Esplora i benefici nascosti dei funghi shitake, semi di canapa e clorofilla, e scopri come integrarli nella tua dieta per una salute ottimale. Attenzione però ai rischi nascosti nei germogli

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                Il mondo dei superfood è in costante evoluzione e tra le novità più interessanti spiccano i funghi shitake. Originari dell’Asia, questi funghi sono conosciuti da secoli per le loro proprietà benefiche e sono considerati un vero e proprio “elisir di lunga vita”.

                Benefici dei funghi Shitake

                I funghi shitake sono apprezzati per le loro straordinarie proprietà anti-infiammatorie, anti-tumorali e anti-batteriche. Ecco alcuni dei principali benefici:

                • Colesterolo: aiutano a mantenere livelli sani di colesterolo nel sangue.
                • Disintossicazione del fegato: supportano la funzione epatica.
                • Prevenzione dei tumori: studi suggeriscono che possono ridurre il rischio di alcuni tipi di tumori.
                • Arteriosclerosi: contribuiscono alla prevenzione di questa patologia.
                • Alzheimer: possono essere benefici per chi soffre di Alzheimer.

                Come Includerli nella dieta

                I funghi shitake possono essere un’aggiunta deliziosa e salutare alla tua dieta. Ecco alcuni modi per gustarli:

                • Saltati in padella: una cottura veloce per esaltare il loro sapore.
                • Arrostiti: perfetti come contorno croccante.
                • In zuppa: aggiungono un tocco di umami.
                • Abbinati al riso: un classico della cucina asiatica.

                Chi dovrebbe evitarli?

                Nonostante i numerosi benefici, i funghi shitake non sono adatti a tutti. Il loro consumo è sconsigliato per:

                • Persone con patologie autoimmuni: possono interferire con il sistema immunitario.
                • Chi ha subìto trapianti d’organo: potrebbero influenzare l’efficacia dei farmaci immunosoppressori.

                Altri superfood: semi di canapa e clorofilla

                Semi di Canapa

                I semi di canapa sono un altro superfood degno di nota. Ecco perché dovresti considerarli:

                • Alto contenuto di nutrienti: ricchi di proteine, fibre e grassi insaturi.
                • Omega-3 e Omega-6: benefici per il cuore e la salute generale.
                • Minerali essenziali: includono magnesio, potassio, fosforo, ferro, zinco e calcio.

                Clorofilla

                La clorofilla, il pigmento verde presente in tutti i vegetali, offre numerosi benefici:

                • Proprietà antinfiammatorie: combatte le infiammazioni.
                • Antiossidanti: protegge le cellule dai danni ossidativi.
                • Sindrome metabolica: può aiutare a ridurre l’accumulo di peso e migliorare i sintomi.

                Attenzione ai germogli: benefici e rischi

                I germogli sono tra i cibi più in voga nel 2023, grazie alla crescente attenzione verso un’alimentazione sana e a base vegetale. Sono ricchi di nutrienti benefici e facili da assimilare. Tuttavia, possono comportare rischi per la salute:

                • Contaminazione da microrganismi: possono essere un terreno fertile per batteri patogeni.
                • Epidemie passate: diverse epidemie sono state causate dal consumo di germogli contaminati.

                Prevenzione e controllo

                L’OMS e la FAO sottolineano l’importanza di adottare misure preventive e di controllo lungo tutte le fasi della produzione e commercializzazione dei germogli. Un controllo igienico adeguato è essenziale per garantire la sicurezza alimentare.

                Includere superfood come i funghi shitake, i semi di canapa e la clorofilla nella tua dieta può offrire numerosi benefici per la salute, ma è fondamentale essere consapevoli dei potenziali rischi e seguire pratiche di consumo sicure

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