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Beauty

La bellezza sostenibile: quando il rossetto diventa un gesto ecologico

La rivoluzione green investe anche il mondo della cosmesi. Tra ingredienti naturali, confezioni ricaricabili e formule cruelty-free, il trucco diventa etico e trasparente.

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bellezza sostenibile

    La trasformazione ecologica non riguarda più solo energia e trasporti: anche il mondo della bellezza sta cambiando pelle. Profumi, rossetti e creme oggi raccontano un nuovo modo di intendere il benessere, dove l’efficacia non basta più — serve coerenza. Le consumatrici, sempre più informate e consapevoli, vogliono sapere tutto: da dove proviene un prodotto, se è cruelty-free, sostenibile e realmente biodegradabile.

    Secondo un report di Cosmetics Europe, oltre il 60% dei consumatori europei considera la sostenibilità un criterio determinante al momento dell’acquisto di prodotti di bellezza. È un cambio di paradigma che sta spingendo le aziende a ripensare l’intera filiera, dalla selezione delle materie prime fino al confezionamento.

    Nascono così le eco-formule, realizzate con ingredienti di origine naturale o derivati da processi a basso impatto ambientale. Alcuni marchi hanno eliminato completamente siliconi, microplastiche e derivati del petrolio, preferendo oli vegetali, burri bio e fragranze naturali. Allo stesso tempo, si diffondono pack ricaricabili o compostabili, pensati per ridurre gli sprechi e dare nuova vita ai contenitori.

    Persino il lusso, un tempo associato all’eccesso, abbraccia la filosofia circolare. Maison come Dior, Chanel e Guerlain hanno introdotto sistemi di refill per rossetti, creme e profumi, consentendo ai clienti di riutilizzare il packaging e ridurre l’impatto ambientale. È un modo nuovo di intendere il prestigio: non più possedere di più, ma scegliere meglio.

    La richiesta di trasparenza e tracciabilità è un altro pilastro della bellezza etica. Sempre più marchi pubblicano report di sostenibilità e certificazioni ambientali, spiegando l’origine delle materie prime e i processi produttivi. Si moltiplicano anche le collaborazioni con enti indipendenti come Ecocert o Leaping Bunny, che garantiscono standard rigorosi per i cosmetici naturali e cruelty-free.

    Ma il fenomeno non riguarda solo i prodotti: è un vero movimento culturale. La “clean beauty” è diventata una filosofia di vita, in cui prendersi cura di sé significa anche prendersi cura del pianeta. Le formule minimaliste, i packaging essenziali e l’attenzione all’impatto ambientale si affiancano a un ritorno alla semplicità: meno strati, meno sprechi, più consapevolezza.

    Anche i profumi, simbolo per eccellenza del lusso, si reinventano in chiave sostenibile. Alcuni brand utilizzano alcol biologico e materie prime tracciabili, spesso provenienti da coltivazioni rigenerative o da progetti di commercio equo. Le fragranze diventano più “verdi” non solo nel messaggio, ma nella sostanza: l’arte della profumeria si fonde con la scienza della sostenibilità.

    L’economia della bellezza, che secondo Statista vale oltre 500 miliardi di dollari a livello globale, è oggi un terreno fertile per l’innovazione responsabile. Dalla biochimica ai materiali riciclabili, la tecnologia incontra l’etica per ridefinire il futuro del settore.

    E così il gesto quotidiano di truccarsi o profumarsi cambia significato. Un rossetto ricaricabile o una crema certificata non sono più solo prodotti di bellezza, ma dichiarazioni di intenti. Rappresentano una scelta, un piccolo contributo a un sistema più equo, attento alla salute, agli animali e al pianeta.

    La bellezza consapevole non promette solo una pelle luminosa, ma un mondo più pulito. Perché oggi il vero lusso non è nascondere, ma rivelare — e scegliere con cura ciò che ci fa stare bene, dentro e fuori.

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      Salute

      Spazzolino sotto accusa: come evitare il nido di germi nel bagno

      Piccolo, indispensabile e spesso trascurato: lo spazzolino da denti può diventare un vero concentrato di batteri se non lo si cura nel modo giusto.

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      Spazzolino

        Potrebbe sembrare innocuo, ma lo spazzolino da denti è uno degli oggetti più contaminati della casa. Secondo una ricerca dell’American Dental Association (ADA), sulle sue setole possono annidarsi centinaia di migliaia di batteri, tra cui streptococchi e coliformi fecali. Un rischio invisibile, spesso sottovalutato, che però può compromettere l’igiene orale e, in alcuni casi, la salute generale.

        Il pericolo invisibile del bagno

        Il bagno è un ambiente umido, caldo e perfetto per la proliferazione microbica. Quando tiriamo lo sciacquone con il coperchio aperto, minuscole goccioline contaminate – il cosiddetto “toilet plume” – possono depositarsi sulle superfici circostanti, incluso lo spazzolino. Secondo studi condotti dal National Institutes of Health (NIH), i batteri possono sopravvivere sulle setole fino a 48 ore, soprattutto se restano bagnate o chiuse in contenitori non ventilati.

        Gli errori più comuni

        Il primo sbaglio è riporre lo spazzolino troppo vicino al wc. Idealmente dovrebbe stare ad almeno un metro di distanza, in posizione verticale, così da asciugarsi all’aria. Un altro errore diffuso è coprire la testina con tappi o custodie subito dopo l’uso: questo intrappola l’umidità e favorisce la crescita batterica.

        Molti poi non cambiano lo spazzolino abbastanza spesso. L’ADA raccomanda di sostituirlo ogni tre o quattro mesi, o anche prima se le setole appaiono consumate. Dopo un’influenza o una malattia infettiva, andrebbe sempre gettato e sostituito con uno nuovo per evitare reinfezioni.

        Pulizia e manutenzione: cosa fare davvero

        Dopo ogni uso, lo spazzolino va risciacquato con acqua calda per rimuovere residui di dentifricio e saliva. Una volta a settimana, può essere disinfettato immergendo la testina per pochi minuti in una soluzione di acqua e collutorio antibatterico, oppure in acqua ossigenata al 3%. Anche passarlo per un minuto sotto l’acqua bollente è un metodo efficace per ridurre la carica microbica.

        Per le famiglie, è importante non far toccare gli spazzolini tra loro: i germi possono facilmente passare da uno all’altro. In caso di bambini o persone immunodepresse, si possono usare coperture traspiranti o sterilizzatori UV certificati, ma solo come supporto, non come sostituto di una buona igiene.

        Ambiente e materiali contano

        Meglio evitare di lasciare lo spazzolino in armadietti chiusi o troppo umidi. Se possibile, conservarlo in una zona ventilata, lontano dal lavandino. Alcuni modelli più recenti hanno setole antibatteriche o manici in bambù naturale, ma l’efficacia antibatterica di questi materiali resta limitata nel tempo: non sostituisce una corretta manutenzione.

        Il gesto quotidiano che fa la differenza

        Lo spazzolino è uno strumento semplice, ma è anche un potenziale veicolo di microrganismi se trascurato. Una cura minima – risciacquo, asciugatura, sostituzione periodica – può evitare molti problemi. L’igiene orale, dopotutto, parte da lì: da un piccolo oggetto di uso quotidiano che merita più attenzione.

        Come ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute orale è parte integrante del benessere generale. E prendersi cura del proprio spazzolino significa, in fondo, prendersi cura di sé.

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          Benessere

          Mangiare per calmare lo stress: gli alimenti che aiutano a ridurre il cortisolo

          Alcuni cibi – dal cioccolato fondente all’avena – possono aiutare a riequilibrare i livelli ormonali e favorire il rilassamento in modo naturale.

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          gli alimenti che aiutano a ridurre il cortisolo

            In un mondo che corre, anche il nostro corpo accelera. Lo stress cronico è ormai una condizione diffusa e spesso silenziosa, capace di influenzare non solo l’umore, ma anche la salute fisica. A farne le spese è soprattutto il cortisolo, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che, in condizioni normali, ci aiuta a reagire alle situazioni di emergenza.
            Quando però rimane alto per troppo tempo, il cortisolo diventa un nemico: aumenta la pressione arteriosa, favorisce l’accumulo di grasso addominale, altera il sonno e indebolisce il sistema immunitario.

            La buona notizia? Anche la tavola può diventare un’alleata per riequilibrare questo ormone.

            Come il cibo influisce sul cortisolo

            Secondo l’Harvard Medical School, ciò che mangiamo può modulare la risposta del corpo allo stress. Una dieta ricca di alimenti integrali, fibre, vitamine del gruppo B e magnesio aiuta a tenere stabile la glicemia, prevenendo i picchi che stimolano la produzione di cortisolo.
            Il meccanismo è semplice: quando il cervello percepisce uno “stress metabolico” – come la fame o un calo improvviso di zuccheri – attiva il rilascio dell’ormone per compensare.

            “Un’alimentazione regolare e bilanciata è il primo passo per ridurre il carico di stress fisiologico”, spiega la nutrizionista Francesca Branca, direttrice del Dipartimento Nutrizione dell’OMS. “Il corpo riconosce la stabilità come sicurezza, e questo si riflette anche sui livelli ormonali”.

            Gli alimenti amici dell’equilibrio ormonale

            Diversi studi confermano che alcuni alimenti hanno proprietà benefiche nel controllo del cortisolo:

            • Cioccolato fondente (almeno 70%) – Contiene flavonoidi e magnesio, minerali che riducono la tensione e migliorano l’umore stimolando la serotonina. Una piccola porzione al giorno può aiutare ad abbassare i livelli di stress percepito.
            • Avena e cereali integrali – Ricchi di fibre solubili e vitamine del gruppo B, stabilizzano la glicemia e favoriscono il rilascio graduale di energia.
            • Frutta secca e semi – Mandorle, noci e semi di zucca contengono magnesio e acidi grassi omega-3, utili per il sistema nervoso e per la riduzione dei processi infiammatori legati allo stress cronico.
            • Pesce azzurro – Tonno, sgombro e salmone sono fonti naturali di omega-3, che riducono la produzione di cortisolo e migliorano la capacità di gestione dello stress mentale.
            • Tè verde e tisane rilassanti – Il tè verde contiene teanina, un amminoacido che favorisce la concentrazione senza causare agitazione, mentre infusi di camomilla, melissa e valeriana aiutano a calmare il sistema nervoso.
            • Verdure a foglia verde – Spinaci, bietole e cavoli sono ricchi di magnesio e antiossidanti. Studi pubblicati sul Journal of the American College of Nutrition mostrano come un adeguato apporto di magnesio sia associato a una riduzione dei livelli di cortisolo nel sangue.
            • Yogurt e kefir – I probiotici favoriscono l’equilibrio del microbiota intestinale, che a sua volta comunica con il cervello attraverso l’asse intestino-cervello, riducendo ansia e stress.

            I cibi da limitare

            Allo stesso modo, ci sono alimenti che favoriscono l’aumento del cortisolo: zuccheri raffinati, snack industriali, caffeina in eccesso e alcol. Questi stimolano il rilascio di adrenalina e cortisolo, creando un circolo vizioso che peggiora la tensione e l’insonnia.
            Ridurre questi elementi non significa privarsi di tutto, ma imparare a consumarli con equilibrio.

            Lo stile di vita conta più della dieta

            La gestione del cortisolo non passa solo dal piatto. Dormire almeno 7 ore per notte, praticare attività fisica moderata e respirare consapevolmente sono abitudini che aiutano a mantenere costanti i livelli ormonali.
            “La combinazione di movimento, nutrizione e rilassamento è la chiave per il benessere duraturo”, afferma la Mayo Clinic, che raccomanda di inserire nella routine quotidiana brevi momenti di pausa mentale, anche solo cinque minuti di respirazione profonda o stretching.

            Non esistono supercibi in grado di cancellare lo stress, ma un’alimentazione equilibrata e consapevole può fare la differenza.
            Integrare nella dieta alimenti naturali, ricchi di nutrienti e poveri di zuccheri raffinati, aiuta non solo a ridurre il cortisolo, ma anche a migliorare la qualità del sonno, la concentrazione e il tono dell’umore.
            In altre parole, mangiare bene non serve solo a nutrire il corpo, ma anche a calmare la mente.

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              Salute

              La nuova frontiera della salute: vivere per prevenire, non per curare

              La medicina cambia direzione: non più solo pronto soccorso e farmaci, ma sonno di qualità, movimento costante, alimentazione anti-infiammatoria e ascolto di sé. La salute diventa un equilibrio da coltivare ogni giorno.

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              prevenzione

                Per decenni la medicina è stata soprattutto reattiva: si curava un sintomo, si affrontava una malattia, si interveniva “dopo”. Oggi, invece, il paradigma si capovolge. La parola chiave della nuova era sanitaria è prevenzione. L’obiettivo non è più guarire, ma evitare di ammalarsi, mantenendo il corpo e la mente in equilibrio costante.

                Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre il 70% delle patologie croniche — dal diabete alle malattie cardiovascolari — è prevenibile grazie a stili di vita corretti e controlli regolari. È su questa consapevolezza che nasce un nuovo modello di salute, in cui la tecnologia, la scienza e le abitudini quotidiane collaborano per costruire un futuro più sano.

                Gli strumenti di questa rivoluzione sono già nelle nostre mani — o, più precisamente, al nostro polso. Gli smartwatch e i bracciali fitness non sono più semplici accessori sportivi: misurano battito, sonno, ossigenazione, stress e perfino la qualità della respirazione. La wearable tech trasforma ogni individuo in protagonista del proprio benessere, offrendo dati utili per comprendere e migliorare il proprio stile di vita.

                A questi si aggiungono i check-up digitali e i test genetici personalizzati, che permettono di conoscere predisposizioni e rischi prima che si manifestino. Piattaforme online e app mediche integrano telemedicina e monitoraggio remoto, rendendo la prevenzione accessibile e continua. Non è più necessario aspettare la visita annuale: la salute si segue giorno per giorno, in tempo reale.

                Anche la nutraceutica, settore in rapida espansione, gioca un ruolo decisivo. Si tratta di alimenti e integratori con proprietà benefiche mirate, capaci di sostenere il sistema immunitario, ridurre l’infiammazione o migliorare la qualità del sonno. Secondo Fortune Business Insights, il mercato globale della nutraceutica ha superato i 400 miliardi di dollari nel 2024, segno di un interesse crescente verso l’alimentazione preventiva.

                Ma non è solo questione di tecnologia o prodotti. La vera innovazione è culturale. Le nuove generazioni, cresciute in un’epoca di stress e iperconnessione, hanno imparato a considerare la salute come un processo continuo, non un evento eccezionale. “Wellness” non significa più spa o fitness estremo, ma ritmo sostenibile: sonno regolare, movimento gentile, alimentazione anti-infiammatoria, tempo per sé.

                Questo approccio ha cambiato anche il ruolo del medico, che da figura autoritaria diventa alleato e consulente. La relazione medico-paziente è oggi un dialogo costante, fondato su dati condivisi e scelte personalizzate. La medicina di precisione, che unisce genetica, tecnologia e prevenzione, promette cure sempre più su misura.

                Persino le aziende stanno ridefinendo il concetto di salute. Crescono i programmi di corporate wellness, con pause attive, mindfulness e sostegno psicologico. Dormire bene, muoversi di più, mangiare meglio non sono più raccomandazioni generiche, ma strategie di performance sostenibile.

                In fondo, la salute non è una conquista momentanea ma un comportamento quotidiano. Non si trova in un farmaco o in un intervento d’urgenza, ma nei piccoli gesti ripetuti ogni giorno: camminare, respirare, dormire, scegliere con consapevolezza.

                La medicina del futuro, dunque, non guarda più solo alla malattia, ma alla longevità sana. È un approccio che unisce scienza e responsabilità, corpo e mente, individuo e comunità. Perché prevenire, oggi, non significa vivere nella paura del male — ma imparare l’arte di stare bene, prima che serva curarsi.

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